L’edificio finanziato all’80% con fondi regionali sarà destinato ad essere affittato a giovani imprenditori. Il particolare volume progettato scaturisce dalla particolare forma del lotto e dal vincolo di distacco tra il fabbricato e il confine di 5 metri. La planimetria che ne deriva ha una forma che ricorda un quarto di circonferenza allungato, simile a una lama. Si potrebbe affermare che l’edificio era in qualche modo presente nel lotto già prima della progettazione, non poteva essere che così. Dal punto di vista compositivo l’edificio si caratterizza per la presenza di due corpi che si intersecano: la zona produttiva, curva, a doppia altezza, e la zona amministrativa, di servizio, simile a una torretta a pianta rettangolare. Questi volumi sono distinti ulteriormente da una diversa colorazione, grigio per il primo volume, bianco per il secondo. Il blocco servizi contiene al suo interno un corpo scala, un ufficio, un deposito e i servizi igienici. Il corpo destinato alla produzione è apparentemente un volume impenetrabile, esternamente può sembrare un guscio che nasconde e protegge il proprio contenuto; le uniche aperture presenti sono alle sue estremità, dove sembra staccarsi dal resto dell’edificio, facendo capire che in effetti si tratta di una superficie e non di un solido pieno. L’attacco, assente, tra la superficie curva e la lunga facciata che conduce all’ingresso dell’incubatore si trasforma, internamente, in una lama di luce, che consente di caratterizzare la percezione spaziale interna dell’area di lavoro. Un piccolo edificio, dal costo contenuto, che vuole dimostrare che anche un semplice capannone può essere l’occasione per creare un oggetto architettonico inusuale, perché la promozione di un’attività produttiva comincia anche dalla propria presentazione.