Complesso monumentale del san giovanni e via carlo v - Catanzaro (CZ)
Appalto integrato complesso, lavori e progettazione definitiva ed esecutiva per le opere di completamento e risanamento conservativo, restauro e riqualificazione funzionale del complesso monumentale del s. Giovanni, del largo prigioni e della strada di accesso via carlo v.
La riqualificazione funzionale del complesso monumentale del san giovanni impone prioritariamente di intervenire sulla via carlo v, strada che costeggia il muro di cinta del complesso con i suoi due ingressi alle “gallerie” del san giovanni stesso, poichè uno dei principali problemi della città di catanzaro è rappresentato dalla mancanza di un sistema di viabilità efficace, dovuto principalmente all’orografia del territorio su cui sorge la città ed a scelte discutibili operate nel periodo di grande sviluppo edilizio.
Come è ben noto la città di catanzaro sorge su tre promontori separati tra di loro da profonde gole solcate dal torrente fiumarella a sud e dal torrente musofalo a nord; di fatto le due gole rappresentano una separazione fisica netta tra le tre zone della città tanto che per poterle connettere sono state eseguite opere di notevole impegno economico e tecnico (ponti). Nonostante la realizzazione di imponenti opere infrastrutturali il problema del traffico urbano permane anche perché non è possibile la realizzazione di viabilità nuova per la mancanza di spazi per nuove opere.
Da ciò nasce l’esigenza di ottimizzare la viabilità esistente rendendola sicura ed adeguata per quanto possibile al traffico attuale, il che significa rendere maggiormente fruibile la città e consentire anche di rivalutare i beni storici e monumentali presenti al suo interno.
Il progetto è articolato in:
Intervento su via carlo v;
Intervento di recupero, restauro gallerie e muro di cinta del san giovanni.
Intervento su via carlo v
Il presente intervento si propone, fra l’altro, di migliorare uno dei tratti più critici della viabilità cittadina e precisamente il tratto di via carlo v che dal monumento del cavatore si raccorda con la bretella, di recente costruzione, proveniente dal ponte morandi. Il progetto proposto è impostato sugli indirizzi dettati nella progettazione preliminare riesaminandoli ed ottimizzandoli nei punti in cui è stato necessario. Prevede il completo allargamento dell’attuale sede viaria per consentire il doppio senso della circolazione permettendo così l’accesso ai due ingressi, esistenti sulla via carlo v, alle gallerie del s. Giovanni.
Tale intervento consente soprattutto l’accesso al centro storico dal ponte morandi senza risalire la città, attraverso la rotatoria, fino a piazza stocco per poi ridiscendere verso il centro storico creando ingorghi nei nodi viari cruciali. Il tratto cruciale di via carlo v da risanare è quello che dalla scala di accesso alla stazione “pratica” della ferrovia della calabria (ex calabro lucana) si congiunge con la bretella che proviene dal ponte morandi. Ovviamente per praticare questo tipo di intervento sono necessari lavori di adeguamento dell’attuale sede viaria; tali adeguamenti consistono nell’allargamento della strada, nell’eliminare la sosta degli autoveicoli lungo il lato destro della strada nel senso di marcia e nella creazione di marciapiedi per il transito pedonale. Per rendere la strada percorribile a doppio senso di circolazione è necessario quindi che la stessa sia totalmente sgombra dagli automezzi in sosta sulla carreggiata attuale. Per raggiungere tale obiettivo è necessario recuperare superfici per creare nuovi parcheggi in sostituzione di quelli che dovranno essere eliminati.
Il progetto proposto su carlo v è suddiviso in tre interventi:
Intervento di tipo a: “a cavalcavia sulla ferrovia” realizzazione di parcheggi e percorsi pedonali
Intervento di tipo b: realizzazione di sbalzo per percorso pedonale
Intervento di tipo c: riempimento con realizzazione di parcheggi e percorsi pedonali.
1. Intervento di tipo a
L’intervento strutturale centrale, il così definito cavalcavia, viene concepito con il chiaro obiettivo di determinare sullo stesso un’ area di parcheggio degli autoveicoli, costituenti il flusso veicolare transitante sulla via carlo v, la predisposizione del marciapiede e quindi un allargamento sostanziale, di almeno una corsia, della sede stradale; tutto ciò garantito da una larghezza di mediamente, lungo lo sviluppo longitudinale, di circa 10.00 ml, (dimensione ortogonale al senso del flusso veicolare, a medesima quota di livello della strada, ed anche quasi ortogonalmente alla linea ferrata, a quota sottostante).
Quest’ opera, che in realtà non definisce il consueto cavalcavia ferroviario, in quanto la direzione del “flusso veicolare” sovrastante (parallelo al profilo longitudinale) si sviluppa in senso ortogonale alla direzione portante dell’ opera stessa (trasversalmente alla linea ferrata), viene realizzata in sistema misto acciaio – calcestruzzo con schema statico di trave appoggiata – appoggiata con campata quindi all’incirca di luce 10.00 ml. La struttura dell’impalcato è di tipo misto acciaio-calcestruzzo: essa è costituita da travi a sezione aperta in acciaio ad ali larghe e parallele, solidarizzate alla soletta mediante connettori a taglio (pioli).
Le travi sono collegate mediante controventi di piano dimensionati in modo da conferire all’impalcato adeguata rigidezza torsionale. La soletta è resa collaborante con la sottostante struttura metallica mediante connettori tipo nelson elettrosaldati sulle piattabande superiori delle travi. Lo spessore medio della soletta è pari a 0.30 m di cui 0.28 m gettati in opera e 0.06 m costituiti da predalles prefabbricate auto portanti. L’impalcato così costituito sarà portato da montanti in acciaio che a loro volta saranno sostenuti da un sistema di micropali (palificata) situato parallelamente ed ad una opportuna distanza dal binario ferroviario, collegati in testa da un cordolo in c.a., quindi a valle della linea ferrata;
Longitudinalmente alla sede stradale di via carlo v, invece, si opta a realizzare un sistema di micropali (disposti secondo il criterio di limitare gli effetti deleteri per le strutture situati a ridosso della stessa via) collegati da un’opportuna trave di fondazione in c.a. Per la realizzazione di tale struttura si prevede di eseguire, più a valle dell’attuale linea ferrata, delle fondazioni di tipo profonde con pali del ø 60 cm l= 12 m collegati in testa da un cordolo in c.a. Di dimensioni 90*120 cm e sovrastanti montanti in acciaio a loro volta collegati in testa da una trave rovesciata in acciaio.
Per l’allargamento della strada saranno poggiate, in senso trasversale alla struttura di cui sopra, delle travi ipe in acciaio che andranno a poggiarsi anche sul cordolo in c.a. Di collegamento dei micropali (del ø 20 -25 cm.) da predisporre sul bordo destro dell’attuale sede stradale. Il solaio di copertura in predalles completerà l’opera per l’allargamento della sede stradale. L’intervento sarà completato con lo spostamento e riposizionamento dei sottoservizi interferenti con le nuove opere e successivamente con le opere di finitura consistenti nella raccolta e smaltimento delle acque meteoriche e nella realizzazione degli impianti di illuminazione.
2. Intervento di tipo b
La prima struttura, a partire da monte del tratto oggetto dell’ intero intervento, è realizzata per definire un’area pedonale che si raccordi con quella già esistente. Differentemente da quanto stabilito in progetto preliminare, ossia che tale primo tratto fosse adibito anche ad area parcheggio, in conseguenza alle rilevazioni ed indagini eseguite in sito si è constatato che il muro verticale presente, su cui grava anche l’area pedonale già esistente, è dotato di elementi di ancoraggio che si sviluppano nel piano orizzontale fino ad una profondità che sicuramente interessa una zona significativa, si opta quindi, in codesta progettazione, a concepire questa prima opera di dimensioni tali da interferire limitatamente con quella già esistente. Cosicché l’opera sarà tale da accogliere la continuazione dell’ area pedonale a monte della stessa, con una struttura a sbalzo gravante sostanzialmente su un sistema di micropali, situata a ridosso della strada carlo v.
La superficie di parcheggio interessante la zona appena sopra descritta, come prevista in fase di progetto preliminare, sarà comunque garantita nell’ultimo tratto dell’intero intervento, a ridosso quindi della bretella proveniente dal ponte morandi, con una nuova opera strutturale, discostante da quanto previsto in preliminare, che risulta comunque un intervento di miglioramento poiché tale da garantire, in relazione ad una più rilevante superficie a disposizione per lo stesso, un maggior spazio per l’area parcheggi ed in ogni modo la zona pedonale.
3. Intervento di tipo c
Dall’esame dei luoghi è risultato proporre come miglioria anche il recupero dell’area fra l’incrocio con via scalfaro e la bretella dal ponte morandi, zona in forte degrado e con un potenziale da sfruttare. L’analisi di riqualificazione di tale area è scaturita anche dal fatto di dover recuperare i parcheggi della zona iniziale dove si è ritenuto opportuno realizzare il solo raccordo del passaggio pedonale per le motivazioni già illustrate sopra. Infatti con il recupero di tale area, per mezzo di una nuova opera strutturale, ossia muro su pali e riempimento, non prevista in preliminare, viene recuperata una nuova area capace di ospitare 27 parcheggi oltre alle aree di manovra, ed ai percorsi pedonali. L’intervento migliora senza dubbio l’area sia dal punto di vista geologico e geotecnico, sia dal punto di vista ambientale e funzionale. Interventi di risagomatura a gradone del pendio esistente conferiranno al nuovo riporto maggiore stabilità.
Intervento di recupero, restauro gallerie e muro di cinta del san giovanni.
Il muro di cinta del s. Giovanni esistente su via carlo v, in prosecuzione del muro crollato negli anni 70, di cui si sta realizzando la ricostruzione, necessita di una ripresa dell’intonaco con la ritinteggiatura dell’intera parete con colori di terre naturali sciolte in latte di calce, tipologia concordata con la soprintendenza della calabria. Inoltre è necessario eliminare le superfetazioni presenti sul muro di cinta in pietra e la pulizia dello stesso. In dettaglio si prevede nel punto di incrocio tra la muratura in c.a. E quella in pietra di andare ad eliminare le aggiunte -intonacate- realizzate nel tempo che deturpano la bellezza del muro in pietra.
E’ necessario ripulire il muro – pietra eliminando la crescita spontanea di piante che nel tempo potrebbero creare seri danni strutturali al muro stesso. Infine è prevista la sistemazione e il risanamento conservativo del “largo prigioni” con le adiacenti “gallerie del s. Giovanni” e l’annessa galleria, causa la vetustà e la fatiscenza, necessità di opere di recupero e valorizzazione che permetteranno la piena e completa fruibilità delle stesse.
Per la stessa è stato previsto prioritariamente la pulizia, la sistemazione della pavimentazione, la predisposizione dell’intonaco e successivamente la predisposizione degli impianti elettrici, di condizionamento, di rilevamento antincendio e la predisposizione di bacheche in acciaio inox e plexiglass. Tutto secondo normal e prescrizioni soprintendenza.
Per la pulizia del muro , viene proposto l’uso di nanotecnologie per la pulizia dei graffiti. Il problema dei graffiti è molto sentito, sia dalle amministrazioni locali, che devono affrontare l’imbrattamento di monumenti, edifici pubblici, treni e mezzi di trasporto, sia dai privati cittadini che si ritrovano case e proprietà deturpate da segni e scritte. Nasce quindi l’esigenza di rimuovere i graffiti e ripulire le superfici imbrattate.
I comuni in italia investono grandi quantità di risorse pubbliche per cercare di risolvere il problema, senza ottenere però risultati apprezzabili. Per togliere un graffito, abitualmente si usano prodotti pericolosi e molto tossici, ossia solventi potenti in grado di sciogliere parzialmente la resina della vernice del graffito. Tale resina, quando applicata su superfici porose, tende per metà a uscire verso la superfice esterna, e per l’altra metà a “sprofondare” ulteriormente nel materiale, per cui è consigliabile utilizzare un’idro-pulitrice ad alta pressione per il risciacquo, rischiando, di fatto, a forza di ripulire in modo drastico e invasivo la superficie, di rovinarla in modo irreversibile.
Per risolvere l’annoso problema dei graffiti, è necessario adottare una soluzione che permetta di rimuoverli e pulire le superfici con un prodotto ecologico, senza intossicare gli operatori, senza danneggiare i materiali, e con impatto zero sull’ambiente circostante. Spalmato sulla superficie di marmo o granito, il prodotto forma una piccolissima pellicola protettiva che resiste per lunghi periodi sia all’azione del sole, che agli agenti atmosferici. Inoltre, è in grado di resistere alla vernice e proteggere le superfici dalle scritte fatte con le normali bombole spray in commercio. A questo punto i graffiti possono essere rimossi con relativa facilità con l’uso di tamponi abrasivi, paglie d’acciaio oppure con getti di vapore, che sciolgono il velo di prodotto applicato, asportando la vernice. Grazie all’applicazione di questo prodotto, l’operazione diventa molto semplice ed ecologicamente sostenibile.
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