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Studio Gum

Mangiabove - Ragusa (RG)

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Archisio - Studio Gum - Progetto Mangiabove
Guest house

Lanificio - Ragusa (RG)

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Progettazione

Met - Ragusa (RG)

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Archisio - Studio Gum - Progetto Met
Insieme al vecchio faro, il met è l’ultimo avamposto sul nuovo lungomare di marina di ragusa. Dopo la demolizione dell’attiguo edificio, costituisce l’unico costruito al centro di due vuoti urbani: da una parte p.zza dogana e dall’altra piazza torre, realizzata sul sedime dell’ex camperia (antico magazzino). La richiesta della committenza è la trasformazione dell’edificio da residenziale a commerciale (bar-ristorante) e la chiusura a veranda del terrazzo. In origine la fabbrica presenta dei tre prospetti liberi due risolti e uno cieco (p.zza torre), con travi e pilastri in c.a. A vista. Questa dualità permane nel progetto. Il prospetto su p.zza dogana, ben noto negli anni agli abitanti del luogo, è cristallizzato e mantiene i connotati stilistici e le bucature anche laddove non servono più. Il prospetto su piazza torre è pensato invece come estensione verticale della piazza, per sopperire alle sue mancanze (verde, arredo urbano, punti di aggregazione); spazio fruibile e trasformabile, cornice per esposizioni temporanee all’aperto. Partendo dalla maglia strutturale di travi e pilastri si genera un reticolo, che acquisisce tridimensionalità in prossimità della veranda. Nei punti del reticolo ottenuti dall’intersezione delle ortogonali, è posto un modulo che accoglie il sistema d’illuminazione della facciata e diventa supporto per possibili installazioni. Il non finito iniziale della facciata permane e genera infinite risoluzioni. Anche gli interni subiscono il processo di riduzione alla struttura portante. Al piano terra i blocchi funzionali sono come monoliti lasciati dal mare. Il cubo di ferro che accoglie i bagni è ossidato all’esterno(ferro nero) e perlescente all’interno(alluminio). Dalla scala al piano superiore una patina turchese riveste il tutto e crea una sensazione di sospensione propria del galleggiare nel mare, che di questo spazio è la quarta parete.

Primaclasse - Ragusa (RG)

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Progettazione interni

Delicatessen - Ragusa (RG)

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Progettazione interni

Casa francavilla - Modica (RG)

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Archisio - Studio Gum - Progetto Casa francavilla
Modica, come altri centri storici del val di noto, deve la sua particolare configurazione urbana alla non comune conformazione del territorio, combinata ai vari fenomeni di antropizzazione. Molte abitazioni della parte vecchia della città, addossate le une sulle altre, sono spesso l'estensione delle antiche grotte, abitate fin dall'epoca preistorica. Casa francavilla sorge a modica alta, uno dei quartieri più antichi della città le cui origini si possono rintracciare a partire dal settecento, periodo di ricostruzione post-terremoto (1693). L’impianto planimetrico dell’abitazione ha uno sviluppo a ‘l’ e una superficie complessiva di 53 mq; originariamente un susseguirsi di stanze buie, con soffitti voltati, conduceva in fondo a un ampio e luminoso ambiente. L’obiettivo progettuale è il massimo apporto di luce in tutti gli ambienti della casa. A tale scopo sono demoliti i due tramezzi trasversali che definivano il disimpegno centrale e la zona notte, già privi di finestre, e sostituiti da un unico tramezzo longitudinale il quale, insieme a due pareti trasparenti ad esso trasversali, delimita il bagno, unico spazio chiuso dell’intera casa; la luce arriva così dall’ingresso a tutti gli altri ambienti. Al fine di disimpegnare la zona notte, è stato realizzato un nuovo varco di collegamento con il soggiorno che contribuisce anch’esso a un maggiore apporto di luce all’interno. A definire le stanze sono ora gli arredi ora le tende, che permettono di ottenere differenti livelli di privacy degli ambienti. Il letto a baldacchino definisce ad esempio lo spazio della zona notte. Qui, in corrispondenza dell’originario ribassamento del pavimento al fine di ottimizzare gli spazi, è stata realizzata una pedana di legno in quota con il piano di calpestio del resto della casa. All’interno di questa sono stati ricavati alcuni scomparti per utilizzare lo spazio sottostante. I pavimenti originari in pietra pece sono stati mantenuti e lucidati, conservandone le imperfezioni e i segni del tempo. Le pareti perimetrali in muratura sono state portate a nudo, consolidate e rifinite con intonaco a base di calce e la grezza superficie delle volte a gesso lasciata a vista. Gli infissi di legno sono stati realizzati su modello degli originari con qualche piccola rivisitazione e il loro colore suggerito dall’unica porta interna della casa, quella del bagno, recuperata all’interno della casa stessa. Alcuni elementi d’arredo, come la cucina e parti del bagno, sono stati progettati rivisitando antichi materiali e sistemi, per meglio adattarsi alle limitate dimensioni e alla flessibilità spaziale.

Le formiche - Ragusa (RG)

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Archisio - Studio Gum - Progetto Le formiche
Concept store

Casa moscova - Milano (MI)

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Archisio - Studio Gum - Progetto Casa moscova
Casa moscova è un volume a pianta rettangolare posto al quinto e ultimo piano di un edificio dell‘800, in un corridoio di strada che collega il giardino della città di milano, parco sempione, a chinatown la cui pronuncia oggi restituisce perfettamente l’accezione cosmopolita di grandi e piccole città. La pianta della casa, dallo sviluppo allungato, misura 5x20 m: a ovest il lato lungo è attiguo a un simmetrico appartamento e quindi cieco, a est invece ampie bucature si aprono sui tetti restituendo un’ampia veduta sullo skyline di porta garibaldi. In cima al tetto di legno a una falda, una fila di finestre garantisce un notevole apporto di luce sul lato cieco. La struttura è in muratura portante e gli spessi setti di mattoni pressati che la costituiscono suddividono lo spazio in quattro ambienti passanti, collegati a ovest da bucature allineate che offrono la completa visuale longitudinale da un capo all’altro della casa. La committenza è una giovane coppia con due figli che decide di tornare a vivere in italia dopo molti anni all’estero. La richiesta consiste in tre camere da letto, due bagni, una lavanderia, una zona living con cucina annessa, una zona lettura e lo studio per i ragazzi. Il programma prevede il mantenimento e l’enfatizzazione dell’asse longitudinale, soluzione distributiva e funzionale dell’intero spazio. Esso configura una distribuzione a pettine, raddoppiata e rafforzata dalla sovrapposizione di un soppalco che, con un sistema di scale (una per ogni camera), garantisce la circolarità dei percorsi: da ogni ambiente è possibile raggiungere qualsiasi parte della casa su entrambi i livelli. Un sistema di porte filo-muro poste sul soppalco tra le stanze, permette di separare i singoli spazi, restituendo in base alle esigenze il desiderato grado di privacy. Dal punto di vista funzionale, l’asse longitudinale (posto a ovest, lato cieco), funge da vero e proprio disimpegno attrezzato, accogliendo al suo interno un sistema di armadiature per tutta la casa e la cucina sul living. Sul soppalco troviamo invece la cabina armadio in corrispondenza della camera matrimoniale, lo studio dei ragazzi in corrispondenza delle rispettive stanze, attrezzato con scrivanie/contenitore e librerie a parete e infine la zona lettura sul living, caratterizzata da un’ampia libreria adattata in parte a scrivania: un originale pezzo del designer pietro russo, la libreria a pantografo romboidale, realizzata in ferro legno e ottone e da lui appositamente riadattata per questo progetto allo scopo di assolvere alla nuova e duplice funzione di parapetto attrezzato. La scelta dei materiali di finitura marca ulteriormente l’asse longitudinale: la ceramica esagonale di piccolo formato, resistente al calpestio e maggiormente adatta agli ambienti che attraversa (cucina, bagno e lavanderia), si fonde a intarsio con i pavimenti in teak delle stanze da letto e del living. Le ceramiche di rivestimento dei bagni, colore acquamarina, presentano sulla superficie rilievi romboidali e diamantati che conferiscono alle pareti una luce vibrante. In relazione alla ristrettezza degli spazi, sia in pianta che in alzato, quasi tutto all’interno della casa è stato disegnato e realizzato su misura: la cucina, parte integrante del living, caratterizzata da un ripiano reclinabile in teak che all’occorrenza può nascondere i fuochi e il lavello; la dispensa, le scarpiere e gli armadi lungo tutto il corridoio; gli armadi e le cassettiere all’interno delle stanze, collocati in prossimità dei punti più bassi del soffitto; tutte le porte filo muro, la cui linea d’ombra realizzata in teak risolve l’attacco a muro. Le scale di collegamento al soppalco, il cui disegno è ispirato a quelle a pantografo, sono in tutto tre: una sul living e due nelle camere da letto. Il progetto del soppalco infine, coniuga l’aspetto strutturale a quello compositivo. Un anello perimetrale, costituito da una trave heb di ferro, costituisce la struttura portante di singoli pannelli, struttura secondaria, a esso bullonati. Questi, costituiti a loro volta da un telaio strutturale perimetrale rafforzato da diagonali, sono calpestabili grazie alla sovrapposizione di un foglio di lamiera microforata di tre millimetri di spessore. I singoli pannelli, montati in sequenza tra loro, restituiscono una geometria complessa dal motivo romboidale. In prossimità delle camere da letto, al fine di garantire un adeguato isolamento acustico, dei pannelli di policarbonato stampato sono sovrapposti alla lamiera microforata. La luce naturale apportata dai lucernai allineati sopra il soppalco, può così raggiungere gli ambienti sottostanti; allo stesso modo nelle ore notturne la luce artificiale del livello inferiore, filtra attraverso il soppalco, restituendo questa volta a chi sta in alto la geometria strutturale del reticolo portante.

Tinchitè - Ragusa (RG)

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Archisio - Studio Gum - Progetto Tinchit
Tinchitè è il progetto di un ristorante di cucina tipica siciliana, nel cuore del centro storico di ragusa. La richiesta della committenza è un luogo che rappresenti al meglio la loro cucina casalinga. L’intervento riguarda i bassi di un edificio dell’ottocento, recuperati dopo anni di abbandono e degrado. Due ambienti stretti e lunghi, posti uno di seguito all’altro e leggermente traslati, connettono internamente le due strade su cui affaccia l’edificio, consentendo allo sguardo una profonda visuale. La struttura è in muratura portante e i soffitti voltati a botte. Il programma prevede la realizzazione della cucina e dei servizi, di una sala per la somministrazione, un piccolo bar e una zona degustazione per le consumazioni veloci. L’obiettivo è creare un luogo semplice ed essenziale. Lo spazio è liberato dai vecchi controsoffitti e lambris e riportato all’assetto originario: due ampi ambienti rettangolari. Nel primo sono collocati la cucina, il bar e i servizi, nel secondo la sala somministrazione. L’unica partizione, necessaria a delimitare la cucina, è pensata come un elemento D’arredo: realizzata in acciaio nero e vetro armato è visivamente staccata dal pavimento e dal soffitto, come fosse un separé. L’utilizzo del vetro armato recuperato in una vecchia vetreria, ha permesso di avere un giusto equilibrio tra la privacy degli operatori e la trasparenza per i fruitori. Posta alla sinistra dell’ingresso principale, la parete-separé si sviluppa longitudinalmente alla prima sala definendo e amplificando l’effetto cannocchiale verso l’opposto ingresso. Diventa inoltre parte integrante dell’infisso, separandolo in due parti: una per l’accesso al locale, l’altra per l’accesso alla cucina. Opposti alla parete divisoria, due lunghi ripiani realizzati in lamiera di ferro garantiscono un piano d’appoggio per le consumazioni veloci. In asse con la parete di ferro e separato della larghezza necessaria per l’accesso ai servizi e alla cucina, è collocato il bancone per la mescita e la cassa, realizzato su disegno, in legno laccato grigio e marmo di carrara. Sopra il bancone, una struttura di acciaio nero, accoglie il sistema d’illuminazione, le mensole per le bottiglie e le rastrelliere per i calici. I servizi per il pubblico si trovano alle spalle del bar. Utilizzando un unico vecchio infisso di recupero, sono state realizzate la porta di accesso ai servizi per i clienti e con gli scuri, la porta a saloon di accesso alla cucina. La seconda sala, separata dalla prima da una bucatura con gli stipiti di pietra, accoglie la zona somministrazione con sedie e tavoli per un totale di quaranta posti. Un antico mobile da bottega per il servizio e le lampade lucciola o lanterna di mario nanni, rendono protagoniste le pareti grezzamente intonacate e le irregolari bucature riportate alla luce e ripulite. Gli intonaci a calce, stirati a mano libera, sono stati lasciati del colore naturale dell’inerte locale. La pavimentazione, un gres porcellanato 20x20 della mutina, è stesa a tappeto sull’intera superficie, compresi i rivestimenti dei bagni e della cucina. Dalla seconda sala, un secondo ingresso conduce a un piccolo vicolo con ampie gradonate e tavoli all’aperto.

Atletico farina - Ragusa (RG)

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Archisio - Studio Gum - Progetto Atletico farina
A marina di ragusa vi è qualcosa di inedito e insolito: un concept originale che introduce una nuova idea di locale. Quando infatti il caffè incontrò un tempo il calcio, divenne per tutti "bar sport”; ma ora, quando il bar sport si è da poco trasformato in ristorante (ma anche pizzeria, american bar e piscina) non si può più chiamare "ristorante sport”. Vi pare? Marina di ragusa – un nome così, atletico farina, mi fa pensare alla canzone di jannacci mexico e nuvole, qualcosa di sognato e già reale, sfide, suoni, tenerezze andate. Quella della canzone era la mia infanzia come i mondiali del settanta, gli ultimi a chiamare la coppa del mondo coppa rimet e i primi a utilizzare in campo i cartellini (giallo e rosso), questa di atletico farina è un’idea incarnata, pronta, pulita, difficile, perché facile. Riassunta in una parolina sgraziata, rappresenta un concept, una nuova idea di locale. Quando il caffè incontrò il calcio, divenne bar sport. Quando il bar sport si trasforma in ristorante (pizzeria, american bar, piscina) non si chiama ristorante sport, ma atletico farina. C’è dell’ironia e c’è soprattutto dell’eleganza. Da poco più di un mese, l’andrea doria hotel, ha inaugurato uno spazio architettonico, nato in stretta collaborazione tra studio gum e copystudio, dove lo sport, tutto lo sport, è trattato in maniera leggera, si fa sfondo, citazione e colonna sonora senza prendersi del tutto sul serio. Le aree Entrando, subito a destra, una parete di legno mobile che riproduce una fila di cabine mette in comunicazione con la piscina dell’albergo. Di fronte, il bar sport e il suo salotto. A sinistra, decorata con una gigantografia del napoli di maradona. Campione d’italia, possibile set di ritratti fotografici, campo da calcio e spalti. Più il là, una scala conduce alla tribuna, per una cena romantica sotto le stelle e la grande, allegorica, scritta atletico farina.

Casa dcs - Ragusa (RG)

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Contesto urbano L’edificio è sito a ragusa in un’area urbanizzatasi nell’ 800 dove le abitazioni sono compresse tra stretti vicoli e scalinate. Negli anni l’isolato ha subito le trasformazioni dovute alle consuete pratiche di parziale demolizione, ricostruzione e sopraelevazione, che hanno alterato e saturato l’edificato originario. In questo contesto, che vede il centro storico spopolarsi, le operazioni di risanamento dell’ esistente si pongono come risposta e forma di protesta alle politiche edilizie odierne che hanno agevolato la crescita incontrollata delle periferie senza nessuna attenzione al consumo del territorio (criterio primo di sostenibilità) e alla qualità edilizia. Tuttora i regolamenti vigenti nel territorio ragusano non sono muniti di adeguati piani di recupero del patrimonio architettonico. Descrizione dell’immobile prima dell’intervento Lo stabile si eleva per un solo livello fuori terra a nord e per due livelli a sud mentre a est e ad ovest confina con edifici risalenti allo stesso periodo: dallo stretto vicolo a nord si accede al piano principale dell’abitazione che si affaccia a sud su una strada più larga, dove originariamente i locali bassi, oggi destinati a garage, erano botteghe alimentari adibite alla produzione e alla vendita del caciocavallo. L’immobile conta inoltre di un piano sottotetto adibito a locale di sgombero. Il progetto L’intervento, grazie allo svuotamento di una porzione dell’edificio, consente una riorganizzazione ottimale degli spazi inducendoci a riflettere sulla sottrazione come modalità e strategia di trasformazione dell’esistente. Nonostante questa scelta comporti un’inevitabile perdita (anche in senso strettamente economico) di volume e superfici, di contro consente il recupero di parte dei bassi e del sottotetto che, grazie all’ apporto di aria e luce, diventano abitabili.

Casa garibaldi - Catania (CT)

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Casa garibaldi nasce dalla leggenda, tramandata nel tempo dalle diverse proprietà succedutesi dal seicento a oggi, che narra di un garibaldi rifugiato per qualche tempo, forse solo per una notte, nella soffitta segreta della casa. La distribuzione complessa e labirintica della casa è il frutto di sovrapposizioni ormai consolidate, che permettono diverse letture: dai saloni affrescati dal sapore gattopardiano, passando alla camera da letto delle figlie simile a una soffitta parigina, fino alla monastica camera per gli ospiti. Situata nel centro storico di catania, la storia più recente la vede ex camera del commercio durante il ventennio fascista, scuola di danza fino agli anni ottanta, infine residenza privata di una giovane coppia con due figlie, appassionati d’arte e di viaggi. L’abitazione si sviluppa su due livelli: il piano nobile con ampi saloni e alte volte decorate e un piano soppalcato, che accoglie la zona notte delle figlie e degli ospiti con i rispettivi servizi privati. Il programma funzionale prevede un impianto distributivo circolare: dagli ambienti di rappresentanza che troviamo all’ingresso principale (e tra essi collegati), si accede a una stanza centrale interclusa tra le altre e priva di affacci esterni; cuore distributivo che conduce a tutti gli ambienti privati. Da questa stanza, una scala rivestita in lamiera di ferro conduce al piano soppalcato, collegato a sua volta al salone d’ingresso tramite una scala, anch’essa in lamiera. La stanza centrale è stata pensata come un unico ambiente con la cucina, alla quale è collegata tramite tre porte poste a separazione. Per entrambi gli ambienti è stato scelto un pavimento in resina di colore chiaro per una maggiore luminosità. La cucina è stata ricavata dalla chiusura a vetri di un’ampia terrazza, che si affacciava sulla corte interna del palazzo e garantisce oggi un notevole apporto di luce anche alla stanza centrale. Un ascensore privato permette il diretto accesso alla cucina tramite un secondo ingresso. La camera da letto padronale è collocata al piano terra in posizione defilata rispetto all’insieme; dal suo interno è possibile accedere ad un vano per il bagno privato, interamente rivestito in pietra pece e a un corridoio a imbuto che la collega internamente alla camera/cabina armadio, che a sua volta riporta alla stanza distributiva centrale. Al piano superiore, la camera delle figlie con bagno privato è collegata a un piccolo disimpegno che conduce da una parte alla camera degli ospiti, anch’essa con bagno personale e dall’altra a un ampio soppalco che si affaccia sul salone d’ingresso, cui è collegato da una scala in ferro e legno. Quest’ultima s’inserisce nello spazio con rigore estetico e formale, in equilibrio con la preesistenza pur evidenziando l’intervento progettuale. L’intervento è volto alla conservazione di tutti gli elementi che hanno costituito nel tempo l’apparato decorativo e architettonico dell’immobile, mantenendone un adeguato livello di restauro e senza rimuoverne la patina: così per le porte interne, con le rispettive scritte originali in ottone, gli scuri di tutti gli infissi esterni con le rispettive cornici e così pure per le pitture delle volte e per il grande lampadario circolare di legno del salone principale, dotato in fase progettuale di un argano per una semplice pulizia e manutenzione. Non ultimi, la passione e la cultura dei proprietari per il collezionismo d’arte e il modernariato.

Os progetto dentale - Ragusa (RG)

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Studio dentistico

Cheap-cheap - Ragusa (RG)

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Progettazione

Asmundo di gisira - Catania (CT)

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Archisio - Studio Gum - Progetto Asmundo di gisira
La residenza asmundo di gisira si trova all’interno di un palazzo del settecento posto in uno dei quattro cantoni di piazza mazzini, splendido quadrilatero con portici a pochi passi dal duomo della città di catania. La residenza si sviluppa su una superfice di circa 400 mq, attorno ad una piccola corte centrale del palazzo. I balconi e il terrazzo si affacciano rispettivamente sul folcloristico mercato ortofrutticolo e sulla piazza. Il progetto riguarda la riqualificazione e trasformazione di un’abitazione nobiliare in una struttura ricettiva, ispirata a miti e leggende della città di catania, descritti attraverso una commistione di architettura, design e memoria che fa immergere l’ospite in un’autentica esperienza. L’approccio progettuale è volto a ripristinare l’originale impianto planimetrico, liberandolo dalle successive partizioni interne e adattandolo alle nuove funzionalità ed esigenze. I decori delle antiche cornici di legno degli infissi sono stati recuperati con un intervento di tipo conservativo, così come gli stucchi e gli affreschi sulle volte. I nuovi pavimenti sono in legno nero: piccoli listelli montati a lisca di pesce che richiamano il nero della pietra lavica. Fa eccezione soltanto la corte centrale, in cui sono stati reimpiegati antichi mattoni in cemento decorato dei primi del ‘900, ritrovati negli ammezzati del palazzo. Gli stessi mattoni sono stati impiegati anche a parete come rivestimento di alcuni bagni delle camere. Tutte le aree comuni della residenza sono ispirate a billonia, giovane e bella fioraia che a fine ottocento si aggirava tra la villa bellini e il teatro distribuendo fiori e buon umore. All’ingresso un dipinto dell’artista catanese sergio fiorentino interpreta le sembianze della giovane fioraia. Di fronte all’ingresso si apre la reception; qui un volume ribassato rispetto al soffitto disimpegna l’ingresso da una delle sei camere. Interamente rivestito di specchi antichizzati, rappresenta la fontana della villa, dalla quale fa capolino un fenicottero alto più di quattro metri, scultura dell’artista palermitano domenico pellegrino. Il desk e la libreria anni ‘50 accolgono l’ospite in una reception informale, che introduce da un lato al grande salone e al bar e dall’altro al cortile interno. Il salone, adibito a sala colazione, presenta stucchi originali a soffitto e autentiche cornici riccamente decorate negli infissi. Sulle pareti un’opera dell’artista svedese daniel egneus, ispirata alla leggenda e ai suoi luoghi e stampata su carta, avvolge il visitatore a 360 gradi. Il salone introduce alla sala del bar ed entrambi si affacciano su un’ampia terrazza su piazza mazzini. Nel bar l’opera dell’artista palermitana rossana taormina si espande tridimensionalmente e racconta la memoria del luogo: l’immagine in bianco e nero di un uomo seduto al tavolo è cucita a un collage di luoghi geografici, il tutto fluttuante su di un fondale pittorico verde stampato su carta. Il cortile centrale è coperto con un grande lucernaio, il quale garantisce un notevole apporto di luce e il collegamento al coperto con le stanze; tutte le parti in pietra sono state restaurate e l’intonaco colore della pietra lavica, tipico dei prospetti esterni, riveste le pareti. Le sei camere sono distribuite attorno alla corte. Qui prendono forma le antiche leggende di proserpina, uzeta, colapesce, aci e galatea, eliodoro e un omaggio a sant’ agata, santa patrona veneratissima della città di catania. Proserpina è la dea che proteggeva il lavoro dei campi, faceva maturare i frutti e biondeggiare il grano, ricopriva la terra di fiori e di erbe. Una grande serra, simbolo di fertilità, delimita lo spazio dedicato al letto. L’elemento, che invade longitudinalmente lo spazio, è protagonista della scena, lasciando isolati i pochi arredi che completano la camera, sotto i decori della volta, dei primi del ‘900, assimilabili alla leggenda. Le maioliche del bagno sono realizzate a mano dal ceramista calatino alessandro iudici, su disegno ispirato a una costellazione legata alla fertilità dei campi. Agatha è il nome della santa per antonomasia dei catanesi. La sua invocazione da parte dei devoti dà luogo ad avvenimenti miracolosi nei momenti di maggiore pericolo. Entrando ci si trova davanti ad una scena evocativa, dove il letto a baldacchino raffigurante il velo miracoloso della santa è sospeso tra il tappeto rosso e la luminaria a soffitto. A chiudere la scena, collegando il soffitto al pavimento, due tende di garza bianca raccolgono ai lati del letto una folla di devoti al grido di “viva sant’agata”. Il bagno tutto dorato custodisce il tesoro della santa e la porta di ferro traforato che lo separa dall’antibagno rappresenta i cancelli costruiti dopo il rapimento delle reliquie. Nella camera dedicata a uzeta, valoroso cavaliere che sconfisse i giganti ursini, da cui deriva il nome del vicino castello, la testiera del letto è ispirata alle armature e ottenuta dalla sovrapposizione di fasce in cuoio sagomate e borchiate. Il piede up-7 di gaetano pesce e il coccodrillo in ceramica raccontano il duello e la sconfitta dei giganti. L’ambientazione è molto austera come la grande inferriata a vetri che separa l’antibagno dal bagno. Ispirata alla versione catanese della leggenda di colapesce, la camera successiva si focalizza su una scena: una grande scatola internamente rivestita in tessuto stampato rappresenta gli abissi in cui il giovane era solito immergersi alla scoperta di tesori. Per volere del sovrano, colapesce consegnò la prova tangibile che sotto le acque del mare vi fosse il fuoco che alimenta il vulcano etna sacrificando la sua vita: egli si tuffò in mare, senza fare mai più ritorno, ma con un ceppo di legno che ritornò a galla bruciato a dimostrazione della sua veridicità del suo racconto; due ceppi di cipresso fungono da comodini del letto e la loro essenza profuma naturalmente la stanza. Due tende di velluto rosso fanno da sipario alla scena. Interamente azzurro il bagno con il reimpiego a parete delle cementine recuperate. La lampada “pistillo” è qui colorata in rosso ed emerge dalla parete come un anemone di mare. La leggenda successiva narra del grande amore che univa aci, figlio del dio pan, a galatea, bellissima ninfa del mare. L’amore tra i due giovani accese la gelosia del gigante polifemo il quale dopo il rifiuto di galatea scagliò sul corpo di aci un gigantesco masso che lo schiacciò. Alla vista del suo amore, galatea gli si gettò addosso piangendo tutte le lacrime che aveva in corpo. Il pianto senza fine destò la compassione degli dei che vollero attenuare il suo tormento trasformando aci in un fiume che scende dall’etna e sfocia nel tratto di spiaggia dove solevano incontrarsi i due amanti. Al centro della camera sono posti i due letti che rappresentano i due amanti, uniti da una testiera realizzata con tessuti intrecciati a una struttura metallica. Sopra i due amanti, l’occhio del gigante polifemo è rappresentato dal grande specchio gallotti e radice montato a soffitto. Una porta scorrevole stampata, raffigurante uno stralcio delle ninfe di dante gabriele rossetti, sparisce dietro una quinta a tutta altezza di specchi sfaccettati che simboleggiano la trasformazione di aci in fiume. Elemento di sorpresa della camera è un piccolo oggetto interattivo progettato sfruttando una bucatura preesistente, allo scopo di restituire al fruitore la vista e l’udito degli esterni: un periscopio per sbirciare e una tromba acustica per ascoltare, come polifemo con i due amanti. Quando catania fu per la prima volta abitata, tutti gli animali feroci e pericolosi furono messi in fuga da un elefante, al quale i catanesi, in segno di ringraziamento, eressero una statua da loro chiamata con il nome popolare di liotru. Il liotru deve il suo appellativo alla storpiatura del nome eliodoro. Questo personaggio è legato all’elefante perché una leggenda narrava che fu lui il suo scultore e che addirittura fosse solito cavalcarlo per spostarsi da catania a costantinopoli. La parete del letto è rivestita di maioliche di alessandro iudici che riproducono la pelle dell’elefante. I comodini realizzati su disegno rimandano alle zanne dell’animale. Dal soffitto bianco decorato a stucchi, scende il corpo illuminante a sospensione sputnik: una sfera cromata con lenti convesse che filtrano la luce rimandandola su tutte le pareti. Un occhio magico che simboleggia la presenza del mago eliodoro. Un’installazione di specchi retrattili sulla parete del lavabo, alta più di quattro metri, rafforza il concetto di magia e controllo. La sedia sormani simboleggia l’obelisco di piazza duomo e il trono di eliodoro.

Progetto cargo - Ragusa (RG)

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Archisio - Studio Gum - Progetto Progetto cargo
Nel luglio 2011 studio g u m insieme al grafico carlo scribano, realizzano la prima installazione sul prospetto del met: “il taglialegna e l’usignolo”, composizione modulare di 80 casette in legno per uccelli, una per ogni supporto; dando origine al processo avviato l’anno prima con il concept progettuale. Nel luglio 2012, nasce cargo, progetto d’arte urbana. L’omonimo collettivo programma un calendario di eventi espositivi con scadenza annuale. Il primo agosto 2012, le 80 case vengono personalizzate da altrettanti creativi selezionati tramite un bando, in occasione di un’estemporanea svoltasi sulla piazza antistante. Riappese sul prospetto, in esposizione per 20 giorni, le case decorate sono vendute all’asta. Il progetto è no-profit: il ricavato di ogni mostra è destinato a finanziare l’installazione successiva. Sotto il profilo sociale, si ritiene che questo meccanismo possa coinvolgere la comunità, sensibilizzandola a sostenere il progetto che sentirà in parte suo. All’indomani della vendita delle casette, è stata installata la mostra successiva. Le creature marine realizzate in materiale riciclato dall’artista livornese stefano piato, catturano ancora una volta la curiosità dei passanti. Quello che inizialmente era un vuoto urbano è divenuto piazza, luogo di aggregazione, con identità e grande forza comunicativa. Uno spazio privato è stato reso fruibile per espressioni artistiche, è diventato un mezzo non convenzionale di comunicazione, con il beneficio di cambiare periodicamente immagine e contenuti. Questo l’obiettivo di cargo.

Super-box - Ragusa (RG)

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Tre progetti per una struttura temporanea
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