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Tiziana Decaria

Palazzo gagliardi/de riso miglioramento sismico - Vibo Valentia (VV)

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Archisio - Tiziana Decaria - Progetto Palazzo gagliardide riso miglioramento sismico
Interventi per il restauro, il recupero, la valorizzazione e la fruizione del palazzo gagliardi-de riso di vibo valentia – Miglioramento sismico del tetto di copertura. L’idea progettuale ha come scopo la valorizzazione e la fruizione della struttura. Per la realizzazione del presente intervento di messa in sicurezza del piano sottotetto è previsto un costo complessivo di € 500.000,00 (risorse por fers 2007/2013). L’intervento si integra con il piano di settore degli “edifici storici e di pregio architettonico” previsto nel por fers 2007/2013 di cui il programma di completamento rappresenta la fase start-up nelle more dell’approvazione dello stesso, con il piano triennale per il turismo di cui alla legge regionale n. 8/2008, nonché con le azioni previste nella linea di intervento 5.2.5.1 inerente l’attivazione di forme di gestione attorno ai beni culturali. Palazzo de riso – gagliardi, uno dei palazzi di pregio presenti nella città di vibo valentia, con facciata rinascimentale, occupa un lotto di fronte al più vasto palazzo di rappresentanza della famiglia. Ha pianta rettangolare con vani organizzati attorno ad una piccola corte centrale, presenta due piani sul corso umberto e tre sul vicolo parallelo., si differenzia per il suo stile da qualsiasi altro palazzo gentilizio della città: le facciate sono trattate a fasce giustapposte di bugnato liscio continuo, raccordate con le ghiere delle bucature ad arco. Il fronte sul corso, a sette moduli, presenta un corpo centrale a tre moduli, leggermente aggettante, con portali al primo piano ricuciti da un balcone unico con balaustra. L’edificio è coronato da un cornicione aggettante sostenuto da mensole triangolari. Costruito tra il xviii-xix sec., il palazzo sorge su un suolo occupato precedentemente da baracche stabili per i venditori ambulanti delle fiere. Il progetto di giovan battista vinci richiama lo stile rinascimentale toscano, differenziandosi da qualsiasi altro palazzo gentilizio della città. Questa “palazzina”, così definita, dopo la seconda metà dell’ottocento divenne residenza principale del ramo cadetto della famiglia gagliardi, che sistemò e decorò i vari ambienti. Dal portone centrale si accede in una piccola corte che immette, tramite una porta a vetri, all’atrio dell’abitazione dove uno scalone centrale, dotato di corrimano in ferro battuto timbrato con le armi dei gagliardi partite con quelle degli amato della corrja, si sdoppia in due rampe speculari conducendo al piano nobile. Rispetto all’asse di penetrazione la pianta a terra è perfettamente simmetrica ed ai lati del vestibolo che dà accesso al corpo scala si aprono due ingressi ai locali dal piano terra. Il cortiletto, molto stretto e allungato, per la limitatezza del lotto a disposizione, è pensato in modo da dar comunque luce diretta a tutti i locali che non possono averla dai muri perimetrali. Le stanze, tutte passanti, sono collegate tra loro in un’enfasi continua che non richiede dispersivi corridoi di distribuzione. Gli interventi proposti, soluzioni progettuali, metodologie e tecnologie per la realizzazione dell’intervento e il contributo dell’operazione alla realizzazione di itinerari turistici Il presente progetto individua necessariamente gli interventi prioritari da realizzare, tenendo presente che un intervento globale (che comprenda sia il restauro, il consolidamento, nonché il ripristino delle opere di decorazione artistica e dell’arredamento) non è al momento possibile stanti le esigue somme a disposizione, ma risulta necessario iniziare intervenendo sul completamento ed il ripristino di quelle parti strutturali importanti, in modo da non aumentare o creare ulteriori deficienze che comportino l’ulteriore deteriorarsi dell’edificio, siano mirati alla conservazione dello stesso e, nel contempo, diano garanzie sulle opere da effettuare successivamente con altri interventi. In questa prima fase emerge la necessità di effettuare, compatibilmente con le somme a disposizione, interventi di restauro conservativo – consolidamento e messa in sicurezza del piano sottotetto con rifacimento della copertura per l’eliminazione delle infiltrazioni di acqua, causa del continuo deterioramento del manufatto. Il restauro, a carattere prettamente conservativo, riguarda le parti murarie (cornicioni e fasce marcapiano) ed il rifacimento del sistema raccolte acque piovane (scossaline, grondaie e canali di scolo). La copertura, come sopradetto, presenta un elevato stato di degrado e soprattutto di insicurezza dovuto al un totale abbandono della struttura e ad una continua infiltrazione di acqua piovana. Sarà eseguita la ripassatura ed il riordino dell’intera copertura eseguita mediante lo smontaggio ed il calo in basso dell’intero manto di copertura costituito da materiali quali coppi e listelli, il rinforzo ed il trattamento delle capriate lavorate all’ascia esistenti mediante ripulitura e trattamenti in loco senza rimozione delle stesse. La lavorazione sarà effettuata “a tratti” con l’ausilio di copertura temporanea leggera di sicurezza e protezione onde garantire i piani sottostanti da eventuali danni dovuti ad eventuali precipitazioni atmosferiche. Dopo la fase di trattamento e rinforzo ove necessario delle capriate esistenti, sarà realizzato il nuovo pacchetto di copertura coibentato, il tutto idoneamente ventilato e protetto da ondulina sottocoppo. A completamento viene prevista la realizzazione del cordolo perimetrale di copertura, in accordo con quanto previsto dalla circolare n° 617/ c.s. Ll.pp.del 02/02/2009. Il cordolo verrà realizzato con rinforzo in fibra di vetro intonaco e malta bicomponente ad elevata duttilità a base di calce idraulica naturale ed eco-pozzolana di colore chiaro, particolarmente indicata per il rinforzo strutturale armato di supporti in muratura del tipo planitop hdm per restauro e mapegrid g120-220. Sul lato interno verrà alloggiato un profilo ad “l” per realizzare il collegamento fra cordolo e capriate esistenti. Il particolare di seguito riportato rappresenta in modo sintetico l’intervento. La sostituzione dei canali di gronda e dei pluviali completano l’intervento in copertura. Altro intervento necessario riguarda il consolidamento della volta ad arco ribassato sul vano scala dell’edificio principale in corrispondenza dello scalone principale che porta al piano nobile. L’intervento sarà effettuato mediante i sistemi previsti al punto c.8a.5.2 , mediante l’inserimento di fasce di materiale composito tipo planitop hdm per restauro e mapegrid g120-220. Tutti gli interventi di miglioramento sismico previsti nel presente progetto rispettano nello specifico il capitolo 6 delle “linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale – allineamento alle nuove norme tecniche per le costruzioni”, che recepiscono integralmente il documento approvato dal consiglio superiore dei lavori pubblici nell’assemblea generale del 23 luglio 2010, prot.n. 92, contenente l’allineamento della direttiva del presidente del consiglio dei ministri per la valutazione e riduzione de rischio sismico del patrimonio cultuale del 12 ottobre 2007 alle nuove norme tecniche per le costruzioni 2008 e circolare n° 617/ c.s. Ll.pp.del 02/02/2009. Le pareti del piano sottotetto presentano una situazione di accentuata precarietà, inoltre presentano caratteristiche tecnico-costruttive diverse da quelle utilizzate nei piani inferiori. Allo stato attuale i paramenti murari, realizzati in mattoni pieni di vecchia manifattura, si presentano estrinsecati in grandi luci senza alcun inserimento di muri di collegamento intermedi dei paramenti perimetrali, facendo si che tale piano risulti essere un elemento estraneo e totalmente scollegato al corpo nobile principale. L’intervento prevede: L’inserimento di n°8 catene per ridurre le carenze dovuti ai collegamenti dei solai e delle pareti ; Il consolidamento delle pareti interne ed esterne del piano sottotetto con l’inserimento di sistemi innovativi con rinforzo in fibra di vetro intonaco e malta bicomponente ad elevata duttilità a base di calce idraulica naturale ed eco-pozzolana di colore chiaro, particolarmente indicata per il rinforzo strutturale armato di supporti in muratura del tipo planitop hdm per restauro e mapegrid g120-220; La ristilatura dei giunti; Le iniezioni di miscele leganti ove necessario; Interventi di cuci e scuci finalizzato al ripristino della continuità muraria lungo le linee di fessurazione. Il rifacimento del cornicione. Il progetto quindi prevede, dopo un’attenta verifica statica totale del fabbricato, un intervento con sistemi di controventatura, tirantatura e lavorazioni del tipo “cuci e scuci” dei paramenti esistenti, interventi adeguati alla norma tecnica vigente per la messa in sicurezza strutturale. Il presente intervento è finalizzato, chiaramente, alla messa in sicurezza e miglioramento sismico del sottotetto ed al rifacimento della sua copertura per permettere, in attesa dei successivi interventi, la conservazione della parte inferiore, ove sono presenti strutture costituite da volte ed archi, caratterizzate da elementi decorativi di alto pregio e di alto valore artistico. Infatti l’intervento richiede una certa priorità in quanto le continue infiltrazioni di acqua stanno continuamente deteriorando gli ambienti sottostanti. E’ prevista tra l’altro l’eliminazione delle parti in amianto presenti nella struttura quali elementi di copertura e serbatoi. Gli interventi che riguardano il consolidamento saranno del tipo non invasivo ed anche in questo caso si cerca di mantenere il sistema costruttivo preesistente, con particolare riguardo al delicato equilibrio generale della struttura, fornendo nello stesso tempo una adeguata consistenza statica in riferimento ai carichi propri ed accidentali che agiscono sulla struttura. Le soluzioni innovative previste garantiscono un impatto ambientale pressocchè nullo. Successivamente alla messa in sicurezza della struttura, l’intervento sperimenterà la progettazione e la realizzazione di ambienti virtuali e sistemi informativi per la promozione e la fruizione dell’area museo, quindi tecniche replicabili in altri contesti dove si interverrà sull’accessibilità ai luoghi e sulla qualificazione e sul miglioramento informativo. Gli obiettivi e i risultati attesi. I risultati attesi riguardano una migliore fruizione del sito in termini di conoscenza e di incremento della domanda interna, rispetto alle esigenze locali, didattiche e di domanda esterna riferibile ai visitatori e ai turisti. Ovviamente resta di base, come risultato principale della progettazione ed esecuzione di opere, il miglioramento dello stato dei luoghi restituendo una nuova immagine di qualità formale e culturale alla comunità vibonese, comunità dalle antichissime radici che deve il suo carattere e la sua forza alla propria memoria storica ed alla propria identità di appartenenza geografica. In linea secondaria, ma non subordinata, con questo progetto si vuole perseguire risultati spendibili anche su piani di riconoscimento formale e sostanziale di un territorio in cui è possibile rivendicare scuole di pensiero e capacità operativa. In sostanza, come dimostrano da sempre le nostre architetture, l’uso della pietra è base e sostegno di edificazioni dalle più povere a quelle più ricche, sia per parti fondanti sia per particolari costruttivi. In generale, quindi, generazioni di artigiani scalpellini hanno materialmente costruito il territorio calabrese senza, ad oggi, aver avuto la dignità di menzione o richiamo nei circuiti “colti” nazionali. Il barocco leccese, tanto per fare un esempio, non ha nulla da invidiare alle qualità formali di palazzo de riso con la sua zoccolatura, pavimentazioni o mensole, ha sicuramente carattere e dignità di essere preso ad esempio per studi specifici sull’arte della lavorazione di materiali lapidei. A quanto detto si somma anche l’importanza che nel tempo ha rivestito in zona questo tipo di lavorazione, sostenendo processi economici di rilievo sia per l’estrazione di questo materiale sia per il numero di persone che con esso e per esso hanno lavorato. Oggi questo patrimonio che appartiene ad una tradizione di qualità si sta perdendo, come si sta perdendo l’uso di materiali estratti in zona a favore di prodotti importati. Quindi si può concludere che: a fronte di un lavoro di risistemazione di spazi pubblici ridando qualità e funzione ad un’area urbana di rilievo storico, con questa opera si vuole innescare un meccanismo di rilancio culturale spendibile in ambiti formativi o di richiamo turistico, inserendolo quindi in quel percorso che punta alla valorizzazione dei beni culturali della città. L’utilizzo dell’immobile, inoltre, si inserisce in un contesto più ampio di iniziative volte alla valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale dell’ente attraverso politiche di sviluppo dirette alla promozione di varie forme di turismo, giusta deliberazione del commissario straordinario (con i poteri del consiglio) n. 43 del 03.05.2013 ad oggetto “approvazione piano di programmazione di iniziative ed azioni nel settore turistico”. L’intervento adotterà sistemi di qualità ambientale e di certificazione dei servizi offerti attraverso la realizzazione di produzioni editoriali, segnaletica, servizi di accoglienza atti a garantire una immagine coordinata degli edifici storici e di pregio architettonico; inoltre l’attività divulgativa porterà a creare attività immateriali con bassissimo impatto ambientale.

Complesso monumentale del san giovanni e via carlo v - Catanzaro (CZ)

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Archisio - Tiziana Decaria - Progetto Complesso monumentale del san giovanni e via carlo v
Appalto integrato complesso, lavori e progettazione definitiva ed esecutiva per le opere di completamento e risanamento conservativo, restauro e riqualificazione funzionale del complesso monumentale del s. Giovanni, del largo prigioni e della strada di accesso via carlo v. La riqualificazione funzionale del complesso monumentale del san giovanni impone prioritariamente di intervenire sulla via carlo v, strada che costeggia il muro di cinta del complesso con i suoi due ingressi alle “gallerie” del san giovanni stesso, poichè uno dei principali problemi della città di catanzaro è rappresentato dalla mancanza di un sistema di viabilità efficace, dovuto principalmente all’orografia del territorio su cui sorge la città ed a scelte discutibili operate nel periodo di grande sviluppo edilizio. Come è ben noto la città di catanzaro sorge su tre promontori separati tra di loro da profonde gole solcate dal torrente fiumarella a sud e dal torrente musofalo a nord; di fatto le due gole rappresentano una separazione fisica netta tra le tre zone della città tanto che per poterle connettere sono state eseguite opere di notevole impegno economico e tecnico (ponti). Nonostante la realizzazione di imponenti opere infrastrutturali il problema del traffico urbano permane anche perché non è possibile la realizzazione di viabilità nuova per la mancanza di spazi per nuove opere. Da ciò nasce l’esigenza di ottimizzare la viabilità esistente rendendola sicura ed adeguata per quanto possibile al traffico attuale, il che significa rendere maggiormente fruibile la città e consentire anche di rivalutare i beni storici e monumentali presenti al suo interno. Il progetto è articolato in: Intervento su via carlo v; Intervento di recupero, restauro gallerie e muro di cinta del san giovanni. Intervento su via carlo v Il presente intervento si propone, fra l’altro, di migliorare uno dei tratti più critici della viabilità cittadina e precisamente il tratto di via carlo v che dal monumento del cavatore si raccorda con la bretella, di recente costruzione, proveniente dal ponte morandi. Il progetto proposto è impostato sugli indirizzi dettati nella progettazione preliminare riesaminandoli ed ottimizzandoli nei punti in cui è stato necessario. Prevede il completo allargamento dell’attuale sede viaria per consentire il doppio senso della circolazione permettendo così l’accesso ai due ingressi, esistenti sulla via carlo v, alle gallerie del s. Giovanni. Tale intervento consente soprattutto l’accesso al centro storico dal ponte morandi senza risalire la città, attraverso la rotatoria, fino a piazza stocco per poi ridiscendere verso il centro storico creando ingorghi nei nodi viari cruciali. Il tratto cruciale di via carlo v da risanare è quello che dalla scala di accesso alla stazione “pratica” della ferrovia della calabria (ex calabro lucana) si congiunge con la bretella che proviene dal ponte morandi. Ovviamente per praticare questo tipo di intervento sono necessari lavori di adeguamento dell’attuale sede viaria; tali adeguamenti consistono nell’allargamento della strada, nell’eliminare la sosta degli autoveicoli lungo il lato destro della strada nel senso di marcia e nella creazione di marciapiedi per il transito pedonale. Per rendere la strada percorribile a doppio senso di circolazione è necessario quindi che la stessa sia totalmente sgombra dagli automezzi in sosta sulla carreggiata attuale. Per raggiungere tale obiettivo è necessario recuperare superfici per creare nuovi parcheggi in sostituzione di quelli che dovranno essere eliminati. Il progetto proposto su carlo v è suddiviso in tre interventi: Intervento di tipo a: “a cavalcavia sulla ferrovia” realizzazione di parcheggi e percorsi pedonali Intervento di tipo b: realizzazione di sbalzo per percorso pedonale Intervento di tipo c: riempimento con realizzazione di parcheggi e percorsi pedonali. 1. Intervento di tipo a L’intervento strutturale centrale, il così definito cavalcavia, viene concepito con il chiaro obiettivo di determinare sullo stesso un’ area di parcheggio degli autoveicoli, costituenti il flusso veicolare transitante sulla via carlo v, la predisposizione del marciapiede e quindi un allargamento sostanziale, di almeno una corsia, della sede stradale; tutto ciò garantito da una larghezza di mediamente, lungo lo sviluppo longitudinale, di circa 10.00 ml, (dimensione ortogonale al senso del flusso veicolare, a medesima quota di livello della strada, ed anche quasi ortogonalmente alla linea ferrata, a quota sottostante). Quest’ opera, che in realtà non definisce il consueto cavalcavia ferroviario, in quanto la direzione del “flusso veicolare” sovrastante (parallelo al profilo longitudinale) si sviluppa in senso ortogonale alla direzione portante dell’ opera stessa (trasversalmente alla linea ferrata), viene realizzata in sistema misto acciaio – calcestruzzo con schema statico di trave appoggiata – appoggiata con campata quindi all’incirca di luce 10.00 ml. La struttura dell’impalcato è di tipo misto acciaio-calcestruzzo: essa è costituita da travi a sezione aperta in acciaio ad ali larghe e parallele, solidarizzate alla soletta mediante connettori a taglio (pioli). Le travi sono collegate mediante controventi di piano dimensionati in modo da conferire all’impalcato adeguata rigidezza torsionale. La soletta è resa collaborante con la sottostante struttura metallica mediante connettori tipo nelson elettrosaldati sulle piattabande superiori delle travi. Lo spessore medio della soletta è pari a 0.30 m di cui 0.28 m gettati in opera e 0.06 m costituiti da predalles prefabbricate auto portanti. L’impalcato così costituito sarà portato da montanti in acciaio che a loro volta saranno sostenuti da un sistema di micropali (palificata) situato parallelamente ed ad una opportuna distanza dal binario ferroviario, collegati in testa da un cordolo in c.a., quindi a valle della linea ferrata; Longitudinalmente alla sede stradale di via carlo v, invece, si opta a realizzare un sistema di micropali (disposti secondo il criterio di limitare gli effetti deleteri per le strutture situati a ridosso della stessa via) collegati da un’opportuna trave di fondazione in c.a. Per la realizzazione di tale struttura si prevede di eseguire, più a valle dell’attuale linea ferrata, delle fondazioni di tipo profonde con pali del ø 60 cm l= 12 m collegati in testa da un cordolo in c.a. Di dimensioni 90*120 cm e sovrastanti montanti in acciaio a loro volta collegati in testa da una trave rovesciata in acciaio. Per l’allargamento della strada saranno poggiate, in senso trasversale alla struttura di cui sopra, delle travi ipe in acciaio che andranno a poggiarsi anche sul cordolo in c.a. Di collegamento dei micropali (del ø 20 -25 cm.) da predisporre sul bordo destro dell’attuale sede stradale. Il solaio di copertura in predalles completerà l’opera per l’allargamento della sede stradale. L’intervento sarà completato con lo spostamento e riposizionamento dei sottoservizi interferenti con le nuove opere e successivamente con le opere di finitura consistenti nella raccolta e smaltimento delle acque meteoriche e nella realizzazione degli impianti di illuminazione. 2. Intervento di tipo b La prima struttura, a partire da monte del tratto oggetto dell’ intero intervento, è realizzata per definire un’area pedonale che si raccordi con quella già esistente. Differentemente da quanto stabilito in progetto preliminare, ossia che tale primo tratto fosse adibito anche ad area parcheggio, in conseguenza alle rilevazioni ed indagini eseguite in sito si è constatato che il muro verticale presente, su cui grava anche l’area pedonale già esistente, è dotato di elementi di ancoraggio che si sviluppano nel piano orizzontale fino ad una profondità che sicuramente interessa una zona significativa, si opta quindi, in codesta progettazione, a concepire questa prima opera di dimensioni tali da interferire limitatamente con quella già esistente. Cosicché l’opera sarà tale da accogliere la continuazione dell’ area pedonale a monte della stessa, con una struttura a sbalzo gravante sostanzialmente su un sistema di micropali, situata a ridosso della strada carlo v. La superficie di parcheggio interessante la zona appena sopra descritta, come prevista in fase di progetto preliminare, sarà comunque garantita nell’ultimo tratto dell’intero intervento, a ridosso quindi della bretella proveniente dal ponte morandi, con una nuova opera strutturale, discostante da quanto previsto in preliminare, che risulta comunque un intervento di miglioramento poiché tale da garantire, in relazione ad una più rilevante superficie a disposizione per lo stesso, un maggior spazio per l’area parcheggi ed in ogni modo la zona pedonale. 3. Intervento di tipo c Dall’esame dei luoghi è risultato proporre come miglioria anche il recupero dell’area fra l’incrocio con via scalfaro e la bretella dal ponte morandi, zona in forte degrado e con un potenziale da sfruttare. L’analisi di riqualificazione di tale area è scaturita anche dal fatto di dover recuperare i parcheggi della zona iniziale dove si è ritenuto opportuno realizzare il solo raccordo del passaggio pedonale per le motivazioni già illustrate sopra. Infatti con il recupero di tale area, per mezzo di una nuova opera strutturale, ossia muro su pali e riempimento, non prevista in preliminare, viene recuperata una nuova area capace di ospitare 27 parcheggi oltre alle aree di manovra, ed ai percorsi pedonali. L’intervento migliora senza dubbio l’area sia dal punto di vista geologico e geotecnico, sia dal punto di vista ambientale e funzionale. Interventi di risagomatura a gradone del pendio esistente conferiranno al nuovo riporto maggiore stabilità. Intervento di recupero, restauro gallerie e muro di cinta del san giovanni. Il muro di cinta del s. Giovanni esistente su via carlo v, in prosecuzione del muro crollato negli anni 70, di cui si sta realizzando la ricostruzione, necessita di una ripresa dell’intonaco con la ritinteggiatura dell’intera parete con colori di terre naturali sciolte in latte di calce, tipologia concordata con la soprintendenza della calabria. Inoltre è necessario eliminare le superfetazioni presenti sul muro di cinta in pietra e la pulizia dello stesso. In dettaglio si prevede nel punto di incrocio tra la muratura in c.a. E quella in pietra di andare ad eliminare le aggiunte -intonacate- realizzate nel tempo che deturpano la bellezza del muro in pietra. E’ necessario ripulire il muro – pietra eliminando la crescita spontanea di piante che nel tempo potrebbero creare seri danni strutturali al muro stesso. Infine è prevista la sistemazione e il risanamento conservativo del “largo prigioni” con le adiacenti “gallerie del s. Giovanni” e l’annessa galleria, causa la vetustà e la fatiscenza, necessità di opere di recupero e valorizzazione che permetteranno la piena e completa fruibilità delle stesse. Per la stessa è stato previsto prioritariamente la pulizia, la sistemazione della pavimentazione, la predisposizione dell’intonaco e successivamente la predisposizione degli impianti elettrici, di condizionamento, di rilevamento antincendio e la predisposizione di bacheche in acciaio inox e plexiglass. Tutto secondo normal e prescrizioni soprintendenza. Per la pulizia del muro , viene proposto l’uso di nanotecnologie per la pulizia dei graffiti. Il problema dei graffiti è molto sentito, sia dalle amministrazioni locali, che devono affrontare l’imbrattamento di monumenti, edifici pubblici, treni e mezzi di trasporto, sia dai privati cittadini che si ritrovano case e proprietà deturpate da segni e scritte. Nasce quindi l’esigenza di rimuovere i graffiti e ripulire le superfici imbrattate. I comuni in italia investono grandi quantità di risorse pubbliche per cercare di risolvere il problema, senza ottenere però risultati apprezzabili. Per togliere un graffito, abitualmente si usano prodotti pericolosi e molto tossici, ossia solventi potenti in grado di sciogliere parzialmente la resina della vernice del graffito. Tale resina, quando applicata su superfici porose, tende per metà a uscire verso la superfice esterna, e per l’altra metà a “sprofondare” ulteriormente nel materiale, per cui è consigliabile utilizzare un’idro-pulitrice ad alta pressione per il risciacquo, rischiando, di fatto, a forza di ripulire in modo drastico e invasivo la superficie, di rovinarla in modo irreversibile. Per risolvere l’annoso problema dei graffiti, è necessario adottare una soluzione che permetta di rimuoverli e pulire le superfici con un prodotto ecologico, senza intossicare gli operatori, senza danneggiare i materiali, e con impatto zero sull’ambiente circostante. Spalmato sulla superficie di marmo o granito, il prodotto forma una piccolissima pellicola protettiva che resiste per lunghi periodi sia all’azione del sole, che agli agenti atmosferici. Inoltre, è in grado di resistere alla vernice e proteggere le superfici dalle scritte fatte con le normali bombole spray in commercio. A questo punto i graffiti possono essere rimossi con relativa facilità con l’uso di tamponi abrasivi, paglie d’acciaio oppure con getti di vapore, che sciolgono il velo di prodotto applicato, asportando la vernice. Grazie all’applicazione di questo prodotto, l’operazione diventa molto semplice ed ecologicamente sostenibile.

Insediamento rupestre “sbariati” – zungri - Vibo Valentia (VV)

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Archisio - Tiziana Decaria - Progetto Insediamento rupestre sbariati zungri
Proposta migliorativa al progetto esecutivo dell’ ecomuseo del poro: Recupero e valorizzazione insediamento rupestre degli “sbariati” ix-x sec. D.c. E dell’annesso museo -interventi per il miglioramento della fruibilità e l’accesso al sito archeologico. Comune di zungri (vv) Il progetto consiste in interventi di recupero, valorizzazione, fruizione dell’insediamento rupestre degli “sbariati” e dell’annesso museo nel comune di zungri, un’importante risorsa turistica di tipo archeologico, per il suo genere, unica in calabria. L’insediamento rupestre degli “sbariati” e le sue case grotta sono ubicate a circa 490 metri s.l.m, lungo il costone, in località fossi nella vallata del torrente malopera e sono posizionate su dei piccoli terrazzamenti nella parte bassa del centro storico del comune di zungri. L’insediamento rupestre, che costituisce una testimonianza unica nel suo genere, è la più rilevante della calabria, è costituito da circa 100 case-grotta che sono delimitate nella parte retrostante da un terrapieno ed hanno l’accesso nella parte anteriore tramite una rampa composta da gradini in pietra scavate nella roccia; l’insediamento è costituito da ambienti monocellulari e bicellulari, collegate tra loro da cunicoli, alcuni anche a più piani, con forma circolare, quadrata o rettangolare o con forma irregolare, alcuni con copertura con volta a cupola con un foro centrale per l’aerazione, altri con finestre di forma circolare o rettangolare, all’ interno sono caratterizzate dalla presenza di nicchie alle pareti e di incassi per la sistemazione di letti o mensole; tra le grotte le più note quella di s.leo e quella degli sbariati. Chiaramente leggibile è l’impianto urbano dell’insediamento e la rete viaria che serve il sistema abitativo, che si articola in percorsi e scalinate ricavate nella roccia, che da monte a valle consentiva la comunicazione con le altre dislocate lungo la rupe a quote diverse. Le opere necessarie per il recupero e la valorizzazione del villaggio rupestre degli “sbariati” hanno la finalità di rendere pienamente accessibile e fruibile l’insediamento e l’annesso museo. L’intervento in oggetto ha lo scopo di: Valorizzare la parte già recuperata con il recupero e la messa in sicurezza dei percorsi; Riorganizzare le aree di sosta del sito e realizzare un modello avanzato di fruizione e valorizzazione del sito e dell’area circostante; Realizzare sistemi multimediali di supporto alla visita del museo e del parco archeologico. Il sito viene suddiviso in tre zone di intervento: Zona di intervento a relativa all’ingresso all’aera archeologica in prossimità del museo Lamiglioria riguarda la sistemazione del parcheggio comunale adiacente l’ingresso al sito rupestre, in modo da integrarlo con il contesto qualitativo del sito archeologico, mediante il ridisegno dell’area di sosta e l’inserimento di staccionate in legno a croce s. Andrea lungo il perimetro della stessa area, il tutto corredato di n° 4 trespoli in legno, n° 4 panchine in legno ed una fontanella in ghisa per il rinfresco dei visitatori. La miglioria si rende necessaria per integrare la stessa area all’ingresso del sito perché attualmente come evidenziato in foto allegata, non è invitante all’occhio del possibile fruitore/visitatore. Al fine di incuriosirlo, sin dall’inizio del percorso verrà posizionato un totem che presenterà chiaramente il sito stesso e le sue potenzialità. Il ridisegno della pavimentazione dell’area di sosta adiacente l’ingresso prevede la demolizione della pavimentazione esistente in asfalto e il rifacimento con pavimentazione in cemento stampato colorato per esterni con disegno “cotto e similari ”, abbinato a parcheggi con grigliato erboso carrabile. L’area sosta/parcheggio si trasforma così in una piccola piazza a supporto del sito archeologico. Una simile rarità per essere apprezzata deve riuscire a vivere sempre ed in continuità, ciò vuol dire che al tramonto per mezzo di un crepuscolare di zona abbinato ad un orologio regolabile, si attiveranno tutte le luci soffuse e diffuse al fine di rendere l’area archeologica fruibile anche nelle ore serali e conferirle il valore suggestivo e scenografico che il luogo merita. Ciò sarà possibile grazie alla miglioria consistente nell’impianto fotovoltaico da 5 kwpe che si offrono a sostegno energetico del sito stesso. Per come noto gli impianti fotovoltaici producono energia elettrica grazie alla conversione della luce solare e, pertanto sfruttabile di giorno proprio quando nel caso in esame non ne necessita! Infatti un sito come questo richiede l’energia di sera proprio quando il sole non c’è più! Per tale motivo si propone l’ulteriore miglioria all’impianto proposto corredandolo di appositi accumulatori di energia elettrica prodotta durante il giorno dai pannelli fotovoltaici, in modo da renderla disponibile alla sera quando necessita. In altre parole si produrrà e conserverà energia di giorno per poterla sfruttare la sera!in tal modo il sito sarà energeticamente indipendente, praticamente a costo zero! L’energia eventualmente residua sarà invece a disposizione degli apparati elettrici sempre attivi quali il sistema di video sorveglianza e correlati. Zona di intervento b relativa al percorso pedonale che porta all’insediamento rupestre Le migliorie su questa zona riguardano la risoluzione in modo puntuale di ogni singola problematica riscontrata e riscontrabile durante l’intero percorso che porta al sito rupestre. Importante più che mai riqualificare il percorso, in quanto è proprio su questo percorso che il futuro fruitore/visitatore percepirà l’accoglienza e la qualità del sito che lo “aspetta”. Saranno ripristinati i muri di controripa con pietrame, le parti di pavimentazione e le staccionate, il tutto con materiali idonei alle prescrizioni della soprintendenza ai beni archeologici, creando con i responsabili della stessa una sinergia continuativa e preventiva sulle lavorazioni da effettuarsi. Considerato che è già trascorso comunque un tempo abbastanza lungo da quando si è redatto il progetto esecutivo a quando si potranno iniziare i lavori, si propone come miglioria un nuovo ed aggiornato censimento delle criticità presenti allo stato di fatto di inizio lavori. Tale censimento sarà effettuato da parte dello staff tecnico incaricato dall’impresa al fine di risolvere anche le nuove criticità eventualmente verificatesi lungo il percorso e comunque simili a quelle già censite. Per tale motivo, lo scrivente concorrente propone di mettere a disposizione n° 6 professionisti esperti del settore per le pregresse esperienze sia del corso di studi che del ciclo lavorativo professionale di cui n° 2 architetti esperti in ruderi e restauro. Particolare cura sarà apportata alla realizzazione delle staccionate, che come miglioria saranno di legno stagionato e trattati con finiture esterne protettive incolore, vedi anche proposta fatta per le zone a belvedere. Anche cli elememti di collegamento a terra e fra le parti saranno migliorati, infatti si propongono chiodature e viti specifiche in acciaio zincato. Come miglioria si propone la scelta delle stesse staccionate fra il tipo classico ed almeno un’altra tipologia fra quelle in commercio il tutto al fine di raggiungere il miglior risultato attendibile. Oltre a quanto rilevato, si propone come miglioria, la disponibilità ad installare dei semplici corrimano in materiali idonei nei tratti di transizione fra i percorsi e l’intersezione con i vicoli per il raggiungimento delle varie grotte e/o sistemi abitativi, scalinate in acciaio zincato. Il tutto al fine di agevolare la fruibilità anche dei soggetti visitatori meno performanti, ma che spesso hanno la passione e soprattutto il tempo da dedicare ad escursioni culturali di questo livello, il tutto comunque rientrante nella logica della fruizione in sicurezza dei percorsi. Il riferimento è rivolto naturalmente a quella classe di visitatori non giovanissima che rappresenta la percentuale più alta di questo turismo culturale. Altra miglioria che si propone di offrire dallo scrivente concorrente è rappresentata dalla installazione di una fontanina in ghisa o pietra (a scelta della soprintendenza ai beni archeologici) proprio alla fine del percorso e prima di entrare nel sito rupestre. L’idea è quella di poter supportate il fruitore/visitatore nei giorni particolarmente caldi che spesso per la nostra regione ed in particolare per il nostro entroterra rappresentano quelli di maggior presenza a vocazione turistica. La presenza infatti di piccole e ben inserite fontanine lungo tali percorsi è ormai consolidata, vedasi ad esempio pompei, valcamonica in lombardia o i siti rupestri della basilicata. Le tubazioni di servizio alle stesse saranno in pe per usi alimentari. Il tutto comunque preventivamente concordato con la soprintendenza ai beni archeologici. La logica è soprattutto quella di rendere i percorsi accattivanti e funzionali per tutte le fascie di età e loro esigenze, vedasi ad esempio anche i bambini e quindi i nuclei ed i gruppi familiari. Per maggiori dettagli su tali migliorie vedasi zona “c”. Ulteriore miglioria è rappresentata dagli interventi di ripristino sulle coperture dei piccoli ruderi presenti appunto lungo il percorso, in particolare nel tratto indicato in planimetria con il punto di fuoco 4. La sostituzione e/o integrazione delle coperture e copertine dei muri sarà eseguita con i materiali tipici della zona, quali coppi locali di vecchia manifattura che l’impresa detiene nei propri depositi a seguito di interventi di ristrutturazione su edifici di carattere storico effettuati nell’entroterra. Zona di intervento c relativa ai vari siti dell’insediamento rupestre e loro aree di sosta ed eventi La zona indicata, raccoglie le aree indicate in planimetria con le lettere a,b,c,d del sito abitativo rupestre e delle sue aree di sosta, belvedere ed eventi. Gli interventi in tale zona richiamano per la parte strettamente relativa ai vicoli e agglomerati abitativi, in parte quelli già citati per la zona b. Diversamente invece succede per le zona definibili di sosta, accoglienza e belvedere indicate con le lettere d,c e b. Infatti per tali zone alle quali è assegnata appunto la funzione di sosta e accoglienza del fruitore/visitatore si propongono come migliorie la sistemazione a verde permanente corredato di impianto di irrigazione a scomparsa, il completamento del tratto di pavimentazione in pietra naturale di mistretto, l’integrazione di n°2 panche con tavolo annesso, e l’aumento dell’illuminazione diffusa a led del 30% sull’area con organi illuminanti di caratteristiche tecniche preventivamente presentate al rup in numero non inferiore a 3 campioni Va precisato che l’impianto di irrigazione automatico sarà realizzato e gestito a costo quasi zero, vista l’integrazione con l’impianto fotovoltaico proposto come miglioria a sostegno delle fonti “energivore”. La riserva di acqua per irrigazione sfutterà la raccolta delle acque piovane della zona museo e parcheggio. E’ proprio in tale zona che sarà installata una piccola stazione di sollevamento collegata al serbatoio di riserva di 3000 lt. Lo schema di seguito riportato richiama appunto l’impianto fotovoltaico di 5kwp previsto sulla copertura del museo all’ingresso della area archeologica. La tipologia di accumulo di energia elettrica da fonte fotovoltaica è affidata ad accumulatori che saranno alloggiati, visti le ridotte dimensioni, all’interno dei locali di servizio/deposito del museo. La miglioria proposta dal concorrete prevede l’innovazione del momento, l’accumulatore di energia da fonte fotovoltaica con il sistema tipo g.e.a di seguito riportato. Gea è la soluzione ideale per massimizzare l’autoconsumo di energia fotovoltaica. La tipologia di giochi che si offre come miglioria attrattiva per i bambini e quindi i nuclei familiari è stata individuata fra quelle a tema specificatamente studiate per integrarsi in questa tipologia di ambienti, difatti il design degli stessi giochi richiama un tempo un po’ passato!

Polo scolastico – lavagno - Verona (VR)

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Archisio - Tiziana Decaria - Progetto Polo scolastico lavagno
Procedura aperta per la progettazione definitiva ed esecutiva ed esecuzione dei lavori di realizzazione nuovo polo scolastico in frazione San pietro: mensa e palestra. L’intervento, completamento del polo scolastico di san pietro di lavagno, prevede la realizzazione della mensa e del locale scalda vivande e segue per tipologia e struttura la parte di edificio già realizzata. La scelta di sviluppare questo stralcio su due livelli (piano terra e piano interrato) permette di realizzare, oltre alla mensa e relativi locali, un ampio archivio. La progettazione ha interessato diversi settori, dall’architettura alla progettazione strutturale, dal progetto degli esterni ai sottoservizi, dalla progettazione degli impianti alle valutazioni del contenimento energetico. Per l’insediamento del nuovo impianto scolastico l’area individuata è quella compresa tra l’attuale scuola media don lorenzo milani il complesso sportivo di san pietro e il complesso di edilizia residenziale indicato sul piano degli interventi p5 – denominato piano attuativo “le giare” L’area di progetto interessa le aree pubbliche destinate dal piano degli interventi (variante n. 4, deliberazione n.82 del 13 novembre 2010) ad area per istruzione (fa). La superficie totale occupata dalla scuola elementare all’interno del nuovo complesso scolastico ammonta a complessivi mq. 6.000,00. L’intervento, completamento del polo scolastico di san pietro di lavagno, prevede la realizzazione della mensa e del locale scalda vivande e segue per tipologia e struttura la parte di edificio già realizzata. La scelta di sviluppare questo stralcio su due livelli (piano terra e piano interrato) permette di realizzare, oltre alla mensa e relativi locali, un ampio archivio. La mensa sarà caratterizzata da grandissime vetrate che la rendono luminosa e accogliente e sarà costituita da tre locali principali: il locale ove mangiare, un ampio locale scaldavivande, collegato ad una dispensa direttamente accessibile dal parcheggio sull’ingresso principale per il carico/scarico. Il volume della mensa, cosi come quello della palestra, sarà collegato alla scuola mediante una zona filtro, che la renderà accessibile anche dall’esterno. Compatibilmente con l’uso della scuola elementare, infatti, mensa e palestra potranno essere utilizzate, in orari scolastici, dalla scuola media e, nelle ore pomeridiane e serali da società esterne, per quanto riguarda la palestra. Proprio per questo motivo si è pensato di realizzare per il pubblico i servizi igienici. Anche per la progettazione della palestra si è fatta la scelta della mimetizzazione con il complesso scolastico realizzando in parte un volume in parte interrato. La palestra mantiene le stesse altezze del resto della scuola e ne condivide la forma, semplice, chiara e i motivi stilistici, vetrate e pannelli multicolori. Si è riusciti a far ciò andando a scavare il terreno e ponendola ad una quota tale che la base di gioco fosse interrata e il resto, rimanesse fuori terra. Gli spazi esterni Lo studio progettuale prevede un sistema di percorsi, orti e giardini didattici che permettano l’uso molteplice da parte dei bambini e diano loro la possibilità di sviluppare il rapporto con la natura e l’ambiente. In particolare quest’area potrà essere trattata a frutteto, creando zone di gioco e zone d’ombra che consentano di svolgere lezioni didattiche sulle operazioni di potatura e raccolta dei frutti. Altre attività di giardinaggio e orticoltura saranno occasione per insegnare agli studenti alcuni principi ecologici e per stimolare la sensibilità ambientale dei bambini. Il progetto individua, infine, alcuni interventi “ai bordi” dell’area, ritenuti importanti per mettere in relazione il nuovo edificio con l’intorno. Per tutta l’area e prevista la sistemazione iniziale a prato con alberature autoctone, ma il disegno complessivo dell’intervento e stato pensato per poter essere integrato in fasi successive, durante la realizzazione dei diversi stralci. La scelta del linguaggio architettonico Dal punto di vista architettonico il progetto si inserisce all’interno del panorama contemporaneo, caratterizzato da elementi semplici, puri, che si intersecano creando giochi compositivi, punti di luce e di ombre, spazi dalla forte carica identitaria, tali da renderlo capace di integrarsi nel contesto ambientale, mettendo in risalto gli aspetti positivi dell’ambiente circostante e allo stesso tempo divenire fulcro di attrattiva sportiva. Pur non trascurando le necessità funzionali e gli aspetti tecnologici, si è cercato di partire dalla valutazione delle relazioni che il progetto intercorre con il luogo, così da trasformarlo in una vera e propria immagine architettonica, non solo dal punto di vista estetico, ma anche sociale. Accessibilità e fruibilità La fruizione è stata pensata per poter utilizzare la struttura palestra e l’area esterna anche negli orari al difuori di quelli scolastici. Un posto, un’area del contesto urbano che permetta oltre allo scopo didattico anche una gradevole passeggiata o perché no … solo un piacevole contesto urbano mentre si corre nel “tran-tran” di tutti i giorni! Le soluzioni strutturali La struttura di copertura di entrambi gli edifici è in legno lamellare ed è prevista con sistema strutturale a travi principale e secondarie. I solai di calpestio del piano mensa sono progettati con la tecnologia plastbau, innovativa che garantisce maggiori vantaggi sia in fase di realizzazione che in fase di vita nominale dell’opera. Le pareti interrate sono state progettate come elementi non dissipativi grazie all’uso di tecniche e materiali innovativi certificati migliori dal punto di vista del comportamento sismico dal cnr. La tecnologia prevista è h2wall. L’innovativo sistema aircrab, inoltre, a differenza dei vespai tradizionali, consente di eliminare il ponte termico che si viene a generare in corrispondenza del nodo costruttivo tra la soletta in calcestruzzo del vespaio e le strutture di fondazione, isolando anche la fondazione. L’attenzione per la qualità e la cura dei particolari assegna ad aircrab dettagli costruttivi importanti quale la perfetta sigillatura alla base del pilastrino che impedisce la risalita dell’umidità per capillarità. Impedire che si possano creare numerosi punti di contatto (tanti quanti sono i pilastrini su cui poggia la soletta) tra la struttura ed il terreno sottostante è fondamentale per ottenere un ottimo risultato volto a contrastare l’umidità di risalita in modo definitivo. Qualità del progetto e dei materiali impiegati Progettare una struttura sostenibile ed efficiente non significa solo utilizzare le più elevate tecnologie al fine di produrre energia e rispettare l’ambiente. Progettare un edificio ecocompatibile vuol dire riuscire a dimostrare anche in tempi successivi alla costruzione la qualità e il livello dei risultati raggiunti, non solo dal punto di energetico, ma anche ambientale, ecologico, economico e di comfort interno. Il processo che ha portato alla scelta di realizzare un progetto che fosse nel suo complesso armonioso, sostenibile e confortevole, scaturisce dall’analisi e dall’individuazione di alcune priorità: Integrazione con l’ambiente circostante Minimizzazione dell’impatto sull’ambiente Valorizzazione delle risorse naturali in cui si inserisce il progetto Sviluppo di soluzioni progettuali flessibili e rispondenti alle richieste Progettazione di ambienti sicuri e salubri Riduzione delle emissioni inquinanti Impiego di prodotti ecologici e certificati Risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili Utilizzo di tecnologie innovative e sostenibili sotto il profilo ambientale, economico e costruttivo Utilizzo di materiali durevoli nel tempo Ottimizzazione della fase di gestione del manufatto. La schermatura solare La progettazione della protezione solare è stata studiata in modo specifico, doce si è tenuto conto del percorso del sole sia in estate che in inverno. Solo in questo modo si raggiungono in modo ottimale complesse esigenze che collocano un edificio in un contesto di protezione solare. Il principio base del loro funzionamento consiste nell’evitare il surriscaldamento degli ambienti interni causato dalla radiazione solare diretta solamente durante il periodo estivo, senza penalizzare l’ingresso della luce naturale durante il periodo invernale. Nel caso in esame, sono state previste più tipologie di schermature, e comunque n relazione alle esigenze. Si sono previste schermature a pensilina e per aggetti e verticali direttamente applicate sull’imbotto dell’apertura. Le schermature in alluminio regolabili e fisse sono state preferite a quelle in legno nell’ottica di una minore manutenzione e quindi conseguente riduzione dei costi di gestione. Inoltre ben si adattano allo stile architettonico dell’intero complesso. Riutilizzo delle acque meterotiche Come espressamente previsto nelle disposizioni leed, al fine di gestire efficacemente le acque a scopo irriguo, occorre limitare o evitare l’utilizzo di acque potabili, acque di superficie o del sottosuolo disponibili nelle vicinanze dal sito di ubicazione dell’edificio, per scopi irrigui. La riduzione del consumo di acqua potabile per scopi irrigui sarà adottata tramite utilizzo di acqua piovana opportunamente raccolta tramite appositi sistemi ed un efficiente sistema di irrigazione. Il sistema proposto si compone di un serbatoio di accumulo, opportunamente dimensionato in funzione del fabbisogno idrico di progetto e da un sistema di mandata composto da una elettropompa con relativi organi di comando.

Nuovo teatro comunale - Vibo Valentia (VV)

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Archisio - Tiziana Decaria - Progetto Nuovo teatro comunale
Appalto per l’affidamento dei servizi di progettazione definitiva ed esecutiva con connesse attività tecniche amministrative e lavori per la realizzazione del “nuovo teatro comunale di vibo città”. La funzionalità dell’opera è stata una delle direttrici principali che hanno guidato la progettazione e hanno determinato la possibilità di utilizzo ottimale del bene. Il funzionamento globale della struttura abbinato a scelte di materiali specifici di alto pregio (materiali per platea, palco, pannelli riflettenti e fonoassorbenti, golfo mistico, macchina teatrale, vetrate, ecc..) consentono di poter effettuare una proposta qualitativamente significativa. Molte delle migliorie e delle variazioni proposte sono scaturite proprio dalla necessità di rendere pienamente fruibile e funzionale l’intera struttura. L’approccio progettuale per la definizione dell’organismo architettonico destinato a “teatro” risulta particolarmente complesso poiché in esso convergono problematiche specifiche difficilmente riscontrabili in altri organismi. La progettazione acustica dell’intero complesso e la definizione puntuale dell’impianto specifico per il funzionamento della struttura – la cosiddetta “macchina teatrale” – condizionano e determinano ogni altro aspetto della progettazione architettonica, strutturale ed impiantistica. Affinché l‘opera risponda alle sue esigenze funzionali – che è bene ricordare sono: rappresentazioni teatrali di prosa, opere liriche, operette, spettacoli di danza, concerti per grandi complessi o per piccoli complessi o esecuzioni solistiche – è necessario che al fruitore-spettatore vengano garantite le migliori condizioni acustiche per una corretta intelligibilità dei messaggi sonori o vocali che gli artisti trasmettono loro nel caso di spettacoli di prosa e per la corretta percezione della performance degli esecutori nel caso di concerti. In funzione del tipo di messaggio sonoro vanno dunque definite le caratteristiche del campo sonoro diretto, delle prime riflessioni e della coda sonora, e studiate di conseguenza: La geometria della sala, ovvero delle superfici di confine e non in essa presenti; Le caratteristiche acustiche delle superfici stesse. Già in sede di redazione del progetto definitivo, sono stati definiti dal gruppo di progettazione, con l’apporto altamente qualificato del consulente per l’acustica e per l’impianto teatrale, i criteri basilari da seguire nella progettazione della sala. Tali criteri hanno determinato le condizioni essenziale affinché la progettazione rispondesse pienamente alle esigenze funzionali, estetiche, architettoniche richieste dall’amministrazione appaltante. Da quanto sopra è emersa la necessità di procedere ad una ottimizzazione del progetto in modo che risponda alle suddette esigenze e le parti più significative di tale operazione progettuali sono state già evidenziate in sede di progetto definitivo e riprodotte in sede di redazione del progetto esecutivo. Si è pertanto proceduto, ad esempio, alla ridefinizione delle dimensione della sala allungandola, rispetto al progetto preliminare, verso il foyer, di quel tanto ( ml. 2.50 ca.) che si è reso necessario ai fini dell’ottimizzazione acustica mantenendo inalterata l’impostazione complessiva e la forma a “ferro di cavallo” voluta dall’amministrazione appaltante. Peraltro l’allungamento della sala si reso anche necessario in seguito alla totale riprogettazione del “golfo mistico” del tutto inadeguato nella progettazione preliminare e del quale si argomenterà in seguito. Accanto alle scelte architettoniche determinate dalle necessità di una acustica ottimale, il gruppo di progettazione ha affrontato e risolto, apportando le necessarie variazioni, integrazioni e migliorie rispetto al progetto preliminare, le problematiche relative al funzionamento ottimale della “macchina teatrale” ed alcune relative al funzionamento ottimale dell’intera struttura. Criteri adottati per le scelte progettuali Funzionalità, modalità di utilizzo del bene, qualità della proposta Come già esplicitato nella premessa, la funzionalità dell’opera è stata una delle direttrici principali che hanno guidato la progettazione e hanno determinato la possibilità di utilizzo ottimale del bene. Il funzionamento globale della struttura abbinato a scelte di materiali specifici di alto pregio (materiali per platea, palco, pannelli riflettenti e fonoassorbenti, golfo mistico, macchina teatrale, vetrate, ecc..) consentono di poter effettuare una proposta qualitativamente significativa. Molte delle migliorie e delle variazioni proposte sono scaturite proprio dalla necessità di rendere pienamente fruibile e funzionale l’intera struttura. Nel procedimento di ottimizzazione del progetto sono state operate le seguenti principali scelte che portano la qualità architettonica e la funzionalità dell’opera a rispondere alle esigenze prospettate dall’amm.ne appaltante. Ribaltamento del teatro intorno all’asse trasversale Il ribaltamento del teatro intorno all’asse trasversale ha consentito di ottenere un risultato importantissimo per la definizione architettonica, estetica e funzionale: nel preliminare la torre scenica è posizionata sul lato prospiciente le due strade principali. Tale soluzione porta ad avere come prospetto principale lungo il viale che conduce al parco urbano l’imponente massa della torre scenica il cui impatto architettonico ed estetico diventa devastante sia per la dimensione della stessa sia per l’obbligata l’assenza di bucature architettoniche e la presenza solo di quelle di servizio che ovviamente limitano molto le possibilità di definizione del prospetto. Con il ribaltamento proposto pertanto si riportano sui due prospetti prospicienti le due strade più importanti, la facciata vetrata principale e la facciata contenete il blocco scale e servizi del foyer che ha consentito una più ampia ed organica definizione del rapporto pieni-vuoti delle bucature rendendo la stessa facciata architettonicamente significativa e contemporaneamente alleggerendo notevolmente l’impatto della torre scenica sul prospetto principale. Ampliamento della platea verso il fondo L’ampliamento della platea verso il fondo, di circa 2.50 ml. Nella parte più ampia, si è reso indispensabile per l’ottimizzazione della risposta acustica della sala e per ottenere un più congruo “indice volumetrico. Pertanto per l’ottenimento della necessaria ottimizzazione acustica si è ritenuto necessario modificare le proporzioni della sala d’ascolto in funzione della particolare forma geometrica richiesta. Il nuovo indice volumetrico ottenuto offre buoni presupposti per l’utilizzo dell’ambiente non solo come teatro lirico ma anche per esecuzioni concertistiche. Inoltre l’ampliamento ha consentito di porre rimedio all’inosservanza nel progetto preliminare del d.m. Min. Interno 19 agosto 1996 – regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e pubblico spettacolo che al punto 3.1 prevede i corridoi trasversali massimo ogni 10 file. Pertanto con tale miglioria si è potuto realizzare il prescritto corridoio trasversale centrale mantenendo al contempo inalterato il numero di posti imposto dall’ente appaltante. Realizzazione di palco in tavolato di abete e cassa acustica di risonanza sottopalco L’utilità acustica di un volume risonante sotto il pavimento ligneo del palcoscenico è universalmente riconosciuta. Nel nostro caso si creerà tra la struttura di solaio ed il tavolato del piano di calpestio un’intercapedine alta cm 200 circa. Per il pavimento del palcoscenico l’essenza lignea che meglio risponde alle esigenze acustiche è l’abete (od in alternativa il pioppo), legno elastico, morbido, con una risposta acustica, di conseguenza più pastosa rispetto a quella delle essenze dure. Realizzazione pavimento della platea in tavolato di rovere e cassa acustica di risonanza sottoplatea Il pavimento della platea, con la creazione del “plenum” necessario per il sistema di condizionamento e microclima, è un tavolato con sottostante cassa armonica.la realizzazione della cassa armonica sotto la platea è elemento indispensabile per l’ottenimento di prestazioni acustiche di livello elevato. La verifica acustica previsionale ha confermato, anche attraverso i risultati dei descrittori fisici analizzati, la correttezza della scelta di tale soluzione.la pavimentazione della platea che avrà spessore del listone di 22 mm in rovere (essenza poco elastica ma più resistente all’usura) sarà accoppiata, a 60 mm di multistrato ignifugato e poggerà su dormienti lignei che faranno da elemento elastico e distanziatore tra la pavimentazione e la struttura sottostante. Realizzazione del golfo mistico (buca per l’orchestra) Il golfo mistico, non previsto nel preliminare, costituisce uno degli elementi essenziali di un teatro moderno. Esso da la possibilità di poter effettuare nel teatro opere liriche, operette e balletti, altrimenti non effettuabili. E’ evidente che l’ubicazione dell’orchestra sul palco, in assenza del golfo mistico, non consentirebbe la realizzazione di tali spettacoli. In tal modo si aumenta notevolmente la possibilità di gestione e di redditività della struttura. E’ stato dimensionato secondo gli standard ottimali per tale spazio (0.95 – 1.30 mq/musicista) e secondo criteri di eccellente risposta acustica (altezza, larghezza, struttura di pavimento a celle armoniche, rivestimento risonante ecc..) consentendo in tal modo la presenza di orchestre di medie-grandi dimensioni. Realizzazione del pavimento del golfo mistico (buca orchestra) con struttura a celle armoniche La pavimentazione del golfo mistico sarà in tavolato d’abete spessore 42 mm, posato a maschio e femmina, avvitato alla sottostante struttura su doppia orditura di morali a creazione di un’intercapedine alta cm 60 circa.la cavità risonante del golfo mistico sarà ottenuta con un’intercapedine alta cm 60 circa, intercapedine che sarà frazionata da una struttura alveolare di cm 60x60x30 h (struttura a celle armoniche) costituita con tavole d’abete, piallate ed ignifugate, spessore cm 4,2 circa. L’interno dei parallelepipedi sarà frazionato da un setto diagonale di cm 60×2,2 circa (diagonale del parallelepipedo). Pareti del golfo mistico o “risuonatori a membrana” Le pareti lato platea e lato palcoscenico oltrechè la porzione di intradosso del pavimento del palco saranno rivestite in pannelli curvati di multistrato ignifugato le due pareti laterali del golfo mistico saranno anch’esse rivestite con due pannelli curvi di larghezza 180 cm e spessore 30 mm per garantire anch’essi la necessaria diffusione di questa area. Inserimento di pannelli in legno fonoassorbenti sul fronte e sotto il parapetto dei palchetti In relazione alla risposta acustica della sala scaturente dalla dettagliata analisi e correzione dell’involucro della stessa sono stati previsti i particolari pannelli risuonatori a cavità multipla in legno e materiale fonoassorbente che coprono il fronte dei palchetti continuando sul soffitto del sottostante.questa soluzione di fondamentale importanza, insieme ad altre, quali ad esempio quella per il soffitto della sala, hanno consentito di ottenere una eccellente risposta acustica, pur nei limiti della forma e delle dimensioni imposte. Realizzazione di controsoffitto acustico della sala La forma piana del soffitto della sala platea, come prevista dal preliminare, avrebbe prodotto effetti di notevole disturbo della risposta acustica della sala.la particolare forma plastica del controsoffitto proposto permette una sensibile diffusione sonora di questa grande superficie ottenuta con pannelli leggeri in cartongesso dello spessore di 15 mm. Saranno quindi posate delle campiture sagomate, riflettenti realizzate con pannellature modulari accostate a sezione arcuata. Pareti interne dei palchetti Le pareti laterali dei palchetti saranno realizzate in legno che sarà in seguito rivestito rivestito su ambo i lati da tessuto su fibra di poliestere al fine di controllare la risposta acustica della sala evitando fastidiose riflessioni. Inserimento di ballatoi e relativi mantegni per gestione ed ancoraggio tiri manuali Oltre al ballatoio perimetrale di palco a q.6.90 viene inserito un ballatoio laterale a q. 3.90 per la gestione e l’ancoraggio dei tiri manuali non essendo possibile effettuare questa operazione a quota palco stante la presenza degli spazi laterali al palco il cui uso impedisce gli ancoraggi a terra. Riorganizzazione funzionale ed ottimale degli spazi fuori scena, dei camerini e laboratorio Si è proceduto alla riorganizzazione degli spazi inserendo ad esempio dei cameroni, ottimizzando i servizi igienici, inserendone anche uno per il laboratorio con il relativospogliatoio, rendendo conforme a normativa sia le dimensioni della scala sia quelle dell’ascensore. E’ stata inoltre inserita una regia per l’audio ed una per le luci. Macchina teatrale Inserimento di tutti gli elementi necessari al funzionamento del della struttura teatrale quali ad esempio, graticcia di palcoscenico in doghe di legno o di acciaio, botola di servizio per la movimentazione dalla quota del piano palco alla graticcia; tiri manuali con n. 100 rocchetti e ulteriori 20 rocchettiere da 5 rocchetti, 80 matasse di corda; torri luci di boccascena con struttura a traliccio munite di canale prese; arredamento del palcoscenico costituito da tendaggi in velluto di cotone ignifugo foderato, guida motorizzata per sipario, sipario su guida motorizzata, arlecchino fisso con traliccio. Ottimizzazione delle passerelle al ridotto dei palchi Si è proceduto alla riorganizzazione delle passerelle per rendere conformi a normativa i percorsi di sicurezza, gli accessi alle scale agli ascensori ed ai servizi igienici di piano. Realizzazione di plenum per diffusione condizionamento della salaal di sotto del pavimento della sala si prevede la realizzazione di un plenum per la microdiffusione dell’aria condizionata sotto ogni singola poltrona in modo da non interferire con la cassa acustica sottoplatea e rendere nulli i rumori e le vibrazioni dell’impianto di condizionamento. Riorganizzazione funzionale del bar e della piazza all’aperto- “galleria” (in parte coperta da vetrata) Si è proceduto ad una riorganizzazione funzionale dei locali bar con l’obiettivo di rendere lo stesso usufruibile in modo più razionale. Riducendo la dimensione dello stesso si è potuto inserire all’interno i locali destinati a: i servizi igienici per i disabili, i normali servizi igienici distinti per sesso, gli spogliatoi ed i servizi igienici per il personale, i locali preparazione vivande; tali locali sono peraltro indispensabili per l’ottenimento dell’autorizzazione spisal. L’inserimento di un locale preparazione vivande, insieme all’apertura del bar verso l’esterno mediante lo sforamento della parete esterna della piazza nella porzione coperta consentirà l’apertura dell’esercizio tutto l’anno anche in orari e giorni non correlati alla presenza di spettacoli rendendo produttiva la struttura e quindi fonte di reddito per l’amministrazione. Si è inoltre ricavato un ufficio con relativo servizio per la direzione. In effetti l’unico locale destinato ad ufficio previsto nel preliminare era quello posto all’ultimo piano della torre scenica sopra i camerini, che è comunque presente anche in questo progetto, ma che ovviamente è del tutto inadatto per posizione e per accessibilità ad essere utilizzato come ufficio di direzione e di rappresentanza. Realizzazione di impianto fotovoltaico Sulla copertura si prevede l’installazione di un impianto di produzione energia elettrica da pannelli fotovoltaici che consentirà un notevole abbattimento dei costi energetici rendendo la struttura autonoma per le normali attività con la sola esclusione dell’illuminazione specifica di palco ed il condizionamento. Definizione del progetto strutturale Il progetto esecutivo delle strutture è stato redatto nel pieno rispetto del progetto definitivo e, più in generale, delle prescrizione di cui al titolo ii, capo i, sezione iv del dpr 207/2010.la definizione della tipologia delle strutture è scaturita, per come già definito nei precedenti livelli di progettazione, dagli obiettivi derivanti dal quadro esigenziale complessivo dell’opera, e dal complesso dei vincoli, derivanti dalle specificità del territorio e del sito su cui dovrà realizzarsi l’intervento. Il vincolo più rilevante che si pone per le strutture è quello sismico, attesa la pericolosità del sito (zona 1a categoria), anche se i fattori locali di accentuazione delle azioni attese non risultano invero particolarmente penalizzanti. Va sottolineato che l’approccio progettuale delle strutture si è rivelato particolarmente impegnativo ed articolato, sia in conseguenza delle peculiarità dell’opera, sia in relazione ai nuovi principi introdotti dalle suddette ntc.com’è noto in nuovo quadro normativo ha introdotto una sostanziale modifica nella tradizionale progettazione delle strutture, comportando l’abbandono del carattere prescrittivo della vecchia normativa ed introducendo in maniera esplicita e cogente concetti fondamentali, come quelli di gerarchia delle resistenze e livelli di duttilità.ne è conseguito che l’approccio adottato nella progettazione delle strutture è stato quindi di tipo spiccatamente prestazionale, che indipendentemente dalla cogenza delle ntc, costituisce un’impostazione che consente una serie di indubbi vantaggi. Essa infatti fornisce al progettista gli strumenti atti ad avere consapevolezza delle finalità delle singole scelte e consente di calibrare, coerentemente con tali finalità ed in relazione alle specificità sociali e funzionali dell’opera, le prestazioni richieste. Contenimento dei costi energetici e di manutenzione Facilità di gestione e manutenzione degli impianti La complessità e molteplicità degli impianti che corredano la struttura teatro è ormai cosa nota e riconosciuta. In conseguenza di ciò l’aver previsto in fase progettuale il coordinamento e la corretta separazione dei singoli impianti contribuisce alla sua futura facilità di gestione e manutenzione. A tal proposito, sfruttando le esigenze derivanti dagli aspetti geologici e strutturali che hanno richiesto la realizzazione di un piano interrato sottoplatea, si è previsto di realizzare gran parte delle colonne montanti e di distribuzione degli impianti appunto in tale piano. Ciò ha consentito di effettuare scelte tecnologiche impiantistiche considerate fra le migliori attuabili per questo tipo di strutture. Per brevità vengono riportati nel presente paragrafo gli aspetti ritenuti di maggior importanza per singola tipologia di impianto previsto.in particolare si veda ad esempio la realizzazione dell’impianto di climatizzazione della platea e del foyer dove l’intero piano sopra citato, è stato sfruttato oltre che per la distribuzione ed il passaggio dei canali verso i cavedi verticali anche con “plenum master” di mandata in cui viene immessa l’aria dal canale di distribuzione principale che la diffonde con ridotte velocità e bassissima rumorosità attraverso bocchette a pavimento nell’ambiente soprastante. Il piano interrato verrà sfruttato per la diffusione dell’aria, permette inoltre la manutenzione di tutte le linee di distribuzione degli impianti presenti con facilità di accesso. Tutti gli impianti sono separati fisicamente in spazi confinati dedicati. A corredo del presente piano tecnologico, necessario tra l’altro come cassa armonica ai fini acustici, vi sono i cavedi verticali che assicurano il collegamento. Per i canali che climatizzano i palchetti, sono previsti i controsoffitti nei corridoi di comunicazione foyer-palchetti, in modo da garantire facile manutenzione e gestione. Il posizionamento delle macchine esterne, previste in copertura e schermate dalla struttura, garantiscono la facilità di manutenzione anche grazie alla facilità di accesso previsti da uno dei blocchi scala presenti. I canali di mandata in poliuretano alluminato, saranno protetti esternamente con lamierini zincati ben sigillati per garantirli nel tempo. Stessa condizione vale per l’impianto fotovoltaico sempre previsto in copertura. Le unità esterne scelte sono delle specifiche macchine preassemblate del tipo aria-aria, adatte e specifiche per la gestione di grandi volumi di aria da trattare in tempi ridotti con minimo consumo energetico. Anche in tal caso la scelta progettuale ha ritenuto opportuno razionalizzare e parzializzare gli impianti in modo da garantirne facilità di gestione e manutenzione. Il gruppo di progettazione ha individuato n°3 impianti di climatizzazione fra i più efficienti del settore, ognuno a servizio di tre zone ben distinte: Unità roof-top a pompa di calore (con circuito frigorifero dotato di compressori scroll e fluido frigorigeno r410a con potenza frigorifera di kw 81,9 ed una potenza termica di 77,9 kw) destinata alla zona platea-palcoscenico-palchi; Unità roof-top pompa di calore (con circuito frigorifero dotato di compressori scroll e fluido frigorigeno r410a con potenza frigorifera di kw 133, ed una potenza termica di 131,4 kw) destinata alla zona foyer; Unità roof-top pompa di calore (con circuito frigorifero dotato di compressori scroll e fluido frigorigeno r410a con potenza frigorifera di kw 48.8 ed una potenza termica di 47.0 kw) destinata alla zona bar. La soluzione sopra descritta assicura in ogni circostanza invernale, viste anche le altre predisposizioni impiantistiche a corredo di tutta la struttura, lo svolgimento dello spettacolo. Per quel che riguarda gli impianti elettrici, l’aver suddiviso e parzializzato l’impianto in quadri e sottoquadri di zona garantisce al migliore gestione e manutenzione degli stessi. In tal modo un guasto o un normale intervento di manutenzione viene facilmente individuato, localizzato e risolto o effettuato con facilità. A supporto di ciò si è previsto il sistema di controllo e gestione dell’impianto che permette mediante schermi dedicati e sistemi touch screen la mappatura completa dell’impianto. Per quel che riguarda l’impianto antincendio, il locale dedicato al gruppo pompe, ne assicura la completa autonomia, facilità di gestione e manutenzione. Abbattimento dei costi di esercizio Parzializzare e razionalizzare un impianto come si sa costa di più, questo però è un onere di cui lo scrivente offerente ha deciso di farsi carico al fine di garantire all’ente appaltante sia la facilità di manutenzione e gestione, sia l’abbattimento dei costi di esercizio.l’abbattimento dei costi di esercizio è appunto garantito in primo luogo dalla predetta parzializzazione degli impianti, infatti avendo previsto ad esempio macchine separate per zona per la climatizzazione si può sicuramente asserire che volendo a cura e gestione dell’ente appaltante e/o gestore, consumerà solo la zona che verrà utilizzata. Sono considerazioni semplici incentrate molto di più su quelle apparecchiature che di fatto consumano in una struttura.la stessa cosa vale per l’illuminazione, la gestione complessiva centralizzata e remota prevista per gli impianti di illuminazione ordinaria, speciali e di sicurezza da la possibilità di ottimizzare l’uso e quindi i consumi. Per quel che riguarda la classe energetica complessiva l’involucro edilizio è classificabile in classe a. Utilizzo di sistemi energetici per mezzo di fonti rinnovabili E’ prevista la realizzazione di un impianto fotovoltaico (fv) della potenza di picco di 30 kwp dimensionato per il fabbisogno complessivo della struttura bar e servizi annessi, che grazie a ciò, risulterà in tal modo completamente indipendente. Altra fonte energetica da fonte rinnovabile è rappresentata con la previsione dell’installazione di impianto a pannelli solari a circolazione naturale, di superficie fino a 4 mq, per la produzione di acqua calda sanitaria destinata ai servizi igienici del teatro ed alla struttura bar annessa. La produzione giornaliera assicurata per la zona in esame è pari a circa 306 litri /giorno, che possono poi essere incrementati in futuro mediante altri pannelli e mantenuti mediante sistemi correlati.

Ampliamento della rete fognante e realizzazione del nuovo depuratore – torre di ruggiero - Catanzaro (CZ)

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Archisio - Tiziana Decaria - Progetto Ampliamento della rete fognante e realizzazione del nuovo depuratore torre di ruggiero
Appalto per la progettazione definitiva ed esecutiva e l’esecuzione dei lavori di “completamento della rete fognaria con realizzazione del nuovo depuratore” L’amministrazione comunale di torre di ruggiero ha espresso attraverso il progetto preliminare l’obiettivo di eliminare tutte le criticità che attualmente incombono sul sistema di raccolta e depurazione delle acque reflue. Prevedendo i seguenti interventi: – realizzazione del nuovo impianto di depurazione con relative opere di collettamento, da collocarsi in un nuovo sito (loc. Masi) mediante procedura espropriativa; – completamento e potenziamento della rete fognaria; Le varianti migliorative rispetto al progetto preliminare, che sono stati sviluppati nel progetto definitivo e si concretizzano nel progetto esecutivo, sono: Aumento della portata di trattamento dell’impianto anche mediante ottimizzazione delle line e esistenti e proposizione di soluzioni tecniche migliorative per l’integrazione delle varie linee Miglioramento degli impianti elettrici ed elettromeccanici Aumento sistema di collettamento fognario mediante realizzazione di nuovi tratti Interventi atti a minimizzare l’impatto visivo delle opere a migliorare l’inserimento delle opere nel contesto ambientale esistente e a ridurre gli odori molesti Realizzazione di interventi atti a migliorare le condizioni geologiche–geotecniche ed idrauliche dell’area mediante interventi di ingegneria naturalistica Automazione della gestione delle apparecchiature elettromeccaniche in modo da poter ridurre al minimo indispensabile il personale operativo per la conduzione dell’impianto Riduzione dell’utilizzo dell’energia elettrica e dei materiali di consumo necessari per la gestione dell’impianto Ottimizzazione del sistema in relazione alle macchine, agli impianti, alla affidabilità dell’intero sistema ed ai rendimenti Realizzazione di linea bottini 1 – aumento della portata di trattamento dell’impianto anche mediante ottimizzazione delle line e esistenti e proposizione di soluzioni tecniche migliorative per l’integrazione delle varie linee Il numero complessivo di abitanti stimati nel periodo di massimo afflusso antropico nella zona oggetto di studio per il dimensionamento del nuovo depuratore 3500 abitanti equivalenti (a.e.). In fase di progettazione definitiva e nella successiva fase esecutiva è stato previsto un aumento a 4.000 (a.e.) e di conseguenza un incremento della portata di trattamento dell’impianto passando da 39.60 mc/h a 47 mc/h. Per quanto riguarda l’ottimizzazione e miglioramento delle linee esistenti, si fa rilevare quanto segue: Nel progetto preliminare era prevista la realizzazione di n° 2 vasche di sedimentazione secondaria di forma quadrata a flusso orizzontale. Dalla letteratura consolidata in materia, cfr mazzoldi , si evince che per piccoli impianti come nel caso in esame, la scelta migliore è quella di utilizzare un flusso verticale che costa di più ma garantisce una maggiore efficacia nel processo di sedimentazione. E’ stata così prevista la sostituzione delle predette vasche quadrate a flusso orizzontale con quella circolari a flusso verticale il che consente altresì di poter separare le strutture delle diverse fasi in modo da poterle meglio dislocare all’interno dell’area di impianto. Altresì l’adozione del sistema di areazione che impiega diffusori a disco da 9” con membrana in epdm microforata nelle vasche di ossidazione garantisce un’elevata resa di trasferimento di ossigeno ed un risparmio energetico. Le acque sfiorate in testa all’impianto, a valle dei trattamenti preliminari, prima di essere sversati nel corpo ricettore vengono fatte passare nella vasca di disinfezione dove avviene l’abbattimento delle colonie dei batteri patogeni, e l’installazione di strumentazione di analisi per la misura in continuo di ossigeno e di ph nelle vasche di ossidazione consentono un monitoraggio continuo della fase. Affidabilità attestata in tutto il mondo: ldo, lo specialista nella misura dell’o2 La tecnologia ldo (acronimo di luminescent dissolved oxygen, ovvero ossigeno disciolto con tecnica a luminescenza) ha rivoluzionato la misura dell’ossigeno nelle acque reflue. Dal momento in cui sono state lanciate sul mercato da hach lange, come metodo rivoluzionario di misura, le sonde ldo a tecnologia ottica hanno soppiantato i tradizionali sensori a membrana con tecnologia elettrochimica. Gli oltre 12.000 sensori ldo installati in tutto il mondo hanno dimostrato una lunga vita operativa, un’elevata affidabilità di misura ed una richiesta di manutenzione ridotta al minimo. Ad ogni misura, il polimero ossigeno-sensibile di ldo è eccitato dalla radiazione blu, per poi ritornare allo stato energetico originale emettendo luce rossa. Il tempo che intercorre tra l’eccitazione e la riemissione è inversamente proporzionale alla concentrazione dell’ossigeno disciolto. L’eccitazione del polimero ossigeno-sensibile da parte della luce blu assicura la massima risoluzione del segnale ed un invecchiamento dei materiali ridotto al minimo. L’obiettivo è garantire una eccellente accuratezza e una lunga vita operativa. Ldo misura l’intervallo di tempo (inversamente proporzionale al contenuto di ossigeno disciolto) che intercorre tra l’impulso di eccitazione e l’impulso luminoso emesso in risposta. Il led di riferimento è disposto simmetricamente rispetto al led blu di eccitazione ed assicura che il sistema sia continuamente bilanciato. Il metodo non consuma ossigeno e non è influenzato da depositi sul cap. Anni d’esperienza hanno dimostrato che la tecnologia ldo elimina completamente gli svantaggi e la richiesta di manutenzione tipica dei tradizionali sensori elettrochimici. Ldo richiede una manutenzione estremamente ridotta: non è necessario eseguire periodiche calibrazioni o sostituzioni di membrana ed elettrolita, nessun componente è soggetto ad usura, la pulizia richiede solo pochi minuti, non risente della presenza di interferenti come h2s. Un’unica semplice sostituzione del cap sensore ogni due anni assicura che ldo fornisca valori di misura affidabili e senza deriva, per un utilizzo ottimale dell’o2 e vantaggiosi costi operativi. Il sensore ldo si basa su un principio di misura ottico: hach lange fornisce una garanzia completa di 24 mesi sul sensore cap costituito dal polimero ossigeno-sensibile. Una dimostrazione reale della lunga vita di servizio in effettive condizioni operative. Si prevede un impianto di disidratazione fanghi con estrattore centrifugo il quale offre un rendimento maggiore, ridotti consumi di acque di lavaggio, ridotti costi di manutenzione e una gestione semplificata rispetto alla nastropressa. 2- miglioramento degli impianti elettrici ed elettromeccanici Il progetto a base di gara prevedeva la realizzazione di un impianto elettrico classico senza particolari disposizioni in merito alla selettività ed indipendenza dei circuiti servizio delle apparecchiature elettromeccaniche. In fase di progettazione definitiva e nella successiva fase esecutiva si è previsto, per l’impianto di depurazione, la realizzazione di un impianto selettivo per singole zone di asservimento delle apparecchiature dei processi tutte le apparecchiature elettromeccaniche in particolare le pompe ed i circolatori, previsti rispettano la direttiva erp, energy related products, ( prodotti connessi all’energia) che ha come obiettivo quello di migliorare l’efficienza energetica dei prodotti per ridurre gli sprechi e preservare l’ambiente. La nuova norma citata, è parte integrante della marcatura ce e si applica quindi a tutti i prodotti che utilizzano nell’intero ciclo di vita: dalla progettazione alla produzione fino allo smaltimento. Dal marzo 2009 la commissione europea, gli stati membri, i produttori di pompe e le organizzazioni ambientali hanno fissato un’agenda per normare l’efficienza energetica dei circolatori e delle pompe. Questo programma prevede la sostituzione dell’etichetta energetica (a, b, c, ..) con l’indice di efficienza energetica (eei= energy efficiecy index). I motori e le pompe hanno fissato l’indice ie ( international efficiency 1,2,3) che sostituisce il vecchio indice eff. Quindi tutti i motori trifase che equipaggiano le pompe previste, risponderanno ai seguenti requisiti: ie3 kw< potenza motore< 375 kw 3- aumento sistema di collettamento fognario mediante realizzazione di nuovi tratti La progettazione della suddetta rete fognaria con annesso depuratore, nasce dall’esigenza di integrare la rete esistente al fine di dare completezza e funzionalità ai collettori fognari esistenti in particolare a quelli realizzati con precedente intervento non ancora collegati in quanto in corso di ultimazione. Attualmente il territorio si presenta così: Il centro storico ha una sua rete fognaria collegata al depuratore esistente funzionante; I tratti in completamento con il precedente intervento non sono ancora collegati. Il progetto prevede di: Realizzare il nuovo depuratore comunale in loc. Masi; Convertire il depuratore esistente in vasca di accumulo e sollevamento, mantenendo attive le funzioni primari ed indispensabili della grigliatura grossolana, per evitare che eventuali materiali sabbiosi provenienti da collettamenti esistenti anche di acque bianche possano danneggiare le costose pompe di sollevamento verso il nuovo depuratore; Mantenere attive l’ossigenazione delle vasche al fine di garantire la vita biologica dei liquami onde evitare la formazione di cattivi odori; Realizzare tutti i tratti fognari previsti nel progetto nel progetto definitivo; Inserimento di n° 11 pompe di sollevamento. 4- interventi atti a minimizzare l’impatto visivo delle opere a migliorare l’inserimento delle opere nel contesto ambientale esistente e a ridurre gli odori molesti In fase di progettazione definitiva e nella successiva fase esecutiva si è adottata la scelta di effettuare la mitigazione dell’impatto visivo delle opera mediante la riduzione dell’area di impronta dell’impianto di depurazione e contestualmente l’inserimento di barriere visive naturali quali alberi d’alto fusto. L’intervento mitigazione previsto consente di ridurre al massimo l’impatto visivo delle opere dai punti di vista delle zone di maggiore visibilità. Altresì la riduzione della area di ingombro ha consentito di evitare eccessivi disboscamenti, lasciando così una sorta di barriera naturale alla vista dell’impianto. Anche la scelta del posizionamento seminterrato per tutte le vasche è stata dettata dalla mitigazione ambientale, infatti le vasche progettate emergono fuori terra è per un massimo di 80-100 cm, pertanto perfettamente in sicurezza e poco impattanti. Le aree non carrabili e circostanti le vasche saranno seminate a verde in modo da limitare l’impatto. In fase di progettazione definitiva e nella successiva fase esecutiva per la riduzione degli odori, sia per l’ex depuratore ora stazione di sollevamento , che per il nuovo depuratore in loc. Masi, è stato previsto l’inserimento di un sistema completamente biologico per l’abbattimento degli odori, la soluzione emb. Il solfuro d’idrogeno ( h2s ) che ricorda l’odore di uova marce, è un problema molto diffuso soprattutto a livello di impianti di depurazione delle acque. Si tratta di un metabolismo dei microrganismi (p.e. Batteri in grado di ridurre il solfato, srb), che si concentrano nei collettori degli impianti di depurazione e nelle fosse biologiche. Questi processi comprendono anche la produzione di acido solforico, un acido molto corrosivo che attacca sia il metallo nelle pompe e nelle tubazioni, sia le pareti di cemento armato con cui viene a contatto. I cattivi odori e i gas corrosivi (ammoniaca, solfuro d’idrogeno, ecc.) vengono neutralizzati rapidamente dagli acidi organici contenuti nell’ emb. Quando i microrganismi attivi nell’ emb sono dominanti, essi sottraggono la base alimentare ai batteri in grado di ridurre il solfato che non sono perciò più in grado di produrre il solfuro d’idrogeno. L’ emb è un prodotto sviluppato appositamente per i depuratori delle acque reflue e per il settore dei rifiuti. Contiene batteri di fotosintesi, batteri acido-lattici, lieviti ed altri microrganismi speciali in grado di decomporre idrocarburi ( grassi, oli ) e cellulosa ( p.e. Carta igienica ); il prodotto viene fornito in forma di soluzione acquosa. L’ emb ® è una miscela di ceppi microbici in grado di vivere in catene alimentari e quindi di autosostenersi e favorire lo sviluppo di altri microrganismi negli ambienti più variegati. L’organismo b vive cioè dei prodotti di metabolizzazione dell’organismo a; non appena a muore, la relativa massa organica è nuovamente utilizzata da altri microrganismi, metabolizzata e resa disponibile per un terzo gruppo, ecc. Si tratta di un ciclo chiuso che spiega la lunga durata della miscela multimicrobica. Per far proliferare i microrganismi contenuti nell’ emb ® e per renderli utilizzabili, si adotta il seguente metodo per produrre l’ emb-a (“emb attivato” ): -5% emb , -5% melassa di canna da zucchero, -90% acqua (senza cloro ) .far fermentare il tutto ad una temperatura di 32 – 37° in condizione anaerobiche (in assenza di aria) per 7 giorni. Il ph dello emb-a pronto per l’uso è compreso tra 3,5 e 4. Conservazione: al buio e a temperatura costante. Durata dell’ emb-a : 6 settimane 5 – realizzazione di interventi atti a migliorare le condizioni geologiche-geotecniche ed idrauliche dell’area mediante interventi di ingegneria naturalistica In fase di progettazione definitiva e nella successiva fase esecutiva si è proceduto alla sistemazione della area di insediamento depuratore e strada di accesso, mediante la modellazione dtm, individuando così le scelte migliori e le interferenze ed interventi necessari con l’ambiente circostante. Si sono programmati e progettati gli interventi post intervento per migliorare le condizioni geologiche –geotecniche ed idrauliche. Nello specifico si è pensato di seminterrare tutte le strutture in modo da mitigarne l’impatto visivo ed utilizzare i fronti delle strutture in c.a. Come elementi di sostegno per alcune scarpategeneratesi a seguito della sistemazione dell’area. La sistemazione dell’area stessa ha seguito la logica del minor impatto ambientale, prediligendo la reazlizzazione su due livelli che seguono l’andamento del terreno stesso senza alterarlo in modo eccessivo. In ogni caso per le zone a scarpata e sia in trincea che in rilevato si sono predilette techicne che sfrtuttano i materiali che saranno già presenti per sua natura a seguti dellla fase di disboscamento. 6- automazione della gestione delle apparecchiature elettromeccaniche in modo da poter ridurre al minimo indispensabile il personale operativo per la conduzione dell’impianto In fase di progettazione definitiva e nella successiva fase esecutiva è stata prevista l’installazione del sistema di telecontrollo, gestione e automatismo: sistema plc su piattaforma siemens s71200 e software per il telecontrollo siemens su rete gprs. Il plc s71200 è composto da una cpu 1214c con a bordo 14 input digitali, 10 output digitali, 2 ingressi analogici. La cpu indicata permette nella sua configurazione massima, l’espansione con 3 moduli per la comunicazioni di rete e 8 moduli per input e output digitali/analogici. La cpu1214c ha una memoria di lavoro pari a 50kbyte e grazie ad uno slot di mmc integrato permette anche l’archiviazione del software oltre che la capacità di loggare eventuali informazioni e/o misure ove fosse necessario. L’interfaccia profinet integrata può essere impiegata sia per la programmazione sia per la comunicazione con pannelli operatori o tra cpu e apparecchiature slave. Viene inoltre supportata la comunicazione con apparecchiature di terzi – sulla base di protocolli ethernet aperti. Questa interfaccia offre una connessione con funzionalità autocrossover e consente velocità di trasmissione dati di 10/100 mbit/s. Sono possibili fino a 16 collegamenti ethernet con l’utilizzo dei seguenti protocolli: tcp/ip native; iso-on-tcp e comunicazione s7. Grazie al processore di comunicazione cp 1242-7, è possibile collegare il controllore simatic s7-1200 a reti gsm. Il cp 1242-7 consente la comunicazione wan da stazioni remote ad una centrale e la comunicazione trasversale tra stazioni. Il cp 1242-7 può ricevere e inviare messaggi come sms. Il partner di comunicazione può essere un telefono cellulare o un s7-1200. Questa funzionalità permette di realizzare un sistema di teleallarme senza costi di hardware aggiuntivi. Il cp 1242-7 è adatto per l’impiego industriale universale e supporta le seguenti bande di frequenza (850mhz, 900mhz, 1800mhz, 1900mhz). Tale applicazione permetterà di telecontrollare e telecomandare da remoto tutte le stazioni presenti in campo grazie all’utilizzo di un pc. A bordo del pc remoto sarà installato il software di supervisione wincc v7.1 che permetterà all’operatore di visualizzare graficamente quello che accade su ogni singolo impianto mediante il pacchetto applicativo telecontrol server basic. Il software telecontrol server basic permette di gestire fino a 5000 rtu (remote terminal unit) dislocate su tutto il territorio, senza limiti di distanza e comunicazioni in cavo perché lo scambio dei dati avverrà mediante la rete gprs. 7- riduzione dell’utilizzo dell’energia elettrica e dei materiali di consumo necessari per la gestione dell’impianto. In fase di progettazione definitiva e nella successiva fase esecutiva è stato previsto, per la riduzione del consumo di energia elettrica, l’installazione per la zona ex depuratore di un impianto fotovoltaico da 10 kw organizzato secondo due quote: una a terra mediante “struttura ecologica portanet “, 40 pannelli da 250 wp cadauno e, l’altra predisposta per il futuro ampliamento da 10 a 20 kwp da installarsi sul sistema a pensilina lungo il muro del prospetto complessivo dell’impianto, capace di portare appunto altri 40 pannelli da 250 wp cadauno. L’impianto nel suo complesso, sarà in grado di garantire un risparmio/incasso complessivo annuo di circa 1500 kwhanno/kwp x 10 kwp= 15.000 kwh che al costo medio di 0.35 €/kwh=5.250€/anno tutti in autoconsumo per l’impianto stesso. 8- ottimizzazione del sistema in relazione alle macchine, agli impianti, alla affidabilità dell’intero sistema ed ai rendimenti. L’ottimizzazione del sistema di depurazione e della nuova rete fognante con le sue stazioni di sollevamento, in relazione alle macchine, impianti, affidabilità, e rendimenti viene raggiunto mediante l’insieme delle precedenti migliorie già citate e quelle che seguiranno, come ad esempio l’alta affidabilità della linea bottini e della sua garanzia estesa a 18 mesi direttamente dall’azienda produttrice, così come la qualità energetica delle pompe di sollevamento e con girante supervortex approvate secondo le norme din 12050-2 e le din 12050-1, per utilizzo in applicazioni di buildings service dall’istituto tedesco di tecnologia delle costruzioni, il rispetto della direttiva europea erp, senza trascurare le soluzioni impiantistiche efficienti degli automatismi, di gestione controllo, siemens. Non per ultimo il contributo dell’impianto fotovoltaico, l’adozione del sistema di areazione che impiega diffusori a disco da 9” con membrana in epdm microforata nelle vasche di ossidazione che garantisce un’elevata resa di trasferimento di ossigeno ed un risparmio energetico. Lo sfruttamento della gravità per la riduzione del numero di pompe fra i vari processi biologici. La realizzazione di stazioni dotate di tutti dispositivi necessari a garantire il controllo del livello dei liquami e le stesse pompe da materiali grossolani. 9- realizzazione di linea bottini In fase di progettazione definitiva e nella successiva fase esecutiva è stata prevista la realizzazione di una lima bottini completa di vasca di accumulo e platea di sosta per agevolare lo scarico delle autobotti. La linea bottini è stata progettata per accogliere altresì il compattatore oledodinamico in grado di ridurre al minimo il materiale grigliato e di scaricarlo in appositi sacchi a verme. La capacità della vasca di accumulo è di circa 33 mc e quindi in grado di smaltire circa 5 autobotti/giorno di piccola e media grandezza. La stessa è stata progettata seminterrata per ridurre al minimo l’impatto visivo e fungere da struttura di contenimento per la zona che la ospita.

Recupero ambientale - Vibo Valentia (VV)

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Archisio - Tiziana Decaria - Progetto Recupero ambientale
Affidamento diretto, previo sorteggio pubblico, per espletamento dei servizi di ingegneria comprendenti la progettazione definitiva ed esecutiva e il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione dei lavori di “recupero ambientale” nel centro storico cittadino di vibo valentia. Sulle indicazioni dell’amministrazione comunale di vibo valentia, nell’ambito della richiesta di finanziamento – a seguito di opportune valutazioni sul tessuto urbano, su quello ambientale e sociale – sono state individuate all’uopo, come luogo oggetto di intervento, diverse aree ubicate all’interno del centro storico cittadino. In tali aree sono state individuate delle criticità ambientali gravi, meritevoli di tempestivi ed urgenti interventi di recupero. Sulle indicazioni dell’amministrazione comunale di vibo valentia, nell’ambito della richiesta di finanziamento – a seguito di opportune valutazioni sul tessuto urbano, su quello ambientale e sociale – sono state individuate all’uopo, come luogo oggetto di intervento, diverse aree ubicate all’interno del centro storico cittadino. In tali aree sono state individuate delle criticità ambientali gravi, meritevoli di tempestivi ed urgenti interventi di recupero. Tra questi vanno sicuramente annoverate il recupero di alcuni spazi di risulta abbandonati – divenuti nel tempo discariche abusive di materiali di vario tipo e luoghi di raccolta di topi e rettili vari – e il rifacimento della rete fognaria – bianca e nera – di alcune delle aree ricadenti all’interno della zona interessata. Scopo finale di questi interventi oltre al recupero dell’ambiente e del contorno, attraverso specifiche azioni migliorative , è anche dare una percezione dello spazio da parte dei fruitori finali, intendendo come spazio l’insieme delle attività umane, degli spazi fisici e intellettuali, della emotività e del senso appartenenza ad un luogo espressa dalla collettività nel suo insieme. In coerenza con le linee programmatiche indicate dall’amministrazione, il presente intervento intende, pertanto, eliminare parte del degrado presente nel centro storico cittadino e, contestualmente, valorizzare i luoghi del centro storico con azioni mirate al recupero ambientale attraverso il rinnovamento delle reti fognarie cittadine al fine della conservazione e della rivitalizzazione dei luoghi, nonché al recupero degli spazi più significativi, evitando qualsiasi trasformazione urbanistica che ne compromettano la identità. Il progetto Il progetto è stato redatto secondo le indicazioni del d.p.p., del d. Lgs 50/2016, delle linee guide dell’anac, dei decreti ministeriali attuativi del d. Lgs. 50/2016 e del dpr 207/2010 – per quanto applicabile – al fine di ottenere una completezza in termini procedurali e tecnico-amministrativi, nonché per acquisire tutte le autorizzazioni ed i pareri previsti dalla normativa vigente. Esso mira ad un processo di recupero ambientale e di riqualificazione più generale, in parte già avviato in passato dall’amministrazione comunale. L’intervento ha la funzione principale di recuperare alcuni siti e percorsi urbani del centro storico da restituire alla collettività ed al contempo rendere fruibili alcuni luoghi mediante opportuni interventi di recupero ambientale, mantenendo la conformità alle norme ambientali, urbanistiche e di tutela dei beni culturali e paesaggistici, nonché il rispetto di quanto previsto dalla normativa in materia di tutela della salute e sicurezza, accessibilità e adattabilità secondo quanto previsto dalle disposizioni in materia di barriere architettoniche. Scopo primario dell’intervento complessivo è quello di: Recuperare dal punto di vista ambientale alcune aree del centro storico ubicate prevalentemente nel quartiere carmine mediante interventi che hanno come obiettivo quello di ricavare ulteriori spazi pubblici da destinare ai cittadini e di migliorare la fruizione dei luoghi; Recupere e riqualificare – da un punto di vista ambientale prima ancora che da quello urbanistico – alcune aree del centro storico mediante interventi mirati alla separazione delle acque reflue da quelle meteoriche, della regimentazione delle acque meteoriche del sito e la canalizzazione delle acque reflue di alcune aree limitrofe, allo stato non adeguatamente convogliate; Riqualificare i luoghi del nucleo storico al fine di accrescerne il valore storico, turistico ed edilizio, migliorare le condizioni di vita degli abitanti negli ambiti caratterizzati da particolare degrado fisico e disagio sociale; Rendere godibili alcuni luoghi simbolici che attualmente non risultano essere utilizzati; Compiere una serie di interventi di recupero conservativo volti al ripristino dei caratteri formali dei luoghi. Gli interventi di progettazione verteranno a principi di sostenibilità ambientale nel rispetto della minimizzazione dell’impegno di risorse materiali non rinnovabili e di massimo riutilizzo delle risorse naturali impegnate dall’intervento e della massima manutenibilità, durabilità dei materiali e dei componenti, sostituibilità degli elementi, compatibilità tecnica ed ambientale dei materiali ed agevole controllabilità delle prestazioni dell’intervento nel tempo. I materiali di scavo e quelli relativi alla pavimentazione presente nelle aree oggetto di intervento (piatra e mattoncini) saranno recuperati e riutilizzati secondo le indicazioni e/o prescrizioni imposte dai diversi enti preposti a rilasciare parare e/o dalla stazione appaltante. L’intervento previsto è legato a precisi standard sanciti dagli strumenti urbanistici vigenti, nonché ai pareri vincolanti del ministero per i beni e le attività culturali – soprintendenza per i beni archeologici della calabria – e del ministero per i beni e le attività culturali – soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per la provincia di vibo valentia. Pertanto nella progettazione dei singoli interventi si terrà conto delle indicazioni e dei pareri degli enti coinvolti. Specifiche di progetto Il lavoro che si intende realizzare interessa alcune aree diverse del centro storico ubicate all’interno del rione carmine. Essi sono così riepilogati: Area di intervento 1: prevede la trasformazione di uno spazio abbandonato, di proprietà comunale, in una piazza pavimentata a servizio dei cittadini residenti o di passaggio. L’area oggetto di intervento è stata, comunque, acquisita in data 10.04.2012 dal comune di vibo valentia nell’ambito dei citati lavori di realizzazione della piazza in via carmine, per ragione di pubblica utilità. L’atto con cui è stato formalizzato il passaggio di proprietà è un verbale di bonario componimento sottoscritto tra signore cutullè santina e cutullè raffaella – comproprietarie del bene – e l’arch. Demetrio beatino – all’uopo dirigente del settore 8 del comune di vibo valentia. Il citato verbale di accordo bonario è stato successivamente approvato con determinazione dirigenziale n° 37 del 14.05.2012. Tenuto conto che in data 13.03.2014 è stato liquidato ai proprietari il saldo dell’importo previsto dell’accordo bonario, l’ara risulta di fatto a pieno titolo di proprietà comunale. In una prima fase, si prevede la parziale demolizione dei muretti in mattoni che attualmente delimitano l’area lungo la via scesa carmine. La stessa verrà effettuata senza l’uso di mezzi meccanici, nel massimo rispetto della muratura antica da conservare, facente parte dell’antico palazzo gasparro. Successivamente, la muratura originaria sarà oggetto di intervento di restauro attraverso una serie di tecniche che saranno concordate con la soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici. Successivamente si procederà con la rimozione dei materiali presenti, della vegetazione spontanea ed allo sterro in modo da portare la quota del piano di campagna al valore opportuno e realizzare i diversi dislivelli previsti da progetto. Si tratta di tre piani differenti di quota su cui si sviluppa la piazza, tra aiuole e aree di sosta; il primo, indicato come quota 0.00, rappresenta il raccordo con la via scesa carmine e quindi l’accesso principale; il secondo livello a quota +0.60, raggiunto da tre gradini, è situato in prossimità dell’acceso da via borgo san sebastiano; infine il livello a +0.90, raggiungibile, oltre che dalla quota +0.60 con due gradini, anche da una rampa per l’abbattimento alle barriere architettoniche che parte dal livello 0.00. I diversi dislivelli di quota saranno delimitati da muretti di contenimento che si sviluppano in modo sinuoso creando una serie di geometrie che definiscono tutta l’area, rimarcata dal diverso uso di materiali utilizzati per la pavimentazione. A protezione del dislivello di quota e per la messa in sicurezza dell’area è prevista la realizzazione di una ringhiera in ferro sormontante i muretti di contenimento. Oltre all’accesso a quota 0.00, è previsto un altro accesso all’area dalla via scesa carmine, posto a una quota inferiore, essendo la via in salita, attraverso una gradinata illuminata con dei fari a led segna passo. La pavimentazione prevista utilizzerà materiale in pietra locale di tre differenti tonalità in modo tale da rimarcare lo sviluppo geometrico dei disegni definiti sia dalle aiuole, sia dai gradini raccordanti i diversi dislivelli. La vegetazione sarà opportunamente collocata all’interno delle aiuole con una disposizione in gruppi di più essenze arboree e arbustive, anche ai fini di ottenere una schermatura dei fianchi ciechi degli edifici che verranno a definire lo spazio della piazza. Sarà inoltre previsto un impianto di raccolta acque reflue ed un impianto di approviggionamento idrico per l’uso di una fontanella e l’irrigazione delle aiuole presenti. L’illuminazione dell’intera piazza avverrà tramite corpi illuminanti montati su palo vibo, per mantenere un’uniformità con l’ambiente storico circostante. La piazza sarà inoltre, arredata di panchine e gettarifiuti. Area di intervento 2: attualmente, in prossimità della chiesetta dei poveri, è presente un piccolo canale di scolo a cielo aperto – non conforme alle legislazioni vigenti – che raccoglie le acque nere di scarico provenienti dai fabbricati posti a monte del sito, recapitandoli nei terreni a valle del sito. Gli interventi previsti per tale area sono: Collettamento dell’impianto fognario acque nere attraverso la realizzazione di impianto a norma con inserimento di pozzetti di ispezione e tubi in pead e separazione dalle acque bianche provenienti da via della ruota; Convogliamento delle acque bianche e nere provenienti dai fabbricati posti a monte; Rivestimento in pietra di alcuni muretti in cemento armato presenti all’interno dell’area; Rifacimento pavimentazione di mattoncini, con smontaggio e rimontaggio degli stessi, della scalinata di accesso da via conte d’apice; Pavimentazione in pietra locale della rampa di accesso all’area della chiesetta da via della ruota; Tinteggiatura della facciata della chiesetta dei poveri; Rifacimento della pavimentazione con pietra locale, della piazzetta prospicente la chiesa dei poveri; Rifacimento dell’impianto di illuminazione della piazzetta prospicente la chiesa dei poveri attraverso la sostituzione dei corpi illuminanti presenti; Collettamento della fognatura che scorre a cielo aperto sito sulla scarpata antistante la chiesetta dei poveri in prossimità della porta conte d’apice; Realizzazione del muretto di contenimento e della soprastante ringhiera in ferro lavorato della piazzetta prospicente la chiesa dei poveri. Illuminazione con faretti a led da incasso nell’alzata della scalinata porta conte d’apice. A completamento di tali interventi è prevista la realizzazione delle opere di pavimentazione stradale con materiali adatti ai luoghi. Area di intervento 3 e 4: attualmente nel centro storico cittadino sono presenti delle vie pubbliche che presentano un sistema fognario non funzionante o a volte mancante. Le acque nere di scarico provenienti dai fabbricati presenti sversano i liquidi trasportati nel terreno sottostante creando notevoli disagi ai cittadini residenti. Inoltre in molte zone manca una vera e propria pavimentazione stradale Gli interventi previsti per tale aree sono: Rifacimento della rete di fogna nera proveniente dai fabbricati dei vicoli cerasarelle; Rifacimento della rete di fogna bianca proveniente dai fabbricati dei vicoli cerasarelle; Rifacimento della pavimentazione stradale attraverso la rimozione dello strato bituminoso o cementizio presente e la successiva ripavimentazione utilizzando materiali adatti al luogo e, ove presenti, il recupero di quelli esistenti, a risalto dei palazzi di pregio storico presenti nell’area d’intervento.

Palazzo gagliardi/de riso riqualificazione piano terra - Vibo Valentia (VV)

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Archisio - Tiziana Decaria - Progetto Palazzo gagliardide riso riqualificazione piano terra
interventi per il restauro, il recupero, la valorizzazione e la fruizione del palazzo gagliardi-de riso di vibo valentia – Riqualificazione e riuso piano terra 3° lotto funzionale. L’idea progettuale, suddivisa in 3 lotti funzionali, ha come scopo la valorizzazione e la fruizione dell’intera struttura. Questo progetto, individuato come 3° lotto funzionale, ha cone oggetto la riqualificazione ed il successivo riuso del piano terra. Per la realizzazione del presente intervento è previsto un costo complessivo di € 600.000,00 (patto territoriale – decreto mise n° 002388 del 25/06/2014). Il carattere artistico-storico-urbanistico dell’edificio costituisce il fattore preminente per l’intera opera. Palazzo de riso – gagliardi, uno dei palazzi di pregio presenti nella città di vibo valentia, con facciata rinascimentale, occupa un lotto di fronte al più vasto palazzo di rappresentanza della famiglia. Ha pianta rettangolare con vani organizzati attorno ad una piccola corte centrale, presenta due piani sul corso umberto e tre sul vicolo parallelo., si differenzia per il suo stile da qualsiasi altro palazzo gentilizio della città: le facciate sono trattate a fasce giustapposte di bugnato liscio continuo, raccordate con le ghiere delle bucature ad arco. Il fronte sul corso, a sette moduli, presenta un corpo centrale a tre moduli, leggermente aggettante, con portali al primo piano ricuciti da un balcone unico con balaustra. L’edificio è coronato da un cornicione aggettante sostenuto da mensole triangolari. Costruito tra il xviii-xix sec., il palazzo sorge su un suolo occupato precedentemente da baracche stabili per i venditori ambulanti delle fiere. Il progetto di giovan battista vinci richiama lo stile rinascimentale toscano, differenziandosi da qualsiasi altro palazzo gentilizio della città. Questa “palazzina”, così definita, dopo la seconda metà dell’ottocento divenne residenza principale del ramo cadetto della famiglia gagliardi, che sistemò e decorò i vari ambienti. Dal portone centrale si accede in una piccola corte che immette, tramite una porta a vetri, all’atrio dell’abitazione dove uno scalone centrale, dotato di corrimano in ferro battuto timbrato con le armi dei gagliardi partite con quelle degli amato della corrja, si sdoppia in due rampe speculari conducendo al piano nobile. Rispetto all’asse di penetrazione la pianta a terra è perfettamente simmetrica ed ai lati del vestibolo che dà accesso al corpo scala si aprono due ingressi ai locali dal piano terra. Il cortiletto, molto stretto e allungato, per la limitatezza del lotto a disposizione, è pensato in modo da dar comunque luce diretta a tutti i locali che non possono averla dai muri perimetrali. Le stanze, tutte passanti, sono collegate tra loro in un’enfasi continua che non richiede dispersivi corridoi di distribuzione. Gli interventi proposti, soluzioni progettuali, metodologie e tecnologie per la realizzazione dell’intervento e il contributo dell’operazione alla realizzazione di itinerari turistici L’idea progettuale, suddivisa in 3 lotti funzionali, ha come scopo la valorizzazione e la fruizione dell’intera struttura. Questo progetto, individuato come 3° lotto funzionale, ha come oggetto la riqualificazione ed il successivo riuso del piano terra. Per la realizzazione del presente intervento è previsto un costo complessivo di € 600.000,00 (patto territoriale – decreto mise n° 002388 del 25/06/2014). Il carattere artistico-storico-urbanistico dell’edificio costituisce il fattore preminente per l’intera opera. La scelta dello stesso per l’individuazione di attività culturali (letterarie, artistiche, museali, espositive, di informazione, corsi specifici) e di spazi destinati a co-working, è sicuramente la più idonea perché fornisce nello stesso tempo l’opportunità di uno sviluppo culturale, artistico e sociale nel contesto urbano in cui si trova. Rendere fruibile l’immobile permette l’inserimento dello stesso nel percorso turistico in riferimento alla valorizzazione dei beni culturali della città. Il presente progetto individua necessariamente gli interventi prioritari da realizzare all’interno del piano terra, tenendo presente che l’intervento globale è stato frazionato in più lotti funzionali per permettere di gestire meglio i diversi interventi su più piani, mirati alla conservazione dello stesso e, nel contempo, diano garanzie sulle opere da effettuare successivamente con altri interventi, in modo da non aumentare o creare ulteriori deficienze che comportino l’ulteriore deteriorarsi dell’edificio, In questa 3° fase emerge la necessità di effettuare, interventi di restauro conservativo del piano terra, che ospita una serie di stanze sull’ala destra, un tempo destinate a circolo culturale, e sull’ala sinistra a aule di formazione, uffici e depositi. L’intervento prevede lavori di riqualificazione attraverso il ripristino degli stucchi e delle pitturazioni dei solai di pregio, la realizzazione di pavimento soprelevato in legno, l’adeguamento dell’impianto elettrico con la realizzazione dell’impianto fonia e dati, la pitturazione degli ambienti interni, la realizzazione di servizi igenico-sanitari, l’abbattimento delle barriere architettoniche con l’installazione di montascale e rampe in metallo (pendenza max 8%), il ripristo e restauro degli infissi in legno esterni ed interni, interventi di consolidamento delle murature. Questi interventi sono necessari per il riuso degli ambienti. L’ala destra verrà organizzata in modo tale da servire l’area museale sita al piano primo (detto nobile) e per la quale è stato previsto già un progetto finanziato (1° lotto funzionale). All’interno di questi ambienti trovano posto, una biglietteria, due uffici amministrativi, una direzione amministrativa, un bazar, una sala convegni un punto ristoro e servizi igienici per i dipendenti. Le sale presenti nell’ala sinistra, invece, ospiteranno spazi per il co-working, un deposito attrezzature, uffici amministrativi e direzionali, una sala d’attesa e servizi igienico-sanitari per dipendenti. Per permettere poi la fruizione dell’immobile e quindi l’accessibilità, sono stati previsti una serie di interventi che rendono l’opera completa nel suo insieme. Infatti sono stati realizzati dei blocchi di servizi igienici in ogni piano, collocati in punti ben precisi in modo da non comportare demolizioni invasive ai solai ed alle murature, utilizzando le condotte già presenti all’interno della struttura. Viene prevista l’installazione di un montascale per permettere l’accessibilità alla sala convegni posta ad una quota superiore rispetto agli altri ambienti. Questo contribuirà all’abbattimento delle barriere architettoniche ed alla fruibilità completa della struttura. Gli interventi relativi al consolidamento saranno del tipo non invasivo ed anche in questo caso si cerca di mantenere il sistema costruttivo preesistente, con particolare riguardo al delicato equilibrio generale della struttura, fornendo nello stesso tempo una adeguata consistenza statica in riferimento ai carichi propri ed accidentali che agiscono sulla struttura. Le soluzioni innovative previste garantiscono un impatto ambientale pressoché nullo. Gli obiettivi e i risultati attesi. I risultati attesi riguardano una migliore fruizione del sito in termini di conoscenza e di incremento della domanda interna, rispetto alle esigenze locali, didattiche e di domanda esterna riferibile ai visitatori e ai turisti. Ovviamente resta di base, come risultato principale della progettazione ed esecuzione di opere, il miglioramento dello stato dei luoghi restituendo una nuova immagine di qualità formale e culturale alla comunità vibonese, comunità dalle antichissime radici che deve il suo carattere e la sua forza alla propria memoria storica ed alla propria identità di appartenenza geografica. Inoltre la possibilità di creare spazi per il co-working permetterà di creare collaborazioni tra professionisti che svolgono attività simili e diverse; far nascere nuove sinergie; moltiplicare alleanze, collaborazioni su attività, committenze, progetti. Uno sviluppo economico e sociale per il territorio. Il concetto di co-working è diventato corrente negli ultimi anni trasformandosi ed evolvendosi comprendendo una serie di opzioni per coloro i quali necessitano di un ufficio “non stanziale”. La condivisione spaziale attraverso il co-working offre un’ampia gamma di servizi e opportunità a sostegno dell’imprenditoria e non solo. L’attività del coworking è il raduno sociale di un gruppo di persone che stanno ancora lavorando in modo indipendente, ma che condividono dei valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento. Gli spazi destinati a co-working presentano una serie di vantaggi derivanti dalla condivisione di uno stesso spazio da parte di diversi utenti. Stare in contatto con altri co-workers e non avere un proprio ufficio pubblico implica una grande capacità di vivere un ambiente condiviso. Lo spazio destinato a co-working ha buone possibilità di implementazione e di crescita. Condivisione, collaborazione, costruzione di relazioni, fare rete: sono pratiche acquisite grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali e diventano oggi le basi sulle quali costruire modelli diversi da quelli che la crisi ha dimostrato non funzionare più. Inoltre la possibilità di creare spazi per il co-working permetterà di creare collaborazioni tra professionisti che svolgono attività simili e diverse; far nascere nuove sinergie; moltiplicare alleanze, collaborazioni su attività, committenze, progetti. Un modo nuovo di concepire il lavoro che sta portando con sé un vero e proprio cambiamento culturale, economico e sociale. Con la crisi e un mercato del lavoro sempre più flessibile, l’ufficio tradizionale sarà sempre meno popolare, specie in realtà di provincia come la nostra. E se il lavoro sta cambiando –le imprese si avvalgono sempre più di collaboratori esterni; stratup e freelance sono in grado di svolgere la propria professione ovunque e in autonomia grazie alle nuove tecnologie, ma sempre meno in condizione di potersi permettere l’affitto o l’acquisto di un ufficio proprio – il coworking cambia il lavoro: offrendo la possibilità di abbattere i costi fissi di gestione di un classico ufficio, la flessibilità d’impiego degli spazi e degli strumenti di lavoro, ma soprattutto l’opportunità di creare una (o più) comunità nella quale riconoscersi e dalla quale sentirsi riconosciuti, che abbia come obiettivo una convivenza sociale e professionale. Quindi si può concludere che: a fronte di un lavoro di risistemazione di spazi pubblici ridando qualità e funzione ad un’area urbana di rilievo storico, con questa opera si vuole innescare un meccanismo di rilancio culturale spedibile in ambiti formativi o di richiamo turistico, inserendolo quindi in quel percorso che punta alla valorizzazione dei beni culturali della città. L’utilizzo dell’immobile, inoltre, si inserisce in un contesto più ampio di iniziative volte alla valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale dell’ente attraverso politiche di sviluppo dirette alla promozione di varie forme di turismo, giusta deliberazione del commissario straordinario (con i poteri del consiglio) n. 43 del 03.05.2013 ad oggetto “approvazione piano di programmazione di iniziative ed azioni nel settore turistico”. L’intervento adotterà sistemi di qualità ambientale e di certificazione dei servizi offerti attraverso la realizzazione di produzioni editoriali, segnaletica, servizi di accoglienza atti a garantire una immagine coordinata degli edifici storici e di pregio architettonico; inoltre l’attività divulgativa porterà a creare attività immateriali con bassissimo impatto ambientale.
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