“il valore di un’opera consiste nella sua espressione – quando una cosa è espressa bene, il suo valore diviene molto alto.”
Carlo scarpa
Officina03architetti nasce nel 2007. L’attività prevalente dello studio è la composizione architettonica, strumento di riflessione culturale e sociale e mezzo attraverso cui indagare le molteplici declinazioni di spazio e forma.
Il progetto architettonico, inteso come l’intero percorso attraverso cui l’idea si prefigura in forma e la forma in spazio, fornisce l’ambito sul quale scrivere e ri-scrivere il territorio dentro il quale si materializzano delle prefigurazioni plastiche, prodotti diretti o indiretti, queste ultime, del nostro modo di vedere l’architettura.
Il percorso creativo, attraverso cui un progetto si evolve, è costituito da differenti fasi ed è segnato puntualmente da momenti dialettici, una serie di riflessioni logiche o inconsce che si traducono in una grammatica che determina il valore fisico delle cose che stabilisce dei rapporti dimensionali declinabili definitivamente in peso, spessore e forma. Ciò prescinde la dimensione e la scala di un progetto.
Spesso ci troviamo nella condizione di ri-progettare uno spazio, nel senso di dover pensare a uno spazio con delle ammissibili limitazioni (limitazioni dettate dal costruito con cui si generano relazioni, dal contesto o semplicemente dalla committenza) che frenano necessariamente lo slancio creativo ma al contempo generano delle profonde riflessioni critiche su ogni operazione formale e funzionale, plastica e linguistica. In tale senso il ri-progettare è inteso come un punto di forza da cui trarre temi e nuove suggestioni linguistiche. Ri-progettare uno spazio significa ri-usarlo, rintracciare quindi, in un organismo architettonico, delle caratteristiche qualitative o delle potenzialità inespresse o depotenziate dal tempo. Ogni qualvolta ci troviamo nella condizione di dover intervenire su uno spazio esistente-costruito e dotato di un carattere...
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“il valore di un’opera consiste nella sua espressione – quando una cosa è espressa bene, il suo valore diviene molto alto.”
Carlo scarpa
Officina03architetti nasce nel 2007. L’attività prevalente dello studio è la composizione architettonica, strumento di riflessione culturale e sociale e mezzo attraverso cui indagare le molteplici declinazioni di spazio e forma.
Il progetto architettonico, inteso come l’intero percorso attraverso cui l’idea si prefigura in forma e la forma in spazio, fornisce l’ambito sul quale scrivere e ri-scrivere il territorio dentro il quale si materializzano delle prefigurazioni plastiche, prodotti diretti o indiretti, queste ultime, del nostro modo di vedere l’architettura.
Il percorso creativo, attraverso cui un progetto si evolve, è costituito da differenti fasi ed è segnato puntualmente da momenti dialettici, una serie di riflessioni logiche o inconsce che si traducono in una grammatica che determina il valore fisico delle cose che stabilisce dei rapporti dimensionali declinabili definitivamente in peso, spessore e forma. Ciò prescinde la dimensione e la scala di un progetto.
Spesso ci troviamo nella condizione di ri-progettare uno spazio, nel senso di dover pensare a uno spazio con delle ammissibili limitazioni (limitazioni dettate dal costruito con cui si generano relazioni, dal contesto o semplicemente dalla committenza) che frenano necessariamente lo slancio creativo ma al contempo generano delle profonde riflessioni critiche su ogni operazione formale e funzionale, plastica e linguistica. In tale senso il ri-progettare è inteso come un punto di forza da cui trarre temi e nuove suggestioni linguistiche. Ri-progettare uno spazio significa ri-usarlo, rintracciare quindi, in un organismo architettonico, delle caratteristiche qualitative o delle potenzialità inespresse o depotenziate dal tempo. Ogni qualvolta ci troviamo nella condizione di dover intervenire su uno spazio esistente-costruito e dotato di un carattere intrinseco non possiamo prescindere da questa fase analitica.
Definiamo la nostra grammatica compositiva come un sistema doppio che si dipana trasversalmente tra: la contemporaneità estremamente eterogenea, dal punto di vista linguistico, prodotto di un intricato lessico pluralista e la lezione della scuola razionalista che ha profondamente segnato la nostra formazione. La lezione lecorbuseriana è sempre presente in ogni procedimento compositivo, costituendo, quasi inconsciamente ma talvolta tangibilmente, una regola disciplinare che nel corso degli anni ha generato l’humus linguistico- concettuale dentro cui si è generata la nostra idea di architettura.
Riponiamo una profonda fede nella cultura dei materiali, nel suo valore intrinseco e quasi sacrale. Accostare dei materiali, e prima ancora sceglierli, ci obbliga a guardare al passato alla lezione che carlo scarpa ci ha tramandato, e con cui abbiamo voluto aprire questo breve testo che ci racconta, aspirando a comprendere il suo lavoro nel tentativo di ricucire la sua poetica con la contemporaneità dentro cui ci muoviamo.