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Frigorifero: 8 soluzioni per dare un tocco di colore in cucina
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Il frigorifero è un elettrodomestico che non può mancare in nessuna cucina, tanto vale sfruttarlo per dare lo stile desiderato alla stanza. Non è vero che un frigo vale l’altro. I classici frigoriferi bianchi o effetto acciaio rimangono piuttosto anonimi mentre i frigoriferi colorati contribuiscono a dare qualcosa in più alla cucina.  I frigoriferi freestanding in stile vintage, caratterizzati da forme bombate e dettagli cromati, sono disponibili in molte tonalità così da accontentare tutti i gusti. In alternativa si possono applicare delle pellicole colorate per rivestire qualsiasi tipologia di frigorifero, in modo da personalizzarlo.  Un frigorifero colorato è un elemento perfetto per ravvivare una cucina dominata da colori neutri. Una tonalità vivace porterà il buon umore trasformando una cucina noiosa in un ambiente pieno di stile. Chi ha detto che gli elettrodomestici debbano avere colori scontati? Per scegliere quale sarà il colore del tuo frigorifero puoi semplicemente puntare sul tuo colore preferito, in modo da non stancarti mai di guardarlo. Un'altra strada per individuare il colore giusto è studiare una palette cromatica, selezionando una tonalità che generi una buona armonia con gli altri colori presenti nella stanza.  Frigorifero rosa Delicato e femminile, il rosa è un colore piuttosto inusuale per l’arredamento della cucina ma se ben dosato può dare effetti inaspettati. Questo colore può far pensare ad un arredamento infantile ma con gli abbinamenti giusti questo effetto viene scongiurato. Un frigorifero rosa pastello rende la cucina molto romantica, senza che questa risulti sdolcinata se collocato in un ambiente con pareti e mobili bianchi, riscaldato da alcuni elementi in legno naturale. Cucine caratterizzate dalla prevalenza di colori chiari e da stili come lo shabby chic o il nordico sono dunque ambienti in cui un frigorifero rosa viene valorizzato. Frigorifero azzurro La scelta del frigorifero può essere complicata nelle cucine open space, soprattutto se questo è collocato in una posizione che lo rende visibile dalla zona giorno. Avere un elettrodomestico a vista forse non è il massimo, ma se si tratta di un bel frigorifero colorato allora non deve essere nascosto ma può essere esibito con orgoglio. Anzi, deve essere valorizzato al massimo, ad esempio facendolo risaltare con una carta da parati applicata sulla parete che sta alle sue spalle.  Un frigorifero azzurro in un ambiente dal design contemporaneo, con un motivo geometrico bianco e nero sullo sfondo diventa punto focale dell'ambiente ed al tempo stesso valorizza lo spazio in cui è inserito. Frigorifero rosso Non ci sono mezze misure, il rosso o lo ami o lo odi. È un colore vigoroso e acceso, potente ed anticonformista. Un frigorifero rosso non passa certamente inosservato ed è un modo per rendere grintosa qualsiasi cucina con un piccolo tocco di colore e risulta difficile individuare un ambiente in cui questa tinta forte e spiccata non stia bene. Dalle cucine più minimaliste, eclettiche o in stile rustico, un frigorifero rosso conquista sempre un posto d'onore. È perfetto anche all’interno di un ambiente in stile loft, dove si sposa molto bene con le pareti in mattoni ed il legno grezzo. Da evitare invece nelle cucine con i mobili rossi, dove risulterebbe eccessivo. Frigorifero nero Il frigorifero più adatto ad una cucina total white? Nero, ovviamente. La coppia bianco e nero supera le epoche, confermandosi una scelta sempre azzeccata per una cucina minimalista ed elegante. La potenza di questo colore viene valorizzata dal contrasto con il suo opposto ma questo non é il solo abbinamento possibile, perché il frigorifero nero va con tutto. Una scelta di cui non ti pentirai, forse più comoda rispetto ad altri colori, perché difficilmente te ne stancherai. Il nero non passa mai di moda e si coniuga bene con molti stili d’arredo, come industriale e vintage. Frigorifero giallo Colore della solarità per eccellenza, il giallo sprigiona una carica di energia positiva che ha il potere di regalare un sorriso anche nelle giornate più grigie. Un frigorifero giallo si fa certamente notare in cucina e, a seconda degli abbinamenti, può produrre effetti molto diversi. Accostato al bianco e scaldato dalle note del legno perde un po’ della sua energia ma non il suo ruolo di protagonista.  Sei tu a decidere se smorzare la vivacità che contraddistingue un frigorifero giallo affiancandolo a colori e materiali dalle tonalità neutre oppure se preferisci massimizzare la sua forza mettendolo accanto ad altre tonalità vivaci anche in contrasto tra di loro.  Frigorifero arancione L’arancione è amato da molti per il suo essere un colore vitaminico e gioioso. Un frigorifero arancione non è così comune, per cui è sicuramente una scelta audace ma molto originale. A seconda dell’ambiente in cui viene installato, il frigorifero arancione determina effetti unici rendendo l’atmosfera particolare con la sua presenza. In una zona giorno in cui è presente un arredamento elegante e contemporaneo, ad esempio, può assumere un inaspettato carattere sofisticato. È quindi il contesto a determinare lo stile effettivo di ogni componente, così come il significato di ogni colore si può misurare solo in rapporto con ciò che sta intorno.  Frigorifero blu Un frigorifero blu con il suo forte carattere diventa un elemento iconico all’interno della cucina, indipendentemente dal suo stile.  Caratterizzato da brillantezza ed intensità, l'effetto di questo colore è davvero travolgente. Il blu elettrico è una tonalità che vuole stupire, non è fatta per passare inosservata. Scegliere un frigorifero blu per la propria cucina significa voler avere un elemento su cui porre l’accento. Se l’ambiente è neutro, il blu del frigorifero risalterà maggiormente per effetto della differenza cromatica. Si può ad esempio realizzare una cucina totalmente blu e bianca, oppure si possono introdurre altri tocchi di colore per spezzare l'uniformità. Frigorifero verde menta Un frigorifero verde menta non appare con forza e prepotenza ma incanta per la sua elegante sobrietà. Questa sofisticata tonalità aggiunge quel pizzico di brio capace di ravvivare un ambiente che rischia di sembrare anonimo o, peggio, asettico. In una cucina moderna, anche in stile nordico, oppure dove sono presenti richiami al mood vintage, il frigorifero verde menta è la ciliegina sulla torta. Utilizzando qualche accessorio nelle tonalità pastello si riesce a contestualizzarlo al meglio, creando un’atmosfera rilassante e serena che invoglia a destreggiarsi tra i fornelli.
Quale materiale scegliere per la vasca da bagno
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Ricreare un bagno da sogno, funzionale, accogliente e al contempo esteticamente affascinante è il progetto che chiunque vorrebbe realizzare all’interno della propria abitazione. Nella maggior parte dei casi ci si sofferma sulla scelta di piastrelle particolari o complementi d’arredo innovativi che possano davvero stupire. Ma perché invece non puntare su una perfetta vasca da bagno di design, utile e dal materiale accattivante? Nel corso del tempo si sono susseguiti una serie di prodotti materici, come pietra e legno, che sono stati poi implementati dall’utilizzo successivo di marmo e ceramica, sino ad arrivare alle nuove serie di soluzioni in acrilico o bicomponenti. Ciascun elemento ha trovato largo impiego nella propria epoca di utilizzo ma oggigiorno sono tornati tutti in gran voga per la produzione di vasche da bagno sensazionali e distintive. Vasca da bagno in acrilico per una grande varietà di design L’acrilico è un materiale termico (rilascia una sensazione di calore a contatto con la pelle) che può essere facilmente lavorato dando origine a una grande varietà di vasche da bagno di design. Possiede una forte adattabilità che garantisce infinite misure e dimensioni nonché realizzazioni in qualsiasi tipo di forma e geometria richiesta. Ha una notevole resistenza al tempo, alla corrosione e all’usura in generale e anche piccole imperfezioni, come graffi o leggere abrasioni, possono essere facilmente eliminate tramite levigatura e lucidatura per far ritornare la propria vasca da bagno ad una situazione qualitativamente ottimale. E’ un prodotto antiscivolo, non poroso e igienico, molto facile da pulire con detergenti neutri e panni morbidi. Solitamente presentato nella colorazione del bianco, dona a una vasca da bagno in acrilico un aspetto naturale che può essere ben accostato a qualunque stile e tendenza si voglia utilizzare per la progettazione di una zona toilette trendy e unica. Vasca da bagno in ceramica per una soluzione freestanding La ceramica comprende una serie di prodotti utilizzati per la realizzazione dei componenti sanitari all’interno di un bagno. I più conosciuti sono il gres, la maiolica e la porcellana con cui vengono realizzati interamente o semplicemente rivestiti alcuni elementi come può succedere, ad esempio, per la vasca da bagno. Negli ultimi tempi la ceramica è stata leggermente accantonata per l’avvento di materiali tecnologicamente più innovativi e dai connotati più sviluppati e competitivi, ma le soluzioni freestanding a centro stanza o lungo pareti vetrate, hanno dato una svolta a questo materiale considerato un po' freddo, con superfici scivolose e facile a scheggiarsi in caso di urti. Le nuove lavorazioni lo hanno reso più resistente all’usura e grazie a specifiche finiture superficiali sono diminuite considerevolmente le possibilità di creazioni di graffi e scalfitture. Anche per una vasca da bagno in ceramica le possibilità di personalizzazione sono molteplici, sia nelle forme che nelle misure e nei progetti a libera installazione, con particolare rubinetteria e accessori di design, si trovano dettagli accattivanti e incantevoli, tipici di un bagno di lusso. Vasca da bagno in legno: relax e benessere Una vasca da bagno in legno, porta nell’immediato la nostra mente ad un luogo dove poter trascorrere del tempo dedicato al completo relax e benessere, come una SPA, questo grazie alle proprietà benefiche e salutari intrinseche di un materiale vivo come è appunto il legno. Alcune essenze particolari, per esempio il ginepro, utilizzate in special modo nella cultura orientale ma non solo, vengono proprio scelte per la realizzazione di vasche da bagno artigianali di stile e uniche nel loro genere, per le loro proprietà rigeneranti e rilassanti. Trattato con prodotti naturali, il legno diventa un materiale antibatterico che richiede però una manutenzione ordinaria per salvaguardare le caratteristiche funzionali e pratiche della vasca da bagno stessa. Un’attenta levigatura in ogni giunto rende l’elemento finale liscio e dinamico sia nelle forme curvilinee che lineari. Conferisce calore al tatto e all’ambiente circostante, rendendo la vasca la vera protagonista della stanza da bagno e conferendole un look esclusivo sia in progettazioni più tradizionali che contemporanee. Essendo oggetti realizzati a mano possono avere dimensioni personalizzate e dal momento che il materiale impiegato per la vasca da bagno non può mai essere uguale, con venature e finiture di volta in volta differenti, ciascuna realizzazione diventa un vero pezzo d’arte irripetibile. Vasca da bagno in pietra: elegante e raffinata L’aspetto estetico naturale, ma contemporaneo per le forme attuali di una vasca da bagno in pietra, è davvero molto apprezzato, in special modo quando si vuole assicurare eleganza e raffinatezza ad un ambiente della casa che deve svolgere le proprie funzionalità ma che al contempo deve essere bello alla vista. Classico, minimalista, industriale o vintage un bagno con una vasca in pietra trova approvazione per la sua neutralità di colore e finitura ottima per qualsiasi layout si scelga di realizzare. Rispetto ad altri materiali risulta leggermente più costoso ma il prodotto finale, legato anche al concetto di sostenibilità ecologica, così come accade per una vasca da bagno in legno dove vengono trasformate parti eccedenti di altre lavorazioni, è ineguagliabile e irripetibile in tutti i modelli proposti. Molto apprezzate le soluzioni freestanding con linee arrotondate e abbinate a lavabi del medesimo genere per creare continuità nei materiali. La pietra garantisce ottime qualità e caratteristiche di varia natura come resistenza nel tempo e durevolezza. Le vasche possono avere forme e dimensioni di ogni tipo e realizzate ovviamente su misura, in special modo se si tratta di versioni personalizzate angolari o ad incasso. Venature, colore, sensazione al tatto e composizione mineralogica, sono altri tra gli innumerevoli fattori da considerare nella scelta del prodotto materico che costituirà la vasca da bagno in pietra, così come la possibilità di ottenere un elemento minimale e lasciato il più possibile allo stato originale all’esterno ma ben lavorato e reso utilizzabile e confortevole all’interno. Questa contrapposizione esalta maggiormente ogni sfaccettatura della pietra garantendo alla vasca da bagno ricercatezza nelle differenti finiture in e out. Particolare attenzione deve essere dedicata al peso dell’oggetto, maggiore rispetto ad altre soluzioni proposte, e da considerare prima della sua installazione per progettare eventuali supporti a livello strutturale. Altra accortezza si deve avere per quel che riguarda la manutenzione e la pulizia della vasca da bagno, da effettuare con detergente neutro e spugne non abrasive per evitare alterazioni a livello superficiale. Vasca da bagno in marmo: su misura e di grande effetto Una vasca da bagno in marmo non è assolutamente superata in termini di tendenza poiché questo materiale è stato utilizzato per offrire rinnovate soluzioni, che propongono elementi estetici innovativi e di grande effetto con un materiale di elevatissimo pregio. Benché il marmo sia a tutti gli effetti una pietra, viene considerato a parte rispetto alla classe tipologica alla quale appartiene e di cui abbiamo già presentato caratteristiche e usi. Anche questo materiale è particolarmente solido e duraturo, dotato di molteplici sfaccettature con colori e venature esclusivi che vengono esaltati dalle forme rigorose di vasche da bagno rettangolari o quadrate. Splendide anche nelle geometrie curvilinee e personalizzate in differenti dimensioni. Su richiesta possono essere progettate delle vasche da bagno irregolari e lavorate in modo originale per dare un tocco creativo a tutto l’ambiente circostante, in modo particolare se il marmo scelto è quello bianco di Carrara. Come per altri prodotti materici, la pulizia deve essere effettuata con acqua e detergenti non corrosivi o abrasivi e per piccoli o grandi inconvenienti, come macchie o leggeri graffi, è bene contattare un professionista del settore per evitare sbagli o recare danni peggiori.
Sedie diverse per il tavolo da pranzo
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Arredare il tavolo da pranzo con i tradizionali set di sedie acquistati in blocco, tutte uguali tra di loro, non dona niente di particolare alla zona giorno della propria casa. Giocare invece con combinazioni personali di sedute diverse tra di loro è un modo efficace per dare un po’ di vivacità e rendere la propria casa unica. Sedie che si differenziano per colori, materiali, forme o stile, disposte attorno allo stesso tavolo non sono qualcosa di insolito e sono sempre più comuni sia nelle case che in locali come bar e ristoranti. Questa idea di arredamento si addice ad ogni stile di interni, anche a quelli più eleganti e sofisticati. Tutto dipende dalle sedie che si utilizzano e da come si rapportano l’una con l’altra, ma anche con il tavolo e con l’ambiente in cui si inseriscono.  Gli abbinamenti tra sedie diverse che vediamo sulle riviste o nei blog di arredamento ed interior design possono sembrare totalmente casuali ma in realtà dietro ad una buona riuscita ci sono delle logiche ben studiate per dare un effetto perfetto.  Trovare un filo conduttore per la propria composizione di sedie aiuta infatti a creare una buona varietà, equilibrata ed armoniosa nell’insieme anche in rapporto ad altri elementi d’arredo presenti nello stesso ambiente. Si possono selezionare ad esempio sedie di diversi modelli accomunate dal colore, oppure sedie uguali ma di colore diverso oppure si può decidere di creare un mix che apparentemente non segue una regola ben precisa ma che si basa su un certo tipo di stile che si desidera ottenere. Tavolo da pranzo denotato di eclettismo e particolarità Quando per la sala da pranzo si vuole evitare l’aspetto freddo e formale in favore di un ambiente dallo spirito eclettico, utilizzare diversi modelli di sedie è la soluzione ideale. Una strategia vincente può essere quella di scegliere sedie di design, selezionando dei pezzi che, pur non avendo niente in comune dal punto di vista stilistico creano un buon connubio. Si possono includere anche elementi caratterizzati da colori forti e forme eccentriche che danno un effetto scultoreo se affiancati ad altri dal design più sobrio. Sedie connotate da uno stile molto deciso, fatte di materiali e colori diversi tra loro e che messe insieme danno vita ad un insieme variegato e particolare. Infine, per non creare uno sgradevole effetto kitsch quando il carattere delle sedie è particolarmente marcato, il tavolo dovrà essere invece caratterizzato da linee essenziali così da ristabilire l’equilibrio. Tavolo da pranzo con sedie di uguale design ma diverso colore Un altro modo per ottenere un tavolo da pranzo mai banale consiste nell’accostare sedie dello stesso tipo ma declinate in diversi colori. Questa opzione è adatta a chi non se la sente di rischiare troppo, perché la differenza sarà poco vistosa ma le variazioni cromatiche apporteranno un po’ di brio. Per ottenere un buon effetto sarà preferibile scegliere colori molto diversi piuttosto che tonalità simili. Si possono creare così dei giochi di colore per arricchire di sfumature anche le case più minimaliste.  Tavolo da pranzo con sedie di diverso design ma uguale colore Un filo conduttore inverso rispetto al precedente per le scelta delle sedie da utilizzare per il tavolo da pranzo è la condivisione della medesima sfumatura di colore per tutte le sedie. Se è questo l’unico parametro da rispettare la scelta delle sedie sarà molto libera e si potranno mettere insieme anche stili molto differenti.  A differenza di altre modalità questo monocromatismo dona un effetto di omogeneità per un arredamento molto sofisticato e con un carattere spiccato. La scelta di avere sedie di modelli differenti pur mantenendo un colore omogeneo è la strada giusta quando si hanno sedie che non stanno bene insieme. Per risolvere il problema e dare uniformità si possono dipingere tutte dello stesso colore oppure tappezzare utilizzando lo stesso tessuto. Sarà la scelta della tinta a fare la differenza. Optando per tonalità neutre come il bianco, il grigio o il nero si otterrà un effetto elegante e poco appariscente, mentre se si decide di utilizzare un colore a contrasto con il resto dell’ambiente le sedie diventeranno elemento di spicco. Tavolo da pranzo con sedie diverse per il capotavola Un’ulteriore idea per spezzare la monotonia e dare un tocco originale al tavolo da pranzo è quella di utilizzare modelli di sedie diverse soltanto per i posti a capotavola. Queste sedute daranno una piccola nota di contrasto che rende più briosa la composizione.  Un tavolo rettangolare con tutte le sedie uguali può risultare noioso a causa della ripetizione perciò anche solo un paio di sedie di tipo differente ravvivano l’ambiente. Questo funziona molto bene soprattutto quando nell’arredamento sono già presenti elementi che si richiamano a più stili, ad esempio una combinazione di industriale e scandinavo. L’idea di utilizzare sedie alternative per i capotavola è anche un modo per mettere in evidenza alcuni modelli, giocando proprio sull’effetto dato dalla discordanza di materiali, stili o colori differenti. Inoltre, le sedie diverse essendo in minoranza risultano più evidenti rispetto all’omogeneità delle altre. Questo dona anche una sensazione di maggiore leggerezza a livello visivo se la maggior parte delle sedie sono piuttosto neutre mentre i capotavola spiccano per originalità.  Tavolo da pranzo con sedie di diversi materiali Le sedie utilizzate per il tavolo da pranzo possono anche non avere nulla in comune ma andare comunque d’accordo, in accordo con i principi dell'arredamento mix&match. Per seguire questo trend non ci sono specifiche regole da rispettare se non la combinazione di elementi eterogenei per dare vita ad un insieme armonioso nel complesso. E così sedie in legno, metallo o plastica possono convivere serenamente sotto allo stesso tavolo da pranzo, dove la diversità rappresenta un valore aggiunto. Si può dunque mettere insieme senza esitare l’ultimo modello di design con uno sgabello trovato in un mercatino o con la sedia ereditata dalla nonna ed avere un tavolo da pranzo di tendenza. Scegliendo di realizzare questo genere di arredamento, più i contrasti sono forti più l’effetto risulta riuscito. La sinuosità delle sedie di design nordico affiancate alla durezza di sedute caratterizzate da forme geometriche, così come il calore delle sedie tradizionali in legno accostato alla freddezza di pezzi vintage in metallo danno un carattere molto deciso all’ambiente in cui vengono inserite. Un finto disordine che crea un’atmosfera piena di stile, accogliente e spontanea, in sintonia con lo spirito delle grandi tavolate.
Finestre scorrevoli per esterni: idee e soluzioni
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Oltre a dare un carattere moderno agli ambienti e ad offrire una maggiore area calpestabile per la non presenza di ante che si aprono all'interno della casa, le finestre scorrevoli offrono una visione aperta verso l'esterno, realizzando una soluzione organica tra l'indoor e outdoor.  Se la soluzione sembra perfetta, però, diversi elementi importanti sono da tenere in considerazione quando si vogliono installare delle finestre scorrevoli. Vediamo quali sono i punti-chiave da non trascurare in fase di decisione. Uno degli aspetti più importanti da tenere in considerazione è il fatto che nei sistemi scorrevoli vi è una parte di finestra che si sovrappone ad un'altra, questo dettaglio è di notevole importanza in termini di capacità di aerazione e ventilazione degli ambienti. La scelta dell'utilizzo delle finestre scorrevoli è pertanto assoggettata al rispetto dei rapporti previsti dal regolamento edilizio e di igiene del proprio comune riguardo l'aerazione degli ambienti, ovvero è possibile utilizzarli solo nel caso in cui la parte fissa della finestra non infici su un buon ricambio d'aria. Una volta verificato questo aspetto di primaria importanza, va valutato prima di tutto la posizione delle finestre, ovvero la loro esposizione al sole e quindi le ore di luce o il tramonto di cui si può godere per capire quali tipi di vetri e schermature solari adottare. La parte a scorrimento deve garantire una semplice apertura e chiusura e le ante non dovranno essere eccessivamente grandi perché la loro manovrabilità sia agevole. In caso di nuova installazione possiamo prevedere, laddove possibile, dei sistemi con dei controtelai a scomparsa all'interno del muro con la necessità ovviamente di realizzare maggiori lavori edili ma con un notevole risultato estetico per l'annullamento totale visivo dell'infisso. Oltre a tale tipologia di finestra scorrevole chiamata "a scomparsa" , le più comuni risultano essere: ·      "finestra scorrevole alzante": nello spostamento l’anta mobile viene sollevata da terra per scorrere su una guida. ·      "finestra scorrevole traslante": l’anta mobile scorre parallelamente all'anta fissa dopo essersi spostata all'interno, attraverso carrelli e guide. ·      "finestra scorrevole in linea": le ante scorrono su binari tra loro paralleli. Le finestre scorrevoli possono essere realizzate nei diversi tipi di materiali: in PVC, alluminio, legno o alluminio-legno, pertanto questa tipologia di infisso non presenta alcun vincolo sulla scelta dei materiali più consoni per la propria casa. Finestre scorrevoli per esterni: pro e contro Gli infissi scorrevoli sono perfetti per chi vuole sfruttare al massimo gli spazi domestici e outdoor comunicanti, godere di un ottimo panorama senza ostacoli e realizzare una soluzione di continuità con giardini ed esterni. Data la grande superficie che in genere necessitano, tali finestre risultano molto sicure e solide, realizzate con doppi vetri di ottimo spessore, garantendo la perfetta protezione dagli agenti atmosferici e al contempo una grande visibilità verso l'esterno. Di norma i vetri utilizzati per questo tipo di finestre, presentano un beneficio ambientale: la luce naturale si percepisce al massimo, conservando il calore durante l'inverno. Senza le ante a battente, lo scorrimento diventa anche una soluzione salva-spazio se gli interni non sono troppo ampi. Al contrario, tra i “contro” si deve valutare che l'esposizione al sole può essere tale da surriscaldare gli ambienti: vetrate grandi possono incrementare la temperatura interna durante l'estate quindi, andrà valutata la presenza di sistemi oscuranti. Un altro fattore controverso è l'affidabilità del serramento in termini di antieffrazione nel caso in cui non si provveda ad utilizzare particolari chiusure di sicurezza e per le loro caratteristiche di scorrimento i costi di questa tipologia di infissi risulta più' alta rispetto alle finestre tradizionali. Finestre scorrevoli per esterni: telaio sì o no? I modelli di finestre scorrevoli più raffinati, detti a profilo ridotto o frameless, sono caratterizzati da un telaio sottile e quasi invisibile, che offre più luce e panoramica per la realizzazione di ampie superfici vetrate – fino ad oltre 4 metri di altezza. Il telaio è progettato in modo da scomparire all'interno delle murature, incassato nella parete superiore, inferiore e laterale. I telai in queste finestre possono unire più pannelli e far scorrere diverse ante, usando giunture solitamente in alluminio, leggere ma solide. Ispirate al design minimalista, le soluzioni frameless donano un impatto estetico di grande effetto ma sono le più costose, nell'ambito delle finestre scorrevoli esterne. Nel caso in sui il telaio della finestra scorrevole è quello tradizionale, questa soluzione assicura un alto isolamento termo-acustico, elimina del tutto gli spifferi e la possibilità di far entrare il freddo oppure il caldo e non richiede particolari esigenze sui lavori di predisposizione per l'installazione. Finestre scorrevoli per esterni con movimento elettrico Per un comfort senza limiti, le azioni di apertura, chiusura e scorrimento delle vetrate possono essere gestite dalla presenza di un motore elettrico e in caso di blackout la finestra potrà essere comunque manovrata con un funzionamento manuale. Spesso le finestre scorrevoli motorizzate sono richieste nell'ambito aziendale per negozi e attività commerciali, dove vengono manovrate anche da particolari sensori di persone; ma anche nell'ambito domestico si fa sempre più strada la soluzione della finestra automatica elettrica, inserita magari in un progetto di domotica. La versione delle finestre scorrevoli esterne con movimento elettrico, garantisce un movimento silenzioso e sicuro. Un sistema comodo da azionare, tramite i comandi da remoto, che migliora la qualità della vita, soprattutto per chi ha una ridotta mobilità, semplificando la gestione dei serramenti. Oscuranti per finestre scorrevoli per esterni La protezione dai raggi solari è fondamentale, e soprattutto per superfici così ampie viene consigliata tramite dei sistemi a lamelle, che si integrano nella facciata e assicurano una soluzione efficace per l'oscuramento. Definiti anche raffstore o frangisole, gli oscuranti hanno dei meccanismi di sollevamento e di inclinazione che permettono la regolazione della luce come si desidera; ottimizzano l’energia solare anche in funzione della maggiore o minore temperatura interna. Questo sistema oscurante presenta vantaggi non solo di difesa dai raggi UV e dal calore, ma anche in funzione anti-intrusione, per una maggiore privacy. In molti casi le lamelle sono anche sostituibili singolarmente, consentendo un'ottima manutenzione. I raffstore si possono integrare negli infissi a scorrimento in modo elegante, senza ledere il design complessivo delle finestre né l'aspetto della facciata dell'edificio. Costi per installare finestre scorrevoli per esterni I prezzi per l'acquisto e l'installazione dipendono principalmente dal tipo di telaio e dalle dimensioni delle vetrate, e sono valutati di regola al metro quadro. In linea di massima vengono valutati circa 800-1.000 euro al mq per vetrate scorrevoli in PVC; per finestre scorrevoli in alluminio 700-900 euro, fino a 1.000-1.300 euro al mq per quelle in legno, e circa 1.500 euro quelle a massima luminosità con telaio ridotto. Le finestre scorrevoli elettriche, invece, hanno in genere dei costi di circa 500-700 euro in più per il motore elettrico. A questi costi va aggiunto il montaggio delle finestre che in genere variano dai 100 ai 150 euro di manodopera a serramento. Nelle richieste di preventivo, inoltre, è fondamentale chiedere in dettaglio anche i costi di trasporto oltre a quelli della manodopera, nel caso non fossero inclusi nel prezzo degli infissi ed eventuale smaltimento di infissi esistenti.
Come realizzare un pavimento in parquet in modo ideale
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Il parquet è una tipologia di pavimento che valorizza gli interni per il suo pregio. Affinché ciò avvenga è necessario però individuare la tipologia di parquet più adatta al proprio caso. Le varianti sono infatti tantissime e consentono di ottenere risultati molti diversi, nello stile ma anche da un punto di vista più tecnico. Le differenze dipendono da una serie di fattori, tra i quali l’essenza, la larghezza delle doghe, lo schema di posa, le finiture applicate. La bellezza del vero legno dona agli ambienti un senso di autenticità difficile da ottenere con altri materiali. Nonostante questo, non sempre un prodotto che viene definito parquet corrisponde al tradizionale parquet massello ma vengono accorpati in questa categoria anche parquet prefiniti, parquet flottanti o laminati. Quest'ultimo è un finto parquet non avendo lo strato superficiale in vero legno, ma ha un aspetto molto verosimile. Secondo le norme vigenti infatti il parquet può definirsi tale soltanto quando presenta uno spessore minimo di 2,5 mm di essenza naturale. Individuare il parquet più adatto per uno specifico ambiente comporta diverse decisioni da considerare, non è una scelta da prendere in fretta. Se non si hanno conoscenze specifiche sarebbe opportuno quindi fare affidamento ad un rivenditore specializzato o all’architetto che conoscono le caratteristiche dei singoli parquet e riescono così a valorizzarli.  Per scegliere quale parquet posare ed in che modo, bisogna tenere in considerazione le dimensioni e la forma della stanza, la posizione delle finestre e degli ingressi, così come la tipologia di utilizzo dello spazio ed il rapporto con gli altri ambienti, il grado di umidità, l’eventuale presenza di riscaldamento a pavimento. Valuta gli aspetti tecnici di durezza, riflessione, rifrazione Quando si cerca un parquet, per valutare le diverse possibilità, non ci si può basare soltanto su dati soggettivi e di gusto personale, bensì occorre valutare alcuni parametri precisi. Ogni essenza legnosa ha una durezza differente, per questo ci sono legni più o meno adatti alla realizzazione di parquet per un particolare ambiente. La durezza indica proprio la resistenza all’usura ed agli urti, per cui più è alto il coefficiente di durezza dell’essenza più il parquet sarà resistente. È preferibile scegliere essenze legnose con coefficiente di durezza alto per ambienti in cui si prevede un passaggio frequente come i locali pubblici, mentre in ambienti come le camere da letto si può scegliere qualsiasi tipo di parquet. Inoltre, è necessario valutare l’effetto che ogni tipologia di parquet assume all’interno di un ambiente poiché le sfumature di colore e la sua resa sono molto influenzate dalla riflessione e dalla rifrazione della luce. Gli effetti variano in base all’angolo di incidenza della luce, e lo stesso prodotto posato in modo differente ha un aspetto diverso. Solitamente il senso dei listelli viene orientato nella direzione delle fonti di luce, ovvero delle finestre, questo permette infatti di enfatizzare le venature del legno e valorizzare i dettagli del parquet. Confronta le diverse finiture Sebbene le essenze legnose di partenza siano determinanti per quanto riguarda le caratteristiche del parquet, bisogna considerare ai fini della scelta che le finiture applicate hanno particolare influenza su di esse. Il parquet contemporaneo si è evoluto rispetto a quello tradizionale e consente maggiori personalizzazioni, anche sfatando tabù e miti del passato. Ad esempio, se si vuole posare il parquet in bagno questo è possibile grazie all’applicazione di finiture che lo proteggono rendendolo impermeabile. Sul legno massello le finiture possono essere personalizzate nel dettaglio poiché vengono applicate dopo la posa del parquet. Se si acquista invece un parquet prefinito le finiture sono applicate in fabbrica ma non per questo si hanno meno varietà. I trattamenti si applicano per proteggere il legno e renderlo più resistente ma anche per dare differenti colorazioni ed effetti così da soddisfare le esigenze di design. Utilizzando come finitura del parquet prodotti naturali come oli e cere si minimizzano le emissioni inquinanti in casa ottenendo un buon risultato anche dal punto di vista estetico dove si esalta il legno nella sua essenza, mentre applicando vernici all’acqua o a solvente si possono ottenere diversi effetti decorativi, anche coprenti. Tra le finiture più utilizzate ed in linea con le tendenze più attuali di interior design ci sono la laccatura, la spazzolatura, la decapatura, l’ossidatura, la piallatura, talvolta anche combinate tra di loro. Valuta aspetti di manutenzione e pulizia Per quanto sia un pavimento solido e resistente, il parquet è da considerarsi comunque una superficie delicata, da trattare con attenzione, evitando di creare graffi e ammaccature. Ad esempio non camminando con scarpe che potrebbero graffiarlo e non spostando i mobili senza utilizzare nessuna protezione per il pavimento. Allo stesso modo, nel caso in cui si rovesciassero dei liquidi è bene pulire ed asciugare subito per evitare che rimanga un alone. La normale pulizia del parquet è molto semplice. Per rimuovere la polvere e lo sporco si può utilizzare una scopa o un’aspirapolvere con setole adatte al parquet oppure un panno elettrostatico. Per il lavaggio occorre utilizzare sempre poca acqua ed un detergente appropriato. Sono assolutamente da evitare prodotti contenenti sostanze abrasive, acide o alcool, anche naturali, così come la pulizia a vapore considerando che il legno è particolarmente sensibile all’umidità. Se è stata applicata una finitura ad olio o a cera, almeno una volta all’anno il trattamento va ripetuto per mantenere il parquet in buono stato.  Per il parquet massello è consigliato eseguire ogni 10 anni una lamatura professionale, asportando un sottilissimo strato superficiale per riportare il parquet al suo stato originale. Sarà possibile in questa occasione applicare nuove finiture, rinnovando così l’aspetto del parquet anche nel colore e negli effetti.  La lamatura può essere eseguita anche su parquet prefiniti, purché lo strato di essenza nobile abbia spessore sufficiente. La differenza principale è il numero di volte che questa operazione potrà essere eseguita, ma considerato che la frequenza è decennale la durata del pavimento sarà comunque alta. Valuta la corretta posa da applicare Attraverso lo schema di posa del parquet si possono ottenere risultati molto differenti, per cui è necessario individuare qual è la posa più adatta ad un ambiente. A seconda del “disegno” che il parquet va a creare si determinano degli effetti ottici di allargamento visivo dello spazio o al contrario di restringimento. Bisogna dunque procedere in modo strategico per dare l’effetto desiderato all’ambiente in cui si posa il parquet.  Ad esempio, in una stanza lunga e stretta è preferibile posare il parquet nel senso del lato corto per attenuare l’effetto corridoio.  Per la stessa ragione si utilizza la posa trasversale quando le pareti non sono in squadro, al fine di distrarre l’occhio e correggere visivamente il difetto. Per quanto riguarda gli schemi di posa si possono avere due macrocategorie, ovvero la posa a spina di pesce e la posa a file parallele. La posa a spina si realizza con listelli tagliati tutti nella stessa dimensione e taglio. Questo schema dona un disegno molto regolare ed incisivo che si addice sia allo stile classico sia allo stile moderno. Questo genere di schema è da preferire per ambienti ampi ed ariosi. Le diverse tipologie sono: parquet a spina ungherese, con taglio del lato corto dei listelli a 45°; parquet a spina francese: con taglio del lato corto dei listelli a 30° o 60°; parquet a spina italiana: con taglio del lato corto dei listelli a 90°. La posa a file parallele o posa a correre si può realizzare sia con listelli che con listoni e maxiplancia, anche utilizzando larghezze e lunghezze differente per creare una sorta di pattern personalizzato e dinamico. Scegli il giusto battiscopa da associare Quando si realizza un nuovo pavimento in parquet bisogna pensare anche a come sarà il battiscopa, considerando che anche il più piccolo dettaglio può fare la differenza. Le ditte produttrici di parquet propongono battiscopa coordinati ai pavimenti, così da avere lo stesso colore e la stessa finitura del parquet. Non essendo una superficie soggetta alla stessa usura del pavimento, per il battiscopa si può optare per un impiallacciato in modo da contenere i costi. Attraverso il battiscopa si contribuisce alla definizione dello stile dell’ambiente. Ad esempio, un battiscopa a spigolo vivo è più adatto ad ambienti dal carattere contemporaneo, mentre un profilo arrotondato si sposa bene con ambienti più classici. Un’altra possibilità è quella di scegliere un battiscopa coordinato al colore di profili delle porte interne, ma sempre cercando di trovare una buona armonia tra i diversi elementi.
Come realizzare un bagno in mansarda
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Gli ambienti in mansarda sono ricchi di fascino, grazie alla luce che entra dall’alto e alla possibilità di vedere il cielo. Realizzare il progetto di un bagno in mansarda nasconde però diverse insidie. Ci sono molti vincoli da rispettare e l'inclinazione del tetto variabile in ogni punto rende difficoltosa la distribuzione dei vari elementi. Ricavare un bagno nel sottotetto e arredarlo richiede inoltre l’applicazione di normative specifiche che complicano ulteriormente tutto l’iter progettuale. Per rendere funzionale un bagno in mansarda occorre studiare delle soluzioni che possano portare ad un utilizzo confortevole dei sanitari, così come farsi venire delle idee per assicurarsi di poter fare una doccia o un bagno caldo senza incorrere nel rischio di battere la testa al soffitto.  Può sembrare semplice ma tra metrature ridotte e pendenza del tetto variabile riuscire a posizionare tutto nel migliore dei modi è una bella sfida. Requisiti minimi da rispettare per un bagno in mansarda Affinché un sottotetto sia abitabile, ci sono delle altezze medie minime da rispettare. Queste variano in base a regolamenti regionali e comunali, ma in linea generale si parla di un’altezza media minima di 2,4 m, inferiore allo standard dei 2,7 m che riguarda le abitazioni in generale, esclusi corridoi e zone di passaggio. Per quanto riguarda l’altezza del bagno in mansarda potrebbero essere concesse altezze minime medie inferiori, per cui per appurare questo dato con certezza occorre sempre consultare i regolamenti edilizi locali .  Inoltre, quando si progetta un bagno in mansarda è obbligatorio rispettare la presenza dei corretti rapporti aeroilluminanti, ovvero l’adeguata proporzione tra la superficie al suolo e le finestre, così da essere garantita la corretta ventilazione ed illuminazione naturale dell’ambiente.  In mansarda le aree con un’altezza inferiore a 1,5 m non possono essere utilizzate per la permanenza delle persone ma potranno essere utilizzate, attraverso soluzioni appositamente studiate, per riporre degli oggetti o per il passaggio degli impianti. In alternativa per delimitare queste zone di altezza ridotta si potranno creare delle pareti e su di esse fissare ad esempio i sanitari oppure una vasca da bagno.  Consulenza e progetto per un bagno in mansarda Per progettare un bagno in mansarda è preferibile rivolgersi ad un esperto. Un architetto è la figura ideale per gestire tutto il processo di conversione del sottotetto per renderlo abitabile, così da poter realizzare una stanza in più, un bagno o anche più ambienti.  Pianificare tutto fin dall’inizio aiuta a non avere sorprese a lavori iniziati, verificando ad esempio se il sottotetto possiede i requisiti necessari per l’abitabilità o studiare soluzioni che consentano di raggiungere questo obiettivo. Un progetto elaborato da un professionista prevede non solo l'applicazione delle norme vigenti ma anche lo sviluppo di idee che possano massimizzare la funzionalità dello spazio. Bagno in mansarda: quando usare la vasca o la doccia Nella progettazione degli interni solitamente si ragiona sulla pianta per studiare la distribuzione dello spazio. Per le mansarde invece un dato da tenere fortemente in considerazione é la pendenza del tetto.  Decidere se e dove installare doccia o vasca dipende dunque soprattutto dall’altezza.  Una doccia ha bisogno di uno spazio di almeno 1,80 m, meglio se si arriva a 2 m poiché presuppone necessariamente l’utilizzo mentre si sta in piedi. Come è facile intuire, si potrà inserire la doccia all’interno di un bagno mansardato solo quando vi è una superficie sufficiente all’altezza giusta.  La vasca da bagno consente invece di sfruttare la superficie orizzontale e si può installare anche dove l’altezza è più bassa, considerando però che l’entrata e l’uscita devono essere confortevoli e soprattutto sicure. Finestre e bagno in mansarda: quali rivestimenti scegliere I bagni posti nel sottotetto beneficiano in molti casi di una luce molto particolare che è quella proveniente dall’alto, attraverso le finestre per tetti o i lucernari installati. In queste situazioni l’illuminazione naturale è molto intensa e permette di avere una visione ottimale, soprattutto se le aperture sono ampie.  In altri casi invece si hanno soltanto delle piccole finestre e di conseguenza l’ingresso di luce naturale è limitato.  La scelta dei rivestimenti deve dunque tenere conto anche di questo fattore poiché influisce sull’effetto totale dell’ambiente.  Per bagni in mansarda con una buona luminosità si può usare qualsiasi genere di materiale, anche quelli con effetti materici marcati come la pietra e colori scuri. Al contrario, per ambienti poco luminosi sono sempre da preferire materiali dalle colorazioni chiare che permetteranno di moltiplicare la luminosità. Bagno in mansarda: arredare con stile Un bagno in mansarda può essere trasformato in un ambiente pieno di stile se viene arredato nel modo giusto. In favore giocano la particolarità dello spazio data dall’inclinazione del tetto e dall’irregolarità delle pareti, una base su cui andare a costruire qualcosa di unico. Enfatizzare le caratteristiche dello spazio è quindi il primo passo per valorizzare un ambiente di questo genere. Ad esempio posando dei rivestimenti a contrasto per evidenziare alcune specifiche aree. La scelta delle finiture e dei sanitari andrà a definire ulteriormente lo stile del bagno. Inserisci qualche elemento dal design particolare che catturerà l’attenzione, ma sempre senza sottovalutare l’importanza della praticità. Affinché il progetto funzioni scegli una direzione stilistica specifica e cerca elementi corrispondenti a questo linguaggio. L’ispirazione può arrivare da qualsiasi cosa, può essere un colore, una tendenza d’arredo, un materiale particolare. Una volta individuata la direzione in cui muoversi sarà più semplice prendere ogni decisione che riguarda lo stile. Utilizzando mobili ed accessori dal carattere deciso otterrai un ambiente sofisticato. Elementi come lo specchio ed il porta asciugamani possono fare la differenza, ognuno di essi aggiungerà carattere e contribuirà a rendere il bagno ricercato e curato nel dettaglio, per questo motivo sceglierli con cura diventa fondamentale per la riuscita del bagno nel complesso. Crea un progetto personale come potrebbe essere la realizzazione di un mobile per il lavabo a partire da un vecchio mobile, darai al bagno un tocco unico e distintivo.
Ufficio in casa: idee per creare un perfetto ambiente di lavoro
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Per lavorare in casa è necessario adibire uno spazio a studio, in cui potersi concentrare sull’attività da svolgere. Non basta scegliere una scrivania qualsiasi con una sedia qualsiasi, ma è importante creare un ambiente lavorativo vero e proprio con tutto il necessario per eseguire le proprie mansioni, prendendo in seria considerazione la necessità di pensare al proprio confort ed al proprio benessere, ragionando come se fosse un normale ufficio.  La seduta che si utilizza per lavorare deve essere in grado di sostenere bene la schiena ed assicurare una postura corretta. La scrivania deve avere un piano ampio a sufficienza per poter avere lo schermo del computer ad una distanza tale da non affaticare la vista e deve avere un’altezza adatta alla persona che la usa. Questo diventa più importante se si trascorrono molte ore nel proprio ufficio domestico. Se lo spazio di lavoro è a vista, inserito all’interno di altri ambienti di vita, anche se occupa solo un piccolo angolo andrà curato nel dettaglio per avere un ambiente piacevole ed in armonia con il resto della casa. Scegli quindi arredi che si accordino nello stile e nei materiali con quelli presenti così non ci saranno stonature. Se invece hai un ambiente da dedicare esclusivamente al tuo ufficio sei più libero e puoi dare lo stile che preferisci, occupando lo spazio come ritieni più comodo. Ad esempio puoi pensare di posizionare la scrivania al centro della stanza, apparirà professionale e confortevole. Scegli la giusta stanza In assenza di una stanza libera da dedicare allo studio, bisogna individuare il luogo migliore in cui posizionare la propria postazione di lavoro. Potrebbe essere la camera da letto o il salotto, oppure uno spazio di passaggio come un corridoio. La scelta della stanza dedicata al lavoro in ogni caso dipende strettamente dalle abitudini di chi vive in casa e dalla coabitazione con altre persone.  Se vivi da solo, o sei da solo durante la giornata puoi permetterti di posizionare la tua postazione di lavoro anche in salotto, altrimenti conviene prediligere un ambiente dove non essere disturbati, lontano dai rumori e dalle distrazioni. Organizza gli spazi L’organizzazione è fondamentale per avere un ambiente di lavoro in casa che sia semplice da gestire e mantenere in ordine nel tempo. È un aspetto da non sottovalutare perché un ambiente ben organizzato aiuta a concentrarsi e migliora il rendimento.  Predisporre scaffalature e contenitori adatti a riporre ciò che si utilizza quando si lavora aiuterà a gestire i propri spazi. Se computer, stampante, documenti, cancelleria e tutto il resto hanno un posto specifico, le attività quotidiane saranno semplificate ed il tempo dedicato al lavoro ottimizzato. Quando pensi a come arredare il tuo studio pensa dunque a come organizzare gli spazi, assegnando ad ognuno di essi una funzione in base a quali sono le azioni che compi abitualmente. Quando l’ufficio viene inserito in un ambiente multifunzione, come potrebbe essere un monolocale, potresti pensare di delimitare lo spazio dedicato ad ogni funzione attraverso diversi colori alle pareti. Questo semplice intervento consente di percepire in modo più marcato lo spazio destinato a ciascuna attività, distinguendo la parte dedicata al riposo da quella dedicata al lavoro.  Luce naturale nell’ambiente Un ambiente luminoso rende più produttivi, senza luce naturale ci sentiamo spenti ed anche il lavoro ne risente mentre quando il sole entra dalle finestre si riesce più facilmente a trovare la necessaria concentrazione e lavorare meglio. Per il proprio studio in casa è preferibile quindi scegliere un ambiente luminoso, dove la luce naturale possa entrare in abbondanza.  Ricorda che se utilizzi un computer la posizione della scrivania dovrà essere stabilita anche valutando la presenza di riflessi sullo schermo. Per questo è preferibile non avere la finestra alle spalle ma piuttosto a lato o di fronte. Arreda in modo trasformabile  Se hai l’esigenza di avere una postazione lavorativa temporanea, o che utilizzi soltanto in modo intermittente in alcuni periodi sarà preferibile optare per arredi flessibili, così da poter avere un ufficio trasformabile in qualsiasi momento. Questo espediente è utile ad esempio negli ambienti piccoli, dove l’esigenza è attribuita alla mancanza di spazio, oppure quando non si vuole modificare troppo l’arredamento di casa. Le scrivanie su cavalletti, sono un esempio di arredamento da ufficio facile da smontare, spostare e trasformare. Ad esempio, puoi variare il piano in funzione del lavoro che devi eseguire. Rendi l’ambiente accogliente e professionale La cosa più difficile quando si lavora da casa è riuscire a distinguere le attività lavorative da quelle casalinghe. L’arredamento dell’ambiente di lavoro può aiutare a definire meglio il confine tra le due cose, senza eccedere con il minimalismo ma neanche lasciandosi troppo andare. L’ideale è trovare un buon compromesso creando un'atmosfera accogliente e stimolante, in cui sentirsi a proprio agio, ma senza dimenticare la serietà che un ambiente lavorativo richiede.  Affinché sia professionale tutto ciò che può costituire motivo di distrazione deve stare fuori, così come un ambiente in ordine aiuta a mettersi nello spirito giusto. Utilizza quindi scatole e contenitori per archiviare ciò che non utilizzi quotidianamente e tieni a portata di mano invece gli strumenti che usi ogni giorno, organizzati in set da scrivania, un cestino per la carta ed una lampada da tavolo da utilizzare quando necessario. Può essere utile anche una bacheca su cui fissare promemoria, idee ed appunti. Non per questo l’ufficio deve essere un ambiente noioso e triste, anche qui si può esprimere la propria personalità ed il proprio gusto. Solo così sarà uno spazio in cui avrai voglia di permanere a lungo, altrimenti sarà solo una forzatura. Puoi inserire, ad esempio, un tappeto così da proteggere il pavimento e dare allo stesso tempo più carattere a tutta la stanza. Aggiungi sempre qualche elemento decorativo e qualche vaso con piante, renderà tutto l’ambiente più accogliente. Utilizza arredi che puoi riutilizzare per altre stanze Per arredare il tuo studio non devi ricorrere necessariamente a mobili specializzati, ma puoi realizzare la tua postazione di lavoro in casa utilizzando arredi che non siano appositamente pensati per l’ufficio così da poterli sfruttare anche in altri modi ed in altri momenti.  Come scrivania puoi optare per un tavolo che potrai poi riutilizzare per il pranzo ad esempio. Allo stesso modo investi in una sedia comoda, ma che sia anche un elemento d’arredo nello stile che più ti piace da utilizzare come seduta aggiuntiva per il salotto o per un angolo lettura. Il tuo studio sarà così pieno di stile e ben integrato nell’ambiente domestico.
Come rinnovare un bagno lungo e stretto
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I bagni lunghi e stretti sono frequenti nelle case, soprattutto in quelle di vecchia concezione, dove ai servizi igienici non si applicavano le logiche attuali. La pianta di questa tipologia di bagni ha uno sviluppo in lunghezza che li porta a somigliare ad un corridoio. Questo genere di layout nasconde diverse insidie ma, con una appropriata distribuzione interna dei diversi elementi si può ottimizzare al meglio lo spazio disponibile. Una ristrutturazione integrale è l’occasione per rinnovare completamente un bagno lungo e stretto, rendendolo funzionale e comodo. Si possono studiare diverse soluzioni per la distribuzione in pianta di un bagno con uno sviluppo di questo genere, a seconda delle dimensioni e tenendo conto di vincoli strutturali come la posizione di porte e finestre, delle strutture portanti e delle colonne di scarico. Attraverso una ristrutturazione di un bagno lungo e stretto si può ottenere un buon margine di miglioramento, in risposta alle esigenze contemporanee. Quando si decide di ristrutturare un bagno lungo e stretto bisogna prendere con attenzione ogni decisione per sfruttare al meglio le potenzialità di questa tipologia di pianta, pianificare il posizionamento di ogni elemento pensando a come si possa avere una distribuzione dello spazio confortevole.  Lo sviluppo rettangolare particolarmente allungato, non è sempre uno svantaggio se si riesce a valorizzarlo. Per cominciare bisogna prendere in considerazione alcuni aspetti che riguardano la funzionalità solo dopo si potrà pensare al lato più estetico, ovvero alla scelta delle finiture e dei materiali. Si può considerare ad esempio di cambiare la posizione dei sanitari, ma soltanto se attacchi e scarichi possono essere adattati senza complicare lo schema degli impianti.  Secondo le normative vigenti in materia di edilizia ed igiene, un bagno che ha accesso da un ambiente di soggiorno deve necessariamente avere un antibagno. Nel caso di bagni stretti e lunghi questo può essere realizzato con semplicità, creando una parete aggiuntiva e collegata da una porta che divida l’antibagno, dove inserire ad esempio il lavandino o la lavatrice, dal locale contenente i servizi igienici.  Per guadagnare spazio si può valutare la sostituzione di una porta a battente in favore di una scorrevole che permetterà un percorso più fluido. Bisogna ricordare inoltre che la finestra in bagno non è obbligatoria, ma in sua assenza è necessario installare un impianto di ventilazione meccanica.  Dove posizionare i sanitari in un bagno lungo e stretto La posizione dei sanitari gioca un ruolo molto importante all’interno di un bagno lungo e stretto ed è determinante per ottenere un buon equilibrio. Per stabilire il migliore posizionamento di WC e bidet bisogna considerare la relazione con lo spazio e con gli altri elementi presenti, come lavandino, doccia o vasca.  Ad esempio sopra il bidet si può installare il radiatore  La larghezza del bagno è determinante nello stabilire il punto in cui installare i sanitari. Con una larghezza di almeno 180 cm è possibile considerare la soluzione in cui WC e bidet sono uno di fronte all’altro, perché rimarrebbe lo spazio sufficiente per il passaggio, ma sotto a questa misura ciò non è possibile. Una delle soluzioni più adatte ad un bagno lungo e stretto è l’installazione dei sanitari sulla stessa parete, uno accanto all’altro. Questa distribuzione è molto pratica e si può realizzare anche nei bagni più stretti posizionando i diversi elementi su una delle pareti lunghe, sempre considerando lo spazio necessario per il passaggio.  Vasca o doccia Scegliere tra doccia e vasca è sempre un bel dilemma. Per individuare la soluzione più adatta al proprio bagno bisogna innanzitutto analizzare le proprie esigenze. Ad esempio, non avrebbe senso installare una vasca da utilizzare solo ed esclusivamente come doccia.  Oltre a questo bisogna considerare che la vasca ha bisogno di più spazio rispetto ad una doccia, almeno 70x170 cm, anche se ci sono versioni compatte con lunghezza di 120 o 140 cm che si possono installare in bagni piccoli. Le misure minime per una doccia sono invece 70x70 cm. In alcuni casi la scelta è quindi forzata.  In ogni caso, anche in un bagno stretto e lungo può non essere necessario dover rinunciare alla vasca da bagno se si individua la posizione più congeniale. Potrebbe occupare uno dei lati corti, andando così ad equilibrare visivamente le proporzioni dell'ambiente, oppure essere installata su un lato lungo se vi è la lunghezza sufficiente. La doccia è da preferire alla vasca quando il bagno è molto stretto, ma non sempre. Se in precedenza era installata una vasca da bagno, questa può essere sostituita da un nuovo piatto doccia nella stessa posizione, risultando molto spaziosa e confortevole. Installando un box doccia con pareti in cristallo trasparente, l’ingombro sembrerà ridotto a livello visivo ed il bagno sarà moderno ed elegante.  Se invece si sta ristrutturando completamente il bagno, una delle posizioni da considerare per la doccia, così come per la vasca, è la parte più in fondo della stanza sul lato corto, anche in presenza di finestre che dovranno essere impermeabili. La doccia passante invece è una soluzione scomoda per diversi aspetti, ma in alcuni casi non ci sono alternative. Misure e distanze di riferimento per i sanitari Stabilire la posizione dei sanitari non è affatto semplice ed immediato, perché bisogna rispettare alcune regole che consentono di aver un bagno a norma. Per questo è sempre preferibile rivolgersi ad un professionista quando si deve progettare un nuovo bagno o eseguire una ristrutturazione. Una delle principali norme da rispettare riguarda le distanze minime tra i diversi sanitari, così come tra di essi e le pareti, al fine di consentire un utilizzo confortevole e una normale pulizia tenendo conto dell’ingombro di ogni elemento. Per i bagni più piccoli si può considerare l’installazione di sanitari compatti per riuscire ad avere uno spazio sufficiente per muoversi comodamente. In ogni caso, le distanze tra i diversi elementi non possono essere stabilite in modo aleatorio, ma bisogna seguire le indicazioni contenute nella norma UNI 9182/2010. Secondo questa normativa: tra il WC e la parete di fianco ci deve essere una distanza minima di 15 cm; tra il bidet e la parete di fianco ci deve essere una distanza minima di 20 cm; tra WC e bidet ci deve essere una distanza minima di 20 cm ; tra bidet e doccia o vasca ci deve essere una distanza minima di 20 cm; tra WC e doccia o vasca ci deve essere una distanza minima di 10 cm; tra bidet e lavabo ci deve essere una distanza minima di 10 cm; tra WC e lavabo ci deve essere una distanza minima di 10 cm; tra due lavabi ci deve essere una distanza minima di 10 cm; tra il lavabo e la doccia o la vasca ci deve essere una distanza minima di 5 cm. Oltre al rispetto di queste distanze, si consiglia una distanza minima di almeno 55 cm tra i sanitari ed una parete frontale o un altro sanitario installato di fronte. Quale lavabo scegliere per un bagno lungo e stretto La tipologia di lavandino da scegliere sarà orientata da diversi aspetti, come lo spazio a disposizione. Quando lo spazio è stretto non bisogna pensare soltanto a piccoli e comodi lavandini, ma si possono inserire mobili con lavabo integrato che seguono lo sviluppo in lunghezza permettendo un utilizzo confortevole. In situazioni dove è necessario si possono scegliere lavabi compatti, con profondità ridotte ma solo se necessario perché non sono molto comodi. La realizzazione di mobili su misura permette di sfruttare bene ogni centimetro per cui è sicuramente una soluzione da considerare quando si ristruttura un bagno lungo e stretto. Sarà possibile così inserire un lavandino da appoggio e avere molto spazio a disposizione per riporre i propri oggetti personali. Rivestimenti per pavimenti e pareti in un bagno lungo e stretto In un bagno piccolo posare piastrelle con effetti decorativi su superfici ampie può risultare pesante, mentre può avere un effetto gradevole per marcare alcune funzioni come potrebbe essere la zona doccia.  Funziona bene puntare verso soluzioni minimaliste e preferire delle piastrelle piuttosto neutre oppure altri rivestimenti come le resine o il microcemento che danno un effetto di continuità. Anche formati troppo piccoli tendono a dare una sensazione caotica per via delle tante fughe.  Molto importante anche la scelta dei colori e delle finiture che possono migliorare sensibilmente la qualità del bagno. Le tonalità chiare producono come effetto un’ampliamento dello spazio perché aumentano la sensazione di luminosità, ma se si ricorre ad un’illuminazione ottimale si possono scegliere tranquillamente anche tonalità più scure. La continuità tra il rivestimento delle pareti e quello dei pavimenti è un trucco per non far percepire l’effetto corridoio che si potrebbe avere con tonalità molto contrastanti che finirebbero per sottolineare lo sviluppo in lunghezza.
Idee meravigliose per comodini particolari e alternativi
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Il comodino è un piccolo mobile indispensabile in qualsiasi camera da letto, ed ha anche un ruolo nell’estetica della stanza poiché occupa una posizione focale trovandosi sempre accanto al letto.  I classici comodini sono ormai superati e piuttosto anonimi. Punta invece su dei comodini alternativi giocando sulla creatività per avere un effetto più dinamico ed originale. L’idea può venire da mobili solitamente destinati ad usi differenti o dal riuso di un oggetto che normalmente ha un’altra funzione in questo nuovo contesto. Prima di andare a comprare un comodino tradizionale, che potrebbe risultare noioso, guardati intorno perché potresti trovare l’idea che cercavi dove meno te l'aspetti. La scelta dei comodini influenza molto lo stile che avrà la tua camera. Se non vuoi che risulti banale e priva di personalità puoi osare scegliendo qualcosa che esca dagli schemi, qualcosa che non è stato concepito come comodino in origine ma può tranquillamente assolvere a questa funzione. Se vogliamo ridurre all’essenziale la sua funzione, il comodino serve come base d’appoggio da posizionare accanto al letto, per tenere a portata di mano alcune cose che usi prima di andare a dormire o al risveglio, oggetti come una lampada, un paio di occhiali, un libro, una sveglia e qualche oggetto decorativo come cornici o vasi con piante. Assumendo questo come principio, qualsiasi elemento dotato di un piano può essere utilizzato come comodino. Sedie per comodini alternativi Affinché il comodino alternativo sia efficiente bisogna controllare che abbia l’altezza giusta. Per questioni di ergonomia le altezze degli elementi d'arredo sono molto importanti poiché ne dipende la comodità di utilizzo. Una misura ottimale per l’altezza di un comodino è intorno a 40/45 cm, all’incirca coincidente con quella della seduta di una sedia.  Utilizzare come comodino alternativo una sedia è una buona idea, oltre che per l’altezza, poiché è stabile ed ha un piano d’appoggio abbastanza grande. Sono perfette le sedie in legno caratterizzate da uno stile semplice e senza tempo. Inoltre, si prestano ad essere personalizzate. Ad esempio, puoi pensare di ridipingerle per avere un colore che rientri nella palette cromatica che hai scelto per la tua stanza. Comodini e sgabelli Un’alternativa alle sedie per realizzare dei comodini originali sono gli sgabelli. Sono adatti a questo utilizzo quelli bassi, mentre gli sgabelli da bar sarebbero troppo alti . Uno dei principali vantaggi di questa soluzione è la similitudine con un piccolo tavolino da appoggio, quindi a livello funzionale è estremamente pratico. Sono ideali se hai una stanza piccola ma non vuoi rinunciare al confort. Utilizzando uno sgabello come tavolino la stanza sarà ariosa, poiché sono molto leggeri visivamente. A seconda dello stile della tua camera da letto potrai scegliere il modello ed il materiale più adatto. Quelli in legno sono un evergreen e si possono personalizzare facilmente per adattarsi a diversi stili, dal nordico allo shabby. Se invece vuoi dare un look industriale punta su quelli vintage in metallo, mentre quelli in plastica danno un tocco moderno e fresco. Comodini sospesi Per arredare una camera da letto piccola bisogna ricorrere a soluzioni salvaspazio che permettano di sfruttare bene la superficie disponibile evitando di ingombrare eccessivamente con mobili grandi. Utilizzare delle mensole fissate alla parete ai lati del letto, ad un altezza di circa 50 cm dal suolo, risolve questo problema in maniera molto elegante. A seconda del tipo di mensola che sceglierai potrai avere diversi effetti per il tuo comodino sospeso. Ad esempio se opti per una mensola molto essenziale nella stessa tonalità del muro avrai un effetto minimalista e raffinato, se invece vuoi avere un effetto decorativo utilizza mensole con forme più articolate o scaffali da parete.  Oltre alle mensole, per realizzare dei comodini sospesi si possono utilizzare vari materiali. Le cassette in legno della frutta ad esempio sono molto versatili e consentono di realizzare progetti fai da te con un budget limitato. Scegli cassette solide, puliscile e, se lo ritieni necessario, verniciale in modo uniforme, questo ultimo passaggio le renderà anche più resistenti. Per fissarle alla parete utilizza una corda che possa sopportare il peso ed agganciala saldamente ai due lati della cassetta, come a realizzare una sorta di maniglia. Pianta un chiodo nella parete tenendo conto dell’altezza della cassetta e della corda in modo da avere il comodino a livello del letto. Il tuo comodino sospeso fai da te è pronto, non ti resta che posizionare all’interno qualche oggetto per renderlo perfetto. Comodini di appoggio a terra Per una camera da letto in spirito bohémienne i comodini da appoggio a terra sono un’ottima idea perché sono una soluzione che consente massima libertà: li puoi spostare, ruotare ed utilizzare in modo flessibile, senza alcun obbligo. Ad esempio, puoi trasformare in comodino una scatola del vino in legno, una cassetta della frutta, ma anche un blocco di cemento, un ceppo di legno, un bidone in metallo, o anche semplicemente una pila di libri sistemata sul pavimento.  Molto carina l’idea di utilizzare come comodini da appoggio dei piccoli scaffali posizionati accanto al letto. Ne trovi in diverse forme, colori e materiali nei vari negozi di arredamento ed accessori per la casa. L’effetto sarà più dinamico rispetto al solito comodino con cassetto e la tua stanza sembrerà uscire da una rivista di arredamento.  Comodini creativi: scale, poltrone, ceste Per realizzare un comodino alternativo che si distingua per l’originalità bisogna azzardare, andando oltre l’idea classica di arredamento dove ogni cosa ha il suo specifico utilizzo. Bisogna riuscire a vedere le cose da un punto di vista diverso per trovare soluzioni particolari che daranno alla stanza un tocco personale ed unico. L’utilizzo di scale e scalette come comodini ad esempio è molto particolare e anche dal punto di vista pratico è un esperimento riuscito. Avere più gradini equivale ad avere più ripiani e nel caso di scale a pioli si possono utilizzare i diversi livelli per tenere in ordine riviste, o anche per fissare una lampada o una pianta pendente. Anche una poltroncina può prestarsi come insolito comodino. L’effetto e senza dubbio molto chic e ricercato se si sceglie una seduta che si distingue per la sua eleganza. Ancora più fuori dal comune l’utilizzo di ceste come comodini, perfette per riporre anche cuscini, plaid o peluche che metti sul letto durante il giorno.  Nella ricerca di un comodino particolare ed alternativo comunque bisogna far attenzione a non scadere nel kitch, ma ricercare soluzioni coerenti con lo stile della stanza e più in generale della casa.
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