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Letto in ferro battuto: tradizione e design nella zona notte
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Un letto in ferro battuto rientra nella categoria degli arredi senza tempo e che ben si adattano a qualsiasi epoca e stile di una zona notte di casa. E’ infatti un errore pensare che questa tipologia di letto matrimoniale o singolo, sia legato ad un’estetica legata esclusivamente ad uno stile di impronta classica. Da elementi più tradizionali, sino a soluzioni caratterizzate da un look più attuale e di design, questi elementi per la camera da letto, trovano il loro ruolo da protagonisti assoluti, in moltissimi progetti di interni. Grazie alla loro versatilità si possono davvero reinventare e assumere un volto nuovo inseriti in contesti differenti da quello di origine. Molti letti in ferro battuto “della nonna”, con nuovi accessori o semplicemente perché inglobati in un altro ambiente, si sono dimostrati perfetti in stanze matrimoniali abbinate ad un boho o jungle style, piuttosto che ad uno stile urban o industrial. Ma cosa c’è da sapere su questi mobili per la zona notte, per non commettere errori durante il loro acquisto? I fattori da considerare, per capire le caratteristiche di un letto in ferro battuto, riguardano: le varie forme e linee; le differenti misure e dimensioni; gli svariati colori e finiture; le tipologie di materassi e sostegno; i diversi costi e installazione. Letto in ferro battuto: forme e linee Le forme e le linee di un letto in ferro battuto fanno riferimento ad una tradizione artigiana senza eguali. La peculiarità di questi elementi risiede appunto nell’attenta lavorazione da parte di professionisti capaci, che si dedicano alla realizzazione di pezzi unici e originali. Molte aziende e brand del settore, producono dei prodotti molto belli e di grande qualità. Ma quando si decide di arredare la propria camera con un letto in ferro battuto, sarebbe bene farsi realizzare un oggetto personalizzato e irripetibile. La fantasia e il gusto di ciascun padrone di casa, legato indubbiamente alla scelta stilistica che riguarda la propria zona notte, indicano già a grandi linee quale sagoma dovrà avere il letto stesso. Forme arrotondate con volute morbide, tendono ad essere abbinate a stanze matrimoniali o singole decisamente romantiche, magari in stile provenzale o in uno shabby chic da manuale. Linee più elaborate riescono invece ad accostarsi al meglio in un ambiente classico o eclettico. Sagome minimaliste e squadrate trovano il loro perché in zona notte contemporanee e legate a stili prettamente cittadini. Questi esempi, vi mostrano alcuni tra i tanti possibili impieghi, che si possono fare di un letto in ferro battuto, dove tradizione e design si fondono alla perfezione. Letto in ferro battuto: misure e dimensioni Come tutti sappiamo, le grandezze standard che ogni letto possiede, li dividono in tre categorie: singolo: 80 X 190 cm; francese (una piazza e mezza): 140 x 190 cm; matrimoniale: 160 x 190 cm. Per ciascun modello, esistono oggi sul mercato delle varianti chiamate maxi o extra large, dove sia la larghezza che la lunghezza cambiano, in base alle esigenze. Un letto in ferro battuto, oltre ad essere costruito nelle misure consuete, è uno dei più versatili e mutevoli a livello di centimetri, perché in base allo spessore della struttura, si può giocare sulle dimensioni, trovando infinite soluzioni intermedie. Alcuni brand propongono estensioni sino a 92 cm per un singolo, 150 cm per una piazza e mezza e 162 cm per uno matrimoniale, per una lunghezza di 208 cm da testiera a pediera. Insomma, un letto in ferro battuto, riesce davvero a soddisfare per ogni richiesta, per risultare perfetto in un progetto di interior di una zona notte ad hoc. Letto in ferro battuto: colori e finiture La bellezza di un letto in ferro battuto, oltre ai particolari disegni che possono interessare la testiera, riguarda il colore e la finitura naturale di questo materiale da costruzione. Vi sono comunque una serie infinita di accostamenti che interessano qualsiasi colorazione presente nella scala RAL, abbinata a trattamenti superficiali che vanno dal lucido all’opaco, dal satinato allo spazzolato. Grigio, nero e bianco, sono le tre tinte su cui ruota il 90% della produzione di letti in ferro battuto, ma a seconda dello stile della zona notte, possiamo trovare prodotti in corten, bruniti, in copper o gold-copper, rust o gold rust, con una serie di varianti sul tema molto suggestive. La lavorazione superficiale, che determina il fattore estetico di un letto in ferro battuto, anche qui viene stabilita dallo stile che si vuole far emergere nella zona notte. Può essere accoppiata a tutte le nuance prima descritte, ma con risultati ogni volta differenti e personalizzabili al 100%. Letto in ferro battuto: materassi e sostegno I materassi e i relativi sostegni in un letto in ferro battuto sono i medesimi di quelli utilizzati in altre situazioni. Reti metalliche o doghe formano la base su cui qualsiasi tipologia di materasso (in base al materiale: lana, in lattice…e all’altezza: all’americana, alla giapponese…) potrà essere appoggiata internamente. L’abbinamento di queste due componenti farà sì che i sostegni strutturali del letto in ferro battuto, dovranno essere installate a diverse altezze a seconda dello spessore dei listelli in legno o in metallo e dell’imbottitura scelta. Non vi sono alternative più corrette di altre e ogni combinazione scelta risulta assolutamente fattibile e sempre di grande successo. Letto in ferro battuto: costi e installazione Eleganza e risparmio sono due qualità che un letto in ferro battuto sicuramente possiede. Un design senza tempo che non presenta costi inaccessibili rispetto a modelli in legno o imbottiti. Prodotti minimalisti e senza fronzoli, risultano distintivi e al contempo poco onerosi, se realizzati appunto senza disegni particolari su testiera e pediera, con prezzi che variano dai 300 ai 500 euro. Se invece le lavorazioni sono maggiormente importanti o vengono aggiunti degli optional come contenitori sotto materasso, allora la cifra sale e si possono trovare tipologie che superano decisamente i 1000 euro. La bellezza di un letto in ferro battuto risiede nella semplicità della sua struttura, lasciata a vista e non corredata di eccessivi elementi opzionali. Questo, oltre a garantire un budget contenuto per l’acquisto, implica un’installazione veloce e precisa, con montaggi immediati che non presentano particolari difficoltà.
Come progettare il bagno di casa
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Un progetto bagno richiede una serie di valutazioni che prendano in considerazione tutte le componenti essenziali, che devono essere presenti in questo ambiente di servizio. Quando si inizia a vagliare qualche ideazione e proposta, ci si deve interrogare sulla funzionalità che questo spazio deve avere e su quali siano le reali esigenze dei padroni di casa. Oltre a ciò è necessario capire quale stile si intende seguire, per creare un’ambientazione spettacolare a livello estetico, che lasci chiunque a bocca aperta. Insomma, come progettare il bagno di casa per renderlo accogliente, confortevole, funzionale e connotato da uno spiccato design? 5 sono gli elementi fondamentali da non trascurare e che nel dettaglio riguardano: la dimensione, la posa e il colore delle piastrelle; la scelta e la disposizione dei sanitari; la collocazione dei termoarredi e delle scalda - salviette; la selezione di arredi funzionali e di design; la posa di un’illuminazione ottimale. Progetto bagno: dimensione, posa e colore delle piastrelle Scegliere la dimensione, la posa e il colore delle piastrelle in un progetto bagno, non è cosa da poco. Solitamente l’ambiente in oggetto non ha delle misure XL e capire quale tipologia di pavimento meglio si adatti è molto spesso una grande sfida. Non vi sono regole tecniche che impongano delle restrizioni e ogni ideazione deve essere valutata di volta in volta. Un consiglio che possiamo dare è quello di partire dallo stile che vorreste far emergere nel vostro bagno. Con un industrial style potrete invece cimentarvi con formati decisamente grandi, dove le fughe sono impercettibili con posa a correre e colorazione cementizia o con listelli lunghi a mò di parquet a scaletta semplice o doppia, in un colore scuro dall’effetto rustic chic. Una decisione contemporanea, vi farà propendere per una mattonella di media grandezza, con una posa lineare e con un colore che può variare dal grigio, al tortora, al corten. Per una realizzazione retrò, sarebbe indicato utilizzare piastrelline in formato mini o cementine esagonali dai colori vintage. Queste sono solamente alcune delle infinite possibilità da considerare, che sarebbe bene visionare con un architetto o designer di interni. Poi, una volta presa la decisione per il pavimento, sarà più semplice capire come si intenderà gestire la questione parete. Le alternative sono due: coordinarle alla pavimentazione e seguire l’andamento stilistico, per mantenere un perfetto equilibrio o lavorare a contrasto per dar vita a suggestive e personalizzate progettazioni. Progetto bagno: scelta e disposizione dei sanitari Il primo fattore da non trascurare quando si inizia a pensare ad un progetto per il bagno di casa, riguarda la scelta e la disposizione dei sanitari al suo interno. I modelli rientrano ormai nelle due versioni a filo muro o sospesi e le forme più o meno arrotondate segnano la tendenza del momento con silhouette tradizionali curvilinee o più attuali con andamenti lineari e squadrati. Detto ciò la cosa decisamente importante è la posizione dei sanitari stessi che devono passare in secondo piano quando si guarda un bagno funzionale, ma di design. Nasconderli con muretti, complementi d’arredo, docce o lavandini attrezzati è un ottimo approccio, perché se è vero che tali componenti non possono mancare in un ambiente di servizio, è altrettanto vero che non devono mai essere i protagonisti della scena. Questa è un’indicazione da tenere sempre a mente quando ci si chiede come progettare il bagno di casa e si cerca di pensare ad una soluzione utile, personalizzata e di tendenza. Progetto bagno: collocazione termoarredi e scalda – salviette Altro elemento fondamentale da non trascurare quando si progetta un bagno, è la collocazione dei termoarredi e scalda – salviette. Queste fonti di calore sono diventate ormai delle vere e proprie opere d’arte, che con le loro forme e finiture, diventano un importante oggetto decorativo di design oltreché funzionale. Importantissimo è decidere il punto in cui andranno installati nell’ambiente bagno, per ottimizzare la diffusione del calore in modo omogeneo e uniforme. Solitamente vengono posizionati nella parte opposta rispetto a finestre o porte – finestre, in modo da non disperdere verso l’esterno il calore erogato. Perfetti accanto a docce, nel formato verticale slim, dove poter appendere asciugamani e accappatoi o in orizzontale a mò di quadro sopra le vasche da bagno. Più di rado vengono montati accanto ai lavabi, ma se per necessità si dovesse optare per questa ipotesi, è assolutamente fattibile effettuarla. Progetto bagno: arredi funzionali e di design Ovviamente, all’interno di un progetto bagno di stile e tendenza, devono essere presenti degli arredi funzionali e di design. I mobili contenitore non sono mai troppi in una casa e tanto meno devono essere contenuti in un ambiente di servizio dove si devono riporre biancheria, prodotti per il corpo, scarpe e così via. Scegliere quindi dei complementi capienti e pratici è il primo fattore da considerare, dove ante cassetti e ripiani aiutano a mantenere ordine e rigore. Ma come in ogni progettazione che si rispetti, anche l’occhio vuole la sua parte e l’estetica deve assumere un ruolo da protagonista, per far sì che un bagno risulti accogliente, distintivo e chic. Come per le piastrelle, anche in questo frangente si parte indubbiamente dallo stile che si intende seguire. Mobili lineari e minimalisti per un modern style che si rispetti, curvilinei e decapati per un perfetto trend shabby, in fibra naturale ed eco per un effetto jungalow da copertina. Discostarsi da ciò che le mattonelle su pavimenti e pareti richiedono dai mobili circostanti non è mai troppo consigliato. L’imprinting va solitamente seguito perché creare un bagno eclettico, degno di questo nome, non è cosa semplice e per una realizzazione di successo, il connubio tra i tanti differenti elementi, va studiato a tavolino nei minimi dettagli. Progetto bagno: illuminazione ottimale E come inserire un’illuminazione ottimale in un progetto bagno? Valutare le dimensioni dell’ambiente e i punti luce naturali è la prima cosa da fare. In base ai tamponamenti trasparenti e all’ingresso dei raggi del sole durante la giornata, potremmo capire quali siano le aree che eventualmente rimangono in ombra e che necessitano di applique, lampade a sospensione, led nel controsoffitto o faretti a vista. Non sempre un’unica luce a centro volta risulta essere la soluzione migliore, così come una diffusa e a sé stante su più pareti, non offre il comfort richiesto in questa stanza di casa, figuriamoci avere solamente delle sorgenti sulle specchiere. Il consiglio è quello di inserire almeno due tipologie luminose, che aiutano a fornire la quantità giusta di lucentezza e chiarore necessari per espletare le mansioni in un bagno (luci principali) e al contempo di creare un clima rilassante e soffuso con luci d’atmosfera (secondarie).
Doppia cappa in cucina: estetica o funzionalità?
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La doppia cappa in cucina è un nuovo elemento di tendenza, che viene oggi giorno utilizzato per progettare una zona cottura di casa chic e dallo spiccato design. Con le innumerevoli evoluzioni in ambito tecnologico, per quel che riguarda elettrodomestici e accessori, vi sono sempre più possibilità di migliorare l’utilizzo di questa parte di abitazione molto vissuta. Facilitarne la fruizione e l’accessibilità con strumenti all’avanguardia, ottimizza il connubio estetica - funzionalità, evidenziando le peculiarità di entrambi i fattori senza che l’uno debba necessariamente escludere l’altro. Molti però si chiederanno, ma perché arredare un ambiente cucina con due cappe? La risposta non è univoca e ogni volta che vediamo questa particolare collocazione, dobbiamo capire quale problematica nello specifico, si è andati a risolvere inserendo questo duplice tubo aspirante nella cucina stessa. I motivi che portano a scegliere una doppia in cucina, riguardano: un esclusivo fattore estetico; la ricerca di soluzioni per mascherare degli inestetismi presenti; una scelta funzionale per elettrodomestici fuori misura; la praticità per piani cottura multifunzionali (a legna o friggitrici); l’installazione quando non è presente una canna fumaria. 1. Esclusivo fattore estetico su un’isola XXL Doppia cappa in cucina? Partiamo dalla scelta di questa inusuale installazione che vede come fattore primario della sua installazione, un esclusivo fattore estetico. Le cucine odierne, più tradizionali o contemporanee che siano, prevedono nel 90% dei casi la progettazione di un’isola centrale, che porta spesso ad avere un bancone in formato XXL dove si cerca di ottimizzare la metratura a disposizione. Questa soluzione aiuta ad aggiungere cassettoni o armadietti contenitivi, con un top continuativo per zone pranzo o snack o intervallato dall’integrazione di lavabi e fornelli a gas o a induzione. Se le cappe a scomparsa sono utili e di grande effetto visivo, quelle tradizionali al di sopra dei fuochi vengono ancora ampiamente utilizzate, con le loro infinite alternative di forma, misure e colori. Tuttavia, per non avere uno skyline sproporzionato tra elemento orizzontale e verticale, l’escamotage di installare due cappe per equilibrare la visione d’insieme, gioca un ruolo fondamentale nell’intero progetto. A livello di estetica, avere un unico elemento a sé stante sospeso nel vuoto su un’isola extra – large, non è esattamente ciò che ci si aspetta in una realizzazione che dovrebbe essere trendy e alla moda. 2. Soluzioni per mascherare inestetismi in cucina Lavorare in una cucina esistente, dove si sta per attuare un progetto di ristrutturazione, richiede una capacità professionale, dove è necessario scendere a compromessi inerenti alla risoluzione di inestetismi invalicabili. Colonne e pilastri portanti, muri perimetrali dagli spessori importanti, aperture presenti e impianti non removibili, sono solamente alcuni degli impedimenti anti – estetici che si possono incontrare durante la progettazione di una zona cottura. Una doppia cappa può assolutamente rappresentare una tra le tante soluzioni per mascherare inestetismi in cucina e al contempo compiere il suo compito a livello funzionale. Se per esempio l’impianto del gas impone una determinata collocazione dei fuochi tra due aperture, è ovvio che la cappa andrà disposta esattamente al di sopra di questi. Ma molto spesso la posizione dello sfiato per i fumi e vapori può essere decentrato o comunque non ricadere nello spazio più ottimale per essere coperto e risultare “bello” alla vista. Ecco che una duplice cappa salva capra e cavoli! La simmetria rispetto al piano a gas sarà garantita, mascherando un inestetismo davvero scomodo e risultando 3. Funzionalità per un piano cottura fuori misura Un altro motivo per cui una doppia cappa viene installata in una cucina, riguarda la sua funzionalità da abbinare ad un piano cottura fuori misura. I fornelli moderni non sempre rispettano le dimensioni standard che tutti conosciamo e in alcuni circostanze, per richieste personali o per praticità, ci troviamo di fronte a fuochi disposti in lunghezza piuttosto che in larghezza. Una sola cappa non riuscirebbe ad adempiere al meglio al suo compito perché l’aspirazione avverrebbe solamente in quel punto preciso, lasciano fuori i fuochi più distanti. Una doppia soluzione ottempera al meglio al suo scopo e oltre ad essere di tendenza, risulta necessaria e senza alcun dubbio pratica ed efficiente. 4. Praticità per piani cottura multifunzionali La praticità di una doppia cappa, la si apprezza quando si possiedono in cucina dei piani cottura multifunzionali. Ovvero dei fornelli che hanno delle parti integrate dove sono stati predisposti degli spazi appositi per diversi accessori, come ad esempio una friggitrice incorporata o dei fuochi che sfruttano l’accensione e l’utilizzo della legna per alimentare una parte del piano cottura. Questi elettrodomestici aggiuntivi necessitano per legge di avere ciascuno la propria cappa con delle caratteristiche peculiari, come filtri appositi per le diverse emissioni di combustibile utilizzato. Inoltre ciascuna possiede delle tempistiche differenti per arrivare alla capacità massima di aspirazione intensiva con conseguente differente risparmio energetico. Insomma, quando sono presenti diverse modalità di cottura è sempre meglio arredare una cucina con due cappe funzionali, che sono esteticamente perfette e rispettano le normative in termini di legge previste. 5. Utili quando non c’è canna fumaria Quando in una cucina non è presente una canna fumaria, si deve ricorrere necessariamente ad una soluzione alternativa che prevede anche l’utilizzo di una doppia cappa in cucina. Questi elementi particolari sono costituiti da una struttura solitamente in metallo, che riveste tutta la parte funzionale e meccanica della cappa stessa. Il sistema di filtraggio e depurazione è doppio e sistemato all’interno della scocca dell’elettrodomestico. Sono presenti dei pannelli removibili con retine facilmente igienizzabili e che catturano i grassi dovuti ai procedimenti di cottura. Mentre i carboni attivi ottimizzano lo smaltimento degli odori. Trattandosi di una circolazione forzata e che non prevede lo scarico diretto con l’esterno, ci si avvale di due cappe che svolgono un duplice lavoro per migliorare il processo aspirante di vapori e fumi. Tale escamotage aiuta a mantenere l’ambiente salubre e pulito, durante le fasi di preparazione dei cibi. Un modo adatto di procedere, per arredare una cucina con due cappe dove la funzionalità ben si sposa anche con l’estetica dallo spiccato design, di questi odierni elementi.
Idee per progettare un giardino da sogno
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Progettare un giardino da sogno non è cosa impossibile da realizzare e soprattutto è un’ideazione che può essere perfezionata e migliorata nel tempo. Per raggiungere un esterno da 10 e lode è tuttavia necessario soddisfare 5 requisiti fondamentali che al termine dei lavori dovranno essere tutti presenti. Gli elementi, che determinano una progettazione da urlo, per ottenere un esterno da sogno, riguardano: l’inserimento di una piscina; la scelta di una vegetazione sobria; l’arredo con i giusti complementi; una decorazione con le luci appropriate; il completamento con accessori adeguati. Tolto il primo ingrediente, questo breve elenco non include operazioni esageratamente invasive da compiere o eccessivamente dispendiose. Partendo dall’acquisto di set di mobili, a cui si abbineranno tutti gli optional del caso, si potrà già riuscire a creare un salotto outdoor davvero unico e personalizzato. Ma ciò che aggiunge ricercatezza e quel tocco di tendenza in più, sono gli accorgimenti a cui si è soliti non pensare, come un pavimento da esterni particolare e trendy, una scelta assolutamente sobria per la vegetazione del giardino stesso e inevitabilmente l’inserimento di uno specchio d’acqua. L’insieme di tutti questi aspetti permetterà di attribuire il voto più alto al vostro giardino da 10 e lode, da godere appieno in solitudine o in compagnia, in ogni momento dell’anno. 1. Inserire una piscina Tra i 5 requisiti che devono essere soddisfatti per avere un giardino da 10 e lode, l’inserimento di una piscina è senz’altro quello più invasivo e dispendioso. Tuttavia, quando si possiede una bella casa con un giardino già attrezzato nel migliore dei modi, arricchire il panorama con una vasca d’acqua, più o meno grande, deve rientrare nei piani di un lavoro, in futuro non troppo lontano. Come abbiamo accennato le dimensioni non sempre sono importanti, e molto spesso sono le forme più sinuose o gli invasi particolari, che colpiscono maggiormente l’occhio, rispetto alla grandezza. Una piscina interrata è quello che ci si aspetta per un esterno da sogno, contornata da piastrelle immacolate o da maioliche in tema marino, dove poter stendersi e godersi bagni di sole. Questo elemento scenografico, non ha pari sia nella sua visione diurna che in quella notturna. Perfetto per accogliere famigliari e bambini durante un pomeriggio assolato, ottimale per ospitare amici per un party serale. Naturalmente imbarcarsi in un progetto del genere implica il dover consultare un professionista esperto, che sappia seguire le varie pratiche burocratiche e i successivi mesi di cantiere. Inoltre, dopo la sua realizzazione, sarà necessario attuare una manutenzione ordinaria, per mantenere sempre in adeguate condizioni la piscina stessa e di conseguenza il vostro giardino da sogno. 2. Scegliere una vegetazione sobria Anche se in pochi ne sono a conoscenza, scegliere una vegetazione sobria per il proprio giardino da sogno, è un passo vincente per ottenere un esterno da copertina. Un bel prato curato rappresenta un ottimo biglietto da visita per qualsiasi padrone di casa. Questo morbido tappeto verde è sufficiente per fare da sfondo a tutto ciò che verrà inserito sulla sua superficie, senza avere ulteriori fronzoli floreali da curare costantemente. Possono essere aggiunte piccoli porzioni di siepi per contenere e delimitare alcune aree relax o zone pranzo o mantenere quelle meravigliose piante secolari già presenti nello skyline. Non sono necessari eccessivi fiori, aiuole o piante a basso fusto, che trovano invece in altra sede (vialetti o ingresso), la loro collocazione migliore. 3. Arredare con i giusti complementi Come avviene per qualsiasi ambiente interno di casa, arredare con i giusti complementi è la carta vincente anche per ottenere un esterno da sogno. Non tutti i mobili da giardino sono uguali, vuoi per i materiali da costruzione, i colori, le forme, le finiture e così via. Importantissimo scegliere uno stile che si abbini molto bene con le facciate esterne della casa, in modo che l’estetica generale risulti armoniosa, elegante e distinta. Non ha importanza che il trend sia più contemporaneo, tradizionale o eclettico, la cosa fondamentale è che il filo conduttore che delinea l’intera abitazione venga rispecchiato anche nell’installazione in giardino. L’arredo può limitarsi a tavoli e sedute per una zona pranzo da esterni o ampliare la sua visione per creare salottini con divanetti o sdrai a bordo piscina. Questi accostamenti possono essere realizzati in abbinamento (attraverso appositi set) o a contrasto; l’importante è che una linea comune sia sempre presente e che risalti come comun denominatore in ogni elemento presente. 4. Decorare con le luci Anche le luci vogliono la loro parte all’interno di una progettazione e decorare un giardino da sogno significa inserirle assolutamente in una ideazione completa e accurata. Le modalità per gestire l’illuminazione outdoor sono tante e con risoluzioni varie e differenti tra loro. Vi è la possibilità di inserire faretti nel terreno per ottenere un effetto soft e diffuso, oppure è fattibile creare una struttura leggera per applicare delle fonti luminose aeree e molto suggestive. Per chi vuole delineare un passaggio attraverso il giardino può avvalersi di piccoli lampioncini, mentre per chi desidera delle luci d’atmosfera può inserire nel prato degli elementi luminescenti (sfere o cubi) decisamente trendy e caratterizzati da uno spiccato design. Insomma, potrete davvero sbizzarrirvi nel trovare l’alternativa più consona per il vostro esterno da 10 e lode. 5. Completare con gli accessori Completare con gli accessori un giardino da sogno equivale e inserire tutti i finali optional negli ambienti interni di casa. Tappeti da esterno, lanterne e candele, cuscini, specchi e qualsiasi ninnolo desideriate, sono bene accetti per realizzare una progettazione outdoor da urlo! In base all’orientamento stilistico potrete avvalervi di cesti in rattan o in fibre naturali, pouf contenitori in legno e tessuto, asciugamani colorati per gli sdraio, cassette in legno per pot - pourri e via dicendo. Come per le luci, anche gli accessori devono completare e personalizzare un esterno da sogno, facendo emergere il gusto dei padroni di casa, che sarà naturalmente in linea con il contesto circostante il giardino stesso.
Mansarda: una mini guida per poter ristrutturare
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Prima di intraprendere una ristrutturazione nella mansarda di casa, è bene capire quali siano i requisiti necessari per poter effettuare qualsiasi lavoro entro i termini di legge, per non incappare in corso d’opera, in sorprese poco gradite. Una mini guida, pratica e facile da consultare, è ciò che serve per avere le idee chiare su cosa debba essere certificato, per poi procedere con un progetto ad hoc. I fattori quindi da considerare, su cosa sia fondamentale sapere prima di attivare una ristrutturazione in mansarda, riguardano: l’accertare l’abitabilità dei locali; il considerare l’altezza del soffitto; il verificare l’accessibilità delle scale; il controllare le fonti di luce naturale; l’esaminare gli impianti esistenti. Vediamo nel dettaglio di spiegare a cosa fanno riferimento queste voci per quel che concerne una mansarda, in modo da poter chiarire i vari step da seguire, per poter ristrutturare uno spazio di casa assolutamente funzionale, utile e che aggiunge valore all’intera abitazione. Accertare l’abitabilità dei locali Cosa deve avere una mansarda per poter accertare l’abitabilità dei locali? Vi sono dei criteri specifici che devono essere soddisfatti per raggiungere tale condizione e che seguono delle norme specifiche, stabilite dalle leggi in vigore del settore edilizio. I requisiti richiesti, per avere una mansarda abitabile, sono determinati da elementi che devono essere certificati e rientrare in una serie di parametri prestabiliti. Per avviare i lavori, un tecnico professionista dovrà presentare all’Ufficio Tecnico del Comune dove è locata la casa, una Sca, ovvero la Segnalazione certificata di agibilità, che deve comprovare “la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate secondo la normativa vigente”. Tali caratteristiche devono sostanzialmente rispettare: un'altezza minima, dove vanno contraddistinti i locali vivibili e quelli di servizio; un rapporto aero-illuminante dello spazio adeguato, per garantire una quantità di luce sufficiente; la posa a norma degli impianti: termico, idraulico ed elettrico. Considerare l’altezza del soffitto Il primo requisito che una mansarda deve avere per ottenere l’abitabilità, riguarda l’altezza minima da pavimento a soffitto, che i vari ambienti devono avere. La normativa nazionale indica che se una mansarda è composta da un unico ambiente vivibile, sono necessari 2,70 m per ottenere l’agibilità. Per i locali di servizio (corridoio e bagno) sono invece sufficienti 2,40 m. E’ consentita un’altezza inferiore per eventuali ripostigli o cabine armadio, solitamente ricavate dove il tetto risulta inclinato. Tuttavia, ciascuna regione stabilisce delle deroghe per le mansarde, dove oltre ad un’altezza minima si fa riferimento anche ad un’altezza media ponderale (volume del sottotetto con un’altezza superiore a quella minima diviso la superficie relativa), facilmente consultabile attraverso una tabella presente sui vari siti regionali. Ulteriore passo, da richiedere questa volta ad un professionista del settore, è quello di verificare ulteriori vincoli legati all’altezza che decide l’abitabilità di una mansarda, dettati dal comune in base all’ubicazione della mansarda stessa: ad esempio se collocata in centro storico, piuttosto che in edificio di pregio architettonico. Verificare l’accessibilità delle scale All’interno di un progetto di ristrutturazione di una mansarda, le scale assumono un ruolo decisamente funzionale. Collegando i due piani a quote differenti, permettono di creare un passaggio verticale pratico e utile, dove ci si può sbizzarrire, giocando su tendenze e design. Ma prima di guardare all’estetica è necessario verificare l’accessibilità delle scale stesse in modo da rientrare nei parametri disposti dalle normative. Ecco alcuni dati di riferimento importanti che vanno rispettati per garantire sicurezza e comfort durante una salita in mansarda: 80 cm sono quelli minimi che interessano la larghezza della rampa in caso di scala diritta, mentre si arriva anche a 120 cm per scale a chiocciola o elicoidali; 25 – 30 cm fanno riferimento alla profondità della pedata, 15 – 18 cm sono invece quelli dell’alzata; 90 – 100 cm è l’altezza del parapetto che si può presentare sotto forma di muretto o di ringhiera. Nel secondo caso le barre verticali non possono avere una distanza inferiore ai 10 cm. Controllare le fonti di luce naturale Avere un’adeguata fonte di luce, è un ulteriore connotato che una mansarda deve avere per ottenere l’abitabilità. Questo requisito previsto dalle leggi in vigore, tiene in considerazione 3 decisivi fattori, che insieme permettono ad un ambiente del sottotetto di poter essere vissuto appieno dai padroni di casa. Le normative, in questo caso, si differenziano da regione a regione, soprattutto per le ore di luce decisamente differenti da nord a sud del nostro paese. Pertanto in fase di ristrutturazione ciascuno di noi dovrà consultare un tabellario apposito. Gli elementi, per controllare che il fattore illuminazione abbia “le carte in regola” sono: una appropriata presenza di luce naturale; un corretto numero di aperture trasparenti (sia finestre che porte - finestre); un ottimale rapporto aero-illuminante per garantire un’illuminazione ideale e un ricircolo dell’aria adeguato. Molto spesso, per risolvere problemi legati alla carenza di luminosità, vengono introdotti i classici lucernari sul tetto, che permettono di sfruttare l’ingresso dei raggi del sole per tutta la giornata, garantendo l’ingresso di una luce puntuale e costante. La grandezza dell’apertura non potrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento e la percentuale del valore della luce diurna non dovrà essere minore del 2% (secondo il Decreto Ministeriale del 5 luglio 1975). Esaminare gli impianti esistenti Ultimo elemento, ma non per questo meno importante o trascurabile, riguarda l’esaminazione degli impianti esistenti all’interno della mansarda. Solitamente riscaldamento, acqua e luce vengono già predisposti e installati durante l’edificazione di una casa, in modo da poter poi essere utilizzati, una volta risistemati gli ambienti ai piani alti dell’abitazione. Quando si intende mettere mano a questo spazio, è necessario capire se gli impianti idrici, elettrici e termici, seguono le regole di legge vigenti previste, in modo da ottenere la conseguente abitabilità dei locali stessi. Questo passaggio deve essere effettuato, sia quando il periodo di tempo tra costruzione e ristrutturazione è oltremodo lungo, sia per tempistiche più brevi. Relativamente agli impianti, è importante inoltre capire se la mansarda sarà una sorta di estensione della casa, caratterizzata da una singola stanza accessibile da altro ambiente, o diventerà una sorta di unità abitativa autonoma. In questo secondo caso sono imperativi gli allacci alla rete fognaria e idrica, con installazione di relativo impianto, poiché un bagno diventa parte fondamentale del progetto di ristrutturazione della mansarda stessa, per ottenerne l’abitabilità.
Piante in casa: 5 errori assolutamente da evitare
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Le piante in casa sono un elemento d’arredo che va al di là del semplice oggetto accessorio per abbellire e completare un progetto di interni. Sono un elemento vivo e che richiede una costante cura quotidiana, nonché un’attenzione particolare, legata ad una serie di fattori che legano il “verde” indoor alle caratteristiche di una dimora. Per gli amanti della natura non vi sono eccessivi problemi. Chi adora la flora sotto tutte le sue forme, sa benissimo come ci si deve approcciare quando si intende includere vasi, vasetti e quant’altro, all’interno di un’abitazione. La conoscenza delle varie specie, implica che un padrone di casa attento, saprà quale disposizione sarà più congeniale alla crescita della pianta stessa, se è preferibile un ambiente soleggiato o in ombra, se necessita di più o meno umidità e così via. Se invece non si ha propriamente il cosiddetto pollice verde, è bene avvalersi di alcune idee e consigli per evitare dei comportamenti sbagliati che danneggerebbero irrimediabilmente la vegetazione “casalinga”. Oggi vi vogliamo pertanto segnalare 5 fondamentali errori che sono assolutamente da evitare quando si intende decorare casa con le piante e che nel dettaglio riguardano: gli sbalzi di temperatura; le eccessive correnti d’aria; la limitata fonte di luce; il sovrabbondante calore del sole; la sproporzione tra umidità e secchezza. 1. Gli sbalzi di temperatura Ogni pianta ha le sue esigenze specifiche e persino le specie più resistenti non gradiscono gli eccessivi sbalzi di temperatura. Ciascuna specie dovrebbe essere collocata in un luogo di casa dove si possano ricostruire le condizioni ambientali più simili al loro luogo natio, per evitare dei repentini cambiamenti di un perfetto equilibrio naturale. Come abbiamo già sottolineato, il verde in casa non può essere paragonato ad un qualsiasi soprammobile inerte di una zona giorno piuttosto che di una notte. Questo accessorio vivente richiede dei requisiti specifici per poter vivere bene anche indoor e il mantenimento di una costante termica è proprio uno di quei fabbisogni da rispettare. I bruschi cambi di temperatura non giovano mai sia nel caso di troppo freddo che di eccessivo caldo. La regola generale è pertanto quella di cercare di collocare le piante, in ambienti dove sia possibile mantenere una stabilità termica il più possibile vicino a quella originaria della varietà di pianta in questione. Se ciò non fosse fattibile è comunque preferibile avere una temperatura più fresca, anche per piante equatoriali e tropicali. Ciò che danneggia però maggiormente le piante è la differenza di temperatura che si viene a creare tra ciò che percepiscono le radici a terra e ciò che sta più in alto.   Per ovviare a tale problematica è sufficiente appoggiare i vasi su di un rialzo e far sì che anche la parte più nascosta goda della stessa condizione termica di fusto e foglie. 2. Le eccessive correnti d’aria Un altro errore da evitare, quando si hanno piante in casa, sono le eccessive correnti d’aria che possono far ammalare e danneggiare irrimediabilmente la vegetazione. Sia in inverno che in estate, è naturale arieggiare i vari ambienti di un’abitazione e molto spesso non ci rendiamo conto del patimento che soffre il verde casalingo, partendo dai semplici e piccoli spifferi per arrivate a folate di vento più intense. Le correnti attivano una traspirazione della pianta eccessiva, facendole perdere dei liquidi in modo non naturale, che molte volte non sono più recuperabili, nemmeno bagnandole con più frequenza. Sincerarsi dunque, che fiori appesi o vasi a terra non si trovino sulla linea d’aria diretta di due aperture, è un’accortezza importante da non prendere assolutamente alla leggera, così come il non sottoporle al flusso di eventuale aria condizionata presente in molte case. 3. La limitata fonte di luce Benché alcune tipologie di vegetazione possano resistere molto bene anche in presenza di ombra, la limitata fonte di luce non è comunque consigliata quando si sta parlando di arredare casa con le piante. La luce è, ovviamente, di vitale importanza per tutte le specie di verde e anche se alcune possono crescere e vivere in ambenti poco luminosi, è anche vero che un minimo di illuminazione la devono pur sempre avere. Molto verde d’appartamento non è propenso a ricevere una diretta luce solare, ma anche questo fattore non implica che fonte luminosa debba essere messa da parte. Per non sbagliare è sufficiente capire a priori quale sarà il luogo in cui le piante stesse verranno collocate. In questo modo sarà più semplice scegliere la varietà più consona, valutando il bisogno e la quantità di luce che esigono per vivere rigogliose e floride.  4. Il sovrabbondante calore del sole Un quarto aspetto da non sottovalutare è il calore del sole, che non è sempre sinonimo di vantaggio ed elemento positivo per le piante in casa. La sovrabbondanza di caldo brucia inevitabilmente le varie componenti di qualsiasi specie vegetale, sia che arrivi in maniera diretta, ma ancor più se in modo indiretto quando attraversa una porta vetrata o una finestra. Il deperimento avviene in maniera abbastanza repentina, ma finché l’eccessivo calore non intacca le radici è fattibile salvare la pianta stessa. E’ tuttavia consigliabile posizionare il verde in luoghi dove il sole non lo “tocchi” per troppo tempo e che magari sfiori foglie e fiori, esclusivamente nelle ore meno calde della giornata.  5. La sproporzione tra umidità e secchezza Un ulteriore comportamento da evitare per avere piante rigogliose in casa, riguarda la sproporzione tra umidità e secchezza, che si può venire a creare durante il cambio climatico e di stagione nell’arco dell’anno. La vita della vegetazione in generale, dipende per lo più da tre fattori: irrigazione, illuminazione e appunto umidità. All’interno di un ambiente umido, la vegetazione riesce sempre e comunque a sopravvivere. Invece, gli sbalzi che un impianto di riscaldamento o uno di climatizzazione, apportano all’interno di una casa, provocano un cambio di clima repentino, molto più asciutto e secco. Questo provoca una disidratazione immediata di tutta la pianta, che appassirà senza possibilità di ripresa. Per ovviare a tale problematica un’idea è quella di inserire nei vari ambienti un umidificatore, che riporterà il corretto equilibrio interno, con un giovamento istantaneo di tutti i fruitori “viventi” delle stanza interessate.
Quale colore scegliere per il corridoio: il bianco
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Scegliere il colore bianco per il corridoio è decisamente una tra le più apprezzate soluzioni, perché annovera numerosissimi vantaggi per questo ambiente di casa, a volte complicato da gestire. Di tonalità soft e appartenenti a palette molto tenui, ve ne sono a bizzeffe, ma perché scegliere il bianco per una zona di passaggio, risulta sempre un’idea più che vincente? Tra i tanti elementi che fanno propendere verso questa alternativa, vi vogliamo elencare quelli che nell’immediato esaltano i fattori positivi di tale scelta. Quattro obiettivi da raggiungere quando si intende accogliere gli ospiti in un ambiente familiare, affabile e al contempo ricercato. Realizzare un corridoio in bianco sottolinea dei pro fondamentali, per migliorare e nobilitare quest’area di casa e che nel dettaglio riguardano: l’aumento della luminosità; l’ampliamento delle dimensioni; la creazione di un’atmosfera eterea; l’enfatizzazione di pulizia e igiene. Il bianco per il corridoio si rivela pertanto un abbinamento ottimale per esaltare la funzionalità di un luogo transitorio in un’abitazione, dove la personalizzazione con gusto e un tocco di design, trasforma una semplice entryway o un tunnel casalingo, in un biglietto da visita di tendenza della propria casa. Corridoio in bianco: i vantaggi dei colori neutri I vantaggi dei colori neutri sono esemplari e davvero conosciuti da tutti. Oltre al fatto di non stancare mai, hanno delle qualità innate che fanno riferimento a caratteristiche tecniche che aiutano a risolvere alcune problematiche legate ad ambienti particolari di casa. Un corridoio in bianco, come abbiamo già anticipato, permette di esaltare la luce mancante, la metratura ridotta, un’atmosfera altrimenti opprimente e un candore che non ha eguali. Quattro fattori importantissimi che solo con questo colore permetteranno di raggiungere il top a livello di funzionalità e accoglienza per questa zona di casa che ciascuno di noi utilizza quotidianamente, in modo frequente. Corridoio in bianco per aumentare la luminosità Molto spesso un corridoio in casa è collocato in punti decisamente in ombra e solitamente dove non vi sono fonti di luce dirette. Questo perché si predilige una disposizione ottimale per i vari ambienti di una zona giorno a sud o di una zona notte a nord, i cui finestre o porte finestre devono arieggiare e illuminare le stanze in cui effettivamente si vive. Esistono moltissimi escamotage per aumentare la luminosità in un corridoio, ma quella più immediata ed essenziale, riguarda senza alcun dubbio l’utilizzo del colore bianco per soffitti e pareti. Un metodo economico e decisamente veloce per rendere più chiaro e splendente un attraversamento che al primo colpo d’occhio, risulterebbe cupo e oltremodo tenebroso. Se non si ha la possibilità di inserire un lucernario, un tamponamento o una parete trasparente per ricevere la luce diretta del sole, allora giocare con un total white in corridoio è la soluzione di design corretta per aumentarne la luminosità al 100%. Viceversa, se qualche barlume riesce ad entrare sulla zona di passaggio, allora un tocco di colore, senza esagerazioni, può trovare spazio su soffitti o pavimenti, con un contrasto indubbiamente efficace e di grande tendenza. Corridoio in bianco per ampliare le dimensioni La scelta del colore in casa è uno degli elementi più ardui da affrontare, ma una regola da seguire c’è sempre. Per ambienti con metrature minime e limitate o con forme particolarmente tortuose è necessario avvalersi del bianco. Questa nuance deve essere scelta per ampliare visivamente le dimensioni di uno spazio, poiché riesce a diffondere in modo perfetto la luce presente, dando la sensazione di trovarsi in un luogo decisamente più arioso, rispetto a quello in cui in realtà si ha di fronte. A differenza di tutte le altre palette, il bianco amplifica di almeno 5 volte i metri quadri percepiti, rispetto a qualsiasi delle altre colorazioni a disposizione. Ecco perché è particolarmente indicato per un corridoio, dove quasi sempre si hanno grandezze essenziali. Tinteggiare quest’area di casa in bianco, permetterà di poter usufruire di una zona dove lo spazio si “allarga” e tutto trova la sua perfetta e naturale collocazione. Corridoio in bianco per un’atmosfera eterea Quando ci si appresta a progettare una casa si devono fare i conti con numerose scelte da effettuare: palette, arredi, finiture, accessori e così via. Un corridoio è una parte di una abitazione vista come mero mezzo di comunicazione tra le varie stanze e qualche volta viene trascurato e lasciato tra le ultime cose da sistemare. Se l’indecisione o la stanchezza si fanno sentire al termine di una realizzazione di interior, il consiglio è quello di rimanere sul neutro, dove un corridoio in bianco risulta l’alternativa ideale per ottenere un’atmosfera eterea e pacata in casa. Proprio così, oltre alle tante altre peculiarità dovute all’utilizzo di tale colore, questa sensazione di attraversare una nuvoletta candida e vaporosa, aiuterà a collegare in modo efficace e trendy tutte le aree della vostra dimora ponendosi come punto neutrale che porta ai vari spazi che delineano la casa stessa. Questo non significa che il corridoio in bianco risulterà dimesso e poco personalizzato. Al contrario, con qualche piccolo accorgimento per il pavimento o per una parete curvilinea, sarà proprio il medesimo colore, che saprà esaltare questa atmosfera eterea e leggera.  Corridoio in bianco per enfatizzare pulizia e igiene Ultimo, ma sicuramente non per importanza, è il fattore che riguarda la salubrità che un ambiente di casa deve sempre avere, in modo particolare un’area di passaggio molto sfruttata ed utilizzata. Le tonalità chiare aiutano senza ombra dubbio a sottolineare questo aspetto molto importante, ma per enfatizzare maggiormente la pulizia e l’igiene all’interno di un corridoio, è il colore bianco che fa al caso nostro. Il candore che tale colorazione genera non ha assolutamente eguali e soprattutto è decisamente semplice ripristinarla con una veloce passata di rullo o pennello. A differenza di altre nuance anche un piccolo ritocco si mimetizza con la restante parete ed evidenzia quella sensazione di immacolato in un corridoio di casa, che risulta al contempo lucente e ordinato.
Come pulire i pavimenti esterni del giardino
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I pavimenti esterni del giardino richiedono una pulizia costante per poterli mantenere nella loro condizione originale. Come avviene negli ambienti indoor, anche in questi spazi è necessario attivare una manutenzione ordinaria, e qualche volta straordinaria, seguendo i giusti consigli e regole per poter scegliere gli approcci e i prodotti più corretti. Una pulizia quotidiana prevede di eliminare essenzialmente la polvere e residui superficiali da piastrelle per esterni, un ottimo metodo per conservare al meglio un pavimento da giardino attraverso una cura costante. Ma se macchie o uno sporco ostinato si fanno avanti, allora sarà bene porsi la domanda su come sia più giusto procedere per pulire una superficie che presenta delle piccole problematiche da eliminare. Ciascuna abitazione, con il suo stile ed orientamento estetico, prevede delle tipologie di pavimentazioni differenti: in legno, in pietra, in gres, in cemento, in mattoni e cotto e così via. Ogni materiale, con le sue caratteristiche e peculiarità, richiede un intervento diverso e adatto ad effettuare operazioni sicure per riportarlo a nuova vita, senza rovinarlo. Ecco i nostri consigli e regole per pulire i pavimenti esterni del giardino, utilizzando prodotti ad hoc e seguendo i vari step di procedimenti opportuni e assolutamente efficaci. Pavimenti esterni: pulire le piastrelle in cemento I pavimenti esterni in cemento non richiedono una manutenzione eccessivamente invasiva e possono essere puliti con pochi e semplici gesti. Tolta la consueta rimozione della polvere con scope manuali o elettriche, per igienizzare le piastrelle in cemento da giardino è essenziale acqua calda e detergente con ph neutro, nulla di più. Se si ha invece la necessità di eliminare qualche alone più aggressivo, lasciare agire uno sgrassante apposito (come l’amido di mais), attraverso una spruzzata, è una prassi da preferire rispetto all’utilizzo di ammoniaca o candeggina che potrebbe intaccare la lucentezza del cemento stesso.  Una o più passate di acqua bollente, per risciacquare, ridoneranno al vostro pavimento per esterni un look nuovo di zecca! Pavimenti esterni: pulire le piastrelle in legno I pavimenti esterni in legno sono un trend di gran moda e che ben si abbina sia a piccoli marciapiedi che delimitano una casa sia a terrazze e verande collocate in prossimità di un giardino. Benché siano realizzate con uno tra i materiali più delicati e sottoposti a cambiamenti dovuti a sole, pioggia e sbalzi di temperatura, se trattate nel modo corretto anche le piastrelle in legno riescono a mantenere a lungo il loro splendido aspetto primigenio. Lavorazioni particolari lo rendono impermeabile all’acqua e all’attacco da parte di muschi, muffe e crescita di vegetazione in generale, ma una pulizia quotidiana e costante, aiuta a mantenere l’integrità del pavimento stesso.  Anche nel loro aspetto più naturale, le piastrelle in legno vengono rifinite con uno strato di vernice apposita che lo preserva da qualsiasi problematica. Pertanto pulirlo significa eliminare la polvere presente e igienizzare con acqua e sapone neutro, proprio come si fa per un parquet da interni. Con il passare del tempo è però plausibile che una leggera patina si uniformizzi sul pavimento, intaccando il colore del legno stesso. Sarà sufficiente avvalersi di un elettrodomestico molto comune e giù utilizzato per la pulizia di alte pavimentazioni, che con una passata decisa eliminerà lo sporco superficiale: l’idropulitrice. Ridonando alle varie tavole il loro colore originale, bisognerà semplicemente stendere una mano di nuova finitura protettiva per rinnovare un parquet outdoor da urlo! Pavimenti esterni: pulire le piastrelle in pietra Candeggina, bicarbonato e aceto, sono alcuni tra i prodotti più utilizzati per pulire le piastrelle in pietra di un pavimento per esterni. Diluendo queste sostanze in acqua calda si otterrà un detergente naturale che passato su qualsiasi tipologia di lastricato, eliminerà tutte le impurità presenti, aumentando di conseguenza la lucentezza del materiale stesso. Per macchie particolari e dovute a problematiche persistenti, si possono utilizzare anche prodotti a base chimica, che devono però essere scelti e impiegati da professionisti specializzati del settore. In base alla loro esperienza sapranno gestire il tipo di soluzione in base alla piastrella di pietra e pulirla in maniera efficiente senza rovinarla. Per eliminare invece il verde che inevitabilmente cresce tra le fughe? Ottimale la miscela di sale grosso e acqua spruzzato dove occorre. Qualsiasi erbaccia seccherà nel giro di pochi giorni e potrà essere pulita senza l’uso di diserbante o pesticidi.  Pavimenti esterni: pulire le piastrelle in cotto e mattoni Le piastrelle in mattoni e cotto sono bellissime per i pavimenti esterni di un qualsiasi giardino di casa. Sia che si tratti di abitazioni cittadine, sia di residenze di campagna, riescono con la loro versatilità a donare un aspetto unico e ricercato a tutto il contesto circostante, delimitano con la loro posa. Anche se un look “invecchiato” può risultare caldo e affascinante, una pulizia ordinaria è sempre bene effettuarla. Come per qualsiasi altra pavimentazione, ci sentiamo di suggerire l’utilizzo di acqua e prodotti eco (detersivi naturali e aceto bianco), per pulire in modo efficace la superficie di piastrelle in mattoni e cotto, rimuovendo uno sporco poco infestante. Se invece si presenta il caso di macchie dovute a depositi di vasi e fioriere o di ruggine di sdrai, sedute e ombrelloni, allora sarà necessario ricorrere a prodotti appositi con acidi certificati, per eliminare tali inestetismi. Solventi o acquaragia sono i migliori alleati per agire in modo diretto su questa tipologia di pavimento. Utilizzando le dosi giuste con uno strofinamento a mano e risciacquando immediatamente con acqua e sapone, si potrà essere certi di ottenere il risultato sperato, senza la paura di rovinare l’effetto estetico e tipico delle piastrelle in mattoni e cotto. Pavimenti esterni: pulire le piastrelle in gres Le piastrelle in gres vengono molto spesso scelte per i pavimenti esterni, data la loro elevata resistenza. La porosità superficiale che le contraddistingue, le rende tuttavia soggette ad accumulare sporcizia, che può essere quella dovuta a presenza di terriccio o fiori presenti nel giardino o semplicemente alla polvere che mischiata agli agenti atmosferici si deposita sulle piastrelle stesse. Quando le macchie sono poche e circoscritte ad una minima metratura, il consiglio è di pulire i pavimenti esterni con una spugna e prodotti naturali, eco sostenibili e green, senza dover ricorrere a soluzioni eccessivamente invasive. Bicarbonato o aceto stemperati in acqua tiepida, rimuoveranno nell’immediato lo sporco sulla piastrella del vostro giardino, con poca fatica e risultati inaspettati. Se invece la pulizia dei pavimenti esterni in gres riguarda dimensioni notevoli, dove è necessario un approccio più intensivo che vada in profondità, allora utilizzare il getto di un’idropulitrice, è ciò che serve realmente. L’intensità dei vari getti aiuterà istantaneamente ad eliminare tutti i depositi sulle piastrelle con uno sforzo fisico minimo, rispetto ad una pulizia con straccio e scopettone. Con il solo utilizzo della forza dell’acqua è fattibile raggiungere un esito davvero eccellente, che potrà nella maggior parte dei casi essere sufficiente per avere dei pavimenti esterni come nuovi. Per chi desidera aumentare la lucentezza delle piastrelle in gres nel giardino, dopo questa operazione potrà ancora pulire con una passata di sapone di Marsiglia.
Cartongesso: 5 idee per rinnovare gli ambienti di casa
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Il cartongesso è un materiale molto pratico e grandemente utilizzato nel settore dell’edilizia. Grazie alla sua versatilità, diventa il miglior alleato, quando si intende rinnovare casa in maniera non invasiva e con un occhio attento al budget. Un prodotto che applicato in tanti modi, riesce a valorizzare e a cambiare look ai vari ambienti di un’abitazione, rendendola immediatamente trendy e ricca di fascino. Partendo da interventi che prediligono la funzionalità, per arrivare a soluzioni puramente estetiche e di design, il cartongesso riesce ad adattarsi benissimo ad ogni situazione progettuale, grazie alla pluralità dei suoi usi. Dalla combinazione di gesso e lastre di cartone nasce quindi un pannello leggero, ma sufficientemente robusto, che prevede un montaggio o una rimozione facile e veloce, oltre ad avere la caratteristica di poter essere modellato per ottenere qualsiasi forma e dimensione su richiesta. Rinnovare gli ambienti di casa con il cartongesso aiuta infatti a personalizzare ogni idea creativa e a poterla esprimere attraverso una posa relativamente economica e rapida. Ovviamente, esistono in commercio, una molteplicità di tipologie di cartongesso, legate ad alcune peculiarità. I fattori che le determinano e aiutano nella scelta più opportuna da abbinare al tipo di rinnovamento che si effettuerà in casa, riguardano: la capacità termoacustica (per realizzare le pareti di uno studio insonorizzato); l’idrorepellenza (per rinnovare un bagno o una lavanderia); la tolleranza al fuoco (per progettare cappe di camini o stufe); la resistenza ai carichi (per sostenere ingombri pesanti, come porte scorrevoli esterno muro); la flessibilità (per creare pareti, controsoffitti o decorazioni particolari). Inoltre, rientrando nella categoria dei materiali eco - sostenibili, il cartongesso è molto apprezzato anche per questa sua attenzione, legata alla salvaguardia dell’ambiente e al fatto di poter svecchiare casa attraverso un elemento interamente ecologico. Gli additivi eventualmente abbinati sono del tutto naturali e atossici e le emissioni VOC perché rientrano nelle tabelle rigorose rispettando gli standard sia a livello europeo che internazionale. Dopo queste premesse, vediamo insieme la realizzazione di 5 idee che prevedono l’uso del cartongesso e che vi potranno ispirare per rinnovare casa. Cartongesso: pratico per le nicchie Come abbiamo anticipato questo materiale viene anche utilizzato sia per la realizzazione di pareti divisorie che assicurano un minimo ingombro e un’eventuale rimozione immediata, a differenza di un muro in mattoni, o sia per la creazione di inserti estetici, ma anche funzionali per movimentare e rinnovare casa. Il cartongesso diventa pertanto pratico per la progettazione di nicchie che hanno la facoltà di svolgere più funzioni. A second dell’ambiente in cui vengono inserite, possono assumere carattere puramente decorativo o utile per riporre oggetti e accessori. In un corridoio può diventare motivo ornamentale con scomparti di differenti dimensioni e caratterizzato da luci o colori a contrasto o in linea con il look circostante. In uno studio, magari giocando sui diversi spessori, queste nicchie diventerebbero dei perfetti scaffali per libri e volumi di varie dimensioni. Ancora in una zona notte, il cartongesso potrebbe essere utilizzato per progettare una testiera letto di grande design, dove le nicchie ospiterebbero abat-jour, riviste e tutto ciò che può essere utile all’interno di una camera matrimoniale davvero originale e personale. Cartongesso: ornamentale con le mensole Il cartongesso viene grandemente utilizzato per la realizzazione librerie a giorno con ripiani in altro materiale o con medesimi pannelli ornamentali per la creazione di mensole. Questa soluzione è molto apprezzata in qualsiasi ambiente di casa, perché aiuta nell’immediato a rinnovare l’estetica delle varie stanze, con un effetto fresco e dinamico. Il soggiorno è forse il luogo più consono per ospitare questa tipologia di realizzazione. Ai lati di un caminetto, a cornice intorno a finestre o porte, ad angolo per risolvere l’inutilità di alcuni spazi morti. Qui, libri e soprammobili possono essere collocati a piacere. In alcune situazioni le mensole in cartongesso vengono predisposte delle ante a filo per poter inserire degli scomparti chiusi da adibire a molteplici usi. Anche in cucina però creare delle mensole a muro con il cartongesso è prassi abbastanza comune, per vivacizzare delle pareti perimetrali disadorne e recuperare al contempo dello spazio prezioso. Bicchieri, tazze, vasi e ricettari, si adagiano perfettamente su pannelli di spessore anche importante che crei solidità al disegno pensato per un elemento in cartongesso che si trasforma in un vero e proprio complemento d’ arredo. Cartongesso: funzionale per i muri I muri in cartongesso sono un modo alternativo di progettare le pareti interne di un’abitazione, e che permettono soprattutto di rinnovare la dislocazione degli spazi quando si vuole rinfrescare il look della propria casa. L’aspetto positivo di una parete in cartongesso risiede nel fatto che questo divisorio ha uno spessore davvero contenuto, dove ad una struttura metallica vengono avvitate le varie lastre, con l’aggiunta di un prodotto isolante posizionato nell’intercapedine. Altro impiego del cartongesso riguarda la funzionalità di erigere delle contro pareti attrezzate, che vengono utilizzate per nascondere il passaggio dei vari impianti rinnovati in casa che non possono essere incassati nel muro o come delle vere e proprie quinte per creare effetti scenici e di puro abbellimento. Cartongesso: utile per il controsoffitto Lo stesso metodo di fissaggio con telaio che si effettua a muro, è possibile riprodurlo anche orizzontalmente, quando si vuole rinnovare un ambiente di casa, che necessita anche di un pizzico di utilità per un controsoffitto perfetto e montato a livello sartoriale. Con questa idea di home relooking, si riescono a risolvere una gran parte di problematiche che hanno stazionato per anni negli ambienti di casa. Un contro soffitto in cartongesso viene in nostro soccorso per contenere un’altezza sproporzionata con dispersioni di calore, per integrare un nuovo sistema di illuminazione con originali punti luce o ancora per mascherare il nuovo impianto di condizionamento che da troppo tempo si desiderava installare. Insomma un modo rapido e immediato per ottenere un effetto wow dal risvolto funzionale!  Cartongesso: decorativo per pareti curvilinee I lavori eseguiti con il cartongesso hanno un costo più basso rispetto all’utilizzo di altri materiali e oltre a questo, sono maggiormente indicati per realizzare interventi su richiesta, che riguardano elementi decorativi curvilinei sia per soffitti che per pareti. La flessibilità di questo prodotto permette di poter attuare delle lavorazioni molto particolari e con una resa estetica sensazionale e di grande tendenza. In molti casi queste silhouette diventano delle vere e proprie opere d’arte in casa, da sfoggiare e progettare in tutti gli ambienti che si intende rinnovare.
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