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Dfg Architetti

Villa castellana - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Villa castellana
L’edificio, grazie alla conformazione del terreno sul quale sorge, gode di una vista particolarmente privilegiata che guida lo sguardo degli ospiti attraverso qualche chilometro di dolce declivio, fra le campagne costiere e la macchia mediterranea, scivolando fino al mare blu della vivace cittadina di marina di ragusa. L’intenzione principale del progetto è stata quella di stabilire una forte relazione tra gli ambienti interni e il paesaggio, aprendo le visuali mediante la creazione di ampie finestrature e soprattutto pensando a come gli spazi verrano fruiti, in modo che gli esterni siano sempre visivamente “presenti” nella vita quotidiana svolta all’interno. La pavimentazione si espande dunque nell’ambiente circostante, creando un giardino fatto di verde, acqua e cemento tramite cui la casa sembra innervarsi nel paesaggio, affacciandosi sui prati e sull’orizzonte. Allo stesso tempo, il prato, le piante e le alberature sembrano abbracciare lo spazio artificiale dando luogo ad uno spazio rilassante, equilibrato e totalmente immersivo (nella natura, nel paesaggio, nel cosmo). La zona giorno si apre verso il paesaggio grazie all’apertura di grandi vetrate, che mettono in relazione il living e la cucina con il mare e la piscina a sfioro in giardino. In quest’ultima, grazie alla pendenza del terreno e alla visuale priva di ostacoli, si ha difficoltà a capire dove finisca la vasca e dove cominci il mare. Un generoso aggetto percorre tutto il prospetto sud (verso le visuali privilegiate) creando una lunga loggia che rigira ad ovest in una terrazza più ampia sulla piscina, naturale prolungamento della zona giorno e della cucina, ideale per aperitivi, cene e il relax serale. La zona notte, costituita da tre ampie camere, ciascuna con il suo bagno privato, comunica con la zona giorno attraverso dei filtri attrezzati, in cui trovano posto depositi, ripostigli e locali tecnici. Le finestre e i tagli vetrati stabiliscono un’intima relazione con il giardino e, nel caso della master bedroom, anche con il panorama, che viene impreziosito dalla presenza di piante, arbusti ed alberi tipici della macchia mediterranea locale.

Villa zoe - Comiso (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Villa zoe
Il rifugio ideale dal caos e dalla frenesia, l’atmosfera giusta per godersi il meritato relax. La villa è una composizione armonica di forme archetipe e di volumi, che si propagano nel giardino e disegnano un outdoor da sogno. Il progetto nasce dalla volontà di armonizzare i volumi esistenti, utilizzando un linguaggio contemporaneo, con particolare attenzione alla volorizzazione degli spazi esterni. Un preventivo studio dell’orientamento e del percorso solare e un’analisi geometrica della preesistenza hanno permesso una massima uitlizzazione della luce diurna, e delle relative aree d’ombra. Dal punto di vista architettonico, le volumetrie esistenti, risultate da una crescita “spontanea” dell’organismo edilizio, vengono ricondotte ad una visione unitaria attraverso la sovrapposizione di uno schema morfologico semplice, in grado di ristabilire un equilibrio dinamico tra forme semplici e leggibili. L’incontro con la tradizione è reso possibile dall’impiego di materiali e tecnologie locali, attinte dalla tradizione contadina del luogo.

Cap milano - Milano (MI)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Cap milano
Secondo classificato nell’ambito del concorso di progettazione per la nuova sede del gruppo cap in milano. Un progetto contemporaneo, comunicativo, tecnologico e sostenibile. Trasparente….come l’acqua!

Villa r - Mazzarrone (CT)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Villa r
Un tratto di penna tra il prato e il cielo, un oggetto permeabile, sfilacciato, attraversato dal verde e dall’aria fresca della campagna. La villa ha una pianta organica, si apre verso l’esterno grazie ad un perimetro frastagliato. L’articolazione particolare dei volumi abbraccia e include porzioni di giardino portando la natura all’interno dell’abitazione e rendendola un elemento sempre presente da ogni punto di vista.

Erosione urbana - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Erosione urbana
1. Concept La città e l’ambiente erodono e compenetrano il volume dell’edificio, che viene attraversato dai flussi di persone, dalla vegetazione, dal vento e dalla pioggia, dando origine ad uno spazio fluido e dinamico caratterizzato da un’unica ed avvolgente superficie scultorea in cemento. La città e l’ambiente scavano una grande “grotta” urbana ed un camino verticale continuo fino alla copertura, delle vere e proprie cavità architettoniche attraverso le quali il contesto antropico e quello naturale riescono a stabilire delle relazioni profonde e vitali con l’edificio, creando un sistema organico e simbiotico. Le persone, il vento, gli alberi divengono la linfa vitale dell’architettura che si lega indissolubilmente al contesto. 2. Elementi architettonici L’attacco a terra dell’edificio è stato pensato per aprirsi il più possibile verso il contesto, con spazi fluidi e dinamici, come fossero stati erosi nel tempo da traiettorie, percorsi, visuali. Il risultato è uno spazio unitario, morbido, luminoso, in costante relazione con la città. Dimensione urbana e architettonica si fondono in un luogo ricco di verde e di vita, forato al centro dalla corte interna, attraverso cui si rivela la piazza intermedia sovrastante. Anche la pelle dei prospetti sembra frutto di un lento processo di erosione, come se un fluido avesse scavato lentamente le fessure verticali tra le lamelle dei brise soleil e le profonde fasce opache strombate e aperte verso la città. L’alternarsi delle fasce di lamelle con gli scavi verticali strombati conferiscono alla pelle architettonica un motivo slanciato ed elegante, quasi musicale. Il volume sembra espandersi nello spazio circostante, sembra respirare, aprendosi e smaterializzandosi nel contesto, nel quale allo stesso tempo sembra fondersi. 3. Funzioni La grande grotta basamentale solleva l’edificio dal piano stradale creando la piazza urbana, un grande spazio unitario senza soluzione di continuità con la città, che è possibile vivere, nei suoi spazi per l’incontro, per la sosta, per il relax, ma che è anche possibile attraversare e percorrere liberamente da qualsiasi direzione. I grandi piloni di appoggio sono allo stesso tempo struttura, pelle architettonica e accessi alle funzioni superiori. Tra la piazza urbana e le funzioni tuttavia si innesta una piazza intermedia, destinata ad alcuni servizi di quartiere, un asilo nido, una biblioteca, un bar, tutti inseriti in un grande openspace caratterizzato dalla doppia altezza sulla piazza urbana e dalle sedute a gradonate per l’incontro e per eventi musico-teatrali. Al di sopra della piazza intermedia si sviluppa il corpo per le residenze, organizzate secondo lo schema distributivo “in linea”, cioè con vani scale e ascensori verticali a servizio di due / tre unità abitative. I tagli degli appartamenti sono diversificati sia per superfici che per tipologia, per rispondere ad una domanda più diversificata possibile, in concordanza con le esigenze di durban. Una porzione del corpo superiore è destinato ad uffici, per lo più openspace a doppia altezza caratterizzati al primo livello da grandi tavoli flessibili per lavoro in team e da spazi di relazione, a contatto con le grandi vetrate verso i giardini pensili della corte, mentre al piano soppalcato si collocano gli uffici veri e propri. Ai terminali trovano posto le sale conferenze e gli uffici amministrativi / dirigenziali. 4. Bioclimatica La piazza urbana, costantemente ombreggiata e circondata da una vegetazione perimetrale, è decorata da alberature puntuali e da una importante cascata, elemento di attrazione, di gioco e di grande qualità architettonica. Al contempo, la presenza di tutti questi fattori contribuisce a creare nella piazza un volume d’aria “fresca” abbastanza grande da innescare i meccanismi di ventilazione naturale, contribuendo al controllo dei parametri termo igrometrici e all’evacuazione del calore dalle residenze e dagli uffici. La pelle esterna dell’edificio è costituita da un gioco di lamelle e di pannelli opachi direzionati in base all’esposizione dei prospetti, in maniera tale che l’involucro sia costantemente ombreggiato, indipendentemente dall’ora del giorno o dal periodo dell’anno, senza che però la visuale dell’esterno dagli appartamenti o dagli uffici non sia preclusa né penalizzata. Il disegno dei pannelli, oltre ad essere il motivo decorativo dell’edifcio, è studiato in modo tale da captare l’energia solare durante tutto l’arco della giornata per trasformarla in energia elettrica e per la produzione di acqua calda sanitaria. Il sistema di recupero delle acque meteoriche consiste nel convogliamento della pioggia dalla copertura, attraverso delle condutture integrate nei giardini pensili della corte interna, in un sistema di serbatoi, dai quali l’acqua può essere immessa nei circuiti per l’irrigazione del verde e per gli scarichi dei wc. 5. Struttura L’edificio è costituito da un grande basamento in cemento armato e strutture tridimensionali in acciaio, che rendono possibile la creazione dello spazio scultoreo della piazza urbana e il “cuscinetto” orizzontale della piazza intermedia. Su tale basamento, in perfetta sovrapposizione con i canali distributivi verticali dei vani scale/ascensori, si eleva una struttura tradizionale a telaio all’interno dei quali si snodano i moduli abitativi.

Villa b - Comiso (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Villa b
Il progetto nasce dalla volontà di armonizzare i volumi esistenti, utilizzando un linguaggio contemporaneo, con particolare attenzione alla valorizzazione degli spazi esterni. Un preventivo studio dell'orientamento e del percorso solare e un'analisi geometrica della preesistenza hanno permesso un massimo utilizzo della luce diurna, e delle relative aree d’ombra. Dal punto di vista architettonico, le volumetrie esistenti, risultate da una crescita "spontanea" dell'organismo edilizio, vengono ricondotte ad una visione unitaria attraverso la sovrapposizione di uno schema morfologico semplice, in grado di ristabilire un equilibrio dinamico tra forme semplici e leggibili. L'incontro con la tradizione è reso possibile dall'impiego di materiali e tecnologie locali, attinte dalla tradizione contadina del luogo.

Biblioteca comunale di briosco - Briosco (MB)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Biblioteca comunale di briosco
La nuova biblioteca comunale di briosco si inserisce principalmente seguendo logiche di minimo impatto ambientale e miglior sfruttamento delle visuali panoramiche, di cui il luogo può godere. Prevalentemente ipogea, la biblioteca si innesta con rispetto nel piccolo parco di quartiere, in maniera da instaurare un dialogo con la vicina baita degli alpini e da diventare essa stessa in copertura una ampia terrazza verde panoramica. All’interno una rampa “abitata” sale intorno ad uno spazio centrale unitario e flessibile, per poi raggiungere la quota superiore del parco mentre all’esterno l’edificio si caratterizza per la particolare pelle in elementi modulari lignei. 1. Edificio e contesto L’ edificio è incassato nel terreno acclive su tre lati, il quarto è aperto sulla valle in vista delle alpi. Su questo lato è situato l’ingresso principale. 2. Tipologia architettonica – concept Una rampa che si snoda sul perimetro della pianta quadrangolare, di 18 mt per 18 mt, articola e distribuisce piattaforme per la lettura individuale, poste a diverse quote (1.20 mt, 2.40 mt, 3.60 mt). La teca dei libri, a sviluppo lineare, e continuo cdelimita e individua lo spazio centrale (core) di 12 mt, per 12 mt per gruppi, riunioni, assemblee. Una forte luce vi piove dall’alto attraverso lucernai posti in copertura. Lo spazio è unitario percettivamente, pur se diviso in sottospazi differenziati per configurazione in pianta e in altezza. Il disegno di architettura integra distribuzione, struttura e arredo fisso. 3. Lo spazio d’uso – flessibilità Sono offerti spazi per lettura individuale sui pianali distribuiti dalla rampa. La sala centrale è destinata invece ai gruppi ed è allestibile per assemblee, proiezioni, mostre (vedi schemi tav. 4). Gli spazi per i servizi: igienici e deposito, sono posti al di sotto della rampa tra quota 2.60 mt e quota 3.60 mt. Attigua è la sala multimediale. 4. Bioarchitettura Il progetto punta alla sostenibilità attraverso: A – il risparmio energetico: si utilizzano sistemi passivi, quali il tetto giardino; l’involucro brise-soleil (come schermo alla radiazione); efficace coibentazione delle chiusure orizzontali e verticali; ventilazione e illuminazione naturali; vegetazione con funzione paesistica e di microclimatizzazione. B – energie rinnovabili: elemento significativo è il dispositivo che alloggia pannelli solari (per acs) e fotovoltaici (per la produzione di energia elettrica) costituito da un piano inclinato con esposizione sud posto in copertura. Una serra solare captante è prevista sul fronte sud. C – efficienza impiantistica spinta: corpi illuminanti a basso consumo, centrale termica a cogenerazione. 5. Impianti Gli impianti partecipano al progetto architettonico in forma integrata: elettrico, idrico, termico saranno prevalentemente a vista (corpi illuminanti, canali di rete). In particolare l’impianto termico (estate-inverno) prevede il condizionamento con centrale di trattamento, canali di mandata in controsoffitto e canali di ripresa disposti sotto la rampa. I montanti, a vista, contribuiscono a rendere colorato e vivace lo spazio interno. 6. Caratteri architettonici e materiali I materiali costruiscono un edificio invitante, accattivante, integrato nel verde, puntando sul colore e sulle qualità naturali. In particolare l’involucro esterno costituito da listelli di legno iroko su adeguato supporto strutturale, caratterizza l’edificio, non solo come schermo alla radiazione, ma soprattutto come cornice al giardino pensile e segnale nel paesaggio. Gli infissi sono in alluminio con finitura pvc e vetrocamera coibentante. Il pavimento è di tipo autolivellante con finitura lucida. Il controsoffitto è in cartongesso rei 120, tinteggiato, con giunti in profilo metallico e aerotermi a vista. I corpi illuminanti sono a barra, sospesi. Le ringhiere (rampa) hanno piantane, battipiedi e correnti in profilati metallici e corrimano in tubolare. 7. Struttura La struttura è in acciaio con travi reticolari piane e pilastri a sezione chiusa. E’ costituita da telai con tre campate, di luce diversa in ragione delle funzioni. Le due campate perimetrali sono su 3 mt (per la rampa e pianali di lettura individuale); la campata centrale è su 12 mt (per la sala centrale). I telai sono disposti a interasse di 3 mt; tra di essi, ortogonalmente, sono previste travi di irrigidimento e controventamento. I solai sono in lamiera grecata con getto di calcestruzzo su campate di 3 mt. Il solaio di copertura è dimensionato per la realizzazione di un giardino pensile con terra vegetale, praticabile. Il solaio a terra è a cupolotti in pvc con getto di calcestruzzo. I pilastri sono accolti da plinti collegati da travi incrociate. La struttura avrà protezione antincendio: le travi e i solai con controsoffitto in cartongesso rei 120; i pilastri con vernici intumescenti. 8. Sistemazioni esterne Il progetto punta alla continuità esterno-interno in una logica di percorso organico (promenade architecturale). La rampa interna si conclude in copertura nel giardino pensile praticabile, raccordato al terreno naturale, in cui sono presenti: la baita, il parco giochi, lo spazio espositivo con sistemazione a gradoni, per riunioni all’aperto. La vegetazione, esistente e prevista, è integrata al progetto architettonico in funzione paesistica e bioclimatica.

Bon ton yachting club - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Bon ton yachting club
Il faro non conserva in sé solamente il valore di una importante preesistenza, ma rappresenta anche un simbolo ed un punto di riferimento per il sempre più bello e importante lungomare di marina di ragusa. L’intervento di riqualificazione dunque ha puntato sia alla valorizzazione dell’edificio, cercando di esaltare le sue peculiarità e mantenendo leggibili i materiali e le volumetrie, sia alla creazione di forme e segni complementari che dessero all’insieme un forte carattere contemporaneo. Da queste premesse sono nati gli elementi che hanno “vestito” il faro: le terrazze di legno si slanciano verso il mare galleggiando sugli scogli e sulla spiaggia, strutture esili e leggère compongono i pergolati, le fasce bianche, più solide e decise, marcano la loggia preesistente e disegnano il bar e le sedute. Le suddette fasce incorniciano i prospetti che si aprono verso il mare e mediano il passaggio tra le terrazze e l’imponente volumetria del faro con una serie di segni orizzontali da cui la preesistenza emerge ancora con più forza. L’arredo, morbido ed essenziale, fa da contrappunto alle tessiture lignee della pavimentazione e dei rivestimenti, equilibrando l’insieme con estro ed eleganza. Il faro poggia solido sulla scogliera ma sotto le terrazze pulsa la risacca del mare. Detto questo, non potevamo fare altro che immaginare il nostro progetto come un battello nel suo porto; non potevamo fare altro che disegnare le terrazze come il ponte di uno yacht da cui affacciarsi e sentire il suono delle onde. Dai parapetti alle pavimentazioni, dalle luci alle fasce bianche, il linguaggio architettonico che abbiamo adottato è quello tipico dello yacht design. Le linee, tese, si sviluppano lungo tracciati dinamici con veloci cambi di direzione, ma gli spigoli vengono smussati da morbidi raccordi curvilinei. La fluidità dinamica dei segni, che tuttavia rispondono ad un impianto geometrico semplice, diventa il tramite tra la solida plasticità del faro e l’assoluta mutevolezza frattale del mare. La scocca bianca che inquadra la loggia richiama una plancia di comando e costituisce uno dei punti di vista principali per ammirare il mare sui tre lati; essa segue lo sviluppo del nuovo pergolato sopra la balconata preesistente per poi scendere sul parapetto in pietra, divenendo un mensolone continuo panoramico dotato di sgabelli. Anche i materiali adottati richiamano quelli degli yacht. Il parapetto metallico e gli elementi lignei di carterizzazione sono tinteggiati di bianco mentre il dogato della pavimentazione riprende la finitura ed il colore dei ponti delle imbarcazioni di lusso. I segni principali del progetto lavorano per contrasto con ciò che marcano o ciò che incorniciano. Nelle terrazze la scocca bianca dello “scafo” disegna i bordi della pavimentazione scura, marcando il limite fra il dogato e il mare; i sottili cavi in acciaio del parapetto seguono fluidamente i due binari bianchi del corrimano, che di sera, illuminati, si impongono con decisione disegnando l’orizzonte, mentre scompaiono alla vista, di giorno, fra le onde del mare; nella loggia, sempre più simile ad una “plancia”, la cornice bianca, lucida e perfettamente levigata, si stacca dal parapetto preesistente in pietra, grezza e ruvida, acquistando una inedita leggerezza, fortemente in contrasto con il peso visivo delle sue forme. Il progetto illuminotecnico dell’intervento ha rappresentato uno dei momenti più delicati del processo creativo. Sviluppato di pari passo con l’ideazione di ogni nuovo elemento, esso doveva rispondere all’esigenza di sottolineare i segni del nuovo senza sopraffare l’antico, fungendo invece da legante fra i due poli. Il risultato ha permesso di creare, di sera ancora più che di giorno, un equilibrio dialettico fra il progetto e la preesistenza che, pur mantenendo le proprie forti identità, riescono a dialogare e costituire un tutt’uno fra loro e con il contesto (le luci del lungomare, i fari del porto e delle barche, i riflessi del mare). Sono state adottate soluzioni diverse in grado di lavorare singolarmente o in modo complementare, a seconda dell’occasione, in modo da poter allestire molteplici scenari, in base all’attività da svolgere. Alla luce calda raccolta dalla città e dai nuovi faretti, stesa omogeneamente sulle ampie facciate del faro, fanno da contrappunto le luci fredde puntuali disegnati nei soffitti dei pergolati o le linee luminose che seguono le fasce e le scocche bianche, sottolineando il carattere dinamico e fluido del progetto. I faretti a pavimento, attraverso spennellate di luce radente, fanno vibrare la pietra frastagliata e i ruvidi intonaci della preesistenza mentre sistemi di illuminazione integrati nei carter contribuiscono a smaterializzare ulteriormente le leggere strutture dei nuovi elementi di progetto.

Villadosa - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Villadosa
Villadosa sorge sulla costa della sicila meridionale, e gode di una vista meravigliosa sul vicino mar mediterraneo. L’architettura della villa sposa uno stile contemporaneo con la tradizione, volumetrie stereometriche e precise con la pietra materica e naturale, giochi di piani orizzontali e setti verticali con la campagna secolare di un territorio che profuma di macchia mediterranea. Gli spazi esterni sono costellati di mirto, rosmarino, timo, ginepro, etc.. Che incorniciano la piscina e tutte le altre aree funzionali, tra cui uno spazio per lo yoga, una piccola spa modulare in legno, un’area barbeque con forno in pietra. L’edificio vero e proprio è un equilibrio dinamico di fogli bianchi e setti verticali in pietra, che a volte affondano nell’erba, altre volte fluttuano a poche decine di centimetri dal suolo. Il contatto con il mare e con il paesaggio è prerogativa di quasi tutti gli ambienti. Il grande living a piano terra, poco al di sopra della piscina, dispone di una jacuzzi interna che dialoga con l’ampia zona divani. Lo stesso living, dotato di vetrate impacchettabili, può diventare, in poche semplici mosse, un outdoor vero e proprio. Le camere al piano di sopra hanno una propria terrazza e una scala esterna rende la villa “divisibile” all’occorrenza, in due unità abitative separate.

Furniture! Showroom - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Furniture Showroom
Progetto per un nuovo showroom di design e arredamento. Le soluzioni indagate nella prima fase di approccio al tema, propongono diverse alternative di facciata, studiano le relazioni visive e l’impatto architettonico del prospetto su strada, a scala urbana, e di quello retrostante verso una grande arteria di collegamento extra-urbana e verso le colline, a scala paesaggistica. L’uso del policarbonato , inserito in un pacchetto tecnologico di involucro opportunamente calibrato alla bioclimatica locale, esaspera la volontà degli ambienti interni di esondare oltre i loro confini spaziali, la loro intenzione di dialogare con l’esterno. La corte interna si presenta come una piccola piazza, offre una zona ombreggiata e fresca, stabilisce relazioni visive complesse tra le diverse ali espositive dell’edificio.

Grit house - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Grit house
L’abitazione è improntata su uno stile minimale ma deciso. Gli spazi hanno una linea dinamica, grintosa, pensata per un giovane imprenditore amante dell’estetica e del design.

Riqualificazione piazza carrara - Bergamo (BG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Riqualificazione piazza carrara
Il progetto di riqualificazione di piazza carrara a bergamo nasce da una riflessione sulla sua genesi. Dall’analisi della documentazione storica, come riportato nel catasto del 1853 e in altri numerosi documenti, risulta che nello spazio attualmente occupato dalla piazza sorgeva originariamente un isolato a pianta triangolare che saturava quasi completamente lo spazio, ad eccezione di una stretta strada perimetrale. Tale isolato era costituito da cellule edilizie disposte secondo un orientamento nord-sud, che davano luogo, in pianta, a una successione di setti murari trasversali allo sviluppo in lunghezza dell’attuale piazza. Considerate le criticità che la piazza oggi presenta, mettendo a sistema le diverse esigenze da soddisfare e gli obiettivi da raggiungere, proprio questi segni, carichi di un valore storico e di una memoria da cui si vuole (ri)partire, offrono un sistema risolutivo sotto ogni punto di vista, soprattutto nell’ipotesi di ripensare quasi “da zero” l’intera area di progetto.in primo luogo consentono una “misurazione” dello spazio da parte dell’occhio umano, stabilendo allo stesso tempo una forte relazione tra i due fronti principali della piazza (accademia/pinacoteca – gamec). Inoltre, ricalcando tali segni e riproponendoli nella pavimentazione, lo spazio viene “affettato” in più fasce che è possibile attrezzare con verde e arredo urbano. Sia dal punto di vista dei flussi che dei canali visivi, essi stabiliscono una apparente ortogonalità con i due prospetti principali e con la strada; diventando le tracce, quasi i “binari” lungo cui disegnare le attrezzature dello spazio pubblico, oltre che canali di relazione dei due fronti. Infine, tali segni riescono a costruire un impianto geometrico efficace per la valorizzazione dell’accesso alla pinacoteca, che in questo modo diventa il vero punto focale, visibile in ogni punto della piazza, e per l’integrazione delle alberature preesistenti. L’integrazione della strada nel disegno globale della piazza è reso possibile dall’inserimento di segni paralleli alle tracce principali, più fitti ed equidistanti per l’inserimento di dissuasori a protezione dei pedoni e dell’illuminazione. L’interruzione di queste linee con un cambio di pavimentazione permetterà di definire la sezione stradale carrabile e i marciapiedi. La valorizzazione degli accessi alla gamec, nonché di via noca e dell’ingresso a palazzo piccinelli , è resa possibile dalla sovrapposizione di una seconda maglia di linee diagonali rispetto al sistema principale fino a qui descritto. L’operazione che si intende effettuare consiste nel “campire” l’area della piazza con una pavimentazione caratterizzata da una fitta trama di fughe orientate secondo la direttrice pinacoteca-gamec, sovrapponendola alle linee della trama generata dalle tracce storiche dell’originale isolato. Tale pavimentazione conferirà alla piazza una forte unitarietà; permetterà di interrompere dove occorre il verde, le panchine e gli altri segni trasversali, per avere dei flussi diagonali verso le principali emergenze architettoniche e verso i nuovi poli di attrazione (totem informativi, pannelli interattivi, attrezzature di tipo multimediale, …); stabilirà un legame finora inesistente tra la pinacoteca e la gamec grazie alla delicata quanto presente direzionalità della pavimentazione. Il progetto dunque può essere descritto come una stratificazione e progressiva lavorazione di due maglie, ciascuna delle quali porta con sé un sistema risolutivo di specifiche problematiche: la prima, che nasce dalle tracce storiche, conferisce alla piazza i caratteri architettonici dominanti attraverso i suoi segni forti e incisivi, rappresenta il ponte tra le memorie storiche e il contemporaneo, direziona e misura lo spazio, arreda e attrezza, segna il percorso di accesso e di attraversamento principale, organizza e illumina l’ambiente suddividendolo in macro aree funzionali differenti; questa trama è letteralmente “annegata” nella seconda maglia, che disegna la pavimentazione dell’intera piazza secondo fughe diagonali rispetto ai segni principali che, di conseguenza, emergono ancora di più. Inoltre il disegno delle pavimentazioni contribuisce a rendere lo spazio ancora più astratto e leggero, in cui i prospetti sembrano galleggiare e pronunciarsi verso la piazza, enfatizzando allo stesso tempo una nuova relazione tra pinacoteca e gamec e i canali di percorrenza/visivi verso i principali edifici e punti di attrazione.

Area pedonale multimediale - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Area pedonale multimediale
La proposta prevede la realizzazione di un asse attrezzato rettilineo tra l’accesso da piazza s. Giovanni e quello da via rapisardi. L’intervento, rispettoso del contesto anche dal punto di vista cromatico, viene strutturato proprio dal nuovo asse, che divide l’area in due porzioni: quella verde a nord, con la grande aiuola quadrangolare del giardino e gli orti, e quella lastricata a sud, in cui è prevista la realizzazione di una rampa/piazza continua. L’asse diviene l’elemento ordinatore del progetto tramite cui è anche possibile ricucire insieme ambiti di vita sociale eterogenei. Lungo la spina dorsale vengono allocate le principali attrezzature di arredo urbano, l’illuminazione e i principali dispositivi per il superamento delle barriere architettoniche, oltre alle diverse soluzioni architettoniche per l’amplificazione dell’esperienza sensoriale dei nuovi spazi di socializzazione. La piazza preesistente, parzialmente modificata, è caratterizzata da un nuovo sistema di pannellature perimetrali che punta alla ridefinizione dei margini, per la ricostituzione di un’immagine unitaria dell’insieme pur lasciando trasparire, e non soffocando, gli antichi prospetti. Infine, l’apertura degli orti attraverso l’abbattimento di alcune murature preesistenti, permette ad un ambito intimistico e naturalistico, ricco di alberi e piante aromatiche, di relazionarsi e di dialogare in maniera più o meno “filtrata” con lo spazio, dal carattere decisamente più urbano, della piazza. Il superamento del salto di quota fra piazza s.giovanni e l’area di progetto è reso possibile dall’installazione di una piattaforma elevatrice, in linea con l’asse del progetto ed in corrispondenza di un piccolo balcone panoramico aggettante sul cortile. La risistemazione della porzione a sud dell’area di intervento e la conseguente creazione di una rampa/piazza continua fino a via rapisardi, permette di riequilibrare il rapporto tra area a verde e area lastricata, restituendo una sufficiente quanto necessaria porzione pavimentata per l’incontro, il gioco e la sosta. L’asse del progetto permette di collegare la nuova rampa/piazza con il giardino e gli orti attraverso due brevi rampe. Il nuovo cortile sarà un luogo di passaggio, un luogo di sosta e un luogo di socializzazione, ma sarà anche e soprattutto una grande finestra sulle risorse storiche, culturali e naturalistiche di ragusa per promuovere a livello economico e turistico la città e il suo territorio. I pannelli, oltre a ricostituire architettonicamente i fronti e ad illuminare lo spazio nelle ore serali con diversi scenari e ambientazioni, saranno anche, nei tempi e/o nelle occasioni che la comunità riterrà opportuni, i supporti per schermi e proiezioni interattive volte alla promozione turistica di ragusa. Prendendo spunto da una recente installazione artistica che ha avuto luogo in tutte le capitali europee, alcuni pannelli potranno supportare schermi in collegamento diretto con le principali attrattive dell’interland o di ragusa stessa, creando dei “ponti” multimediali tra luoghi lontani. Attraverso questo sistema sarà possibile interagire in tempo reale con le persone al di là dello schermo: semplici passanti, operatori turistici, artisti di strada… altri pannelli saranno usati come fondali per proiezioni di filmati o informazioni relative a servizi e strutture, che potranno essere sempre interattive grazie all’utilizzo di sensori cinetici. Altri ancora saranno usati per mostre o esposizioni temporanee. L’utilizzo delle tecnologie necessarie a trasformare il nuovo cortile in una piazza panoramica multimediale sulle risorse della provincia ragusana sarà reso possibile dall’intervento di sponsor e/o di associazioni fra le nuove attività che probabilmente si affacceranno nella nuova rampa/piazza. Agli stessi soggetti sarà affidato il controllo, la gestione e la manutenzione ordinaria del cortile, secondo accordi specifici con l’amministrazione, anche grazie alla possibilità di chiudere gli spazi, attraverso porte o cancelli, durante le ore notturne. L’asse del progetto è un segno forte che distingue nettamente le aree verdi preesistenti a nord dalla nuova rampa/piazza a sud; allo stesso tempo, la sua geometria riesce ad instaurare un rapporto di intenso dialogo tra i due ambiti, sia dal punto di vista fisico/visivo, superando con alcune rampe gli inevitabili dislivelli fra giardino e orti e la piazza ed eliminando qualsiasi barriera visiva tra i due settori, sia dal punto di vista concettuale e sensoriale, creando una sorta di confine, una linea sfrangiata lungo la quale il verde e il percorso si sfiorano, contaminandosi a vicenda. Percorrendo la passeggiata è infatti possibile toccare con le mani le piante aromatiche che si affacciano dagli orti, o addiritura sedersi e godere appieno delle loro essenze, oppure avvicinarsi alla fontana del giardino da una quota leggermente inferiore, con la sensazione di essere immersi nello scrosciare dell’acqua. L’asse accoglie tutte le attrezzature di arredo urbano, con particolare attenzione alle strategie dell’universal design: dagli appoggi ischiatici per i soggetti con ridotta capacità motoria alle sedie ad altezza variabile, dai pannelli informativi e le mappe tattili ai cestini per rifiuti. E’ stata prevista un’illuminazione lineare integrata oltre che per ragioni architettoniche anche per una migliore identificazione del percorso da parte di soggetti con ridotta capacità visiva. Anche la scelta di strutturare il progetto lungo il percorso più semplice e più breve risponde alle logiche di una progettazione mirata a creare uno spazio più comprensibile e per questo più sicuro, anche per i soggetti con problemi di orientamento. L’asse è dunque l’elemento chiave dell’intervento sia da un punto di vista compositivo / formale, sia da un punto di vista degli accessi e dei percorsi. Inoltre organizza l’area di intervento in diversi ambiti, dei quali fruire in maniera diversa, pur riconducendoli ad uno spazio architettonico unitario. Permette il superamento delle barriere architettoniche introducendo anche la possibilità di intraprendere un’esperienza sensoriale profonda del luogo. E’ plausibile l’adozione di tecnologie costrutive prefabbricate, per una migliore gestione del cantiere, per una migliore organizzazione di impianti e canaline e per un significativo abbattimento di tempi e costi. L’asse del progetto deve necessariamente legarsi alle testate del percorso denunciando la presenza del cortile ed invitando le persone all’ingresso. I segni in corrispondenza degli accessi saranno quanto più possibile aperti verso il contesto, lasciando la possibilità di legarsi a successivi interventi su piazza di s.giovanni o su via rapisardi. La spina dorsale accompagna l’intero sviluppo del nuovo percorso fin dal piccolo balcone aggettante attraverso la piazza multimediale, poi lungo la rampa lastricata fino agli orti, restando il punto di riferimento di ogni visuale. Durante le ore serali, il sistema illuminotecnico a luci led incassate a pavimento sfrutta la diffusione della luce mediante i pannelli perimetrali per creare modulazioni luminose rgb, al fine di creare scenari nuovi e/o cangianti a seconda dell’occasione.

Scuola media a bagno di romagna - Forlì (FC)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Scuola media a bagno di romagna
Abbiamo pensato la nuova scuola come un’architettura erede dei tratti fisici e caratteriali del tessuto in cui nascerà, un’architettura unica, autentica, in cui sarà facile intuire tracce, echi, indizi di ciò che gli sta intorno ma, allo stesso tempo, un’ architettura portatrice di innovazione, speranza…futuro.un grazioso “grumo” di casette in muratura dai prospetti ordinatamente geometrici, dove a volte la muratura si offre allo sguardo senza alcuna protezione, a volte si veste di un intonaco bianco mostrando solo le cornici delle finestre, più spesso è un doppio ordine di pietra e laterizio, testimone di un lontano passato toscano. Ogni casetta è diversa, ma l’una è il proseguimento dell’altra e tutte hanno il loro tetto a falda o a padiglione che sovente si concatena al suo vicino in un torrente “pietrificato” di cotto rosso. Le finestre – ma anche i portici, le logge, le bifore – tutte insieme sembrano far risuonare il paese di una melodia solo pensata; ciascun foro è una nota scritta sui fronti degli edifici, che diventano un pentagramma continuo da leggere e inseguire ad ogni angolo, ad ogni svolta dei caratteristici vicoletti. Si avverte una quiete quando si giunge qui, una quiete che è più pace che silenzio, che un nuovo edificio non deve turbare. Abbiamo pensato la nuova scuola come un nuovo membro di una famiglia, erede dei tratti fisici e caratteriali del tessuto in cui nascerà, un’architettura unica, autentica, in cui sarà facile intuire tracce, echi, indizi di ciò che gli sta intorno ma, allo stesso tempo, un’ architettura portatrice di innovazione, speranza…futuro. In effetti non c’è posto migliore dove coltivare il futuro, se non in una scuola, ma è anche vero che il futuro non può esistere se non si vive un pò anche del proprio passato. La concezione architettonica della nuova scuola secondaria di primo grado manara-valgimigli prende spunto proprio dalla riflessione su ciò che è la rigenerazione di un piccolo tassello urbano, erede di un patrimonio genetico quanto più riconoscibile, valorizzato, trasmissibile ma allo stesso tempo vettore di cambiamento proiettato nel futuro, nell’ottica di un organismo più complesso come quello del paese in cui ha luogo. Ecco dunque che la nuova scuola non è un edificio, ma una composizione equilibrata di tre volumi concatenati tra loro caratterizzati da elementi tipologici del contesto reinterpretati in chiave contemporanea: 1) i volumi sono eterogenei, ciascuno con un proprio carattere e una propria materia. Il volume sulla piazza ha un pregio architettonico più ricercato, denunciato dal rivestimento in pietra, ed è caratterizzato da un basamento in vetro (duplice scansione riscontrabile nei palazzi di maggior rilievo); il volume centrale è caratterizzato da un brise-soleil in cotto, che richiama molti edifici circostanti; il volume più a sud è invece intonacato ed è svuotato in corrispondenza dell’attacco a terra, quasi a ricordare un porticato. 2) tutti i volumi hanno una copertura a falde o ,nel caso del volume centrale, hanno una sagoma che la rievoca. 3) le bucature dei prospetti sono scanditi dalle finestre, che pur mantenendo proporzioni quadrate, si ingigantiscono ed escono fuori dalla griglia, liberandosi come in un a solo del primo violino di un’orchestra. La composizione dei volumi può essere letta anche secondo una direttrice di sviluppo che va dal volume più semplice a sud, passa per il volume centrale più etereo, smaterializzato nella natura e nel cielo (grazie al suo tetto verde e al brise-soleil “vuoto” che lo circonda) e arriva al volume più articolato e complesso, che è quello che sia apre al paese , alla piazza e alla vicina scuola elementare, che ospita lo spazio più vissuto dalla comunità, che guarda il centro storico e la chiesa di san pietro in vincoli. E’ intenzione del progetto inclinare leggermente il fronte principale sulla piazza verso la chiesa e il centro del paese per diverse ragioni: innanzi tutto in questo modo è possibile staccarci dall’edificio a est, conferendo autonomia e carattere alla nuova scuola; in secondo luogo si accentua il rapporto visivo con la scuola elementare, la chiesa e il centro storico, che saranno maggiormente apprezzabili dall’interno; infine questa lieve inclinazione crea una nuova direttrice obliqua che taglia piazza martiri 25 luglio 1944 disegnando una nuova pavimentazione, nuove sedute, nuovi elementi verdi ma soprattutto un nuovo spazio per i flussi verso il cuore del centro urbano. Il nuovo edificio stabilisce così la matrice di un nuovo ordine dello spazio pubblico antistante e crea nuovi luoghi della socialità. Come anticipato, la composizione e la caratterizzazione dei volumi risponde a strategie distributive, funzionali e bioclimatiche complesse. Ad esempio nel volume sulla piazza avrà sede l’atelier, ovvero il grande ambiente polifunzionale, in parte a doppia altezza, che ospiterà convegni, rappresentazioni teatrali, eventi organizzati dalla comunità, attività delle associazioni culturali, etc… l’orientamento a nord permette, entro i limiti dettati dalla verifica delle prestazioni energetiche dell’involucro, l’apertura di grandi vetrate verso la piazza, rafforzando il legame tra attività e contesto, mantenendo comunque la possibilità di oscurarle. Nella parte superiore della doppia altezza, una grande vetrata interna metterà in comunicazione visiva l’atelier con il laboratorio di musica, offrendo ampie possibilità per eventi molto particolari. Gli altri due volumi invece ospiteranno prevalentemente le aule, che saranno esposte ad ovest per evitare l’irraggiamento diretto nelle ore di svolgimento delle lezioni ma soprattutto per godere della vista sulle aree verdi oltre via nazario sauro. Sul lato opposto si articolano gli spazi distributivi, che, piuttosto che corridoi, assumono l’aspetto di atri o piccole piazze interne,ricche di verde, attrezzate con scaffali, armadietti, tavoli, sedute. Questi spazi godono della luce del mattino, filtrata dai brise-soleil in cotto, che la smorzano e la riverberano con tonalità ancora più calde e morbide. Il volume centrale, in particolare, accoglierà nella sua copertura un’aula aggiuntiva, un’aula all’aperto, che sopperisce la mancanza di aree verdi o cortili nel lotto oggetto di intervento e che offre la possibilità di dar luogo a momenti sportivi, conviviali, ludici, ricreativi, a contatto con il cielo e con il verde. Da qui il paesaggio è incorniciato dalle bucature nel brise-soleil, che in questo contesto diventa solo elemento di protezione e quinta scenica. Le falde inclinate accoglieranno i necessari pannelli fv e solari, che avranno rendimenti ottimali soprattutto nella seconda parte della giornata. Il progetto dedica ampie superfici agli spazi per i flussi, per la sosta, per l’incontro, per le attività extra-scolastiche o ludico-didattiche, per lo studio in gruppo. Dalla piazza, attraverso le ampie vetrate, si accede ad un grande atrio, scenario di eventuali esposizioni o piccoli eventi, caratterizzato dal corpo scala che si addentra in un gioco articolato di volumi e doppie altezze. Una parte dell’atrio è attrezzata con mobili polifunzionali che sono allo stesso tempo sedute, librerie, armadietti e che si alternano a veri e propri divanetti. E’ la biblioteca diffusa, proprio di fronte alla biblioteca degli studenti, che si ritroverà, grazie ai particolari mobili impiegati, anche negli altri spazi di relazione. La bucatura centrale è un affaccio sulla testata del collegamento sotterraneo con la scuola elementare, anch’essa piccola piazza attrezzata. Ai livelli superiori, di fronte alle aule si aprono le piccole “piazze interne” già descritte, che possono essere utilizzate anche come prolungamento delle aule stesse in particolari occasioni o per attività speciali. Lo sviluppo della scala principale determina la creazione di due “mezzanini”, uno tra il primo e il secondo livello, l’altro tra il secondo e il terzo. Si creano in questo modo degli atri rialzati rispetto alla quota delle aule, uno dei quali può funzionare come vero e proprio foyer dell’atelier, l’altro è un ulteriore spazio di relazione attrezzato. Alcune considerazioni aggiuntive merita l’aula “morbida”. Non solo è l’aula più grande (75mq) per offrire la possibilità di ospitare attrezzature o strumentazioni particolari, ma è soprattutto la più accessibile. Priva di barriere architettoniche, vi si accede direttamente dall’atrio senza salti di quota e dispone di un grande affaccio vetrato a sud, protetto dal piccolo aggetto del livello superiore, proprio verso una graziosa area verde attrezzata. E’ scontata la possibilità di evacuazione estremamente facilitata in caso di emergenza. Le altre aule e i laboratori, distribuiti tra il primo e secondo piano, oltre a godere della vista sul verde, possono essere eventualmente combinati tra loro predisponendo, al posto di normali tramezzature, delle pareti manovrabili, che possono aprirsi del tutto o in parte per collegare due o più ambienti, moltiplicando in questo modo le possibilità d’uso degli spazi, come nel caso delle due aule al piano secondo del volume a sud. La mensa, curata nel dettaglio per evocare quanto più possibile l’ambiente casalingo, è un volume vetrato dotato di magazzini dedicati al piano seminterrato, a cui è possibile accedere anche mediante un montacarichi esclusivo. La sua posizione, quasi contigua all’ingresso secondario a sud, facilita le operazioni di scarico e deposito delle derrate alimentari. Non è solo una scuola funzionale ed efficiente, ma è la seconda casa delle nuove generazioni. I colori saranno studiati ed impiegati in base al loro effetto sulla psicologia e sul comportamento; il design, quello in perfetto equilibrio tra forma, funzione e costo, sarà impiegato per educare i ragazzi all’estetica, per stimolarne la curiosità e invogliarli ad utilizzare appieno ogni strumento. Il verde sarà una presenza costante durante l’anno con il suo mutare durante le stagioni, ma entrerà anche all’interno, con tutti gli effetti benefici sulla crescita e sulla formazione di giovani esseri umani. E’ questa la nostra scuola per san piero in bagno, un edificio nato nel 2020 che sembra esser stato lì da sempre.

Villa ta - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Villa ta
Un piccolo gioiello dalle ampie visuali, con interni raffinati e contemporanei, instaurano un forte dialogo con l’esterno e con il giardino circostante. Un ingresso fuori dagli schemi che introduce ad una cucina innovativa, e da qui un living importante, immerso nella luce e nel verde.

Riorganizzazione funzionale del plesso scolastico di puos d'alpago - Puos d'Alpago (BL)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Riorganizzazione funzionale del plesso scolastico di puos dalpago
Volumetrie allungate e sottili convergono al centro di puos d’alpago, come tronchi trasportati da un torrente, e si intrecciano tra di loro in una composizione naturale, spontanea, in un luogo che non avrebbe potuto essere altro che quello, al centro di un paesaggio di monti, d’acqua e di cielo. La disposizione degli elementi volumetrici può anche richiamare l’immagine di alcuni mattoncini disposti l’uno sull’altro, quasi l’inizio di un gioco o di qualcosa di ben più importante, come il consolidamento della cultura e della educazione di un adolescente.l’assetto architettonico che ne deriva, tutt’altro che casuale, si presenta come un agglomerato aperto e poroso di edifici lineari che potremmo definire delle piccole stecche e che, lungo un tracciato ordinatore a “spezzata”, disegna piazze e giardini da attraversare in ogni direzione, integrando gli edifici preesistenti. La stecca centrale, trovandosi appoggiata su quelle vicine, crea un portale rappresentativo di ingresso a tutto il centro scolastico, oltre che un vero e proprio atrio coperto vivibile, e incoraggia una viabilità trasversale est-ovest che collega le due vie di comunicazione principali tra le quali l’area di progetto è compresa. Le altre stecche del complesso accolgono porticati, rampe, gradonate e terrazze panoramiche che permettono anche una viabilità lungo l’asse maggiore dell’area, quasi ortogonale alla prima. Le due percorrenze si incontrano in prossimità del portale, in uno spazio di grande qualità architettonica, direttamente connesso all’atrio coperto sul quale si aprono tutti gli accessi alle funzioni del plesso, punto di convergenza di un’ampia cavea per spettacoli, eventi e rappresentazioni ma anche e soprattutto baricentro di un sistema organico che trova in questo punto il suo cuore pulsante: è infatti designato a luogo delle principali manifestazioni culturali della struttura oltre che spazio di incontro e di socializzazione per studenti, cittadini e utenti di tutte le funzioni di quello che può diventare il vero e proprio centro culturale di puos d’alpago. La strategia dunque è chiaramente quella di creare un’ architettura estrospettiva che si apre al contesto e accoglie la città, un’ architettura da cui osservare e godere di un paesaggio di cui bisogna sentirsi parte, un’ architettura che possa integrare le strutture esistenti, assimilandole coerentemente nel nuovo sistema distributivo, funzionale e formale. In definitiva un sistema architettonico fortemente connesso al contesto, in grado di attivare nuove dinamiche sociali.

Museo imi - Roma (RM)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Museo imi
Individuato e acquisito lo spazio fisico, opportunamente ristrutturato e attrezzato, il progetto propone un percorso immersivo dal punto di vista narrativo ed emozionale che, evitando la tradizionale impostazione delle esposizioni memorialistiche, sia capace di ottimizzare la fruizione dei materiali e dei documenti che riguardano gli imi. Il coinvolgimento dei visitatori scaturirà infatti dall’uso della comunicazione multimediale e dai suggestivi effetti realizzabili con la tecnologia digitale che consentono forme di interazione il più possibile dirette e non mediate (natural interaction). In uno spazio espositivo super tecnologico, che dovrà svolgere la funzione di centro studi, documentazione e ricerca, con annesso archivio e biblioteca specializzata, e nel quale confluiranno gli archivi storici di tutte le sedi periferiche e il ricco patrimonio librario e fotografico dell’anrp, il materiale proveniente da donazioni di istituzioni pubbliche e private, nazionali e internazionali, nonché dai testimoni e dalle loro famiglie. La presenza dell’associazione, ente morale dpr 30 maggio 1949, posta sotto la vigilanza del ministero della difesa, garantirà nel tempo la gestione del centro, che potrà essere sottoposto a un organo di vigilanza, costituito dai principali soggetti pubblici e privati, nazionali e internazionali, che avranno concorso alla sua realizzazione. Detta struttura costituirà un polo culturale, capace di collegarsi e dialogare con altre simili già operanti a livello internazionale, un sistema articolato di uno spazio- laboratorio, aperto in particolare al mondo della formazione dei giovani e degli operatori della scuola, da destinare a visite guidate, seminari, conferenze, letture pubbliche e proiezioni di documentari-testimonianze, attività di ricerca, esposizioni di artisti, punto d’incontro per cittadini impegnati alla costruzione di una cultura ispirata ai valori di pace, di libertà e di rispetto tra i popoli, nella dignità e nella tutela dei diritti umani.

Centro studi e ricerca imi - Roma (RM)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Centro studi e ricerca imi
Il centro studi e ricerca imi è un complesso formato da uffici, museo, mostra multimediale interattiva, sala congressi e biblioteca. Quest’ultima ospita la gran parte dei 16.000 volumi ad oggi consegnati alla tutela dell’ a.n.r.p. E mette a disposizione degli studiosi un patrimonio culturale importantissimo per la memoria degli internati militari italiani. La biblioteca si inserisce in locali preesistenti caratterizzati da notevoli aperture ad arco, elementi valorizzati dal progetto mediante le scaffalature fisse e scorrevoli. Lo spazio è illuminato da lampade lineari a soffitto, e dialoga con la sala conferenze attraverso ampie vetrate.

Agenzia las tour - Ragusa (RG)

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Agenzia las tour

Singapore bamboo skyscraper - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Singapore bamboo skyscraper
Il progetto nasce dall’osservazione della natura fisica e sociale di singapore, città-stato adagiata su un arcipelago di 63 isole, risultato etnico e culturale della fusione di più popoli. Il nuovo villaggio di bamboo, per questi motivi, è costituito da un arcipelago di volumi, tra cui svetta il grattacielo, che si aprono intorno ad un nucleo d’acqua, la marina, richiamando la vicina marina bay sands, nel downtown core. 2.masterplan il masterplan è una composizione di più “isole” funzionali strutturate intorno ad un nucleo centrale. Il volume principale, il grattacielo, ospita le attività e le funzioni da allocare, mentre gli altri volumi, più bassi e al livello dei nuovi percorsi e delle nuove piazze, accolgono spazi ricreativi, strutture sportive, scuole, cinema, teatri. Essi si affacciano su una corte centrale costituita da una piccola marina, accessibile dal kallang river mediante un canale navigabile. Le strutture più esterne sono dei giardini a livello con le aree adiacenti al di sotto dei quali trovano posto i parcheggi, i magazzini sotterranei e le funzioni di potenziamento dei nodi infrastrutturali. Tutti gli edifici sono collegati su più livelli mediante delle piastre che ospitano i principali percorsi di attraversamento, le piazze, le terrazze commerciali e il molo del porto. Sono state concepite per flussi ciclo-pedonali o per la percorrenza assistita da mezzi elettrici su binari a raso o sopraelevati. Gli accessi all’area di progetto sono: a est dalla nicoll highway station, che viene potenziata; a nord dalla nicoll highway, mediante accessi ciclo-pedonali dai percorsi esistenti; ad ovest attraverso la predisposizione di una nuova connessione verso la ophir road e il suntec city; a sud da uno snodo infrastrutturale dalla republic avenue; a sud-est da un nuovo collegamento ciclo-pedonale e dal nuovo canale navigabile verso il marina park e il kallang river. I principali percorsi di percorrenza est-ovest e nord-sud sono anche gli assi strutturanti dell’intero progetto che collegano i vari accessi confluendo tutti verso il nucleo centrale, dal quale si accede al grattacielo. Gli edifici sono stati disposti per sfruttare le connessioni visuali dalle piastre verso i principali punti di riferimento di singapore, in modo che dal nucleo si ha il collegamento visivo con the flyer, the marina park, e con gli altri importanti edifici circostanti. 3.cellula il grattacielo è costituito da due cilindri strutturali concentrici in acciaio collegati da anelli orizzontali, all’interno dei quali si inseriscono cellule indipendenti e autoportanti realizzate mediante una rete strutturale in bamboo. Ciascun livello del grattacielo è pensato come un tunnel continuo, lungo il quale le cellule si accostano e si compongono appoggiandosi agli anelli strutturali orizzontali e assumendo diverse configurazioni a seconda delle funzioni. Il diverso accostamento fra loro e le diverse combinazioni di assemblaggio consentono di ottenere spazi diversi e flessibili. Ogni cellula è facilmente sostituibile in caso di deterioramento nel tempo: ciò avviene attraverso un sistema di movimentazione verticale all’interno del cilindro strutturale centrale. Gli spazi così definiti sono rivestiti da pannellature in bamboo smontabili che facilitano la manutenzione dell’edificio e degli impianti, e sono divisi da pareti mobili adattabili a esigenze in continuo cambiamento. Il grattacielo è poi rivestito da una doppia pelle in vetro ed elementi di ombreggiamento in bamboo, che creano una intercapedine di isolamento e di ventilazione naturale interna. Il grattacielo risulta così composto per la maggior parte da bamboo, sottoforma di cellule strutturali e rivestimenti, da una percentuale ridotta di acciaio come ossatura principale strettamente necessaria e da una minima parte di vetro. 4.tecnologia e bioclimatica i due cilindri strutturali legati fra loro dagli anelli orizzontali creano l’ossatura e gli alloggiamenti per le cellule in bamboo. In ogni livello esse si dispongono l’una accanto all’altra, unite o separate a seconda degli spazi da configurare, creando un “tunnel” continuo. La cellula è progettata come una sezione cava del tunnel, dimensionata per poter essere trasportata in verticale attraverso il cilindro strutturale interno, facilitando il montaggio e l’eventuale sostituzione nel tempo. Il grattacielo è accessibile dalle piastre ciclo-pedonali e attraverso un approdo interno navigabile, all’interno di una grande caverna verde. Essa crea un grande serbatoio di aria fresca ed umida alla base di canali di ventilazioni più caldi, compresi nella buffer zone e lungo il cilindro strutturale interno; la differenza di pressione ed il restringimento dei canali permette di innescare una ventilazione naturale in grado di raffrescare l’edificio. Gli ascensori sono contenuti nei grandi pilastri inferiori, che danno anche accesso ai ballatoi intorno alla caverna-porto, fino alle prime cellule; da qui in su gli ascensori sono contenuti nel cilindro strutturale interno. In alcuni livelli l’assenza delle cellule permette di creare ampie piazze interne per la socialità, le attività ricreative e la ristorazione. La pelle esterna in bamboo permette di filtrare la forte luce esterna ed è disegnata in base alla elevata incidenza angolare del sole, che è sempre molto alto durante tutto l’anno. Essa costituisce il vestito caratterizzante del grattacielo, diventando un unicum con le piazze e i percorsi esterni; il disegno degli elementi in bamboo della pelle esterna e delle cellule permette di filtrare la forte radiazione solare e garantisce un’illuminazione naturale diffusa e omogenea, mentre nelle prime e ultime ore del giorno crea giochi di luce e ombre sulle superfici interne degli ambienti. Nella pelle esterna è integrato anche un sistema di captazione e raccolta dell’acqua, che viene immagazzinata, depurata e riutilizzata. Il bamboo è usato come vestito e come struttura anche negli spazi di relazione, lungo i percorsi e nelle piazze. Una folta vegetazione tropicale sarà prevista sulla copertura di ciascuno degli altri edifici, in maniera tale da restituire un po’ del verde che l’espansione della città ha drasticamente ridotto nel tempo. Fra gli alberi e le piante più alte saranno inseriti dei pannelli fotovoltaici in grado di soddisfare gran parte del fabbisogno energetico. Dalle biomasse ottenute dalle coperture verdi si ottiene fertilizzante e energia da combustione. Altra energia sarà fornita dalle pale eoliche in vetta al grattacielo mentre nella marina, tidal generators will provide electricity from the energy of tidal flows.

Pane per i tuoi denti - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Pane per i tuoi denti
Progetto di ristrutturazione di un panificio in marina di ragusa. Contemporaeità, stile, riconoscibilità. Queste le linee guida per la composizione e la vestizione di minimi spazi in un piccolo punto vendita nel centro storico della cittadina siciliana. Il legno e la pietra, legati indissolubilemente all’idea della nascita di un buon pane, disegnano e misurano lo spazio, determinando un equilibrio di calore ed eleganza. L’arredo espositivo, disegnato appositamente per l’utilizzo ottimale dello spazio, completa con cornici essenziali la varietà cromatica dei prodotti, che si presentano come opere d’arte in un quadro.

Pastificio vindigni. Officina di pastai - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Pastificio vindigniOfficina di pastai
Il progetto architettonico si colloca lungo una importante strada commerciale di ragusa, ed è per questo che, fin dai primi schizzi a matita, il locale è stato pensato come uno spazio aperto alla città. Il pastificio infatti cattura lo sguardo dei passanti al suo interno attraverso due grandi vetrate e dal tocco di verde della grande fioriera esterna. Una volta all’interno del locale si ha quasi la sensazione di essere all’interno di un’antica macchina per la pasta, una di quelle viste a casa della nonna per intenderci, e di osservare la trafila dell’impasto che scende come un foglio leggero e morbido dal soffitto. L’effetto è ottenuto mediante l’accostamento di numerose lamelle in legno a profilo variabile, che nel complesso formano una superficie tridimensionale di grande impatto. Le lamelle aderiscono orizzontalmente al soffitto, per poi piegare e scendere verticalmente sulla parete dietro al bancone; tale struttura funge sia da corpo illuminante sia da mobile espositore in cui, tra una lamella e l’altra, trovano posto salse, sughi, spezie e prodotti di vario genere. Questo motivo viene ripreso nella parete opposta per creare il sostegno di un mensolone, illuminato ed accogliente, sul quale i clienti possono intrattenersi e gustare i sapori tradizionali proposti dalla casa. La vera parte produttiva dell’ ”officina dei pastai” si apre ai clienti tramite un separè vetrato che rende spettatori del processo produttivo ma allo stesso tempo garantisce all’ambiente la necessaria separazione funzionale. Qui infatti è possibile vedere all‘opera mani esperte che stirano e formano i tagli di pasta che comunemente accompagnano i pranzi offerti da vindigni. Sullo sfondo del laboratorio e sulla parete laterale del bancone della rivendita ritornano le variazioni cromatiche tipiche della pasta, tramite una tessitura geometrica e materica di cementine minuziosamente studiata. Diverse le strategie di illuminazione delle aree del pastificio, che tuttavia mantiene un impianto illuminotecnico unitario, opportunamente calibrato e di forte impatto architettonico: mentre l’area rivendita gode della luce scenografica che “sgorga” dalle lamelle di legno (oltre che dalla luce “espositiva” integrata nella parte vetrata del bancone), il mensolone viene impreziosito da luci più puntuali, provenienti da alcuni pendenti; il laboratorio è dotato di una linea luminosa rettangolare, a mezz’aria tra pavimento e soffitto; tutti gli spazi sono amalgamati tra loro da luci radenti dalle gole in cartongesso realizzate come soluzioni di continuità tra pareti e soffitto.

Lao concept store - Siracusa (SR)

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Un equilibrio di materie che raccontano di una sicilia autentica e saggia, piogge di luci che velano le produzioni preziose di questa porzione di umanità, così semplice e ricca….come l’architettura che l’avvolge

The cave - Roma (RM)

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The cave

Panificio san giuseppe - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Panificio san giuseppe
Acqua, farina e gesti millenari che hanno i profumi della mattina del mondo… il panificio non è solo un luogo, è un vero e proprio scrigno in cui si conserva la memoria dell’umanità stessa, la sorgente della vita materiale, sociale e spirituale. Impossibile chiamarlo negozio… ancora più difficile ridurlo a semplice punto vendita. Fin dall’inizio il locale è stato pensato come uno spazio di grande pregio, una piccola pietra preziosa incastonata nella città, in grado di comunicare al primo sguardo la sua carica espressiva e la sua anima.

Casa cs - Ragusa (RG)

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Quando uno spazio interagisce con le persone che lo vivono, quello spazio è anche lui “vivo”…e forse anche per questo motivo possiamo definirlo architettura.

Casa gm - Gela (CL)

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Casa gm

B&b marina di ragusa - Ragusa (RG)

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B&b marina di ragusa

B&b hybla heraia - Ragusa (RG)

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B&b hybla heraia

Luce spazio e memoria a palazzo giannini, eredità del ‘700 - Roma (RM)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Luce spazio e memoria a palazzo giannini eredit del 700
È la storia stessa che entra attraverso le grandi finestre, sotto forma di luce, quella morbida e obliqua del mattino o quella forte e tesa del sole alto a mezzogiorno. Ed entrando sembra risvegliare l’eco di una roma tardobarocca, frenetica, borghese… e si sparge sui pavimenti e sulle pareti, fondendo insieme le prospettive di oggi con la testimonianza del passato.

Casa re - Ragusa (RG)

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Casa re

Casale d - Pisa (PI)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Casale d
Il progetto riguarda il consolidamento, il recupero, la riqualificazione architettonica e l’efficientamento energetico di un edificio rurale, oggi in stato di rudere, situato nelle campagne a pochi chilometri dal centro urbano di pisa, adibito originariamente a fienile. Il tema è di particolare interesse in quanto è possibile recuperare e valorizzare degli elementi caratteristici di questa particolare tipologia edilizia, in un contesto ambientale e paesaggistico di particolare bellezza, immersi in un microclima favorevole. Tutti fattori che spingono ancora di più a consolidare il forte rapporto con l’ambiente circostante a livello energetico, architettonico e paesaggistico. Il progetto deve dunque partire dallo studio della preesistenza, dalla comprensione degli elementi da valorizzare, dal riconoscimento dei contenuti da preservare e da trasmettere. L’edificio, caratterizzato da un classico impianto a capanna, è in muratura portante e presenta una pianta rettangolare: un solaio in legno divide il volume in due livelli molto alti, mentre la copertura, quasi del tutto crollata, è a doppia falda, sorretta da capriate lignee. Il progetto ha l’obiettivo di non stravolgere l’impianto sopradescritto, di mantenere una chiara lettura del volume originario e della sua sagoma e di distinguere nettamente ogni aggiunta o sottrazione. L’involucro è fortemente caratterizzato dalle due grandi arcate a piano terra che si aprono nel prospetto nord verso un vasto piazzale su cui si affaccia un altro edificio più grande, probabilmente il corpo principale della masseria di cui il fienile era parte. Inoltre in corrispondenza del primo piano, i prospetti est, sud e ovest sono caratterizzati da grandi aperture rettangolari filigranate da delle “gelosie” in mattoni. Sempre a nord, in corrispondenza del primo piano, si affacciano sul piazzale due piccoli archi in mezzadria rispetto alle grandi arcate inferiori. Questi elementi verranno per quanto possibile mantenuti mentre, in caso di stringenti esigenze funzionali, si dovranno adottare soluzioni in grado di darne una fondata e motivata reinterpretazione formale, lasciando comunque rileggere le linee principali dello stato originario della preesistenza. Il contesto ambientale offre delle visuali privilegiate a sud, est e ovest, verso i campi coltivati, il parco di san rossore, i filari di cipressi che si snodano lungo le strade, verso cui ovviamente si apriranno le nuove finestrature e le terrazze, che proietteranno gli spazi interni verso la natura e il paesaggio. La visuale verso il piazzale a nord sarà valorizzata mediante l’affaccio di due piccoli balconcini trasparenti dagli archetti superiori. Dal punto di vista energetico e bioclimatico, ci troviamo in pieno clima mediterraneo, in un microclima caratterizzato dall’influenza del mare, dalla presenza delle masse arboree del parco di san rossore, dalla vicina città di pisa e dai corsi d’acqua del fiume serchio e del fiume morto. Il luogo è sufficientemente ventilato e permette di sfruttare le brezze e i venti mitigati dall’azione dei fattori sopra elencati. L’andamento annuale delle temperature e della radiazione solare a queste latitudini fanno apprezzare le murature per la loro inerzia termica ma per sfruttare al meglio le proprietà delle strutture esistenti si dovrà comunque lavorare sull’involucro, isolare ulteriormente con un cappotto e creare adeguate schermature per il periodo estivo, risolvendo allo stesso tempo le istanze di carattere architettonico (come ad esempio mantenere le grandi vetrate a nord fornendo un adeguato isolamento termico e minimizzando le dispersioni nel periodo invernale, valorizzare le gelosie in cotto, preservare per quanto possibile la sagoma, etc…). Dato che la conversione funzionale del fienile ad abitazione comporterà delle necessarie modifiche al corpo di fabbrica, si è pensato di trovare un segno che possa mediare tra i nuovi interventi da realizzare e la memoria dei caratteri più significativi della preesistenza, tra l’oggetto artificiale e il contesto naturale, tra il clima esterno ed il clima interno. Questo segno è la parete vegetale, che innalzandosi dal terreno ed ergendosi a protezione dinnanzi all’edificio diviene metafora dell’imprescindibile simbiosi dell’uomo con la natura. Le pareti vegetali si stagliano di fronte ai prospetti che dovranno essere modificati (per permettere l’apertura delle necessarie finestrature in corrispondenza dei nuovi ambienti) ma si scostano quanto basta per accogliere delle generose terrazze, che fungono anche da collegamento strutturale. Dal punto di vista bioclimatico, essendo costituite da piante a foglie caduche, tali pareti forniranno il necessario ombreggiamento (insieme alle terrazze) durante il periodo estivo, mentre durante il periodo invernale diventeranno abbastanza “trasparenti” da consentire il guadagno passivo della radiazione solare. Inoltre la struttura delle pareti consentirà allo strato vegetale di “disegnare” i prospetti originari che potranno comparire durante il periodo primaverile-estivo mentre durante l’autunno e l’inverno lasceranno intravedere le linee contemporanee dei nuovi prospetti, in un ciclo infinito in cui passato e presente si avvicendano continuamente. Il segno architettonico, che diventa anche elemento di fondamentale importanza dal punto di vista sia funzionale che energetico, rappresenta una forte risposta alle problematiche contemporanee relative alla ricerca di soluzioni semplici e sostenibili in grado di trasmettere un significato forte e chiaro nell’ambito di una coscienza ecologica. La schermatura vegetale rappresenta quella “carezza” che l’uomo spesso nega alla natura ma che quest’ultima invece continua ad offrirci, riesce a permettere la convivenza del passato con il presente, garantisce un legame poetico con il paesaggio, fornisce soluzioni bioclimatiche in maniera sostenibile. I primi interventi saranno necessariamente volti alla ricostruzione delle parti crollate e al consolidamento strutturale dell’edificio. Si menzionano i più significativi, quali il risanamento e il potenziamento delle fondazioni, la ricostruzione e il consolidamento delle murature crollate e delle porzioni di solaio da mantenere, la realizzazione di nuove strutture per il sostegno della nuova copertura e dei nuovi solai, alcuni dei quali potranno essere anche appesi. Si ipotizza infatti la realizzazione di una struttura a portali, affiancata alle murature esistenti, con delle capriate in legno lamellare in grado di permettere le maggiori luci possibili e la sospensione, tramite tiranti, di alcune porzioni di solaio, per permettere il miglior sfruttamento della volumetria e l’assenza di pilastri centrali. I prospetti est e nord restano sostanzialmente immutati, ad eccezione del portoncino di ingresso al piano terra del prospetto est e dei due piccoli balconi vetrati che si affacciano dagli archetti al piano primo del prospetto nord. Il prospetto sud è quello su cui si concentrano le principali modifiche: l’apertura di importanti vetrate per il guadagno passivo invernale; la realizzazione di terrazze per la schermatura dalla radiazione estiva; la realizzazione della parete vegetale. Ad ovest gli interventi si riducono alla tamponatura di una delle due gelosie in mattoni e alla realizzazione di una seconda parete vegetale: è infatti questo il prospetto che soffre maggiormente del surriscaldamento estivo, da ovviare mediante l’opportuna schermatura verde. Si prevede inoltre la realizzazione del cappotto su tutti e quattro i prospetti. In copertura, la parete vegetale a sud piega a “l” sulla falda e consente l’installazione dei pannelli solari e fotovoltaici.

Casa prati - Roma (RM)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Casa prati
Casa prati è una privata abitazione nel cuore di roma, a pochi passi dal vaticano. Il progetto vuole sposare il classico con il contemporaneo, l’eleganza con l’estro, la sobrietà con il forte carattere e l’energia dei padroni di casa. L’ingresso non è solo un passaggio, ma un vero e proprio ambiente in cui nulla è lasciato al caso: librerie, ripiani a scomparsa, elementi decorativi e arredi di design lo rendono all’occorrenza un piccolo studiolo, filtrato dal luminoso living mediante la grande libreria a giorno. Il pavimento è un magnifico parquet a spina. Le nicchie attrezzate a libreria, così come le imbotti dei varchi e delle finestre sono rivestite da preziosi superfici metalliche. La cucina minimale e contemporanea è adornata da una parete materica, un fondale di pietra sul quale brillano le lampade in rame sospese sul tavolo. L’essenzialità degli arredi, caratterizzati da linee assolutamente contemporanee, stabiliscono un forte dialogo con gli elementi più classici dello spazio, come le boiserie che abbracciano il divano e che vengono spezzate con decisione da una lama nera di vetro e fuoco, il camino a bioetanolo. Il bagno è un esperienza assoluta di luce, acqua e materia, grazie anche all’inserimento di una streap led a controsoffitto e alla scelta delle piastrelle materiche in gres, che avvolgono quasi totalmente lo spazio. I mobili in legno scuro inseriscono degli accenti di colore, così come nella vasca le piastrelle esagonali policromatiche fanno vibrare la parete in cui è inserita la colonna doccia. La master room è caratterizzata da un setto su cui è attestato il letto, un setto attrezzato ai suoi margini con librerie e inciso da un taglio di luce per la nicchia / comodino. Alle spalle del setto trova spazio un ampia cabina armadio e la confortevole toilette dedicata.

Casa db - Roma (RM)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Casa db
Il progetto stravolge lo stato di fatto per ricavare un vano in più senza rinunciare ad un’ampia e luminosa zona giorno, ripartita da un diaframma “attrezzato” tra il salone e la cucina. Questo elemento funzionale, grazie anche al miglior sfruttamento della luce naturale, permette di percepire i due diversi spazi come un continuo, in cui i volumi di separazione conferiscono profondità e tridimensionalità, in un mutevole gioco di quinte sceniche. Lo stile volutamente contemporaneo, a tratti giocoso, come sottolineato dai complementi, si sposa con elementi di forte tradizione, che proprio grazie a tale accostamento emergono con decisione e assumono grande fascino e valore. L’appartamento si colloca al quarto piano di un palazzo storico, in un frammento ottocentesco del tessuto urbano romano, movimentato da una vivace strada commerciale e da emergenze importanti come il macro e gli ex stabilimenti della birreria peroni. L’esistenza di ampie finestrature, che permettono di godere appieno dell’animosità del quartiere, ha spinto gli intenti progettuali verso la creazione di spazi ampi e luminosi, attrezzando il più possibile le pareti per un migliore sfruttamento degli spazi. Sistemi impiantistici di nuova generazione per la produzione di energia da fonti rinnovabili, garantiscono bassi consumi e rendimenti energetici notevoli.

Villino cs - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Villino cs
Quando uno spazio interagisce con le persone che lo vivono, quello spazio è anche lui “vivo”…e forse anche per questo motivo possiamo definirlo architettura.

Villa ab - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Villa ab
Spazio, luce, verde. Queste le tre direttrici progettuali per la realizzazione di una nuova villa a marina di ragusa. Tra mare e campagna, nel clima siciliano, l’edificio gode di un’area esterna caratterizzata dalla macchia mediterranea, piante grasse, carrubi e ulivi, che diventano punti di riferimento e presenze costanti negli ambienti interni grazie alle ampie vetrate della cucina e del soggiorno. Appena entrati, la grande cucina con isola e l’ulivo del giardino nello sfondo diventano il traguardo della visuale. Un foglio di cartongesso, che funge da supporto per la cappa, fluttua a mezz’aria sull’isola e prosegue oltre la vetrata sottolineando ancora di più la continuità tra indoor e outdoor. In questo modo il confine tra l’interno e l’esterno diventa ancora più sottile e sbiadito, la natura entra nella casa e la casa si proietta all’esterno. Sulla destra si apre il soggiorno, illuminato dalle ampie finestrature grazie alle quali il verde e la luce si confermano gli elementi dominanti degli spazi. Un volume importante, in cui si innestano il camino e la nicchia per la televisione, si pone come una cerniera tra la zona cucina-pranzo e il soggiorno, diventando allo stesso tempo attrazione e mediazione tra due ambienti funzionalmente distinti. A questo volume, su cui fa perno tutta la logica spaziale e distributiva della casa, fa da contrappunto un altro elemento, con analoghe funzioni di “contenitore” ed ugualmente scavato da un’altra nicchia per ospitare un secondo schermo per il soggiorno. I suddetti mobili e la scala, caratterizzata dal parapetto vetrato, trapassano il controsoffitto imprimendovi dei segni luminosi che lo alleggeriscono. Un cielo stellato illumina la zona pranzo, mentre dei tagli geometrici disegnano l’illuminazione della cucina e del soggiorno.

Casale ln - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Casale ln
Uomo. Natura. Storia. Sull’equilibrio fra questi tre elementi il progetto trova il suo baricentro. Il casale costituisce il legame spirituale col passato, porta l’eco dei valori antichi ed ha in sé la testimonianza materiale del passaggio di chi ci ha preceduto. Il progetto permette oggi di amplificare la comunicazione tra l’architettura e il contesto aprendo gli ambienti interni verso la natura. Si stabilisce un rapporto intenso con la bellezza del territorio, con i suoi valori paesaggistici, un rapporto dialettico di reciproca valorizzazione dove l’architettura nasce dal paesaggio e instaura un dialogo proficuo con esso.

Ikebana_spazio polifunzionale - Roma (RM)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Ikebanaspazio polifunzionale
Nel verdissimo, monumentale, prestigioso quartiere eur della capitale, tra le piante di un lussureggiante giardino, brilla una preziosa architettura. La sede ikebana di roma, ospita feste, spettacoli, eventi e un esclusivo ateneo olistico di formazione, all’interno di uno spazio polifunzionale flessibile e altamente tecnologico. Sotto un cielo composto di centinaia di “stelle” led, si svolgono molteplici attività all’interno di una esclusiva cornice di marmi, pietra, acqua e verde, dove i confini tra indoor e outdoor sembrano svanire.

Studio medico dott. Digrandi - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Studio medico dott Digrandi
La misura, l’equilibrio, la sobrietà sono forse i caratteri principali di questo progetto, in cui tutto, dalla luce ai colori, dai pieni ai vuoti, dalle materie alle trasparenze, tutto ha un peso attentamente misurato. Lo studio medico del dott. Digrandi è un piccolo gioiello incastonato fra le maglie urbane di ragusa. Originariamente un modesto locale commerciale su due livelli, lo studio medico è ora un unico ambiente soppalcato, grazie alla parziale demolizione del solaio intermedio. Questa scelta strategica ha permesso allo spazio di espandersi drasticamente a livello percettivo, sensazione amplificata dall’uso dei vetri trasparenti e opali degli ambulatori e delle stanze. Attraverso la porta vetrata si accede direttamente alla sala d’aspetto, caratterizzata appunto dalla doppia altezza, in cui si trova un elegante desk per l’accettazione. La scala, materica e al contempo leggera, è addossata ad una delle due pareti laterali, ma grazie ad alcuni accorgimenti si distacca da essa, seppure per pochi centimetri, così come si distacca dal basamento in muratura in cui sono stati plasmati i primi gradini. Questo le permette di ruotare leggermente per seguire la parete, aumentando la sensazione di leggerezza e movimento che si voleva conferire ad un elemento che è fondamentale non solo per la sua funzione di connessione tra i due livelli, ma anche per la sua funzione estetica e caratterizzante dello spazio intero. L’effetto dinamico che, in questo modo, si viene a creare è bilanciato dal piccolo ma compatto volume dei servizi igienici, sulla parete opposta. Il profilo obliquo del soppalco sembra essere parte della coreografia “danzata” dalla scala, ma contiene in sé anche la funzione pratica di ottenere più spazio per le poltrone della piccola saletta di attesa superiore che proprio in questo modo è stato possibile ricavare. All’interno dell’ambulatorio del dottor digrandi, l’arredo austero e minimale trova il suo equilibrio nel contrasto con la grande vetrata retroilluminata e serigrafata con una disegno astratto ispirato alla circolazione vascolare e forse anche ai rami di alberi in un bosco, simbolo di una natura organica a cui tutti noi apparteniamo e che i medici conoscono così bene.

Abito verde showroom - Roma (RM)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Abito verde showroom
A volte ci scordiamo che dietro un’apparente e incomprensibile complessità, la natura è così perfettamente e semplicemente meravigliosa! E la semplicità e la chiarezza di pochi segni essenziali hanno guidato la concezione e la realizzazione di questo progetto, che vive dell’armonia simbiotica tra i diversi materiali – inclusa la luce – e l’elemento principe dello spazio..il verde! Il nuovo showroom di abito verde in roma non è solo uno spazio espositivo, ma soprattutto sede rappresentativa e area tecnico-creativa, dotata di uno spazio per l’aggiornamento, la progettazione e la condivisione di idee sempre nuove e dei prodotti più innovativi. Lo spazio, come ogni headquarter, vuole comunicare nel modo più semplice e diretto quello che l’azienda può e vuole offrire e, per questo motivo, l’elemento “naturale” diventa il protagonista assoluto, spalleggiato dalla presenza del parquet a pavimento e, in alcuni punti, anche a parete. Il grande desk offre al cliente lo spazio per l’accoglienza, piegando leggermente verso la porta a vetri di ingresso, e ospita una postazione lavoro. La sala si apre verso lo spazio di co-working, caratterizzata da un grande tavolo centrale, mentre sulla parete opposta una grande libreria metallica ospita prodotti, piante e cataloghi. Il muschio stabilizzato e le composizioni di pareti verdi verticali, in piccole e grandi cornici, sono i veri elementi di attrazione. Il muschio ricopre rigogliosamente ampie fasce delle pareti verticali e riveste i pannelli appesi dal soffitto, che fluttuano a mezz’aria insieme alle lame di luce. Ferro, legno e verde… questa la ricetta compositiva di un piccolo grande contenitore di “idee verdi” da comunicare all’esterno, anche grazie alle ampie vetrine incorniciate da un carter metallico che integra il logo, la cassetta per la posta, il citofono e il maniglione, con la massima sobrietà ed eleganza.

Sede oltremodo - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Sede oltremodo
Il nuovo quartier generale dell’associazione culturale oltremodo si ubica in un punto strategico di ragusa, una vibrante città siciliana in cui è sempre più crescente la sete di innovazione, di opportunità e di sviluppo. In questo contesto, la committenza ha richiesto che la nuova sede rispecchiasse a prima vista il carattere dinamico, innovativo e ambizioso dell’associazione. Il progetto è stato concepito ad una scala quasi “urbana”, ponendo cioè grande attenzione agli spazi esterni, antistanti l’ingresso, per creare uno spazio verde di arredo urbano in cui la città potesse incontrare e conoscere la nuova realtà di oltremodo e viceversa. Essendo l’associazione un’hub, un incubatore di idee e di cultura, un connettore e attivatore sociale, anche gli spazi interni sono stati concepiti come una grande piazza tecnologica, naturale prolungamento della piazza urbana, in cui è possibile incontrarsi, lavorare insieme, creare e sviluppare idee. La sede è dunque principalmente uno spazio flessibile, capace di adattarsi ad esigenze in continua evoluzione, capace di trasformarsi in base all’attività da svolgere. E’ tuttavia uno spazio prettamente dedicato al lavoro di squadra, alla formazione, all’esposizione di progetti e tecnologie, all’incontro, ma anche a eventi mondani, mostre, presentazioni e spettacoli. La formula adottata è quindi quella di un grande open space, con la quasi totale assenza di elementi fissi, ad eccezione dei servizi igienici e di un’area tecnica in cui è stato creato uno spaccato, scala 1:1, di un edificio con le più avanzate tecnologie per l’efficienza e il risparmio energetico. Il bagno stesso tuttavia è stato trattato come una grande vetrina, grazie al box doccia vetrato che si apre direttamente sull’open space e che lascia intravedere un bellissimo antibagno caratterizzato da finiture e arredi di prima scelta. Dall’area verde esterna, che funge da area espositiva o da area polifunzionale in caso di eventi particolari, si accede dunque all’area reception, caratterizzata da un desk disegnato su misura per integrare un importante pilastro e per offrire il maggior numero di postazioni di lavoro. Una volta entrati si è subito immersi nell’anima dello spazio, caratterizzato da un soffitto dinamico, nero, frammentato in pannelli di legno e fogli di rete elettrosaldata che “dilatano” lo spazio sopra le teste dei visitatori / fruitori e lo fanno vibrare con giochi di riflessi e di luci. La prima cosa che si nota, dopo il desk reception, è forse lo spazio direttamente antistante l’ingresso, un fondale verde caratterizzato da un prato a pavimento e da una parete verde frontale, sede di convegni, conferenze e corsi di formazione. Quest’area è spesso allestita con arredi e complementi da esterni, per ricreare un giardino interno, ma trova anche posto un grande tavolo conferenze disegnato apposta per l’occasione e diverse file di sedie per il pubblico. All’interno dello spazio si intuisce la presenza di un’area più operativa, caratterizzata da grandi tavoli quadrati per il coworking, per workshop occasionali o per laboratori culturali, forse uno degli spazi più significativi della sede, per il suo carattere creativo. Grande importanza riveste anche un altro angolo dedicato all’ esposizione di materiali e tecnologie d’avanguardia, anche se la presenza di librerie e scaffalature modulari, utilizzabili come espositori o come separé, garantisce la possibilità di rimodulare in qualsiasi momento le aree espositive e i diversi ambienti. In ultimo, è possibile allestire un piccolo punto ristoro / bar / area buffet in occasione di eventi come aperitivi culturali, mostre, presentazioni o convegni.

Agenzia pubblicitaria andrea licitra - Ragusa (RG)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Agenzia pubblicitaria andrea licitra
Il progetto per la nuova sede operativa e amministrativa dell’agenzia pubblicitaria “andrea licitra” si inserisce in un luogo strategico, lungo una vivace strada commerciale, e sfrutta una grande area esterna preesistente in grado di supportare logisticamente un’attività complessa come quella del nostro committente, anche in pieno centro città. Partendo dai grandi vantaggi intrinseci del sito si è deciso di mettere in comunicazione il progetto con l’esterno, sfruttando la grande visibilità di cui gode la nuova sede dell’agenzia. Gli elementi del progetto sono studiati per aprire gli spazi interni verso la città e per accogliere, viceversa, la città all’interno, convogliando le visuali attraverso linee dinamiche e luminose. Esse creano un impianto scenografico contemporaneo dal carattere molto forte, che inquadrano, come in una cornice, la vita e le attività svolte all’internodei locali, che in questo modo si proiettano all’esterno attraverso le ampie finestrature vetrate. La forte interrelazione tra il progetto e la città, ma soprattutto la valenza comunicativa dell’architettura e il suo stretto legame con le attività che contiene rendono unica l’architettura di questi spazi. Il progetto, concepito solo dopo un dialogo approfondito con la committenza sulle esigenze funzionali, riunisce in uno spazio unitario le molteplici attività svolte nell’edicio, e razionalizza i diversi flussi di personale, materiali e clienti. Gran parte degli studi sono stati rivolti alla sostenibilità dell’intervento, sia nella sua realizzazione che in fase di esercizio. Un aspetto particolare è dato dall’uso di materiali lignei a basso impatto ambientale, provenienti da processi di riciclo, che ha permesso di abbattere i costi di realizzazione e soprattutto il costo in termini ecologici relativo alla produzione dei materiali stessi. Ecco che materiali apparentemente “poveri”, ma adeguatamente disegnati e trattati, possono connotare qualsiasi tipo di architettura e possono inserirsi in una grammatica spaziale versatile, adeguata a qualunque registro lessicale architettonico. Un altro aspetto fondamentale relativo al risparmio energetico in fase di esercizio riguarda l’uso della luce naturale, disponibile in quantità grazie all’esposizione ottimale a sud del fronte dell’edificio. La massimizzazione della componente di luce “gratuita” è garantita dalle ampie vetrate, che giocano un ruolo anche nella termoregolazione naturale invernale, permettendo il guadagno “passivo” di calore della radiazione solare per effetto serra.

Romeur academy - Roma (RM)

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Archisio - Dfg Architetti - Progetto Romeur academy
La struttura si articola in numerose aule, sale polifunzionali e laboratori, che vengono messi in comunicazione da uno spazio connettivo dinamico ed unitario che si distingue per le sue linee essenziali e contemporanee. Gli spazi distributivi accolgono diverse funzioni, alcune inserite direttamente nell’open space, altre incluse in volumi indipendenti disposti liberamente come preziosi oggetti di design. L’interrelazione degli elementi architettonici imprime una forte connotazione di uno spazio dinamico, veloce e contemporaneo. I corridoi sono caratterizzati da pareti attrezzate, a servizio delle aule che vengono indicate da scritte e luci integrate nelle imbotti delle porte. Una grande “r” è stata disegnata sulle pareti attraverso la sua proiezione da un punto di vista prospettico, localizzato vicino alla reception: nelle sue prossimità, la lettera è completamente leggibile ed aiuta a diminuire la percezione della profondità del corridoio stesso; allontandosi da questo punto, percorrendo il corridoio, le parti dipinte di verde perdono progressivamente di significato, riducendosi a semplici decorazioni astratte a parete. La sala polifunzionale è stata pensata per assumere diverse configurazioni spaziali a seconda che diventi sala conferenze, passerella per sfilate, sala per eventi, sala di posa, etc… le stesse pareti, in base alla configurazione assunta, possono diventare esse stesse dei corpi luminosi o dei pannelli espositivi.
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