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Gpa Studio

Casa privata in legno - Trento (TN)

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Archisio - Gpa Studio - Progetto Casa privata in legno
Progetto di casa modulare in legno realizzabile in xlam o a telaio. Sviluppabile e personalizzabile a seconda delle proprie esigenze.

Rotonda stradale mirage - Pavullo nel Frignano (MO)

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Archisio - Gpa Studio - Progetto Rotonda stradale mirage
Una rotonda per la ceramica e il territorio. La ceramica e il territorio di pavullo. Un rapporto imprescindibile; che vuole manifestarsi attraverso un nuovo elemento caratterizzante. Il progetto della struttura parte da questa premessa, nella consapevolezza di operare in un contesto dall’alto pregio paesaggistico ricco di elementi caratterizzanti e storicizzati. L’oggetto disegnato si pone l’obiettivo di inserirsi nel contesto, adagiandosi delicatamente e avendo l’ambizione di creare un dialogo formale con le importanti preesistenze locali, senza però stilizzarle o citarle espressamente, il ponte, il castello, etc. L’oggetto vuole essere una nuova identità autonoma, capace di guardare indietro, ma soprattutto avanti, con una proiezione nel futuro, di cui l’attacco al cielo della struttura, ne è il manifesto. La genesi dell’oggetto avviene nell’acqua, che oltre a essere un elemento qualificante del luogo è un elemento imprescindibile nel processo di realizzazione delle superfici ceramiche. Lo sviluppo prosegue con un andamento a spirale concentrica, con raggio e altezza massima di 12 metri. Dodici sono anche le parti in cui è stato suddiviso radialmente l’oggetto, sviluppando altrettante superfici. Leggere e sottili nella percezione, ma contemporaneamente solide e spessorate come il materiale ceramico che le costituisce. Le superfici della spirale si consegnano al luogo contribuendo a disegnare il paesaggio, unitamente ai loro sostegni in cor-ten a sezione variabile, i quali partecipano al disegno dell’opera sotto forma di presenza discreta e valorizzante. Molta rilevanza è stata data alle scelte cromatiche, che hanno rivolto l’attenzione verso cromie ricorrenti nel paesaggio oltre che caratterizzanti il prodotto mirage. Anche l’abbinamento dell’ acciaio cort-ten per i sostegni parte da questo presupposto, poiché è un materiale senza tempo e capace di contestualizzarsi e armonizzarsi a livello strutturale, formale e cromatico. Inoltre l’accostamento del materiale alla ceramica vuole sottolineare la capacità e la duttilità dell’elemento ceramico nel legarsi con altri materiali, così come avviene quotidianamente nell’uso dei prodotti in ambito architettonico. L’oggetto è concepito per essere visto in movimento, quasi sempre a bordo delle vetture, e vuole “guidare” ed esaltare questa sua peculiarità attraverso l’andamento a spirale e la realizzazione di una barriera permeabile alla vista e alla percezione del paesaggio, che offre al passante un importante vibrazione percettiva, in costante evoluzione. L’andamento a spirale della struttura, vuole esaltare la morfologia articolata del territorio, e la presenza del rivestimento ceramico, sia nella parte superiore che inferiore, rendono costantemente percettibile l’essenza ceramica che compone la rotonda. La spirale parte dall’acqua, guarda lo stabilimento e punta verso “l’infinito” a testimonianza dell’indissolubile rapporto tra la ceramica e il territorio, che continuerà nel tempo in ogni direzione ancora possibile. L’oggetto nel suo complesso può sembrare tante cose, banalmente una spirale, la stilizzazione del dna, una rampa di lancio, un orologio con una lancetta fissa che punta sempre verso mirage, etc., ma in fondo è bello pensare che chiunque possa vederci qualcosa di diverso, stimolato dalle vibrazioni percettive di un oggetto fermo, ma in continuo divenire. L’acqua e la luce nella rotonda Per esaltare le caratteristiche dell’oggetto si è optato per due elementi primari: l’acqua e la luce, che possono essere azionati a richiesta in base alle circostanze. La base della rotonda è concepita come uno strato di acqua che fa nascere la spirale e al contempo si presta alla realizzazione di effetti scenografici quali, lo spruzzo di acqua dal basso verso l’alto, nell’elemento centrale e/o l’effetto lama d’acqua a cascata, che disegna un “muro” d’acqua seguendo la spirale. La rotonda è stata pensata anche come lanterna notturna capace di disegnare e caratterizzare il luogo ponendosi come riferimento.

Villa della regina - Torino (TO)

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Archisio - Gpa Studio - Progetto Villa della regina
Progetto della manica di accoglienza per l’accesso a villa della regina a torino. Concorso svolto in qualità di giovane professionista, nell’ambito della collaborazione con la società steget srl.

Museo ebraico - Ferrara (FE)

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Archisio - Gpa Studio - Progetto Museo ebraico
Meis – concorso di progettazione per il museo nazionale dell’ebraismo italiano e della shoah Percorso concettuale attraverso il museo “tutte le nostre esperienze sono esperienze di ponti gettati” (franz rosenzweig, il nuovo pensiero) molteplici sono gli ingressi al museo e i percorsi possibili. Anche dal suo ingresso principale, le soglie si ramificano, trasmettendo immediatamente un senso di apertura, trasparenza, flessibilità. Tra una pluralità di linee in più direzioni si lascia riconoscere in pianta una stella di david deformata, le cui punte perforano e oltrepassano le mura dell ex-carcere e l’ex-carcere stesso. Il volume resta compresso ed allineato al muro di cinta interno e solo degli spazi porticati diventano il tramite, il ponte, la rottura ad un mondo chiuso, l’apertura. Un invito a trasformarsi per conoscere l’altro, ma anche per conoscere se stessi e conservarsi identici attraverso la storia. Il ricordo della necessaria commistione di identità e alterità: condizione e frutto di qualsiasi esperienza. “un arameo era mio padre” (deut. 26, 5), secondo i maestri talmudici, può essere letto anche come “un arameo ci voleva distruggere” (hagaddah di pesach): se tenute insieme, le due interpretazioni raccontano anche il presupposto etico-ontologico della storia e della conoscenza. Uno stelo di vetro, conduttore di acqua e di luce, ne diventa il “segno”: sottoforma di scultura all’ingresso del museo, visibile anche dall’esterno, e poi di guglia che sfonda il carcere e lo apre ai giardini dei cedri e dell’arte. Lo stelo è formato da stelle di david. Come un telescopio che rende vicino ciò che è lontano, ma senza annullare le distanze e la molteplicità di costellazioni. “costellazione dialettica” o “telescopage del passato attraverso il presente” (i passages di parigi, n7, a 3), anche nel senso di un incontro-scontro tra generazioni, sono immagini che walter benjamin attribuisce alla memoria. “segno” piuttosto che “simbolo” – termine più pertinente alla tradizione linguistica e concettuale ebraica -. Un promemoria che rimanda ad altro da sé, un significante che allude senza incarnare monumentalmente il senso, uno stimolo a continuare il percorso, oltrepassare confini abituali di linguaggio e di pensiero, per collaborare alla costruzione di nuove mappe di significati. ” non ti farai scultura alcuna, né immagine…” (esodo, 20, 3-4) il divieto di idolatria, pilastro del monoteismo ebraico, del suo stile di pensiero e delle sue forme di vita, proibisce a qualsiasi immagine, parola o concetto, di esaurire il senso possibile e a qualsiasi elemento singolo di sostituirsi all’intero. L’idolo non è l’immagine in quanto tale, ma l’oscuramento o la dimenticanza della relazione con l’altro da sé, la finzione di un’autosufficienza, la costruzione di frontiere rigide. L’idolo coincide con il pregiudizio, con un’idea che ha smesso di interrogarsi sui propri stessi rischi ed errori. Spesso i maestri talmudici si interrogano e discutono se vi sia un principio o un comandamento che possa condensare il senso unitario della torà, senza arrivare mai a un accordo su tale primato. Il ‘valore’ della torà assunto di volta in volta come prioritario (il divieto di idolatria, lo studio della torà, il rispetto del prossimo…) non si erge a dogma del monoteismo, a parzialità privilegiata in cui il divino si manifesta, ma ha il significato di una chiave di lettura. Il talmud interpreta l’idolatria stessa come un peccato di lettura (tal. Bab., berakhot, 12a -13b) che attraversa costantemente la stessa torà. Molteplici sono dunque le immagini che si incontrano attraverso il museo: il libro, lo stelo, la stella di david, la menorah, l’ulivo, il cedro, la rugiada. Ogni immagine è ‘segno’ di processi dialettici caratteristici dell’ebraismo in generale e, in particolare, della storia e dell’esperienza dell’ebraismo italiano. Esse stesse sono in dialogo l’una con l’altra, e ciascuna con parti di sé, oltre che con gli altri elementi architettonici. L’una lascia vedere l’altra, conduce o addirittura si trasforma nell’altra. Ognuna resta memore della sua storicità (la stella di david, simbolo moderno dell’ebraismo, preso in prestito da altre culture, non dimentica la menorah, prescritta dalla stessa torà, e anzi la ospita al suo interno sotto forma di ulivo) e si dispone a raccontare altre storie, passate, presenti e future. Nessuna di queste immagini diventa dunque simbolo esclusivo e complessivo né dell’ebraismo, né degli scopi del museo, né dell’idea architettonica generale. Non vi è un blocco unico, monumentale e uniforme, ma una pluralità di edifici, spazi, materiali, forme e segni, al tempo stesso autonomi e correlati, rigidi e flessibili, antichi e moderni, frammentari e unitari, simili e differenti. L’unità del progetto si lascia riconoscere, attraverso richiami tra frammenti molteplici, proprio nella funzione dialettica di collegamento. Concorso svolto in qualità di giovane professionista, nell’ambito della collaborazione con la società steget srl.

Conversione del palazzo del ghiaccio in centro benessere - Ayas (AO)

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Archisio - Gpa Studio - Progetto Conversione del palazzo del ghiaccio in centro benessere
La riconversione del palazzetto del ghiaccio in centro benessere e ricreativo implica alcune riflessioni e considerazioni che rappresentano la base concettuale con cui è stata affrontata la progettazione. L’edificio, nato per lo svolgimento di manifestazioni di sport del ghiaccio, per ospitare attività di benessere e svago deve essere trasformato in un nuovo contenitore. Questo, a sua volta, racchiude spazi tra loro divisi, in modo che ogni attività possa essere svolta indipendentemente dalle altre, sia in termini di gestione, sia nei tempi e nelle modalità di funzionamento. Significa quindi disporre di un layout concepito con una specifica destinazione delle aree, ma in grado di adeguarsi a configurazioni diverse nel corso del tempo in funzione delle dinamiche della domanda. Per conferire al progetto una prima importante base esigenziale sono state effettuate delle indagini preliminari che hanno portato a definire il target di riferimento e un concept di prodotto costituito da più operatori che gestiscono diversi comparti. Questo permette di diminuire i rischi imprenditoriali e, nello stesso tempo, offrire servizi diversificati e di elevata qualità. Ai fini della progettazione, si vuole osservare che, per determinare una precisa definizione delle attività ma, soprattutto, una conveniente attribuzione delle superfici, è necessario mettere a punto uno specifico business plan. Tale strumento conterrà l’analisi preliminare dei costi, la determinazione dei futuri ricavi e la redditività dei vari comparti, in modo di orientare la progettazione e gli investimenti con un corretto dimensionamento e rapporto tra le destinazioni d’uso. Ai fini della riconversione architettonica dell’edificio, si è ritenuto di dover per prima cosa ripensare alla sua collocazione in rapporto al contesto circostante sia paesaggistico che urbano, e alle principali linee di accesso provenendo dal centro abitato, in modo di migliorarne le visuali, oltre che la funzionalità dei percorsi. Una delle più forti criticità è rappresentata dal contatto con il fabbricato adiacente, più basso e più piccolo, che non consente di avere una chiara definizione dell’edificio, soprattutto dalle zone di parcheggio fino all’ingresso principale. Questa commistione tra i due fabbricati, confonde le forme, ingigantendo l’impronta planimetrica, in contrasto con un tessuto urbano del villaggio caratterizzato più da frammenti che non da grandi estensioni costruite. Oltre al bisogno di conferire una maggiore coerenza dimensionale e urbanistica al palazzetto, il progetto parte da un’idea di integrazione dell’edificio con la vita del paese, facendone una parte urbana, con i suoi percorsi, le aree di sosta, i luoghi dove si svolgono le singole attività. Nasce così la necessità di avere uno spazio aperto antistante all’ingresso dell’edificio, con funzione di filtro tra il centro e il palazzetto. Questo spazio, pensato come una piccola piazza, si realizza rimuovendo la porzione di copertura a contatto con il fabbricato adiacente. Dal parcheggio o dal centro abitato è così possibile vedere ed accedere al palazzetto attraverso un percorso esterno creato in luogo del campo di bocce, spostato in un’area a fianco. Il percorso arriva nello spazio liberato dalla copertura del palazzetto, che diventa la piazza che accoglie il pubblico e contribuisce a creare le condizioni tipiche del paesaggio urbano montano Da qui si entra nella hall di ingresso e si continua con un percorso che divide l’edificio in senso longitudinale, su cui si affacciano i diversi comparti. Il camminamento centrale ripropone il concetto di strada del villaggio, come lo spazio esterno, quello di piazza. La rimozione di questa porzione del palazzetto permette anche di ridurre l’ampia superficie, a vantaggio di una maggiore razionalizzazione delle destinazioni e dei costi di gestione relativi. Il nuovo layout dell’edificio, articolato sulla spina centrale, consente di suddividere in modo più chiaro e ordinato i vari comparti che diventano tutti raggiungibili dall’interno mantenendo un’autonomia di accesso. Il distacco tra i due fabbricati e la rimozione dei macchinari esterni per il ghiaccio, ridanno un punto di vista migliorato anche dalla strada adiacente al palazzetto, che diventa anch’essa, attrezzata e ripavimentata, accesso e luogo di sosta per attività temporanee. Per consentire l’inserimento delle attività richieste dal bando di concorso, è necessario creare all’interno dell’edificio quelle condizioni spaziali, ambientali ed emozionali che rendano funzionale ed attrattivo il nuovo luogo, soprattutto quando questo deve diventare immagine di benessere e salute, in armonia con un contesto naturale di grande rilevanza paesaggistica. Tutto questo ha dirette conseguenze con quanto scritto nelle prime righe a proposito dei costi di investimento e della redditività della struttura. L’idea che si propone è quella di portare l’illuminazione naturale, opportunamente filtrata e direzionata, in corrispondenza della spina centrale dell’edificio, aprendo il colmo della copertura e creando una galleria vetrata che divide il volume in senso longitudinale. La galleria parte dall’ingresso e arriva fino alla parte opposta, sostituendo l’attuale tamponamento nord con una nuova facciata trasparente. In questo modo l’edificio viene riconfigurato anche nel suo aspetto spaziale, coerentemente alla pianta, con un intervento che tocca in realtà solo l’involucro esterno, lasciando inalterate le strutture portanti. L’intero volume visto dall’alto appare ridimensionato dalla comparsa di superfici trasparenti in sostituzione di quelle opache, che dividono la superficie e la rendono più frammentata e meno impattante rispetto alla situazione attuale. La galleria vetrata illumina tutta la spina, la hall di ingresso e, attraverso le vetrate di separazione tra il camminamento e le aree adiacenti, illumina le zone centrali delle piscine e della spa. La luce dall’alto contribuisce a creare un ambiente di forte interazione con l’esterno, dove si cerca di mantenere il contatto con la natura, come in una bolla il cui involucro tende a smaterializzarsi a beneficio dell’intorno. Per aumentare questo effetto di diffusione della luce naturale all’interno degli ambienti, sono state previste altre aperture spot vetrate sulle falde della copertura, in corrispondenza degli spazi disposti ad un livello superiore a quello terreno. Il maggior utilizzo della luce naturale, attraverso le nuove vetrate, riduce l’uso di quella artificiale, a vantaggio di minori consumi elettrici, aumenta l’irraggiamento solare in ingresso, compensando le dispersioni energetiche dovute a maggiori coefficienti di scambio termico. Le coperture della galleria e delle luci sulle falde, opportunamente orientate, consentono di ospitare gli elementi con celle solari fotovoltaiche. Questa trasformazione, da quella che ad oggi è una grande tettoia di copertura della pista di ghiaccio, a un edificio inserito nell’ambiente, si completa con il rivestimento dei lati più lunghi attraverso un cappotto esterno costituito di una nuova pelle in legno, con interposto uno strato di isolamento termico. Il legno, lavorato a doghe orizzontali, è posato con una tessitura differenziata, a seconda se riveste le strutture e i tamponamenti opachi, o passa davanti alle chiusure trasparenti filtrando la luce e la visibilità. L’intervento, oltre a conferire un’immagine più omogenea e mimetica all’intero complesso, consente di aumentare la performance del sistema edificio-impianti, riducendo le dispersioni energetiche e migliorando il comfort interno. La riqualificazione tecnologica ed energetica e l’integrazione di sistemi per l’utilizzo di fonti rinnovabili rappresentano la condizione essenziale per rendere l’edificio abitabile e, in particolare, per poter ospitare delle attività sportive e di cura della persona, dove i microclimi da realizzare e le attività da svolgere richiedono considerevoli quantità di energia, i cui costi risultano determinanti nella gestione economica. L’intero progetto è orientato ad una concezione bioclimatica ed ecosostenibile con una forte integrazione di tecnologie passive e sistemi impiantistici che utilizzano fonti rinnovabili di energia di origine solare e geotermica. Per utilizzare la fonte solare per il riscaldamento dell’acqua sanitaria e dell’aria di ventilazione, come meglio descritto successivamente, è stata prevista una nuova struttura su cui collocare i pannelli solari, inclinata e rivolta verso sud, integrata attorno alla sagoma della copertura dell’edificio, a formare una vela orientata al sole. La forte inclinazione non permetterà la permanenza della neve. La struttura sarà realizzata in acciaio e legno e il costo è stato sommato a quello dei sistemi solari ai fini dei calcoli di convenienza tecnica-economica. Concorso svolto in qualità di giovane professionista, nell’ambito della collaborazione con la società steget srl.

Direzione lavori per cantieri della world bank, tbilisi – georgia - Reggio Emilia (RE)

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Archisio - Gpa Studio - Progetto Direzione lavori per cantieri della world bank tbilisi georgia
L’incarico fornito dalla banca mondiale consisteva nel supervisionare, contabilizzare ed effettuare direzione lavori sui numerosi cantieri finanziati in tutto il territorio georgiano, affinché i lavori venissero realizzati a regola d’arte secondo le direttive progettuali e all’interno dei tempi e del budget previsto. Lavoro svolto nell’ambito della collaborazione con la società d’ingegneria steget srl

Tombe di famiglia - Solto Collina (BG)

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Archisio - Gpa Studio - Progetto Tombe di famiglia
In un contesto caratterizzato da un ricco scenario paesaggistico, all’interno di un’area cimiteriale esistente, l’inserimento di nuove tombe di famiglia e loculi si pone come un importante episodio progettuale. L’obiettivo principale di creare un blocco “tipo” ripetibile anche infinite volte, e a sua volta scomponibile, ha indotto ad un’acuta e profonda riflessione progettuale in cui far convergere tutte le diverse esigenze. Il blocco di tombe di famiglia, che si presenta come un volume puro e sobrio, è costituito da una struttura in cls (scc, colorato in pasta, trattamento faccia vista) coperto da una lamiera in acciaio cor-ten a sua volta svuotata da una croce di vetro che genera un’alternanza di vuoto e pieno. Anima e corpo. Il vuoto della croce vetrata diventa un pieno di luce. L’acciaio cor-ten, oltre ad essere un materiale dalle ottime caratteristiche meccaniche e funzionali, può essere visto come metafora dell’eternità: si trasforma nel tempo mantenendo invariata la propria essenza e si pone inoltre come legante cromatico, allo stesso tempo mimetico, con il paesaggio circostante. La soluzione proposta prevede, come richiesto dal bando, tre articolazioni di tombe: da 8, da 3 e da 6 loculi che per scelta compositiva sono accostate tra loro. La scelta di adottare un unico standard per quel che riguarda l’ingombro in pianta delle tombe (260 cm x 400 cm), consente una grande flessibilità alla committenza, la quale potrà gestirne la disposizione a seconda delle richieste. Le tombe da 6 e da 8 sono realizzate con la stessa tipologia: ingresso frontale delle salme e laterale dei visitatori, loculi posizionati ai lati con ossario in posizione centrale, e spazio privato antistante, racchiuso dai tamponamenti vetrati. La tomba da 3, invece, ha l’accesso comune per salme e visitatori, ossari posti sopra i loculi e spazio privato antistante. La conformazione di quest’ultima permette di creare, inoltre, in qualsivoglia sequenza di tombe, una zona più o meno grande con funzione di disimpegno ed al contempo un luogo dello “stare”. Ambienti spazialmente e cromaticamente armonici nel rispetto della riflessione e della memoria. Aria e luce diventano materia compositiva legando il trascendente all’immanente. Struttura la struttura portante caratterizza il volume architettonico e si esprime in tutta la sua essenza. Telaio la struttura portante in calcestruzzo armato autocompattante (scc) è ritenuta la più adatta per questa realizzazione. La notevole fluidità e la resistenza alla segregazione lo rendono un materiale altamente lavorabile ed idoneo ad ottenere distribuzioni omogenee nella struttura dei loculi (articolata in setti sottili) grazie alla possibilità di scorrere agilmente tra le maglie dell’armatura. Le operazioni di casseratura sono limitate all’involucro esterno delle tombe per il quale sono utilizzate casseformi con struttura metallica a telaio e pannelli in legno rivestiti. Per realizzare i loculi e gli ossari sono invece utilizzate casseformi prefabbricate in eps. Anche il getto è agevolato dalla particolare consistenza del materiale che, inoltre, mantiene le caratteristiche prestazionali invariate nel tempo di trasporto e di posa. La possibilità di evitare le operazioni di vibratura riduce il rischio di eventuali imperfezioni nel calcestruzzo faccia vista. In conclusione si ritiene quindi che l’utilizzo di questo materiale porti ad una riduzione dei tempi, dei costi di costruzione e nel contempo caratterizzi compositivamente il volume architettonico. Copertura la copertura è realizzata in acciaio cor-ten, materiale innovativo che possiede proprietà fisiche e meccaniche migliori dell’acciaio ordinario. è realizzata con la combinazione di un telaio portante ancorato alla struttura in calcestruzzo con la sovrapposizione di una lamiera di rivestimento. La maggiore resistenza meccanica del materiale permette di sfruttare spessori ridotti per i profilati che quindi non risultano troppo invadenti rispetto alla pulizia della composizione architettonica. Le qualità fisiche emergono nel tempo quando avviene la stabilizzazione del processo corrosivo che si riduce ad una patina superficiale. Relativamente al processo costruttivo, la copertura si può identificare come struttura a sè stante tale da poter essere realizzata interamente in officina e collocata sucessivamente in opera con assoluta precisione e senza particolari difficoltà cantieristiche. Tamponamenti i prospetti laterali dello spazio privato antistante le tombe sono realizzati in vetro. Come tipologia più idonea è stata scelta quella del doppio vetro strutturale extra chiaro con interposto film in pvb avente caratteristiche di antisfondamento come cautela nel caso di urti accidentali. Le vetrate sono ancorate ad un telaio portante in acciaio a sua volta fissato alla struttura in cls e sono partizionate seguendo il disegno impresso sul cls faccia vista complanare. Chiusure i fronti delle singole tombe nascondono il meccanismo di apertura che consente l’accesso delle salme. Queste porte sono realizzate con pannelli formati da telaio e lamiera esterna in acciaio cor-ten e rivestimento interno in vetro. La loro apertura avviene tramite rotazione attorno ai cardini predisposti sul montante d’angolo anch’esso in acciaio cor-ten. Materiali la scelta dei materiali è stata guidata dalla ricerca di soluzioni progettuali economiche, idonee per il contesto, di facile reperibilità e di importante valenza architettonica. La sintesi tra tradizione e innovazione si esprime attraverso l’accostamento del cls e della pietra (la tradizione) con l’acciaio cor-ten e il vetro (l’innovazione). Cls il calcestruzzo armato auto compattante (scc) colorato in pasta con trattamento faccia vista è utilizzato sia come struttura portante che come finitura esterna. Tale scelta consente di ridurre allo stesso tempo il costo dell’opera in fase di realizzazione e i successivi oneri di manutenzione. Acciaio tutte le strutture metalliche sono realizzate in acciaio cor-ten trattato superficialmente con resine che incrementano la resistenza alla corrosione ed evitano il dilavamento dei residui di ossidazione sulle strutture sottostanti. La sua colorazione bruna si presta all’inserimento nel contesto paesaggistico. Vetro il vetro utilizzato nei tamponamenti laterali e negli inserti della lamiera (le croci) è di tipo extra chiaro stratificato con interposto film in pvb. Pietra la pietra utilizzata sia per la pavimentazione sia come chiusura dei loculi è l’orobica (pietra martina) di colore grigio alternato a strati dalle tonalità brune, proveniente dalle valli bergamasche e particolarmente idonea, per le sue proprietà, ad assolvere funzioni strutturali piuttosto che ad assumere valenze ornamentali.

Riqualificazione energetica edificio di civile abitazione - Gattinara (VC)

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Archisio - Gpa Studio - Progetto Riqualificazione energetica edificio di civile abitazione
Riqualificazione energetica di edificio di civile abitazione sito a gattinara

Polo scolastico - Trinità (CN)

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Archisio - Gpa Studio - Progetto Polo scolastico
Primo premio nel concorso per la realizzazione del nuovo polo scolastico nel comune di trinità Il progetto proposto si sviluppa sull’area di via campi, nel lotto di proprietà comunale, sede della scuola materna ed elementare, del micro-nido e della palestra comunale ed è ha come obiettivo la creazione di un unico polo scolastico architettonicamente e compositivamente riconoscibile. La scelta progettuale prevede di operare per lotti distinti di intervento: un primo funzionale di creazione della scuola materna di quattro sezioni in ampliamento all’esistente e successivi lotti indipendenti di completamento quali: – la creazione di infrastrutture per attività a servizio della scuola materna (area polifunzionale a gioco coperta e/o mensa); -l’adeguamento degli spazi esterni comuni (dell’area verde a servizio della scuola materna ed elementare); – il riordino degli spazi esterni di pertinenza (creazione del portale di ingresso al polo scolastico e della piazza pubblica con area a parcheggi di servizio), – il miglioramento del comportamento energetico ed estetico della palestra comunale e del micro-nido e la creazione dell’orto botanico pensile, – il riordino complessivo dell’area esterna pubblica, dei parcheggi, dell’area verde e della viabilità con nuovi collegamenti pedonali a via roma e al concentrico comunale. L’ampliamento della scuola materna esistente, pensato in modo da garantire il regolare svolgimento delle attività della scuola stessa senza interruzioni, verrà realizzato con la creazione di un volume regolare, organizzato su un unico piano fuori terra (modesto impatto ambientale) con ingresso su un’area coperta di cerniera fra il volume in ampliamento e il fabbricato esistente del micro-nido. Nello spazio antistante l’ingresso al polo scolastico verrà creato uno spazio aperto (“piazza”) tale da permettere la sosta in sicurezza dei mezzi pubblici e privati non direttamente su via campi e l’accesso all’area di parcheggio frontale alla palestra comunale. Lo schema di quattro sezioni di scuola materna permetterà di evidenziare la stretta relazione fra lo spazio interno (attività libere, ordinate ecc) e lo spazio esterno (verde attrezzato). Di particolare importanza risulterà il corridoio vetrato frontale le sezioni il quale, grazie alla contiguità con gli ambienti interni, oltre a migliorare l’illuminazione e creare momenti di relazione e incontro fra bambini di sezioni diverse, accentuerà ancor più il valore didattico del giardino esterno e la sua naturale continuità con le sezioni. Vetrate e finestre, inoltre, permetteranno ai bambini di osservare, in modo ravvicinato, i cambiamenti stagionali con un valore didattico aggiunto. Faranno parte inoltre della struttura una zona interamente dedicata al personale docente e non docente completa di servizi, spogliatoi, uffici; un atrio per il controllo dell’accesso alla struttura; mentre sarà previsto l’utilizzo e relativo adeguamento del locale tecnico attualmente in uso alla scuola. Tale camminamento coperto con superfici vetrate perimetrali sarà l’elemento separatore fra le due aree verdi. Il fabbricato adibito a sala polivalente (e/o mensa) sarà allineato al micro-nido ad una distanza di 5,00 mt da confine in modo tale da creare una strada interna di servizio dell’intero polo scolastico che permetterà il passaggio dei mezzi di servizio e di emergenza. Le aree a parcheggio, a servizio del polo scolastico e sportivo, si svilupperanno sul fronte e sul lato della palestra comunale e saranno create con una pavimentazione in calcestruzzo vibrocompresso del tipo a prato in modo da armonizzarsi con le aiuole verdi e le aree a giardino. Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche e di armonizzazione delle facciate della palestra comunale e del fabbricato micronido volti alla creazione di un’unica identità architettonica e stilistica di polo scolastico e sportivo potranno essere realizzati con l’utilizzo degli incentivi statali e regionali in materia di risparmio energetico. L’orto botanico, previsto sulla copertura piana del fabbricato micro-nido, avrà lo scopo di realizzare di un’aula “a cielo aperto” ad utilizzo dell’intero polo scolastico, in grado di offrire un ulteriore spazio verde dove ogni bambino giocando potrà scoprire e accrescere il senso di responsabilità e consapevolezza dell’ambiente che lo circonda ed esprimere le proprie potenzialità attraverso esperienze ricche di stimoli. Attenzione particolare, infine, verrà dedicata alla sistemazione dell’intera area circostante con la creazione spazi verdi e a parcheggio, di viali pedonali e ciclabili e di collegamento con via roma e il concentrico urbano. Nella fattispecie verrà modificata la viabilità in via campi con la creazione di una rotonda nella confluenza di via campi con via dell’asilo e la formazione di un senso unico di marcia fra la rotonda stessa e la confluenza di via campi con via roma, verranno creati due marciapiedi pedonali in via carlo marro e in via campi a congiungimento in sicurezza del polo scolastico da via roma e dal concentrico comunale.

Polo del gusto - Torino (TO)

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Archisio - Gpa Studio - Progetto Polo del gusto
Il progetto del polo del gusto ha luogo nella città di torino, in piazza madama cristina. Lo status quo, del fronte ovest della piazza, vedeva la presenza di un fabbricato alto un piano fuori terra, affiancato da due edifici alti rispettivamente 19 e 26 m. Tale discontinuità del profilo urbano è stata reinterpretata attraverso la demolizione del piccolo fabbricato esistente e la progettazione di un edificio a vocazione commerciale legato al settore enogastronomico. Il sito di progetto, originato dalla demolizione del piccolo fabbricato, ha dimensioni molto esigue. Il fronte misura 7,6 m di larghezza con profondità di circa 12 m ed è caratterizzato da un importante sviluppo verticale. L’obiettivo del progetto è di creare una prosecuzione verticale della piazza, quindi non un edificio chiuso in se stesso, ma aperto e contraddistinto dalla stessa intensità di relazioni della piazza. Tale spazio urbano ospita quotidianamente un intensa attività mercatale sotto le sue pensiline. Queste ultime, costituite essenzialmente da una struttura verticale puntiforme in acciaio e da una copertura ondeggiante, sono state riprese nel progetto per enfatizzare il dialogo formale e funzionale tra la piazza e l’edificio stesso. Il nuovo oggetto architettonico, infatti, si caratterizza per la sua volumetria generata dall’inclinazione di circa 4° rispetto alla verticale dei pilastri in acciaio; i quali creano “il giunto di discontinuità” tra vecchio e nuovo. Altrettanto rilevante nella definizione del volume è la conclusione a cielo dell’edificio, che è realizzata attraverso una copertura aggettante di forma trapezioidale . Il progetto prevede un’ estensione di sette piani fuori terra e tre piani interrati. La volumetria dell’edificio fuori terra ammonta a 2800 mc con una superficie di facciata di 780 mq, mentre la superficie calpestabile complessiva è di circa 1000 mq. Nei tre piani interrati sono stati predisposti gli spazi di servizio quali depositi, impianti, cantina vini e cucina. Il piano terra risulta spazio di accesso e di ricevimento, da cui è visibile il mercato verticale che occupa i primi 4 piani. Il 5° e il 6° piano sono invece dedicati alla promozione culturale del cibo e il 7°alla sala degustazioni con terrazza panoramica. Essendo prevalente lo sviluppo verticale, si è ricercata una soluzione che creasse i presupposti per un “percorso ascendente” all’interno di un unico spazio commerciale. Questo vale soprattutto per la zona del mercato verticale, in cui l’organizzazione dello spazio è stata gestita attraverso degli interpiani sfalsati, i quali consento una continua vista tra un livello e l’altro, con l’intenzione di incuriosire l’utente attraverso continui stimoli visivi, sia verso l’interno che verso l’esterno. Tale soluzione ha inoltre consentito di sfruttare al meglio la luce naturale proveniente dalla facciata principale, la quale, per via della particolare conformazione del lotto e della presenza della scala di sicurezza nella facciata posteriore, risulta l’unica fonte di luce importante. La zona dedicata alla promozione culturale del cibo è caratterizzata da un organizzazione a gradoni ed ospita al 5° piano una sala videoproiezioni, con intorno un percorso espositivo e al 6° piano una biblioteca. Un altro obiettivo del progetto è creare una permeabilità visiva tra interno ed esterno, per rendere l’edificio parte integrante della piazza. Quindi, sfruttando l’esposizione est della facciata principale, che ha moderati carichi termici, e la presenza di due importanti corpi aggettanti, copertura e terrazzo, si è creata una facciata trasparente attraverso l’uso di telai scorrevoli in alluminio a taglio termico e vetro stratificato ad altissime prestazioni di controllo solare. La struttura portante verticale è costituita da profilati in acciaio a sezione circolare e da un setto in cls armato situato nella parte posteriore dell’edificio, mentre la struttura portante orizzontale è costituita da profilati ipe e he, per la parte fuori terra e orizzontamenti in cls armato, per la parte interrata. La copertura aggettante è sostenuta da travi reticolari in acciaio ed è utilizzata come supporto per l’installazione di 150 mq di pannelli fotovoltaici, che sviluppano circa 18 mwh/annui di potenza. I tamponamenti laterali (facciate nord e sud) e quello posteriore (facciata ovest) sono realizzati con involucri leggeri di legno e sughero rivestiti da una lega di zinco-titanio prepatinata di colore chiaro.

Rifacimento copertura con rimozione amianto - San Giuliano Milanese (MI)

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Archisio - Gpa Studio - Progetto Rifacimento copertura con rimozione amianto
Rifacimento copertura con rimozione amianto

Ristrutturazione integrale abitazione privata - Pietrapertosa (PZ)

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Ristrutturazione integrale abitazione privata

Casa privata - Bergamo (BG)

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Una casa in calcestruzzio faccia vista per un collezionista di libri rari l’edificio ” 3 quinte per 100 e più libri” fa parte di un masterplan di nuovi insediamenti unifamiliari nella periferia di bergamo e nasce dall’unione di due prerogative poste alla base del progetto:le esigenze della committenza e l’esplorazione della forma monolitica. Il volume dell’edificio si presenta come una solido scatolare scolpito, in cui tutto orbita intorno alle 3 quinte. Tali elementi, infatti si pongono come fulcro nell’organizzazione degli spazi sia in verticale che in orizzontale. La committenza richiedeva la possibilità di esibire i propri libri rari nel soggiorno come se fossero un biglietto da visita per gli ospiti. Tale esigenza è stata integrata nel progetto attraverso la realizzazione di apposite tasche, poste in quota, all’interno della parete di calcestruzzo faccia vista che delimita il soggiorno. Essendo l’edificio posto all’interno di un complesso residenziale caratterizzato da un’elevata densità volumetrica e scarse distanze tra le unità immobiliari, durante la progettazione si è prestata molta cura al tema della viste, sia dall’interno verso l’esterno che viceversa. Non essendoci particolari scorci visivi da offrire si è lavorato sulla realizzazione di ” scenari accattivanti interni”. A tale proposito un grande contributo viene dato dalla piscina visibile dal soggiorno, la quale, soprattutto di notte, quando è illuminata, offre uno scenario molto suggestivo e scenografico. Nella zona pranzo, invece le aperture danno direttamente sul giardino rialzato, mentre nella camera matrimoniale è stata creata una terrazza esclusiva per questo ambiente, verso la quale si offre la vista, rendendo allo stesso tempo impossibile la vista dall’esterno verso l’interno. Le parti murarie dell’edificio sono state ipotizzate completamente in calcestruzzo faccia vista, con trattamenti superficiali e cromatici diversi a seconda del ruolo compositivo e tecnologico di competenza. Tale diversificazione ha generato un edificio bicromatico, in cui attraverso il colore e il trattamento superficiale si può leggere la gerarchia strutturale e compositiva che ha generato il progetto.

Nuova palestra - Samarate (VA)

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Archisio - Gpa Studio - Progetto Nuova palestra
Un progetto a basso impatto ambientale e con forte innovazione tecnologica L’intervento si colloca su un’area all’interno del comune di samarate, in provincia di varese, più precisamente lungo via borsi. L’inserimento del nuovo impianto sportivo nell’area individuata dall’amministrazione tiene conto principalmente del contesto ambientale, del vincolo paesaggistico esistente nella zona e delle specifiche attività che si devono svolgere nell’area e nell’edificio. La scelta di una tipologia compatta e regolare è dovuta principalmente alla maggiore semplicità costruttiva, con conseguente ottimizzazione dei costi, e alla maggiore efficienza energetica rispetto a forme geometriche più articolate e complesse. L’orientamento nord-sud permette di avere la più ampia superficie di involucro trasparente rivolta verso nord, con il vantaggio di ottenere un’illuminazione naturale diffusa e senza abbagliamenti; una equivalente superficie verticale trasparente verso sud è usata ai fini bioclimatici come sistema passivo per il riscaldamento e il raffrescamento ventilativi, con un ridotto passaggio di illuminazione naturale all’interno. Le chiusure verticali verso ovest e verso est sono progettate in modo da limitare il passaggio della luce naturale all’interno, evitando fastidiosi abbagliamenti e surriscaldamenti estivi del campo di gioco. L’accesso principale all’impianto sportivo è individuato sulla prospiciente via borsi. L’edificio si raggiunge mediante una leggera discesa che conduce all’atrio di ingresso collocato al piano terreno, nucleo distributivo da cui partono i percorsi alle diverse destinazioni. L’ingresso è pensato a uso prevalentemente pubblico da parte degli spettatori, mentre sono previsti due accessi laterali, lungo i lati corti della struttura esposti a est e a ovest, a uso rispettivamente degli atleti e degli studenti delle vicine scuole primaria e secondaria. Gli accessi alle tribune collocate al livello superiore avvengono, dall’interno, attraverso due scale e, dall’esterno, mediante due rampe laterali che salgono dal piano strada fino alla quota della copertura più bassa a sud, quota del piano di distribuzione delle gradinate. La palestra principale si sviluppa al centro della struttura secondo caratteristiche funzionali e dimensionali definite in modo da garantire il soddisfacimento delle esigenze connesse allo svolgimento delle attività previste: basket dilettantistico, pallavolo dilettantistica, calcetto a 5 e ulteriori discipline adattabili a spazi più contenuti. La palestra è direttamente accessibile dall’atrio di ingresso da parte degli spettatori, mentre gli accessi laterali, facilmente raggiungibili dagli spogliatoi, sono a uso esclusivo da parte degli studenti delle scuole, degli atleti, degli istruttori di gara e degli arbitri. Una seconda sala di preatletismo, la cosiddetta “palestrina”, di 150 mq di superficie e 4 m di altezza, si colloca nell’angolo nord-ovest della struttura per lo svolgimento delle attività che non richiedono l’uso della palla. All’esterno, lungo il lato est dell’area di progetto sono inoltre collocati 3 campetti per il calcetto a 5. Attorno alla palestra si sviluppano i locali di supporto all’attività sportiva, i quali si organizzano lungo le due maniche laterali a uso delle scuole da un lato e delle società sportive dall’altro, mentre uno spazio di 64 mq viene destinato allo svolgimento delle riunioni delle società sportive eventualmente divisibile in 2 distinti ambienti mediante una parete mobile. Tali locali sono accessibili anche dall’esterno. Al piano terreno, si colloca un ampio atrio con la funzione di smistamento degli utenti in entrata e in uscita, di sosta degli utenti e dell’eventuale pubblico, consultazione e comunicazioni sul funzionamento del servizio sportivo, controllo da parte del personale e comunicazioni telefoniche. La zona atrio è inoltre articolata in modo da consentire una chiara e razionale individuazione delle diverse zone funzionali mediante la scelta di opportune configurazioni planimetriche. Da qui risulta immediato l’accesso da parte degli spettatori all’ambiente della palestra all’interno del quale si prevede un parterre costituito da due gruppi di tribune telescopiche, rispettivamente a destra e a sinistra dell’ingresso all’ambiente, con una capienza di 70 posti a sedere ciascuno. Inoltre, 4 stalli per i disabili sono collocati all’inizio delle tribune. Al livello superiore sono previste 5 file di posti a sedere fissi su gradinate, che permettono la sistemazione di 257 spettatori. Lungo i lati corti del piano primo sono inoltre individuate 2 gallerie che permettono l’ulteriore sistemazione di una ventina di spettatori in piedi per lato in modo da rispettare ampiamente i limite previsti dalla normativa per la sicurezza negli impianti sportivi. L’area ristoro è stata collocata lungo il lato sud dell’edificio così da garantire un immediato accesso da parte dei fruitori dall’atrio centrale. Tale ambiente si compone di un’area per la consumazione e relativi locali di servizio (cucina, deposito, spogliatoio e servizi per il personale). La posizione della zona bar/ristoro e il suo layout consentono di configurare un’attività che si sviluppi indipendentemente dagli eventi sportivi e dalle manifestazioni di spettacolo. Il progetto prevede la predisposizione di un locale tecnico per la collocazione della centrale termica localizzato sul lato verso la scuola al fine di permettere, in futuro, la realizzazione di un unico polo di generazione del calore. La parte nord dell’area di progetto prevede un graduale aumento della quota del terreno così da rendere possibile la sistemazioni di un auditorium all’aperto a servizio del futuro polo scolastico per assistere allo svolgimento di attività didattiche e/o manifestazioni scolastiche all’aperto con una capienza di 315 spettatori. Una sala regia è prevista direttamente a contatto con l’area esterna dell’impianto sportivo occupata dall’auditorium per le attività di controllo luci etc. Durante lo svolgimento delle manifestazioni all’aperto. La fascia sud dell’area di progetto prevede invece la sistemazione di 22 posti auto ai quali si aggiungono gli ulteriori 81 posti ricavati nel lotto a sud dell’area di intervento, già inquadrato nel vigente piano regolatore generale in “zone per parcheggi pubblici o di uso pubblico”, per un totale di 103 posti auto. Per quanto riguarda i rivestimenti di facciata si è scelto di impiegare due distinte soluzioni progettuali rispettivamente per il piano terreno e il piano primo. Nel primo caso i muri perimetrali sono rivestiti mediante l’applicazione in facciata di un rivestimento architettonico costituito di pannelli verticali in materiale composito di legno e plastica al 100% riciclati e riciclabili. I pannelli hanno una struttura alveolare che ottimizza la ventilazione ed il conseguente abbattimento della temperatura; sono montati in modo da formare una scansione verticale, con una distanza tra loro tale da consentire il passaggio della luce e, al contempo, una corretta schermatura solare. In corrispondenza delle vetrate continue e degli accessi, i pannelli si ripiegano lateralmente su se stessi con un movimento di apertura a ribalta, che consente di lasciare completamente libero il passaggio della luce. Al piano primo il rivestimento dell’impianto è realizzato mediante l’applicazione di pannelli in policarbonato alveolare. L’uso di questo materia, di derivazione industriale, ha il vantaggio di poter disporre di grandi superfici per il passaggio dell’illuminazione naturale diffusa, senza indurre abbagliamenti e con un livello di uniformità e intensità luminosa che sarebbe impossibile da raggiungere con il vetro, a parità di investimento. Concorso svolto in qualità di giovane professionista, nell’ambito della collaborazione con la società steget srl.

Residenza per studenti - Torino (TO)

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Progetto vincitore del terzo premio nell’ambito del concorso “students for students” L’intervento è localizzato nella zona di torino denominata borgo dora, precisamente in via del fortino, ed è un’area caratterizzata da una situazione di spiccata multiculturalità e conflittualità sociale. Delicata è anche la situazione architettonica dell’intera zona in cui sono presenti molti edifici di bassa qualità. Di particolare pregio e interesse architettonico sono presenti edifici come: l’istituto scolastico albe steiner, il cortile del maglio e il cimitero di san pietro in vincoli. L’ elemento più importante e caratterizzante a livello paesaggistico è in ogni modo il fiume dora le cui sponde purtroppo risultano essere abbandonate all’incuria, ed è a loro negato l’accesso da una serie d’edifici per lo più fatiscenti. Questi stessi edifici essendo in cattivo stato danno luogo ad un tessuto urbano slegato, e ad un fronte sul fiume disordinato e per nulla unitario. Il progetto prevede la costruzione di un collegio adatto ad accogliere 105 studenti universitari. La particolare disposizione planimetrica ci ha permesso di creare una distribuzione degli spazi molto adatta alla vita studentesca. Il piano terra, trattato volumetricamente in modo distinto e con finiture diverse dai restanti piani, quasi a costituire un corpo a sé stante, è, nel blocco dell’accesso principale, riservato agli spazi di rappresentanza e uso comune: hall e accesso agli utenti dell’auditorium attraverso una scala che avvolge lo spazio destinato al bar, uffici del personale, biblioteca e sale studio. L’altro blocco del piano terreno è invece destinato alle foresterie e alla casa del custode, la quale ha un accesso indipendente dall’esterno. I piani superiori sono articolati con un grande corridoio a tutta altezza, che, al piano primo, diventa luogo di aggregazione per gli studenti. Su questo si affacciano i corridoi dei piani superiori, come se fosse un cortile interno coperto con i ballatoi e illuminato naturalmente attraverso la copertura a due falde che aggetta verticalmente di un metro e mezzo consentendo così l’ingresso della luce naturale e la ventilazione. I due ballatoi che delimitano il cortile interno, sono tra loro collegati da alcuni passaggi e in corrispondenza del vano scala. Le tipologie di camera previste sono: – camera singola con bagno – camera doppia con bagno – camera singola con bagno con completa accessibilità per i disabili L’edificio esternamente presenta una doppia pelle: lo scheletro, sottolineato dall’uso dell’intonaco frattazzato, e la facciata, ad intonaco nero, che si presenta come un’alternanza di vuoti e pieni. Questo gioco volumetrico è stato possibile grazie al vuoto lasciato dai balconi e al pieno degli sgabuzzini i quali rappresentano la continuazione in pianta del blocco bagni. In questo modo ogni camera dispone di un balcone e di uno sgabuzzino esterno. La pianta dell’edificio è impostata con tre stecche, due orizzontali e una obliqua inclinata di circa 40 gradi. Al piano terreno la stecca obliqua rappresenta il “filtro” tra il fiume e la città infatti, riveste il ruolo di punto focale a livello planimetrico da cui si originano i percorsi circolari. Anche l’ingresso principale al collegio è ubicato nella zona a ponte dell’edificio ed è segnato da una rientranza. Nei 3 piani superiori le due stecche orizzontali sono sempre destinate a camere, mentre nella stecca obliqua, in corrispondenza degli angoli sul lato sud, sono presenti le cucine di piano. Due per ogni piano per un totale di 6 cucine. Nel lato nord della stecca obliqua è presente l’auditorium per conferenze e proiezioni di film, con accesso direttamente dalla hall, per consentirne la fruizione anche a persone esterne al collegio, senza però obbligatoriamente interagire con gli studenti. La presenza dell’auditorium ha avuto anche delle ripercussioni a livello prospettico, essendo dichiarato in facciata con una vetrata che segue l’andamento a gradinata dello stesso. Nel piano interrato si trovano i locali tecnici, la lavanderia, il deposito biancheria, il magazzino, gli spogliatoi del personale e alcuni ambienti di uso comune come la palestra, e la sala musica. L’edificio a cielo è concluso con una copertura piana in corrispondenza dei due blocchi camere, mentre con una copertura a capanna sporgente nella zona centrale del corridoio, come spiegato precedentemente.

Termo-lampada in rame - Reggio Emilia (RE)

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Termo-lampada in rame

Roll – tazzina da caffè - Reggio Emilia (RE)

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55progetto di una tazzina da caffè dal design accattivante e dal manico innovativo

Design autoprodotto - Reggio Emilia (RE)

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Partendo da materiale di recupero, il più delle volte decontestualizzato dalla funzione originaria, si ottengono oggetti di arredo accattivanti e unici in grado di disegnare e illuminare gli spazi. Serie pipe Serie bamboo Serie light in the bottle

Ampliamento casa privata - Dolceacqua (IM)

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Nuova biblioteca - Briosco (MB)

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