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Scuola media a bagno di romagna - Forlì (FC)

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Abbiamo pensato la nuova scuola come un’architettura erede dei tratti fisici e caratteriali del tessuto in cui nascerà, un’architettura unica, autentica, in cui sarà facile intuire tracce, echi, indizi di ciò che gli sta intorno ma, allo stesso tempo, un’ architettura portatrice di innovazione, speranza…futuro.un grazioso “grumo” di casette in muratura dai prospetti ordinatamente geometrici, dove a volte la muratura si offre allo sguardo senza alcuna protezione, a volte si veste di un intonaco bianco mostrando solo le cornici delle finestre, più spesso è un doppio ordine di pietra e laterizio, testimone di un lontano passato toscano. Ogni casetta è diversa, ma l’una è il proseguimento dell’altra e tutte hanno il loro tetto a falda o a padiglione che sovente si concatena al suo vicino in un torrente “pietrificato” di cotto rosso. Le finestre – ma anche i portici, le logge, le bifore – tutte insieme sembrano far risuonare il paese di una melodia solo pensata; ciascun foro è una nota scritta sui fronti degli edifici, che diventano un pentagramma continuo da leggere e inseguire ad ogni angolo, ad ogni svolta dei caratteristici vicoletti. Si avverte una quiete quando si giunge qui, una quiete che è più pace che silenzio, che un nuovo edificio non deve turbare. Abbiamo pensato la nuova scuola come un nuovo membro di una famiglia, erede dei tratti fisici e caratteriali del tessuto in cui nascerà, un’architettura unica, autentica, in cui sarà facile intuire tracce, echi, indizi di ciò che gli sta intorno ma, allo stesso tempo, un’ architettura portatrice di innovazione, speranza…futuro. In effetti non c’è posto migliore dove coltivare il futuro, se non in una scuola, ma è anche vero che il futuro non può esistere se non si vive un pò anche del proprio passato. La concezione architettonica della nuova scuola secondaria di primo grado manara-valgimigli prende spunto proprio dalla riflessione su ciò che è la rigenerazione di un piccolo tassello urbano, erede di un patrimonio genetico quanto più riconoscibile, valorizzato, trasmissibile ma allo stesso tempo vettore di cambiamento proiettato nel futuro, nell’ottica di un organismo più complesso come quello del paese in cui ha luogo. Ecco dunque che la nuova scuola non è un edificio, ma una composizione equilibrata di tre volumi concatenati tra loro caratterizzati da elementi tipologici del contesto reinterpretati in chiave contemporanea: 1) i volumi sono eterogenei, ciascuno con un proprio carattere e una propria materia. Il volume sulla piazza ha un pregio architettonico più ricercato, denunciato dal rivestimento in pietra, ed è caratterizzato da un basamento in vetro (duplice scansione riscontrabile nei palazzi di maggior rilievo); il volume centrale è caratterizzato da un brise-soleil in cotto, che richiama molti edifici circostanti; il volume più a sud è invece intonacato ed è svuotato in corrispondenza dell’attacco a terra, quasi a ricordare un porticato. 2) tutti i volumi hanno una copertura a falde o ,nel caso del volume centrale, hanno una sagoma che la rievoca. 3) le bucature dei prospetti sono scanditi dalle finestre, che pur mantenendo proporzioni quadrate, si ingigantiscono ed escono fuori dalla griglia, liberandosi come in un a solo del primo violino di un’orchestra. La composizione dei volumi può essere letta anche secondo una direttrice di sviluppo che va dal volume più semplice a sud, passa per il volume centrale più etereo, smaterializzato nella natura e nel cielo (grazie al suo tetto verde e al brise-soleil “vuoto” che lo circonda) e arriva al volume più articolato e complesso, che è quello che sia apre al paese , alla piazza e alla vicina scuola elementare, che ospita lo spazio più vissuto dalla comunità, che guarda il centro storico e la chiesa di san pietro in vincoli. E’ intenzione del progetto inclinare leggermente il fronte principale sulla piazza verso la chiesa e il centro del paese per diverse ragioni: innanzi tutto in questo modo è possibile staccarci dall’edificio a est, conferendo autonomia e carattere alla nuova scuola; in secondo luogo si accentua il rapporto visivo con la scuola elementare, la chiesa e il centro storico, che saranno maggiormente apprezzabili dall’interno; infine questa lieve inclinazione crea una nuova direttrice obliqua che taglia piazza martiri 25 luglio 1944 disegnando una nuova pavimentazione, nuove sedute, nuovi elementi verdi ma soprattutto un nuovo spazio per i flussi verso il cuore del centro urbano. Il nuovo edificio stabilisce così la matrice di un nuovo ordine dello spazio pubblico antistante e crea nuovi luoghi della socialità. Come anticipato, la composizione e la caratterizzazione dei volumi risponde a strategie distributive, funzionali e bioclimatiche complesse. Ad esempio nel volume sulla piazza avrà sede l’atelier, ovvero il grande ambiente polifunzionale, in parte a doppia altezza, che ospiterà convegni, rappresentazioni teatrali, eventi organizzati dalla comunità, attività delle associazioni culturali, etc… l’orientamento a nord permette, entro i limiti dettati dalla verifica delle prestazioni energetiche dell’involucro, l’apertura di grandi vetrate verso la piazza, rafforzando il legame tra attività e contesto, mantenendo comunque la possibilità di oscurarle. Nella parte superiore della doppia altezza, una grande vetrata interna metterà in comunicazione visiva l’atelier con il laboratorio di musica, offrendo ampie possibilità per eventi molto particolari. Gli altri due volumi invece ospiteranno prevalentemente le aule, che saranno esposte ad ovest per evitare l’irraggiamento diretto nelle ore di svolgimento delle lezioni ma soprattutto per godere della vista sulle aree verdi oltre via nazario sauro. Sul lato opposto si articolano gli spazi distributivi, che, piuttosto che corridoi, assumono l’aspetto di atri o piccole piazze interne,ricche di verde, attrezzate con scaffali, armadietti, tavoli, sedute. Questi spazi godono della luce del mattino, filtrata dai brise-soleil in cotto, che la smorzano e la riverberano con tonalità ancora più calde e morbide. Il volume centrale, in particolare, accoglierà nella sua copertura un’aula aggiuntiva, un’aula all’aperto, che sopperisce la mancanza di aree verdi o cortili nel lotto oggetto di intervento e che offre la possibilità di dar luogo a momenti sportivi, conviviali, ludici, ricreativi, a contatto con il cielo e con il verde. Da qui il paesaggio è incorniciato dalle bucature nel brise-soleil, che in questo contesto diventa solo elemento di protezione e quinta scenica. Le falde inclinate accoglieranno i necessari pannelli fv e solari, che avranno rendimenti ottimali soprattutto nella seconda parte della giornata. Il progetto dedica ampie superfici agli spazi per i flussi, per la sosta, per l’incontro, per le attività extra-scolastiche o ludico-didattiche, per lo studio in gruppo. Dalla piazza, attraverso le ampie vetrate, si accede ad un grande atrio, scenario di eventuali esposizioni o piccoli eventi, caratterizzato dal corpo scala che si addentra in un gioco articolato di volumi e doppie altezze. Una parte dell’atrio è attrezzata con mobili polifunzionali che sono allo stesso tempo sedute, librerie, armadietti e che si alternano a veri e propri divanetti. E’ la biblioteca diffusa, proprio di fronte alla biblioteca degli studenti, che si ritroverà, grazie ai particolari mobili impiegati, anche negli altri spazi di relazione. La bucatura centrale è un affaccio sulla testata del collegamento sotterraneo con la scuola elementare, anch’essa piccola piazza attrezzata. Ai livelli superiori, di fronte alle aule si aprono le piccole “piazze interne” già descritte, che possono essere utilizzate anche come prolungamento delle aule stesse in particolari occasioni o per attività speciali. Lo sviluppo della scala principale determina la creazione di due “mezzanini”, uno tra il primo e il secondo livello, l’altro tra il secondo e il terzo. Si creano in questo modo degli atri rialzati rispetto alla quota delle aule, uno dei quali può funzionare come vero e proprio foyer dell’atelier, l’altro è un ulteriore spazio di relazione attrezzato. Alcune considerazioni aggiuntive merita l’aula “morbida”. Non solo è l’aula più grande (75mq) per offrire la possibilità di ospitare attrezzature o strumentazioni particolari, ma è soprattutto la più accessibile. Priva di barriere architettoniche, vi si accede direttamente dall’atrio senza salti di quota e dispone di un grande affaccio vetrato a sud, protetto dal piccolo aggetto del livello superiore, proprio verso una graziosa area verde attrezzata. E’ scontata la possibilità di evacuazione estremamente facilitata in caso di emergenza. Le altre aule e i laboratori, distribuiti tra il primo e secondo piano, oltre a godere della vista sul verde, possono essere eventualmente combinati tra loro predisponendo, al posto di normali tramezzature, delle pareti manovrabili, che possono aprirsi del tutto o in parte per collegare due o più ambienti, moltiplicando in questo modo le possibilità d’uso degli spazi, come nel caso delle due aule al piano secondo del volume a sud. La mensa, curata nel dettaglio per evocare quanto più possibile l’ambiente casalingo, è un volume vetrato dotato di magazzini dedicati al piano seminterrato, a cui è possibile accedere anche mediante un montacarichi esclusivo. La sua posizione, quasi contigua all’ingresso secondario a sud, facilita le operazioni di scarico e deposito delle derrate alimentari. Non è solo una scuola funzionale ed efficiente, ma è la seconda casa delle nuove generazioni. I colori saranno studiati ed impiegati in base al loro effetto sulla psicologia e sul comportamento; il design, quello in perfetto equilibrio tra forma, funzione e costo, sarà impiegato per educare i ragazzi all’estetica, per stimolarne la curiosità e invogliarli ad utilizzare appieno ogni strumento. Il verde sarà una presenza costante durante l’anno con il suo mutare durante le stagioni, ma entrerà anche all’interno, con tutti gli effetti benefici sulla crescita e sulla formazione di giovani esseri umani. E’ questa la nostra scuola per san piero in bagno, un edificio nato nel 2020 che sembra esser stato lì da sempre.
 
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