Menu
Ricevi 4 preventivi
Ricevi 4 preventivi gratuiti
Cerca per parole chiave

Articoli

Divano chesterfield: un’icona di design per arredare casa
Visite ricevute
21874
Immagini dell'articolo
10
Con il suo aspetto signorile e un look mai fuori moda, il divano chesterfield è diventato un’icona di design per arredare casa, che ha saputo caratterizzare con fascino i vari ambienti di tante abitazioni, personalizzando svariati orientamenti e tendenze con un capitonné vintage senza tempo. Un divano che ha origine all’inizio dell’Ottocento proprio nella contea di Chersterfield, in Inghilterra, ma che attraverso i secoli è riuscito sempre a sorprendere nel suo utilizzo e ancora oggi, con uno charme invariato, riesce a legare in modo naturale e affascinante il gusto contemporaneo al sapore retrò in progetti d’interni di grande stile. Gli aspetti che rendono il divano Chesterfield un simbolo di prestigio e di puro design, per arredare casa in maniera elegante e distintiva, sono sostanzialmente quattro e riguardano: la sua struttura interna, caratterizzata da molle legate insieme da cinghie in juta, e piedini torniti entrambi rigorosamente in legno; la sua forma originale che nella geometria curvilinea dei braccioli arrotondati e imbottiti, rimanda la mente alle sembianze della testa d’ariete; il materiale utilizzato per la sua finitura originaria, ovvero una pelle bovina di prima qualità, molto pregiata e lavorata con massima cura dai migliori artigiani, per renderla morbida e liscia al tocco e senza alcun tipo di difetto superficiale; la lavorazione dell’imbottitura, detta capitonné, con i tipici bottoni disposti in modo asimmetrico ed equidistante, per mantenere il classico disegno a rombo che fissa il rivestimento in modo perfetto mantenendo sotto tensione la pelle per una comodità di seduta eccellente. Al fine di utilizzare questo divano in svariati contesti di arredo di interni è necessario tenere in considerazione fattori variabili di questa seduta d’epoca imbottita, per ottimizzare un progetto di casa in ogni minimo dettaglio. Vediamo insieme come fare! Stile: versatile per ogni tipologia di ambiente Se molti complementi d’arredo delineano in modo inequivocabile un’unica e precisa scelta estetica, il divano chesterfield, con questa lavorazione capitonné vintage senza tempo, riesce a soddisfare le richieste di ciascuno stile che si intende seguire per arredare casa, diventando un oggetto versatile per ogni ambientazione. Infatti, in relazione allo styling, ovvero alla linea guida su cui si basa un progetto d’interni, questa seduta imbottita esalta in maniera sempre differente i caratteri fondamentali della sua natura, mettendo ogni volta in maggiore evidenza ciò che lo stile di casa richiede. Sensazioni eleganti e signorili in un soggiorno dal gusto classico, percezioni di vissuto in un open space vintage dal sapore industriale o impressioni distintive in un living con accenti minimalisti, trovano in questo elemento comune un alleato per arredare gli ambienti di casa con un divano evergreen che sa davvero stupire in ogni progettazione. Materiale: classico in pelle o rivisitato in tessuto Il divano chesterfield ha saputo mantenere il suo stato di icona di design senza tempo per arredare casa, grazie alla ricercatezza nel salvaguardare gli elementi originali che lo hanno da sempre contraddistinto, come la tipica pelle che lo riveste nella sua totalità. Nell’evoluzione di varie correnti di pensiero e per motivi legati al tema ecologico verso teorie sostenibili, questo materiale ha subito delle varianti in corso d’opera, dove un classico in pelle ha lasciato spazio anche ad una teoria più green dove l’eco-pelle ha preso piede. Alternativa sicuramente valida e ricca di qualità, che si presta a personalizzazioni su richiesta in base a esigenze e necessità e che non modifica in alcun modo l’aspetto iconico di una seduta capitonné vintage senza tempo. Anche rivisitato in tessuto, assume un look particolare e fresco che per nulla altera il suo fascino originario e intramontabile. Decisamente elegante nelle versioni in velluto trova spazio in living, studi e soggiorni di casa, diventando il vero protagonista di questi ambienti. Dimensione: versione XL o poltrona Le misure sono fondamentali e indispensabili per capire l’effettivo ingombro di una seduta importante che andrà ad arredare uno o più ambienti di una casa. Le grandezze del divano chesterfield, sono state stabilite e classificate in base ai posti disponibili per sedersi, con degli aggiustamenti che lo rendono unico anche a livello di dimensioni che si regolano su due estremi, versione XL o poltrona, con elementi intermedi disponibili. Di seguito riportiamo un pratico elenco da considerare per realizzare una progettazione d’interni ben proporzionata valutando le dimensioni che riguardano il divano chesterfield: divano a 1 posto: con lunghezza di 104 cm, profondità di 92 cm e altezza di 67 cm; divano a 2 posti: con lunghezza di 165 cm, profondità di 92 cm e altezza di 67 cm; divano a 3 posti: con lunghezza di 189 cm, profondità di 92 cm e altezza di 67 cm; divano a 4 posti: con lunghezza di 234 cm, profondità di 92 cm e altezza di 67 cm. Per soluzioni su misura, volendo arredare casa in modo differente con alternative ad angolo semplici o con chaise longue annessa, le dimensioni variano a seconda delle richieste in relazione allo spazio progettato ma con grandezze indicative pari a 250-280 cm per le due lunghezze, profondità 92 cm e altezza 67 cm. Forma: originale ma personalizzabile nelle texture e fantasie Una forma originale, ma personalizzabile nelle texture e fantasie che molte aziende di oggi propongono, rendono questo divano così famoso ancor più particolare e inconfondibile. Quest’icona di design assume versioni eclettiche ed estrose nelle sue varianti patchwork, in combinazioni materiche di pelle e tessuto, in alternative in pelle multi color o ancora in proposte particolari come la tipica scelta della bandiera inglese. Ciascuna opzione, pur nella sua unicità e individualità, racchiude in sé i tratti tipici del divano più riconoscibile al mondo, dotato però di un aspetto nuovo per ideazioni di interni sempre al passo con i tempi. Costo: contenuto per la qualità artigiana Ma quale può essere il costo del divano chesterfield? Contenuto per la qualità artigiana che lo contraddistingue e che ne innalza pregio e valore duraturi nel tempo. Come per ogni altro complemento d’arredo gli aspetti da considerare e che determinano prezzi differenti, riguardano principalmente le seguenti tipologie di: dimensioni; materiali; rivestimenti; finiture. La combinazione di questi quattro fattori produce budget molto diversi ma la fascia su cui ci si attesta varia dai 1.400 ai 3.000 euro, considerando come base un divano a 1 posto, prodotto con pelle serie antique per arrivare al top con una seduta a 4 posti, realizzata con pelle di primissima scelta della serie old english.
Sedie d’autore in sala da pranzo: 5 icone di design
Visite ricevute
20856
Immagini dell'articolo
10
Le sedie d’autore in sala da pranzo diventano dei veri complementi d’arredo cult che riescono a caratterizzare in modo inequivocabile un ambiente di grande tendenza nella propria casa. non significa necessariamente seguire un determinato orientamento legato ad un’epoca o a un movimento estetico in particolare. La caratteristica fondamentale di un qualsiasi oggetto di design è proprio quella di poter essere fruito in ogni ambito e in ogni tempo, seguendo semplicemente la riproduzione del progetto originale. Ma cosa trasforma delle semplici sedute in decise e affermate icone trendy e chic, amate e volute da tutti attorno al proprio tavolo da pranzo? I fattori che caratterizzano una sedia d’autore sono pochi, ma essenziali, e nel dettaglio riguardano: una sagoma ovunque riconoscibile; una dimensione fissa e standard; una forma ergonomica e performante; un materiale univoco per la sua produzione. Tali elementi sono necessari per stabilire l’autenticità di questi mobili pratici, accoglienti e dal look inconfondibile. Prodotti che vengono messi in rilievo attraverso composizioni creative per dar vita a contesti di home decor unici e irripetibili. Tra le tante sedie ideate da architetti e product designer vi vogliamo parlare oggi di 5 icone di design che anche solo all’interno di una rivista, abbiamo visionato e molto apprezzato, e che continuano ad ispirare chi si appresta a voler arredare una zona giorno con sala da pranzo, in modo personalizzato e con un tocco di stile. 1. Sedia serie 7  Correva l’anno 1955 quando la sedia serie 7 di Arne Jacobsen prendeva vita con la sua forma sinuosa costituita da un'unica struttura in legno per schienale e seduta e gambe tubolari in acciaio. Un oggetto di design relativamente sobrio e lineare, ma che nella sua particolare semplicità riesce ad arredare e arricchire ancora oggi una sala da pranzo ospitale e di tendenza. Per coloro che amano forme pulite e materiali tradizionali, questa sedia d’autore rispecchia entrambe le richieste, grazie alla sua scocca stilizzata in compensato, che tramite il processo della laminazione ha dato origine ad una sagoma individuabile tra centinaia di modelli. Il suo disegno innovativo e sostanziale, si sposa al meglio con molteplici scelte stilistiche. Dal contemporaneo al classico, dall’industriale al decò, si fonde alla perfezione con qualsiasi obiettivo estetico si voglia raggiungere, adattandosi ad ogni tipologia di mobilio. Arredare una zona giorno con la sedia serie 7 significa realizzare un progetto elegante ma informale, distintivo ma versatile per rendere soprattutto una sala da pranzo un ambiente conviviale e da godere quotidianamente. 2. Sedia masters Un aspetto decisamente moderno e che rende omaggio a tre icone del design contemporaneo, trova nella sedia masters di Philippe Starck, un prodotto eclettico ed eterogeneo davvero unico nel suo genere. Le peculiarità di questa seduta molto giovane, prodotta nel 2010 per Kartell, riguardano: il materiale in cui è prodotta, il polipropilene; la sagoma particolare dello schienale dinamico e caratterizzato da pieni e vuoti che scaturiscono dalla fusione della Tulip Armchair di Eero Saarinen, la Eiffel Chair di Charles Eames e la Series 7 di Arne Jacobsen; l’ergonomia della forma e la conseguente facilità nell’essere impilabile e ricollocata all’occorrenza. Quest’ibrido di stile, pratico, leggero e accattivante è una seduta d’ autore odierna ispirata a idee del passato con una silhouette riconoscibile e originale per poter arredare una zona giorno con una sala da pranzo giovane e fresca in un living moderno o più distinta e ricercata in un ambiente a sé stante. L’estensione e il disegno avvolgente dello schienale rendono la sedia masters perfetta per tavoli ampi sia con geometrie lineari che curvilinee e adatta per essere abbinata elegantemente tono su tono o accoppiata a moduli in vari colori per vivacizzare l’intero look. 3. Sedia thonet Una tendenza classica sempre alla moda contraddistingue questa strepitosa icona di design che dalla metà dell’Ottocento continua ad essere prodotta con un immenso successo. La sedia thonet, che prende il nome dal suo ideatore, è considerata una vera e propria sedia d’autore di stile per arredare sale da pranzo con lunghi tavoli o in soluzioni a due, in maniera sempre diversa creando look semplici, leggeri, ma eleganti. Un capolavoro con una silhouette inconfondibile e sinuosa, ottenuta dalla lavorazione di un materiale comune come il legno, attraverso l’utilizzo del vapore, che rende signorili gli ambienti di una zona giorno di casa personalizzandoli con idee estetiche brillanti e sempre convincenti. Una sedia di stile dall’aspetto intramontabile che diventa la protagonista all’interno di una sala da pranzo vissuta ordinariamente o utilizzata più sporadicamente con ospiti e invitati, valorizzandone ogni aspetto. 4. Sedia glass Louis Ghost Realizzata nel 2002 da Kartell, sempre su disegno di Philippe Starck, la sedia glass Louis Ghost si è affermata come prima seduta trasparente in materiale plastico in alternativa al vetro, bellissima all’interno di una zona giorno di design e alla moda. La denominazione Louis Ghost deriva dalla forma che ricorda il periodo storico di Luigi XVI e la classicità delle sedute dell’epoca, abbinata qui alla moderna trasparenza di una materia innovativa, che permette di vedervi attraverso ricordando la tipica evanescenza di un “fantasma”. I fattori che l’hanno resa una sedia d’autore apprezzata e grandemente utilizzata per arredare una sala da pranzo in casa sono: resistenza; leggerezza; versatilità; economicità. L’uso del policarbonato, colato in un unico stampo, ha garantito il pieno raggiungimento di queste quattro caratteristiche. Solidità e stabilità permettono una multifunzionalità della sedia glass, tanto da poter essere utilizzata tranquillamente anche all’esterno per la sua capacità di resistere agli agenti atmosferici e di rendersi flessibile e adattabile a qualsiasi look di una sala da pranzo, sia in che outdoor. Perfetta per un ambiente di casa tradizionale, dove alleggerisce i toni di massicci tavoli in legno e ideale in abbinamento a top moderni e futuristici dalle caratteristiche tecnologiche e innovative. La levità del materiale di produzione la rende facilmente trasportabile e il suo costo è relativamente contenuto e consono per la qualità di questa sedia di stile e di tendenza che continua ad essere introdotta in progettazioni di interni spettacolari. 5. Sedia wishbone L’unicità della sedia wishbone o CH24, risiede nell’idea che una seduta deve essere meravigliosa da qualsiasi punto di vista la si ammiri, senza avere differenze tra un lato anteriore e uno posteriore. Nata nel 1950 su disegno e progetto di Richard Wegner questo complemento d’arredo dai tipici tratti danesi, si afferma come un elemento sartoriale in serie fruibile da chiunque. Un pezzo d’arte che trova la sua perfetta collocazione in una sala da pranzo di una zona giorno organica e armoniosa, apprezzata per il suo linearismo minimalista quasi orientaleggiante. Le parti della struttura in legno di faggio lavorate a mano, sono 14 e vengono a tutt’oggi accorpate con maestria artigiana alla seduta intrecciata in paper cord. Ma cosa la rende ancor più particolare e tanto desiderata per arredare casa in maniera originale e unica? Il suo schienale con supporto essenziale e stilizzato, ma molto comodo a forma di Y, che annovera questo elemento tra le sedie d’autore più quotate e utilizzate in progetti d’interni di grande design.
Twins bedroom: letti in una cameretta per gemelli
Visite ricevute
21396
Immagini dell'articolo
10
Quando arrivano due gemelli bisogna allestire una nursery doppia per accogliere i due neonati. Per i primi mesi di vita questo sarà il loro nido per cui deve essere un ambiente accogliente e familiare. Ma quali sono gli elementi da utilizzare per arredare la cameretta per dei gemelli? Se non si ha esperienza è normale porsi questa domanda. Gli elementi fondamentali da inserire in una nursery sono pratiche cassettiere ed armadi, fasciatoi e le immancabili culle. Naturalmente tutto deve essere doppio per semplificare la gestione quotidiana.   La culla è il cuore della nursery, ha un'importanza cruciale in quanto è qui che il bambino riposerà nei primi mesi per cui deve essere confortevole, sicura e pratica per l'utilizzo da parte dei genitori.  Man mano che i gemelli crescono le esigenze cambiano. Pensare fin dall'inizio alle evoluzioni future permette di poter arrivare preparati alla progressiva trasformazione della nursery in camera per teenagers. Questo significa ad esempio usare soluzioni che evolvono nel tempo come dei letti trasformabili, pensati per seguire la crescita del bambino. Nel caso di gemelli ogni cosa deve essere pensata per due, cercando di fare in modo che ognuno abbia il proprio spazio e mantenga la propria indipendenza rispetto al fratello. Quando avviene il trasferimento dalle culle ai primi lettini i bambini diventano un po' più indipendenti ed i letti non hanno solo dimensioni maggiori ma cambiano anche le funzioni. Per i primi anni di vita dei gemelli è importante usare letti idonei alla loro età. Le sponde laterali di sicurezza rimarranno utili fino a quando i bambini non si abitueranno a dormire nel lettino. Molto importante per la crescita la scelta di materassi e reti. Appena nato il bambino avrà bisogno di dormire su un materasso poco spesso e rigido, facendo a meno di cuscini, mentre gradualmente si passerà a materassi più morbidi. Cameretta per gemelli: due lettini e tanta organizzazione La camera dei gemelli può trasformarsi in uno spazio caotico se non ci si organizza al meglio. Essendo due bambini della stessa età hanno le stesse necessità nello stesso momento e gestire il tutto può essere complicato. Per questo motivo è necessario ottimizzare al meglio gli spazi, pensando per tempo alla disposizione degli elementi d’arredo all'interno della stanza. L'obiettivo è fare in modo che ci possano stare almeno gli elementi indispensabili e che rimanga lo spazio sufficiente per muoversi.  Per effettuare l'acquisto delle culle per l'arredamento della camera dei gemelli è importante verificare che siano conformi alle normative europee che regolano i criteri che l'arredamento per bambini deve necessariamente avere. Si tratta in questo caso della EN 1130 e della EN 716, secondo cui una culla per neonato deve avere specifici requisiti di sicurezza quali: presenza di sponde laterali, fisse o mobili; altezza minima delle sponde di 60 centimetri per impedire al bambino di cavalcare; distanza minima di 27,5 cm tra la base della culla ed il punto più alto della sponda; distanza tra le stecche che formano deve essere compresa tra 6 e 7,5 cm per impedire che il bambino possa rimanere incastrato con la testa; utilizzo di materiali e vernici non tossiche; assenza di fori per evitare che le dita del bambino possano rimanere incastrate; assenza di parti affilate, sporgenti o appuntite; necessità di eseguire due movimenti diversi simultanei o consecutivi, oppure di impiegare una forza di 50 N per muovere la sponda; se la culla è su ruote queste devono essere bloccabili oppure alternate a piedini (quattro ruote bloccabili oppure due ruote e due piedini); se la culla presenta gambe pieghevoli deve essere provvista di fermi di sicurezza; Tutte le culle in commercio dovrebbero rispettare queste normative, ma vale sempre la pena controllare al momento dell'acquisto. Cameretta per gemelli: letti allungabili per la crescita Lasciate le culle, si può passare a dei letti trasformabili che seguiranno i cambiamenti del bambino nel tempo. Questo genere di letti richiede degli adeguamenti, con elementi da togliere ed altri da aggiungere. Per adattarli si possono acquistare dei kit con le componenti necessari a seconda della fase di crescita.  Sono provvisti ad esempio di materassi speciali, con un modulo da aggiungere quando si allunga il letto.  Questa soluzione consente di poter acquistare un solo letto, due nel caso dei gemelli, da sfruttare da quando il bambino nasce fino a quando non avrà bisogno di un letto grande assicurando un importante risparmio. Solitamente nei letti trasformabili è possibile variare elementi come: le sponde, da rimuovere quando il bambino è in grado di salire e scendere da solo dal letto; l'altezza del materasso grazie ad una base regolabile in altezza, da posizionare più alto quando il bambino è piccolo ed abbassare quando cresce; la lunghezza del letto. Cameretta per gemelli: un pratico letto a castello I letti a castello essendo la soluzione salvaspazio per eccellenza sono perfetti per arredare la camera da letto di due gemelli. È importante che abbiano una struttura solida e robusta, in grado di resistere ai giochi più scatenati, soprattutto per quanto riguarda elementi come le scale. Inoltre per ottimizzare al meglio lo spazio possono integrare anche scrivanie, armadi, cassettoni o pratici vani contenitori estraibili. La norma a cui devono attenersi i letti a castello è la UNI EN 747-1 che contiene indicazioni specifiche per i produttori. Tra queste: il letto posto in alto deve essere provvisto di dispositivi anticaduta più alti del materasso; le barriere di sicurezza devono essere continue con l'eccezione di una apertura per accedere ai letti; bordi e spigoli devono essere arrotondati o smussati; non devono essere presenti tubi con estremità aperte; non deve essere possibile smontare il letto o sue componenti senza l'utilizzo di un utensile. Cameretta per gemelli: a ciascuno il suo letto I gemelli solitamente accettano volentieri di condividere la cameretta. Disponendo i letti uno parallelo all'altro i gemelli potranno mantenere il contatto, chiacchierare e farsi compagnia prima di dormire. Se è vero che essendo coetanei possono avere interessi ed esigenze comuni, è altrettanto importante ricordare che ognuno di essi ha una propria personalità.  Il letto è molto di più che un luogo per riposare. Per questo crescendo i gemelli possono iniziare a scegliere i colori che preferiscono per distinguersi dal proprio fratello o sorella. Cameretta per gemelli: letti uguali in tutto e per tutto Se invece si temono rivalità tra i gemelli conviene optare per letti perfettamente identici, non ci saranno invidie o gelosie. Eventualmente ognuno potrà aggiungere qualche piccolo tocco per rendere la sua porzione di stanza più personale. Gemelli che amano vestirsi uguali ameranno anche l'idea di realizzare un match perfetto non solo per l'arredamento ma anche per quanto riguarda la biancheria della cameretta. Scegliere lenzuola, coperte e cuscini uguali in tutto e per tutto unirà ancora di più i due gemelli.
Cucina: idee e consigli per organizzare i cassetti
Visite ricevute
21911
Immagini dell'articolo
10
L'organizzazione dei cassetti della cucina è importante per mantenere una buona funzionalità e rendere fluidi i movimenti quando si sta ai fornelli. Ci sono maniaci dell'ordine che possono vantare cassetti impeccabili, ma anche chi ha l'abitudine di infilare tutto dentro alla rinfusa, dicendosi che prima o poi dovrebbe metterlo in ordine, rischiando di perdere molto tempo a cercare quello di cui ha bisogno per realizzare una particolare preparazione. Innegabile che un cassetto perfettamente organizzato sia più pratico ed una volta fatto lo sforzo per trovare il posto giusto per ogni cosa è più facile mantenerlo. È un'attività che richiede un po' di tempo ma che se ben fatta darà grande soddisfazione. I cassetti delle cucine moderne sono ampi e si estraggono completamente permettendo di conservare al loro interno davvero di tutto, dalle spezie fino alle pentole. Ci sono cassetti con altezze differenti proprio per poter inserire stoviglie di diverse dimensioni.  Per aiutarsi nell'organizzare l'interno dei cassetti della cucina si possono seguire diverse strategie. Si possono utilizzare contenitori, divisori ed altre soluzioni appositamente studiate per questo scopo. La difficoltà è trovare l'incastro perfetto che consente di sfruttare ogni centimetro riuscendo a collocare ogni cosa. Quando si procede alla sistemazione dell'interno di mobili molto sfruttati come i cassetti della cucina il primo step da cui partire è un'importante operazione di decluttering. Questo comporta il dover tirare fuori ed analizzare tutto quello che si trova all'interno dei mobili per avere un'idea chiara della quantità di roba accumulata nel tempo. Per eseguire un buon lavoro vanno eliminati senza pensarci troppo tutti quegli oggetti che non si utilizzano mai e quelli in cattivo stato, troppo vecchi o rotti per essere usati. Successivamente si potrà procedere a mettere in ordine ciò che rimane. Le strategie più efficaci per organizzare i diversi elementi all'interno di un cassetto della cucina sono: in base alla tipologia; in base alla dimensione, in particolare l'altezza. Occorre quindi procedere con meticolosità e precisione, un'attività che ha anche un lato divertente e rasserenante. Avere dei cassetti ordinati produce infatti una profonda sensazione di pace, emozione che si respirerà ogni volta che si apre il cassetto. Soluzioni miste in base alla funzione Assegnare ad ogni cassetto una funzione consenti di ottenere la massima praticità in cucina. Un cassetto posto in prossimità dei fornelli, ad esempio, può essere utilizzato per riporre all'interno spezie, condimenti, alimenti usati spesso ma anche accessori come strofinacci, sottopentole o contenitori.  Utilizzando dei contenitori adeguati al contenuto e comodi divisori, pur essendoci elementi differenti per tipologia, l'organizzazione del cassetto risulterà perfetta. Utili separé in plastica Per creare pratici scomparti interni al cassetto sono molto utili dei separè in plastica, resistenti ed economici ma anche facili da pulire. Si possono trovare facilmente in negozi di casalinghi oppure possono essere degli accessori opzionali venduti insieme alla cucina e quindi realizzati su misura per il cassetto.  Questi separè in plastica sono una soluzione flessibile per organizzare i cassetti della cucina poichè si possono posizionare a seconda delle proprie necessità e dunque in funzione delle dimensioni degli elementi inseriti all'interno. Ci sono separè in plastica pensati per una funzione molto specifica: divisori in plastica ideali per mettere in ordine diverse tipologie di piatti e stoviglie in un cassetto; divisori in plastica da utilizzare per distanziare bottiglie e vasetti in vetro in un cassetto; divisori in plastica dedicati all'organizzare di pentole, padelle e coperchi in un cassetto grande; divisori o vassoi in plastica da utilizzare per mettere in ordine le posate nei cassetti più piccoli. Questi prodotti generalmente sono realizzati in misure standard, in modo che possano essere utilizzati in qualsiasi cucina. Prima di acquistarli bisogna in ogni caso misurare il proprio cassetto e controllare che gli accessori siano dimensionalmente compatibili. Comodi divisori in legno Un'alternativa ai divisori in plastica per organizzare i cassetti della cucina è costituita da cassette e contenitori in legno o in bambù. Sono una soluzione esteticamente più raffinata, perfetta per chi non vuole rinunciare ad avere elementi di qualità e belli da vedere anche all'interno dei cassetti. Si tratta inoltre di una una scelta ecologica e sostenibile. Per un effetto da veri professional organizer è preferibile optare per dei kit completi che includono tutto il necessario per realizzare un'organizzazione impeccabile dei cassetti della cucina, con diversi divisori differenziati a seconda dell'utilizzo. Altrimenti per mantenere una buona omogeneità bisognerà reperire divisori simili tra di loro per materiale e finitura. Anche l'occhio vuole la sua parte. Praticità in base alle altezze Le cucine solitamente sono provviste di cassetti di diverse altezze. Questo consente di poter organizzare il contenuto in funzione dello sviluppo verticale di ogni singolo oggetto. Le pentole e le ciotole più grandi andranno collocate quindi nei cassettoni posti solitamente nella parte più bassa della cucina. Stoviglie più piccole come piccole ciotole, piattini e posate oppure strofinacci e tovaglie andranno posizionati invece più in alto in modo che siano più facilmente accessibili durante l'utilizzo quotidiano. Si va a creare quindi una sorta di gerarchia delle altezze. Funzionali soluzioni regolabili in metallo Un'altra tipologia di divisori di cui servirsi per organizzare i cassetti in cucina sono quelli regolabili realizzati in metallo. Si adattano alle misure del cassetto in profondità ed in larghezza e sono dotati di alette mobili che, una volta spostate nella posizione necessaria e fissate, rimangono al loro posto mantenendo in ordine il cassetto. Sono perfetti per organizzare quei cassetti in cui si inseriscono oggetti molto diversi tra loro e con misure differenti quali: rotoli di pellicola, alluminio e carta da forno; attrezzature per la pasticceria come formine per biscotti, stampi, spatole, ecc.; attrezzi particolari per la cucina come schiacciapatate, schiaccia aglio, stampi per ravioli, ecc; cavatappi; apriscatole; grattugie. Capienti cesti in vimini Le cucine più sofisticate possono essere dotate di sistemi speciali per quanto riguarda l'organizzazione interna, pensando veramente a tutte le necessità. Attraverso l'integrazione di capienti ceste in vimini nei cassetti si ha la possibilità di conservare in maniera perfetta alimenti freschi come il pane oppure patate, cipolle e aglio che devono essere ben protetti dalla luce solare ma hanno bisogno di respirare.  Questa soluzione è ideale soprattutto per cucine in stile shabby chic o country, dove la presenza di materiali naturali come il vimini aggiunge calore e fascino donando maggiore autenticità alla cucina.
Cose da fare per aprire la piscina
Visite ricevute
21720
Immagini dell'articolo
10
Quando è in arrivo la bella stagione e le temperature primaverili riscaldano piacevolmente le giornate, si deve iniziare inevitabilmente a stilare una lista di tutto ciò che deve essere effettuato per riportare a nuova vita gli spazi esterni di casa. In modo particolare, quando si deve riaprire una piscina, dopo il lungo periodo invernale, è necessario avere un piano d’azione sequenziale e programmato su come gestirla, tenendo bene a mente le corrette operazioni da effettuare, per non incappare in interventi di riparazione consistenti per una male organizzazione del lavoro. La procedura per preparare la piscina richiede le seguenti fasi operative: rimozione e lavaggio della copertura; pulizia di fondo e pareti; igienizzazione dell’impianto di filtraggio; purificazione dell’acqua tramite clorazione; controllo e stabilizzazione del ph. Il momento più giusto per eseguire la manutenzione della piscina e che si ripete necessariamente ogni anno, ha tempistiche diverse in base al luogo e all’altitudine a cui si trova la piscina. Sarebbe comunque bene intraprendere i lavori di pulizia e riattivazione già nel mese di aprile, se le condizioni climatiche lo consentono, per evitare di dover faticare nella rimozione di una gran quantità di microrganismi, alghe e funghi, che con l’aumento delle temperature outdoor proliferano maggiormente sia sul fondo che sulle pareti della piscina stessa. Piscina: rimuovere e ritirare la copertura Se la piscina è stata giustamente rivestita e riparata con un telo apposito rinforzato e a prova delle temperature invernali, sarà molto semplice rimuovere e ritirare la copertura in primavera e riporla con le dovute accortezze per poterla poi riutilizzare alla fine della stagione balneare. È inevitabile che sulla sua superficie si sia formata e raccolta della sporcizia, nonché dei ristagni di acqua piovana. Per evitare che durante la rimozione della copertura della piscina qualche elemento cada nella piscina stessa la procedura prevede: una prima raccolta per l’eliminazione di residui, con spazzole apposite a setola morbida; la rimozione del telo e la sua igienizzazione approfondita su entrambi i lati con acqua, sapone detergente neutro e panni non abrasivi; una risciacquata accurata, anche per mezzo del getto soft di un’idropulitrice, che elimini la schiuma in eccesso; un’asciugatura perfetta sotto il sole per evitare che polvere o insetti vi si attacchino sopra e la sporchino nuovamente. Al termine di queste operazioni sarà possibile ripiegare la copertura e riporla nell’apposita sacca contenitiva per tutto il tempo necessario. Piscina: igienizzare fondo e pareti Lo step successivo per rimettere in moto una piscina riguarda le azioni per pulizia del fondo e delle pareti. Questa fase è particolarmente importante e deve essere compiuta in maniera minuziosa e puntuale per lasciare completamente linda ogni porzione prima di reintegrare con acqua pulita la vasca intera. Infatti un completo ricambio dell’acqua con una pompa a immersione non è sempre necessario e nella maggior parte dei casi è sufficiente svuotare solo la metà della piscina. L’incrostazione accumulatasi durante l’inverno può essere più o meno corposa a seconda dell’azione portata a buon fine dal liquido antibatterico e antialghe depositato in autunno. In ogni caso un minimo di residuo sarà inevitabile trovarlo e pertanto risulterà indispensabile effettuare una pulizia con cura. Per una pulizia del fondo e delle pareti della piscina occorre utilizzare: ad un aspiratore elettrico, con tubo snodato per arrivare a pulire anche i punti più difficili; ad una spazzola di diverse dimensioni intercambiabili, con la duplice funzione di rimuovere quella patina verdognola superficiale su fondo e pareti, con conseguente aspirazione; ad un pulitore manuale, sicuramente più economico ma che richiede necessariamente più forza e tempo. Piscina: eseguire la clorazione Risulta indispensabile ad ogni inizio stagione, la clorazione d’urto per eliminare e ossidare le sostanze presenti nell’acqua stessa che la contaminano, con un suo successivo ed eventuale ricambio parziale, specialmente se una volta scoperta la piscina ci si accorge che l’acqua è particolarmente sporca e melmosa, a causa di: batteri e funghi presenti nell’acqua; sporco introdotto dal vento; ristagno dell’acqua piovana; bassa presenza di calcio e magnesio. L’iter per eseguire la clorazione della piscina prevede: l’impiego di una quantità di cloro pari a 15 - 20 g/mc diluita e versata uniformemente sulla superficie della piscina; un’azione attiva di almeno 10-12 ore perché se ne vedano gli effetti e con impianto di filtrazione acceso; una ripetizione quindicinale se l’acqua rimane verdognola, conseguenza della proliferazione di batteri ed elementi organici che persistono. Eseguiti questi passaggi si deve analizzare il livello di cloro residuo che dopo un corretto trattamento deve essere rientrato e compreso tra 0,7-1,5 ppm. Se la trasparenza non è ancora perfetta, a causa di alcune micro particelle ancora presenti, sarà necessario attivarsi con un’operazione di flocculazione, in pastiglie o in liquido, che addensa gli inquinanti che vengono poi catturati e trattenuti dal sistema di filtraggio. Piscina: pulire l’impianto di filtraggio Il sistema di filtrazione di una piscina è formato solitamente da uno o più pre-filtri, cestello e un’elettropompa, con lo scopo di aspirare l’acqua, ripulirla dalle impurità e reintrodurla nella vasca trattenendo lo sporco. Dopo le operazioni sopra descritte per preparare la piscina per la primavera ed estate, occorre pertanto pulire l’impianto di filtraggio in modo scrupoloso poiché ha aiutato nelle procedure di igienizzazione della struttura e dell’acqua della vasca contenitore, intrappolando detriti e sporcizia. Nel dettaglio si dovrà: disattivare la pompa di filtrazione; chiudere le valvole di aspirazione; estrarre il cestello dal vano di contenimento; sciacquarlo e detergerlo con cura; riposizionarlo nel suo vano apposito; aprire nuovamente le valvole; attivare la pompa. In questo modo l’acqua della piscina sarà sempre perfetta e tersa, pronta per essere utilizzata al meglio. Piscina: controllare ph dell’acqua Ultimo passaggio ma non meno importante rispetto agli altri, è il controllo del ph dell’acqua che deve essere compreso tra 7,2 e 7,6 affinché l’azione del cloro possa essere massima in ogni momento e in modo che la piscina possa dirsi davvero pronta per essere utilizzata. I fattori che tendono a far innalzare questo livello sono molteplici e differenti, ma sostanzialmente riguardano: il clima eccessivamente umido e caldo una temperatura dell’acqua troppo elevata; l’uso di alcuni prodotti poco adatti la pioggia e il vento. Se il valore del ph supera l’8,2 è necessario attivarsi per abbassarlo con l’impiego di sostanze come l’acido solforico o il bisolfato di sodio che acidificano l’acqua con il beneficio di evitare la formazione di cloruri. I tempi di filtrazione dovranno essere più frequenti sino al ristabilimento del ph stesso e i filtri, in questo frangente, dovranno essere igienizzati con maggiore sistematicità.
8 splendide idee per inserire i tappeti nella camera da letto
Visite ricevute
22863
Immagini dell'articolo
10
Inserire un tappeto in camera da letto è sempre una buona idea. Sono un complemento con cui dare un aspetto veramente accogliente alla stanza, perfetti per aggiungere una nota di colore o arricchire l'insieme con dei pattern ricercati. Un tappeto è un bellissimo elemento su cui puntare per dare alla propria stanza un tocco decorativo personale. Si possono collocare in prossimità del letto, per non rinunciare alla piacevole sensazione di scendere dal letto e poggiare i piedi sulla superficie morbida di un tappeto, oppure si possono utilizzare semplicemente a scopo decorativo per enfatizzare una piccola area relax o lettura all’interno della zona notte. Le opzioni tra cui scegliere per quanto riguarda i tappeti per camera da letto sono moltissime. Ci si può orientare in base a delle caratteristiche come ad esempio lo stile, le dimensioni oppure il tipo di forma dei tappeti, da valutare in base alle qualità estetiche che si vogliono dare alla stanza e sempre in funzione delle sue peculiarità. Questo aiuterà ad individuare più facilmente il tappeto giusto per l'ambiente da arredare.  Tappeto asimmetrico in materiali naturali in camera da letto Si possono trovare tappeti di tutte le forge e materiali da inserire in camera da letto. Tra le proposte più originali spiccano i tappeti di forma irregolare che presentano delle insolite asimmetrie da utilizzare per una camera eclettica e fuori dagli schemi, adatta soprattutto a delle persone giovani che amano osare. Per quanto riguarda il tessuto si possono trovare diverse proposte valide per la camera da letto, quali:  tappeti in cotone; tappeti in fibre naturali; tappeti in poliestere; tappeti in fibre sintetiche; tappeti in lana; tappeti effetto pelliccia. Optando per tappeti asimmetrici in materiali naturali come fibre di canapa grezza, juta o cocco dall'aspetto particolarmente suggestivo si raggiungerà facilmente l'obiettivo di arredare la propria camera da letto con uno stile naturale e contemporaneo. Quelli in materiali naturali sono tappeti particolarmente duraturi e di facile pulizia e manutenzione per cui mantenerli in perfetto stato non richiederà troppa fatica.  Tappeto grande su tutto il pavimento della camera da letto Un altro criterio in base al quale si può scegliere il tappeto per la camera da letto è la dimensione. Una stanza ampia e spaziosa si presta bene all'inserimento di un tappeto grande, anche se questo va ad occupare gran parte o la totalità del pavimento. Per un effetto armonioso, indipendentemente da dove sarà posizionato il tappeto, occorre non coprire completamente il pavimento ma di lasciare un bordo scoperto, come a creare una sorta di cornice evitando così l'effetto moquette. Controllare sempre che le misure del tappeto che si vuole inserire in camera da letto siano adeguate a quelle della stanza consente di non effettuare errori negli acquisti. Sembra banale, ma spesso le dimensioni prese ad occhio possono ingannare. Se posto sotto al letto, un bel tappeto di grandi dimensioni sottolinea questo come il punto focale della stanza. In alternativa, il tappeto può essere posizionato in una zona vuota della stanza per creare una confortevole area relax, da completare aggiungendo una comoda ed invitante seduta o un pouf. Il tappeto aiuterà a definire i confini tra le due zone che risulteranno distinte in base alla funzione. Tappeto scendi letto XXL in camera da letto Un tempo i tappeti scendiletto erano un elemento imprescindibile nell'arredamento della camera da letto. Due tappeti identici da posizionare ai due lati del letto matrimoniale, che potevano essere completati da un terzo tappeto posto in corrispondenza della pediera a formare un set indissolubile. Oggi si tende invece ad arredare con maggiore libertà e l'idea del tappeto scendiletto appare superata se non ripensata in una chiave più informale. L'idea di utilizzare un tappeto in formato extralarge da posizionare sotto la struttura del letto ad esempio dona modernità alla stanza oltre alla praticità di avere un caldo appoggio per i piedi quando ci si alza dal letto. Tappeto tondo con colori neutri in camera da letto Utilizzare dei tappeti rotondi con colori neutri in camera da letto è un modo per decorare la stanza secondo le tendenze contemporanee. Sono un accessorio perfetto per una stanza in stile nordico, dove si inseriscono facilmente grazie alla loro sobrietà ma anche per ambienti dallo stile essenziale e minimalista grazie alla forma geometrica pura. I tappeti tondi si addicono bene sia a stanze per adulti sia alle camerette di bambini o ragazzi, dove apportano un tocco brioso e fresco. Tappeto decorativo: piccolo a pelo lungo in camera da letto I tappeti effetto pelliccia emanano una sensazione di calore che li rende davvero irresistibili per chi vuole creare un arredamento ispirato allo stile scandinavo o alle case di montagna più chic.  Piccoli tappeti a pelo lungo, solitamente bianchi o in colori neutri, si possono posizionare liberamente per decorare la camera da letto, con l'obiettivo di aggiungere una texture che aiuta a creare una piacevole atmosfera cocooning. Tappeto rettangolare: morbido e luminoso in camera da letto I tappeti di forma rettangolare sono un classico per l'arredamento di camere da letto matrimoniali, ma sempre attuale ed efficace.  Se si sceglie un morbido tappeto rettangolare in un colore chiaro e luminoso per completare lo styling della camera da letto questa apparirà più ariosa, soprattutto se riceve poca luminosità naturale e se è una stanza di piccole dimensioni aiuta ad ampliare visivamente la superficie. Inoltre, questa soluzione non crea difficoltà nel trovare abbinamenti, sia con l'arredamento che con i tessili ed i complementi. Tappeto mix &match di dimensioni e forme in camera da letto Giocare con la sovrapposizione di più tappeti consente di creare un effetto articolato e dinamico. Si possono accostare tra loro tappeti che differiscono per la forma e la dimensione, scegliendo tra:  tappeti rettangolari; tappeti rotondi; tappeti ovali; tappeti quadrati; tappeti asimmetrici. Combinando tappeti di forme e misure differenti si produrrà un effetto mix&match che dona alla camera da letto un'aspetto accogliente e di tendenza. Ci si può permettere di fare questo genere di composizione se la stanza nel complesso ha un arredamento piuttosto semplice, altrimenti l'atmosfera potrebbe risultare opprimente. Tappeto minimalista e monocromo in camera da letto Le opzioni per quanto riguarda lo stile dei tappeti da inserire in camera da letto sono molte, in modo da accontentare ogni gusto in fatto di interior design.  Si possono facilmente trovare nei negozi di arredamento e home decor: tappeti in stile etnico; tappeti in stile etnico; tappeti minimalisti; tappeti monocromatici; tappeti colorati; tappeti moderni con decori geometrici; tappeti con motivi floreali. Chi non ama utilizzare accessori stravaganti potrà puntare, ad esempio, su un tappeto minimalista e monocromo per arredare la propria camera da letto coniugando semplicità ed eleganza. Si può ricorrere a questa soluzione quando si vuole dare leggerezza ad una stanza piccola, restando fedeli alla filosofia del less is more.
Impianto di irrigazione interrato: cosa c’è da sapere
Visite ricevute
21204
Immagini dell'articolo
10
Innaffiare il prato del giardino di casa può essere un compito impegnativo. Per questo automatizzare l'irrigazione installando un impianto automatizzato è sicuramente un'opzione da valutare per una cura del prato efficace e senza stress. Installare un impianto di irrigazione interrato consente di poter dosare al meglio le quantità d'acqua così come effettuare una distribuzione equamente ripartita nelle diverse aree, oltre alla comodità data dal poter programmare le irrigazioni nei periodi in cui ci si assenta da casa.  L'impianto di irrigazione interrato è molto pratico. Non ci sono tubi a vista e se si utilizzano irrigatori a scomparsa l'effetto è molto discreto. Si tratta di impianti piuttosto semplici, che si possono progettare e realizzare in autonomia ricorrendo al fai da te. Basterà avere una buona manualità e seguire delle linee guida per ottenere un impianto ben fatto. Quando si progetta l'impianto di irrigazione interrato è utile creare uno schema partendo dalla superficie complessiva da irrigare e segnando il punto da cui può partire l'impianto, dove sarà installata la centralina. Sullo stesso schema vanno poi riportati gli irrigatori da utilizzare distribuendoli tenendo in considerazione il raggio che sono in grado di coprire e cercando di realizzare un percorso lineare. Il criterio da seguire è quello di coprire interamente l'area da innaffiare, partendo dalla distribuzione degli irrigatori lungo il perimetro, per poi aggiungere altri irrigatori nelle zone centrali. La posizione degli irrigatori deve essere assegnata in modo che il getto di uno si sovrapponga leggermente a quello adiacente. Nella progettazione dell'impianto di irrigazione interrato per giardino è fondamentale quindi stabilire correttamente posizione irrigatori considerando le caratteristiche: irrigatori da 90° da posizionare negli angoli; irrigatori da 180° lungo il perimetro; irrigatori da 360° nelle aree centrali. Se lo schema è stato ben realizzato il passaggio dalla progettazione alla realizzazione procederà in modo spedito ed in poco tempo si potrà beneficiare di un impianto di irrigazione interrato nel proprio giardino. In alternativa, si può contattare una ditta specializzata in giardinaggio che predisporrà l'impianto in maniera professionale.  Impianto di irrigazione interrato: pro e contro Prima di installare un impianto di irrigazione interrato per innaffiare il prato in giardino è giusto valutare i pro ed i contro di questa soluzione in modo da agire con consapevolezza.  Alcuni dei vantaggi dell'installazione di un impianto di irrigazione interrato sono: consumo idrico ridotto; gestione semplificata; possibilità di programmare le irrigazioni impostando tempi, aree e durata delle irrigazioni; possibilità di assentarsi da casa per dei periodi senza preoccuparsi dell'irrigazione; è una soluzione poco invasiva e silenziosa; migliora la qualità del prato; aumenta il valore dell'immobile. I vantaggi che l'installazione di impianto di irrigazione interrato apporta al giardino sono quindi molti. Riguardo ad alcuni degli svantaggi dell'impianto di irrigazione interrato possiamo individuare: richiede un'installazione a regola d'arte; possibili rischi derivanti da gelate; necessità di effettuare uno scavo per l'installazione interrata. Nonostante in via teorica i pro superino ampiamente i contro, per ogni caso bisogna fare una valutazione specifica. Impianto di irrigazione interrato: componenti essenziali Per poter realizzare un impianto di irrigazione interrato senza problemi è utile conoscere tutte le componenti necessarie, in modo da potersi procurare tutto l'occorrente. Ogni impianto di irrigazione interrato è composto da: centralina o programmatore; elettrovalvole; sensore di pioggia; irrigatori interrati, di tipo pop-up (o statici), a turbina (o dinamici); tubi in polietilene o in PVC da interrare; raccordi; valvole di drenaggio. Mentre la centralina sarà sempre una indipendentemente dalle dimensioni del prato, la quantità di elementi necessari alla realizzazione dell'impianto di irrigazione interrato varia in base all'area da coprire. Bisogna quindi calcolare la lunghezza dei tubi necessaria ed il numero di elettrovalvole, irrigatori, raccordi e valvole di drenaggio. Impianto di irrigazione interrato: tracce e dispositivi Per la realizzazione il proprio impianto di irrigazione interrata il primo passaggio è la creazione di tracce che costituiscono i percorsi delle tubazioni. Questi partono dal punto in cui sono inserite le elettrovalvole, inserite in un pozzetto per proteggerle, per arrivare ai diversi irrigatori.  Si potrà procedere quindi ad interrare i tubi inserendo i raccordi nei punti di snodo ed all'installazione dei diversi dispositivi. La centralina attraverso cui attivare l'impianto potrà essere collocata all'interna o all'esterno a seconda del modello. Per quanto riguarda gli irrigatori, si possono utilizzare a seconda delle esigenze: irrigatori pop-up (o statici), validi per piccole superfici; irrigatori a turbina (o dinamici), ideali per superfici molto estese ed uso professionale. È possibile realizzare un impianto misto, a seconda dell'ampiezza delle zone da irrigare. Impianto di irrigazione interrato: manutenzione e pulizia In generale l'impianto di irrigazione non richiede molti interventi di manutenzione. Nelle zone più fredde durante l'inverno l'impianto di irrigazione interrato può essere messo a riposo. Possibili gelate infatti potrebbero danneggiare i tubi pieni d'acqua. Sarà quindi necessario svuotare i tubi chiudendo le valvole ed avviando l'impianto fino ad eliminare l'acqua presente all'interno.  Anche le elettrovalvole vanno protette con del materiale isolante mentre le centraline si possono disattivare staccando l'alimentazione e le batterie. All'inizio della primavera l'impianto potrà essere riattivato dopo aver controllato che ogni elemento sia in perfette condizioni, altrimenti bisognerà sostituirlo. La pulizia degli irrigatori va eseguita invece con cadenza annuale. Questa operazione consentirà di mantenere efficiente l'impianto di irrigazione interrata. Nel tempo si possono accumulare infatti depositi di calcare che possono ostruire gli ugelli oltre a fango ed altri detriti. Semplicemente basterà smontare gli irrigatori e sciacquarli sotto l'acqua corrente. Se il calcare non viene rimosso allora si potrà sciogliere mettendo gli irrigatori in un contenitore con dell'aceto e lasciare agire per qualche ora, risciacquare e rimontare il tutto. Impianto di irrigazione interrato: costi di installazione I costi per l'installazione di un impianto di irrigazione interrato per il prato del giardino sono influenzati dalle dimensioni del giardino, ma in misura minore rispetto a quanto si potrebbe pensare. L'elemento con il prezzo più elevato è infatti la centralina. In maniera approssimativa, il costo delle centraline per un impianto di irrigazione interrato è compreso tra 70 € e 250 €.  La spesa da sostenere per l'acquisto delle altre componenti è invece meno rilevante per giardini di tipo residenziale non particolarmente estesi, si tratta infatti di un costo medio di circa 3 €/mq.  Si possono trovare in commercio dei pratici kit contenenti tutti i componenti necessari, questo renderà l'acquisto più semplice e soprattutto offre la certezza di avere prodotti compatibili tra di loro. Inoltre, se si esegue il lavoro autonomamente non ci sono costi di manodopera che sarebbero compresi tra 300 € e 500 €.
Rinnovare il patio: idee per un outdoor di stile
Visite ricevute
20828
Immagini dell'articolo
10
Rinnovare il patio con l’arrivo della bella stagione è una prassi consolidata per poter trascorrere il tempo libero negli spazi esterni di casa aperti e ben organizzati. Le idee per un outdoor di stile sono tante e tutte adatte e confortevoli per assaporare il calore del sole e dedicare a sé stessi qualche momento di meritato relax. Molteplici sono gli approcci verso un relooking dedicato ad un’area provvisoria e che viene effettivamente sfruttata e vissuta in modo minore rispetto agli ambienti interni di casa, ma che necessita comunque di interventi per ottenere un patio di tendenza e design, ad esempio attraverso: l’investimento di un budget minimalista, aggiungendo al proprio patio dei complementi essenziali, dedicandosi alla scelta dei necessari accessori e optional, magari tessili, che risultano belli visivamente e che a livello pratico creano benefici e vantaggi in un punto ristoro efficiente con semplici sedute e tavoli; l’inserimento di elementi più corposi: una pavimentazione nuova, una copertura funzionale e trendy, una fonte di calore freestanding chic e di design, da poter anche rimuovere e riutilizzare in altra sede, una cucina outdoor per creare un vero living fuori porta nella propria casa o illuminazioni e giochi d’acqua davvero scenografici; la realizzazione di una progettazione completa e integrale, per gli amanti dell’estetica pura, attraverso l’utilizzo di qualsiasi arredo e particolare aggiuntivo per giungere ad una conclusione perfetta di un rinnovamento esauriente e totale.  Rinnovare il patio con arredo morbido e confortevole  Un metodo efficace, immediato e poco dispendioso è quello di utilizzare degli arredi appartenenti alla categoria del morbido e del confortevole per rinnovare il patio di casa. Impiegare grandi cuscini e parti imbottite per sedie e divanetti aiuta sicuramente ad aumentare il comfort di una zona esterna e di renderla giocosa e allegra con tessili dai colori cangianti o maggiormente seria ed elegante con texture monocrome e con abbinamenti di palette più classici. Questo approccio al restyling è uno tra i più veloci da effettuare e si rende molto utile allo scopo, se da una stagione all’altra si ha voglia di cambiare il look ad uno spazio outdoor che vuole stare al passo con stili e tendenze sempre in evoluzione. Rinnovare il patio con una pergola Molto spesso il problema di gestire e vivere al massimo un patio di casa è quello di trovare una perfetta copertura che possa aiutare sia con il mal tempo improvviso che con il troppo sole. Tra le tante opzioni relative ad un sistema di copertura, la pergola è quella che si addice meglio alla metratura e alla concezione di spazio esterno che sti sta analizzando.  In legno, in metallo o in materiali plastici, diventa un elemento indispensabile per racchiudere visivamente e dall’alto un’area che diventerà maggiormente protetta e accogliente: per chi ne possiede una, rinnovare significa applicare una mano di vernice, colorata o trasparente, per rinvigorire la parte superficiale o semplicemente igienizzare a fondo finiture già consolidate; per chi ne vuole installare una, rinnovare significa invece pensare ad un mini progetto ad hoc per realizzare qualcosa di pratico ed esteticamente perfetto, con forme semplici senza esagerare; in entrambi i casi è possibile arricchire con tende orizzontali scorrevoli, con teli verticali o ancora con della vegetazione rampicante, a seconda del gusto personale e soggettivo dei padroni di casa. Ciascuna scelta saprà caratterizzare e personalizzare il patio per renderlo davvero un luogo ospitale e caloroso. Rinnovare il patio con un pavimento in legno Altra tecnica per rinnovare il patio di casa è quella di sostituire o rivestire un piano di calpestio esistente con un pavimento in legno. Bello a livello estetico, con colori e venature naturali e con quel calore innato e tipico di un materiale vivo, una pavimentazione realizzata con un parquet per esterni non potrà che essere una carta vincente per effettuare un makeover inappuntabile e d’eccezione. Come sempre l’attenzione si indirizza sulla manutenzione ordinaria e straordinaria di un prodotto che a tutti sembra eccessivamente delicato per un esterno. In verità con qualche minima accortezza non sarà assolutamente difficile conservare in ottimo stato un pavimento in legno e che prevede: la scelta di un’essenza oltremodo resistente e una posa semplice senza eccessive fughe; l’uso di vernici apposite per trattarlo superficialmente nel modo corretto; una pulizia costante e sistematica con igienizzazione più approfondita prima del periodo invernale e all’arrivo di quello primaverile (anche con idropulitrici a getto di vapore e acqua). Rinnovare il patio inserendo una cucina outdoor A livello di accessori importanti e che possano davvero completare un progetto di rinnovo in un patio, non si può non parlare dell’inserimento di una cucina outdoor per ottenere un living esterno a tutti gli effetti. Per chi possiede la metratura necessaria, con predisposizione per attacchi e scarichi, e ama preparare pranzi e cenette per amici e familiari, organizzare una porzione di area per fornelli e utili elettrodomestici, non potrà che aumentare il valore di una zona outdoor, rendendola un’appendice di casa da sfruttare appieno. Anche in questo caso i metodi da vagliare sono tanti, e vanno dall’inserimento di mini barbecue attrezzati e lavelli freestanding a vere e proprie zone cottura in sequenza e con i migliori elettrodomestici del settore. Valutare di volta in volta le necessità di ciascun caso aiuterà i progettisti a consigliare su quale strada sia meglio indirizzarsi. Rinnovare il patio con un camino freestanding Un oggetto a libera installazione è un elemento versatile e molto pratico per arredare sia in che outdoor. Diventa una soluzione originale removibile e trasportabile all’occorrenza, molto pratica quando si pensa a priori di volerla riutilizzare in modi differenti e in ambienti diversi in casa. Un ulteriore opzione per rinnovare il patio non si limita ad arredi che verranno poi ritirati nel periodo più freddo dell’anno o ad accessori che potranno essere ricollocati in qualche stanza. Valutare l’inserimento di qualcosa di più importante e utile negli spazi esterni delle mezze stagioni e negli interni per tutto l’inverno è un vero approccio per ammodernare un patio con idee innovative e trendy. Un camino freestanding è ciò calza a pennello in questa circostanza: una fonte di calore alimentata con liquido a bioetanolo, ecologico, pulito, inodore e biodegradabile. Una soluzione funzionale ed esteticamente accattivante per una zona esterna di tendenza da godere in ogni momento disponibile e che con spirito di adattamento può rivelarsi un’ottimale scelta da riconvertire in un soggiorno o in un living di casa per essere davvero valorizzato in ogni tempo e luogo.
Vasca da bagno con piedini: vintage e freestanding
Visite ricevute
21783
Immagini dell'articolo
10
Le vasche da bagno con piedini in stile vintage sono un modello classico di vasca da bagno freestanding perfetto per l'arredamento di bagni di tendenza. Nei bagni in stile tradizionale la vasca con piedi a zampa di leone, conosciuta anche come clawfoot, è un dettaglio chic in perfetta sintonia con l'eleganza senza tempo di materiali e finiture, mentre in un bagno dal design contemporaneo si tratta di una scelta originale con cui dare un tocco particolare in chiave rétro. Le vasche freestanding tradizionali con piedini sono un elemento che dona un carattere lussuoso al bagno, creando un'atmosfera romantica e piena di fascino. Un modello che ha attraversato le epoche, rimanendo ancora oggi attuale, proposta in diverse forme e colori, ma sempre con gli inconfondibili piedini decorativi che riproducono le zampe di un leone. Un dettaglio ornamentale di forte impatto che rendono questa tipologia di vasca da bagno vintage davvero unica. Adattate all'uso contemporaneo, le vasche da bagno con piedini che ancora oggi si possono acquistare sono ispirate a quelle che si utilizzavano nelle case in stile vittoriano. Una soluzione ideale per chi vuole assaporare il relax di un bagno caldo in un'atmosfera d'epoca molto ricercata. Gli elementi distintivi di una vasca con piedini in stile vintage sono: le linee arrotondate, eleganti e raffinate; occupa poco spazio; è una vasca freestanding; la comodità nell'utilizzo; è ideale per un bagno lussuoso; presenta piedini in stile a forma di zampe animali. Vasca da bagno con piedini: forma freestanding unica Essendo pensata per l'installazione freestanding, una vasca da bagno classica con piedini si può collocare liberamente all'interno di uno spazio, anche a centro stanza, purché sia possibile effettuare la predisposizione degli impianti. A tutti gli effetti si può considerare quindi come un elemento d'arredo. Considerate le sue particolari caratteristiche inoltre non è necessaria l'installazione ad incasso per cui il processo risulta semplificato. Essendo elementi che spesso conquistano una posizione centrale, le forme sinuose che caratterizzano le vasche vintage con piedini ed i dettagli decorativi che le impreziosiscono possono essere apprezzati da diverse prospettive. Un altro elemento peculiare delle vasche freestanding tradizionali con piedini sono i bordi della vasca sagomati ed arrotondati mentre la tipica forma ovale può presentare delle asimmetrie che aggiungono fascino.  Materiali differenti per una vasca da bagno con piedini Il materiale tipico delle vasche da bagno con piedi a zampa di leone è la ghisa. La vasca viene smaltata di bianco nella parte interna per dare maggiore confort ed igiene, mentre il corpo della vasca può avere una finitura differente per l'esterno. I piedini invece solitamente sono impreziositi da finiture come cromo, ottone o oro. Non mancano versioni in cui la vasca con piedini in stile vintage è totalmente monocromatica. Le versioni contemporanee di vasche da bagno con piedini in stile vintage sono realizzate più raramente in metallo smaltato mentre sono utilizzati materiali più performanti e talvolta innovativi. Oggi si possono trovare quindi: vasche con piedini in ceramica; vasche con piedini in resina; vasche con piedini in acrilico; vasche con piedini in crystaltech. Questo cambiamento consente di ottenere vasche da bagno resistenti e durature ma con un peso relativamente alleggerito rispetto a quello delle vasche in ghisa, difficili da trasportare soprattutto in presenza di scale proprio per questa ragione. Abbinare una rubinetteria contemporanea dal sapore retrò Per ottenere un effetto armonioso anche la rubinetteria da affiancare ad una vasca da bagno con piedini vintage deve avere lo stesso spirito. Molte aziende specializzate nella produzione di rubinetti hanno in catalogo prodotti che si caratterizzano per uno stile marcatamente d'altri tempi pur avendo funzionalità adatte all'utilizzo contemporaneo. La rubinetteria contemporanea dal sapore rétro da abbinare a vasche da bagno con piedi a zampa di leone si caratterizza per: forme sinuose; manopole vintage a stella; doccetta vintage; finiture con effetto anticato; dettagli in ceramica. Per comodità di installazione ed utilizzo, la vasca freestanding con piedini viene abbinata a rubinetteria da pavimento che concorda perfettamente nello stile con il sapore vintage tipico delle vasche da bagno con piedi a zampa di leone. Si tratta di miscelatori con rubinetto e doccetta che possono essere installati accanto alla vasca ad una distanza e ad un'altezza idonee a consentire il riempimento della vasca. Se la vasca con piedini viene collocata in prossimità di una parete si potrà optare per l'installazione di rubinetteria da muro dal sapore rétro, sempre valutando la posizione in modo da offrire il giusto comfort. Vasca da bagno vintage con piedini: dove collocarla Considerata la sua estetica particolare, la vasca da bagno classica con piedini predilige una posizione di spicco. Se si dispone di uno spazio sufficiente, per valorizzare al massimo questo genere di vasca vintage per installazione freeestanding, si potrà scegliere una posizione che le permetta di emergere con tutti i suoi dettagli. Ad esempio è possibile realizzare un basamento su misura per darle maggiore risalto. Anche l'ambiente in cui è inserita risulterà caratterizzato inconfondibilmente. Posizionare la vasca da bagno con piedini accanto ad una parete con una particolare finitura decorativa che le fa da sfondo le permette di affermarsi come elemento di punta. Un altro posizionamento ottimale è sotto una finestra, dove la luce naturale contribuirà a valorizzare ogni singolo particolare. Grazie all'effetto sospeso dato dal posizionamento rialzato su quattro zampe animali, la vasca da bagno vintage con piedini ha un ingombro ridotto ed un aspetto leggero che le permette di essere installata anche in ambienti non troppo ampi a centro stanza. Le forme uniche rendono questa tipologia di vasca da bagno classica un elemento d'arredo a tutti gli effetti. Per questo in fase di progettazione si può valutare di inserire una vasca con piedini vintage anche in ambienti meno usuali come la camera da letto, dove diventerà il punto focale della stanza. Una soluzione ideale per chi non ha paura di osare nelle scelte di arredamento per la propria casa. Vasca da bagno con piedini: costi e installazione Il costo per l'acquisto di una vasca da bagno con piedini vintage dipende soprattutto dai materiali di cui p costituita e dalle dimensioni. Si possono trovare modelli di questo genere a partire da 700 €, ma i prezzi possono salire notevolmente per l'acquisto di vasche da bagno con piedini di design che offrono livelli qualitativi elevati. Ad esempio, le vasche con piedini in ghisa attualmente sono un prodotto di nicchia ed hanno un prezzo medio di 3.000 €, costo che lievita facilmente se si scelgono finiture pregiate. Per l'installazione di vasca da bagno con piedini è necessario realizzare il collegamento all'impianto idrico-sanitario, da portare nella posizione desiderata, per cui è indispensabile rivolgersi ad un professionista per ottenere un risultato a regola d'arte.
Sei un professionista?
Inserisci la tua attività su Archisio
Registrati gratis
Vai su
Ricevi 4 preventivi
Ricevi 4 preventivi gratuiti e senza impegno
 
Ricevi 4 preventivi
Ricevi 4 preventivi gratuiti
Cerca per parole chiave
Professionisti selezionati:
Cambia filtri
INVIA
Modifica filtri
Annulla