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Bottega Di Architettura | Carlo Deregibus & Silvia Sgarbossa

Palazzo di piazza bernini - Torino (TO)

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Archisio - Bottega Di Architettura Carlo Deregibus Silvia Sgarbossa - Progetto Palazzo di piazza bernini
Gli edifici resistono. Permangono. Hanno nelle loro corde quella di essere usati in modi diversi, a seconda del tempo e della situazione. Nel caso del palazzo di piazza bernini 5, a torino, queste potenzialità erano sostenute da una posizione strategica e da motivi rappresentativi di grande importanza. Quegli stessi motivi che hanno reso complesso e delicato il processo di trasformazione in uffici, nei suoi aspetti estetici e gestionali. Infatti, il palazzo doveva divenire sede di alcuni degli enti della compagnia di san paolo - l'ufficio pio, la fondazione per la scuola, il settore politiche sociali, l'archivio storico, la fondazione 1563 - oltre a ospitarne alcuni uffici e la preziosa quadreria, con grandi tele del '600 dedicate alla vita di san paolo. Inoltre, era necessario avere lotti di intervento separati, in modo da rendere gli enti operativi e indipendenti il prima possibile. Da qui la complessa gestione di un restauro radicale: che doveva essere coerente e unitario, ma anche capace di rappresentare le identità dei vari enti. Inoltre, data la natura sociale e culturale del lavoro degli enti, l'ambiente doveva essere piacevole e flessibile, ma di grande sobrietà.

Satori - Collegno (TO)

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Archisio - Bottega Di Architettura Carlo Deregibus Silvia Sgarbossa - Progetto Satori
Non ci sono architetture troppo piccole. Né richieste troppo particolari, o soluzioni troppo azzardate. Nella nostra bottega di architettura, ogni occasione è l'occasione giusta per creare un piccolo gioiello con cui arricchire uno spazio, o magari crearlo. Quando i committenti ci hanno chiesto di aprire un muro per portare più luce agli spazi, e al tempo stesso di lasciare i due ambienti divisi, le soluzioni al problema erano molte. Avremmo potuto realizzare una semplice vetrata interna, che avrebbe risposto all'esigenza funzionale che ci era stata espressa: in fondo, di illuminazione si parlava. Ma quella vetrata non avrebbe risposto alle esigenze inespresse dai committenti. Quelle esigenze evidenti nella cura della loro casa, nella preferenza verso oggetti particolari e quadri importanti. Quelle esigenze che solo un dialogo aperto può disvelare: una strada verso un'illuminazione di senso diverso e più profondo. Così è nato un progetto di interior design che affonda le proprie radici nella storia dell'architettura dell'ultimo secolo, e la rinnova, concentrandola in un singolo cerchio di 240 cm di diametro. Una composizione geometrica di corpi vetrati e di calcestruzzo, materici e trasparenti. Opposizioni e contrasti che si bilanciano su una faccia, e si riverberano cromaticamente sull'altra. Tutto giocato su un sottile equilibrio architettonico tra gli elementi. Tutto giocato sul rapporto con gli ambienti, con cui l'opera si integra: da un lato liquefacendosi nel riflesso sul pavimento in marmo, per l'occasione lucidato, dall'altro con misure che si accordano agli arredi.

Il giardino nel cielo - Ponti sul Mincio (MN)

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Archisio - Bottega Di Architettura Carlo Deregibus Silvia Sgarbossa - Progetto Il giardino nel cielo
Solitaria, una ciminiera si innalza nel cielo del parco del mincio. Una torre in grigio cemento, che domina il territorio circostante rompendo, con la sua sagoma, le sinuose linee collinari, ridefinendo proporzioni e distanze. Un oggetto fuori scala che irrompe nel paesaggio in modo violento ma, al tempo stesso, lo crea. Perché il paesaggio è sempre stratificazione di significati sociali, naturali, industriali: a volte in dialogo tra loro, più spesso in conflitto. Il nostro progetto parte da questi contrasti, rinnovando la statuaria funzionalità del pinnacolo per riverberare immaginari diversi e più ampi: quelli del parco del mincio, del territorio del garda, dell'archeologia industriale. Nasce così un museo verticale che mira a far svanire la torre, e al tempo stesso a valorizzarne la presenza. Un apparente ossimoro, risolto trattando gran parte della ciminiera con una finitura opalescente dai riflessi ammorbiditi, lievemente sfocati. Come un miraggio, da lontano la torre tremolerà del paesaggio circostante, svanendovi. Per contrasto, svetterà il tronco finale della torre, verniciato nel rosso usato tradizionalmente per le ciminiere. Un segno di forza inaudita che rimarrà come sospeso nel cielo. E sulla sommità, proprio da quelle canne fumarie da cui un tempo fluivano i fumi esausti della centrale, crescerà solitaria una roverella, l'albero più rappresentativo e diffuso del parco del mincio. Il giardino nel cielo è la forma di una riconciliazione: quella tra il mondo industriale della centrale e quello naturale del parco.

Red | ged - Moncalieri (TO)

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Archisio - Bottega Di Architettura Carlo Deregibus Silvia Sgarbossa - Progetto Red ged
Vita e spazio Moltiplicare lo spazio è un'esigenza che spesso resta sogno. Ma nell'appartamento di questa giovane coppia, come spesso nelle case degli anni '70, il sogno si è potuto realizzare. Trasformare un normale trilocale con un bagno in un'abitazione con un grande spazio giorno, due camere, due bagni e grandi spazi contenitivi, ha richiesto un rinnovamento completo degli spazi. Una ristrutturazione totale, da sviluppare insieme all'arredo e controllando un budget limitato. Prima di tutto, il progetto riscrive la zona di ingresso, rendendola il nuovo centro della casa. Lo fa costruendo una nicchia tra i pilastri esistenti, così da delimitare percettivamente la zona imbottiti rispetto al resto del living. La zona cucina, sviluppata in profondità, sfrutta il vecchio cucinino per un piano di appoggio, e si prolunga nello spazio giorno. Si crea così una zona formata dalla cucina stessa e dal tavolo, in linea con le finestre maggiori, luminosa e al tempo stesso definita. Ma la mossa che modifica l'intera percezione dello spazio è la costruzione di un muro inclinato, che rompe l'ortogonalità dominante.

Colourful_t - Bologna (BO)

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Archisio - Bottega Di Architettura Carlo Deregibus Silvia Sgarbossa - Progetto Colourfult
Una piccola casa a un solo affaccio, tipica delle case bolognesi degli anni '50. Una giovane committente coraggiosa, che voleva un ambiente poliedrico, che ne rispecchiasse il carattere curioso e i numerosi interessi. Un budget ridotto. Questi gli ingredienti di una ristrutturazione sviluppata secondo un'idea che è anche una convinzione: che il progetto abbia le potenzialità per creare l'inaspettato in ogni luogo. L'appartamento era spazioso, ma irrimediabilmente compromesso dal corridoio, stretto e lungo, tipico di quegli anni. Sarebbe bastato demolire qualche parete per avere un grande spazio aperto: ma indistinto, privo d'identità e orientamento. Attraverso il colore, il progetto ha invece trasformato la ristrutturazione in un'occasione di autentico rinnovamento, sfruttando limiti e caratteri dell'esistente per cucire la casa a misura della committente. L'impianto originale era caratterizzato dalla tipica sequenza di stanze collegate da un corridoio cieco lungo una decina di metri. Come spesso avviene nelle abitazioni di quegli anni, gli ambienti risultanti erano piuttosto piccoli, e decisamente sproporzionati, con spazi giorno risicati e una enorme camera da letto. Il progetto modifica radicalmente questo rapporto e, riproporzionando la camera, amplia lo spazio giorno che diventa uno spazioso living. E l'alternarsi da un lato delle finestre, esposte tutte a sud, e dall'altro dei pilastri, sporgenti dal muro divisorio verso l'interno del palazzo, diventa una partitura per immaginare luoghi differenti. Per dividere quello spazio neutro in zone da vivere in tempi e modi diversi. E proprio l'articolazione di diversi ambienti, uniti eppure distinti, diventa il tema della casa. Https://bottegadiarchitettura.it/lavori/colourfult-ristrutturazione-e-colore/

Centroesse - Ivrea (TO)

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Archisio - Bottega Di Architettura Carlo Deregibus Silvia Sgarbossa - Progetto Centroesse
Proprio davanti agli iconici edifici della olivetti, progettati da figini e pollini nel 1956, c'era un vecchio negozio. Poco curato, abbruttito da finiture di scarsa qualità e privo di qualunque attenzione al cliente. Un luogo da allestire, ma soprattutto ripensare, con tutti i vincoli tipici degli edifici ottocenteschi, dai muri portanti alla presenza degli archi. Il progetto lavora su un contrasto di forma, armonizzando per contro i toni cromatici delle pareti. Eliminando il linoleum e scoprendo al di sotto una pavimentazione quantomeno particolare, in piastrelle a formare disegni geometrici che riecheggiano i marmi di un tempo. Nasce così centroesse, un negozio dedicato a serramenti e infissi di design in cui il dinamismo dei setti guida il cliente attraverso stanze, salottini e sale riunioni. Sono proprio i serramenti che diventano materiale da costruzione: attraverso la rottura del dominante schema ortogonale, vengono disposti secondo angoli inaspettati. Si forma una spina che attraversa tutto il negozio, in lunghezza, e si biforca in corrispondenza della facciata su strada. Due lati ortogonali tra loro ma ruotati rispetto alla struttura del negozio: i riflessi si moltiplicano, e la luce rimbalza, ampliando lo spazio. Alla forza della traccia dei setti fa da contraltare un trattamento morbido delle pareti. Toni rilassanti che valorizzano la luce naturale, lievemente distinti tra le pareti del perimetro strutturale e i nuovi setti. Una distinzione leggera, appena accennata. L'ambiente deve essere rilassante, piacevole: la rottura prospettica crea nuovi panorami, ma senza generare alcuna inquietudine.

Occhi di gatto - Bologna (BO)

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Archisio - Bottega Di Architettura Carlo Deregibus Silvia Sgarbossa - Progetto Occhi di gatto
Ristrutturazione come rinascita Le abitazioni ad affaccio singolo sembrano condannate alla presenza di uno spazio distributivo sul lato interno: un corridoio buio e spesso sproporzionato. Così era questo appartamento, reso delicato anche da una struttura a muri portanti di spessore ridotto, indeboliti nel corso del tempo da interventi incauti. Le possibilità sembravano ridotte, ma la richiesta era di un rinnovamento profondo, di una ristrutturazione completa. Perché ristrutturare un appartamento non significa solo spostarne i muri, rifarne le finiture, o tinteggiare con colori più moderni. Significa piuttosto separarsi dal passato: imporre una cesura, una svolta. E così il progetto ribalta la prospettiva, rivoluzionando quell'impianto che sembrava così scontato. Quei muri portanti che tanto vincolavano vengono invece rinforzati con opere strutturali specifiche. E quel corridoio che sembrava una condanna diventa una risorsa, scomparendo alla vista ma arricchendo tutti gli spazi della casa. Che così, finalmente rinnovata, è pronta perché la committente, e i suoi gatti, ne prendano possesso.
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