Prima di intraprendere una ristrutturazione nella mansarda di casa, è bene capire quali siano i requisiti necessari per poter effettuare qualsiasi lavoro entro i termini di legge, per non incappare in corso d’opera, in sorprese poco gradite.
Una mini guida, pratica e facile da consultare, è ciò che serve per avere le idee chiare su cosa debba essere certificato, per poi procedere con un progetto ad hoc.
I fattori quindi da considerare, su cosa sia fondamentale sapere prima di attivare una ristrutturazione in mansarda, riguardano:
Vediamo nel dettaglio di spiegare a cosa fanno riferimento queste voci per quel che concerne una mansarda, in modo da poter chiarire i vari step da seguire, per poter ristrutturare uno spazio di casa assolutamente funzionale, utile e che aggiunge valore all’intera abitazione.
Cosa deve avere una mansarda per poter accertare l’abitabilità dei locali?
Vi sono dei criteri specifici che devono essere soddisfatti per raggiungere tale condizione e che seguono delle norme specifiche, stabilite dalle leggi in vigore del settore edilizio.
I requisiti richiesti, per avere una mansarda abitabile, sono determinati da elementi che devono essere certificati e rientrare in una serie di parametri prestabiliti.
Per avviare i lavori, un tecnico professionista dovrà presentare all’Ufficio Tecnico del Comune dove è locata la casa, una Sca, ovvero la Segnalazione certificata di agibilità, che deve comprovare “la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate secondo la normativa vigente”.
Tali caratteristiche devono sostanzialmente rispettare:
Il primo requisito che una mansarda deve avere per ottenere l’abitabilità, riguarda l’altezza minima da pavimento a soffitto, che i vari ambienti devono avere.
La normativa nazionale indica che se una mansarda è composta da un unico ambiente vivibile, sono necessari 2,70 m per ottenere l’agibilità. Per i locali di servizio (corridoio e bagno) sono invece sufficienti 2,40 m. E’ consentita un’altezza inferiore per eventuali ripostigli o cabine armadio, solitamente ricavate dove il tetto risulta inclinato.
Tuttavia, ciascuna regione stabilisce delle deroghe per le mansarde, dove oltre ad un’altezza minima si fa riferimento anche ad un’altezza media ponderale (volume del sottotetto con un’altezza superiore a quella minima diviso la superficie relativa), facilmente consultabile attraverso una tabella presente sui vari siti regionali. Ulteriore passo, da richiedere questa volta ad un professionista del settore, è quello di verificare ulteriori vincoli legati all’altezza che decide l’abitabilità di una mansarda, dettati dal comune in base all’ubicazione della mansarda stessa: ad esempio se collocata in centro storico, piuttosto che in edificio di pregio architettonico.
All’interno di un progetto di ristrutturazione di una mansarda, le scale assumono un ruolo decisamente funzionale. Collegando i due piani a quote differenti, permettono di creare un passaggio verticale pratico e utile, dove ci si può sbizzarrire, giocando su tendenze e design.
Ma prima di guardare all’estetica è necessario verificare l’accessibilità delle scale stesse in modo da rientrare nei parametri disposti dalle normative.
Ecco alcuni dati di riferimento importanti che vanno rispettati per garantire sicurezza e comfort durante una salita in mansarda:
Avere un’adeguata fonte di luce, è un ulteriore connotato che una mansarda deve avere per ottenere l’abitabilità. Questo requisito previsto dalle leggi in vigore, tiene in considerazione 3 decisivi fattori, che insieme permettono ad un ambiente del sottotetto di poter essere vissuto appieno dai padroni di casa. Le normative, in questo caso, si differenziano da regione a regione, soprattutto per le ore di luce decisamente differenti da nord a sud del nostro paese. Pertanto in fase di ristrutturazione ciascuno di noi dovrà consultare un tabellario apposito.
Gli elementi, per controllare che il fattore illuminazione abbia “le carte in regola” sono:
Molto spesso, per risolvere problemi legati alla carenza di luminosità, vengono introdotti i classici lucernari sul tetto, che permettono di sfruttare l’ingresso dei raggi del sole per tutta la giornata, garantendo l’ingresso di una luce puntuale e costante. La grandezza dell’apertura non potrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento e la percentuale del valore della luce diurna non dovrà essere minore del 2% (secondo il Decreto Ministeriale del 5 luglio 1975).
Ultimo elemento, ma non per questo meno importante o trascurabile, riguarda l’esaminazione degli impianti esistenti all’interno della mansarda.
Solitamente riscaldamento, acqua e luce vengono già predisposti e installati durante l’edificazione di una casa, in modo da poter poi essere utilizzati, una volta risistemati gli ambienti ai piani alti dell’abitazione.
Quando si intende mettere mano a questo spazio, è necessario capire se gli impianti idrici, elettrici e termici, seguono le regole di legge vigenti previste, in modo da ottenere la conseguente abitabilità dei locali stessi.
Questo passaggio deve essere effettuato, sia quando il periodo di tempo tra costruzione e ristrutturazione è oltremodo lungo, sia per tempistiche più brevi.
Relativamente agli impianti, è importante inoltre capire se la mansarda sarà una sorta di estensione della casa, caratterizzata da una singola stanza accessibile da altro ambiente, o diventerà una sorta di unità abitativa autonoma. In questo secondo caso sono imperativi gli allacci alla rete fognaria e idrica, con installazione di relativo impianto, poiché un bagno diventa parte fondamentale del progetto di ristrutturazione della mansarda stessa, per ottenerne l’abitabilità.