Marco Tacchini Fotografo

Architettura al dettaglio è un progetto svolto in collaborazione con l’azienda am-d design, produttrice di capi di abbigliamento (soprattutto bermuda e piumini 100gr) caratterizzati da dettagli molto vistosi. Il progetto si sviluppa in sei dittici, nei quali si compara un’immagine di carattere architettonico ad una di still life, accomunate da aspetti estetici e compositivi. Le immagini di still life infatti mettono in luce una peculiarità del prodotto, che lo rende unico e riconoscibile, e al tempo stesso le immagini di paesaggio mostrano come queste caratteristiche siano immediatamente riconoscibili in alcuni edifici torinesi.

Dal secondo dopoguerra ad oggi il numero di autoveicoli presenti nelle città italiane è aumentato in maniera esponenziale. Per fronteggiare questa crescita e facilitare la gestione di flussi di traffico, esse hanno subito dei forti cambiamenti a livello infrastrutturale ed urbanistico. Il progetto si propone di indagare il risultato di questa trasformazione, molto impattante sulle maggiori città italiane per la difficoltà nel progettare compromessi infrastrutturali funzionali e ben integrati nelle strutture preesistenti. In particolar modo si vuole porre l’accento su questi luoghi, costruzioni architettoniche e soluzioni urbanistiche, che nascono con funzione puramente transitoria, spesso percepiti solo superficialmente, poichè di passaggio, ma caratterizzati da dimensioni e aspetto significativi. Il progetto consiste in una sequenza di immagini fotografiche di paesaggio, che mostrano la natura di questi luoghi, la loro estetica e la relazione tra questi nuovi espedienti urbanistici e quelli preesistenti. Un’accurata fase di ricerca sull’area metropolitana torinese, scelta per il suo indissolubile legame con l’automobile, ha consentito l’individuazione dei principali snodi stradali, in cui sono stati effettuati sopralluoghi per selezionare quelli più rilevanti, in accordo con il concept progettuale. La serie fotografica, infatti, non vuole essere una classificazione di luoghi, ma una sequenza di immagini esteticamente interessanti che stimolano nell’osservatore domande alle quali, però, non forniscono risposta.

Lo stabilimento ilva di racconigi è il minore del gruppo, per produzione e dipendenti. Sorge a nord del paese, accanto ad una delle principali vie di accesso, ed insieme ad altre 3 fabbriche costituisce la zona industriale principale della città, che occupa un’area di circa 2kmq, circondata sui quattro lati da terreno adibito all’agricoltura. La sequenza fotografica si propone di esplorare la relazione tra l’area industriale ed il limitrofo territorio agricolo, puntando l’obiettivo verso le incongruenze che si creano dalla vicinanza di due ambiti molto lontani tra loro. L’anno di svolgimento del progetto, 2013, è quello in cui il gruppo metalmeccanico si trovava in una situazione molto complicata per le molte polemiche legate all’inquinamento dei processi produttivi e alle annesse malattie.

Questo progetto racconta il personale rapporto dell’autore con la sua zona di origine, un piccolo paese della provincia cuneese al limite con quella torinese. Il paese conta poco meno di 10 000 abitanti e vive delle tradizioni e dei luoghi comuni che caratterizzano le piccole città, dal quale il fotografo sente il bisogno di allontanarsi per il rischio di diventarne parte integrante. La sequenza di 14 immagini, realizzate nel territorio che circonda l’area urbana, vuole mostrare la difficoltà dell’autore nel relazionarsi con esso, ma al tempo stesso la complessità nell’allontanarsi da questo luogo dai quali proviene.