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Elia Scaldaferri

"villa mediterranea" - San Nicola Arcella (CS)

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Tra i fini dell’architettura vi è senza dubbio quello di migliorare una condizione esistente: partire da un contesto (edificato o meno) , modificarlo e creare valore aggiunto. Lungo la costa tirrenica, trovava spazio un lotto abbandonato (circa 1000mq) e adibito a discarica. Il progetto ci fu commissionato da una coppia di coniugi facoltosi e lungimiranti che, decise di acquistarlo per accorparlo come spazio privato alla loro tenuta estiva e realizzarvi una piscina. Villa mediterranea dunque rappresenta una storia di “riscatto ambientale” in cui l’utilizzo sapiente di materiali come tufo-legno-corten-ciottoli di carrara, abbinati alle movimentazioni di terra, hanno ridisegnato la geometria del luogo dando vita ad un progetto di architettura organica. Il progetto si caratterizza per la realizzazione di due distinte quote progettuali: quota parcheggio (coincidente con il livello stradale di accesso) e quota piscina (posta a + 1.50m dalla quota parcheggio) separate, ma al contempo unite, da una rampa pedonale e da una ampia scalinata larga 12 metri. Tema dominante della composizione è un ulivo secolare, posto in posizione baricentrica nel lotto a simboleggia l’unione familiare: le sue radici sono ben salde e radicate nel sottosuolo, mentre i rami crescono verso il cielo per congiungersi con i parenti passati a miglior vita. L’invaso del tronco è raccolto in un cerchio di tufo largo 4 metri di diametro, realizzato disponendo e alternando in maniera modulare i blocchi di tufo secondo le tre configurazioni possibili: Testa, piatto e coltello. Nonostante le condizioni di acclività del lotto (circa 2 metri di dislivello fra la parte più alta e quella più bassa), e la presenza di un terreno particolarmente roccioso (per tale caratteristica l’intera località viene chiamata “la petrosa”), si è riusciti a plasmare il sottosuolo roccioso in base alle esigenze e richieste della committenza. L’alternanza di forme concave e convesse scandiscono un ritmo armonioso reso possibile anche dalla formazione di collinette artificiali, realizzate attraverso il riutilizzo del terreno di riporto proveniente dalle operazioni di scavo della piscina. La scalinata monumentale realizzata con alzate in acciaio corten e pedate in ciottoli di carrara, risulta chiusa ai lati da muretti in tufo. Questi presentano profili sinusoidali ed (insieme alle alzate in corten) hanno svolto un ruolo di cassaformi per il getto del pavimento drenante e al tempo stesso da contrafforti per la spinta di terreno della parte alta. Il sapiente utilizzo di materiali naturali e drenanti consente lo smaltimento delle acque piovane senza il minimo accorgimento impiantistico. Stesso discorso anche per il bordo piscina dove viene assicurato un passaggio comodo e fluente degli utenti senza ristagni d’acqua. Il layout funzionale degli spazi prevede due aree circolari ,destinate a relax ed attività ludiche, manifestate all’esterno da semicerchi in muratura di tufo che emergono dalle collinette verdi, rimarcando il discorso organico si, ma al tempo stesso tettonico e geometrico. Tali aree sono caratterizzate da una pavimentazione in decking e relativa sottostruttura per il passaggio dell’acqua e degli impianti previsti per illuminazione del giardino. Uno dei due cerchi (quello adiacente alla rampa pedonale) si caratterizza per la presenza di un divano semicircolare iscritto nel cerchio, con sottostruttura in ferro e legno e rivestimento in tessuto blu.
 
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