Se pensate che scegliere le piastrelle in base alle dimensioni, fantasie, colori e forme sia complicato, non avete ancora fatto i conti con le varie opzioni di posa possibili che le riguardano. Infatti non è mai scontato posizionare le mattonelle in casa seguendo regole che in effetti non esistono. In ogni progetto vanno interpretate di volta in volta a seconda della metratura a disposizione, dell’andamento che si vuole dare ad un ambiente e dai gusti personali che a volte vengono un po' messi da parte perché consigliati nel modo sbagliato.
Molto spesso sovvertire delle consuetudini risulta difficile: in primis perché seguire linee guida ben consolidate rende più semplice piastrellare e poi perché in molti contesti si è dissuasi da un’idea leggermente fuori dalle righe, perché si pensa possa poi stancare a lungo termine. Questi fattori risultano inibitori sulle nostre preferenze e alla fine portano un po' tutte le abitazioni ad essere sulla stessa lunghezza d’onda. Osare ed essere fermi sulle proprie decisioni aiuta invece a personalizzare le varie case e a trarre il meglio da ciascuna stanza che la compone.
Ma quindi come poter scegliere la posa migliore per ottenere un pavimento di tendenza, bello esteticamente e piacevole da calpestare?
Molteplici sono le possibilità ma tra le più utilizzate possiamo citare quelle:
Tali metodi tradizionali riescono, nelle giuste collocazioni, a non essere né banali e già visti in ogni dove. Altre alternative si creano invece dalle commistioni di pose classiche e che danno origine a delle combo sensazionali.
Altre volte ancora, sono invece le geometrie delle piastrelle stesse che determinano pose particolari per pavimentare una o più superfici davvero chic e dal look inconsueto ma elegante e accogliente al tempo stesso.
La posa più tipica per realizzare un pavimento in casa riguarda sicuramente le piastrelle rettangolari a correre che inondano con il loro effetto la maggior parte delle abitazioni di nuova costruzione. In generale tali forme squadrate e con fughe che possono essere più o meno importanti, vengono disposte parallelamente rispetto alle pareti con dimensioni maggiori dell’ambiente in progetto, poiché entrando la sensazione deve essere quella di ampliare a livello ottico la dimensione della stanza.
I pezzi singoli possono avere lunghezze variabili ma larghezze sempre uguali e collocate con andamento geometrico e distanze costanti o come si dice in gergo “a caso” per chi non ama un risultato troppo rettilineo e omogeneo. I classici listoni, che richiamano i parquet in legno, trovano in questa tipologia la loro massima espressione.
In alcune situazioni dove gli ambienti, specialmente quelli di una zona giorno, non sono divisi da porte e si innestano gli uni negli altri senza avere separazioni a livello di superficie di calpestio, questa posa risulta immediata e semplice da attuare portando anche delle varianti quando l’andamento degli spazi cambia e le piastrelle per brevi tratti risultano perpendicolari alle pareti con esiti davvero originali tema su tema.
Una variante della posa a correre è quella in linea realizzata con i listoni, piastrelle strette e lunghe che da tempo hanno trovato voce in living e open space, ma anche in zone notte e persino in terrazze e balconi outdoor. Il principio è il medesimo, ovvero quello di disporre l’una accanto all’altra le mattonelle, parallele alle pareti più lunghe dove la posa risulta però uguale su tutta l’estensione da pavimentare, anziché sfalsata.
L’estetica che ne scaturisce è un mix di una modernità classica, poiché già nel passato i listoni di legno venivano piazzati con tale metodo ma oggi assumono un tocco più contemporaneo per l’attualità dei materiali e delle rifiniture impiegati. Spesso, per smorzare l’andamento troppo perfetto, si innestano degli inserti alternativi e senza fuga, magari in resina o in cemento con esiti davvero fuori dal comune.
Se la posa a correre riguarda le piastrelle con geometrie rettangolari, quella cosiddetta dritta si riferisce invece alle piastrelle quadrate. Questa forma perfetta risulta sempre molto bella da applicare ad una pavimentazione trendy e dal sapore leggermente retrò ma la sua disposizione deve essere valutata attentamente in fase preparatoria per evitare inestetismi dovuti ai tagli che inevitabilmente in una qualsiasi progettazione vanno effettuati. Sulla carta le dimensioni di una stanza possono sembrare perfette ma dal vivo le sorprese non mancano mai.
Se questa posa vi piace particolarmente il consiglio è quello di utilizzarla in camere dalle dimensioni contenute e già pressoché regolari in modo da effettuare delle rifiniture ad hoc per mimetizzare le imperfezioni dovute a pareti con imprecisioni millimetrali ma che a livello di pavimento creano non poche problematiche.
Per ovviare alle difficoltà di non trovarsi di fronte a pianelle tagliate in forme e misure imperfette e davvero brutte da vedere, anche se collocate in punti strategici e parzialmente coperti da eventuali arredi e accessori, si può valutare la posa diagonale sia per formati quadrati che rettangolari ma scegliendo opzioni uniche e particolari per rendere meno monotona una disposizione ripetitiva e scontata.
Le soluzioni in due colori a scacchi sono bellissime, specialmente in locali di servizio come ingressi o bagni dove la grandezza contenuta dello spazio enfatizza ancor di più il disegno diagonale utilizzato. In altre ideazioni dove colori cangianti si mescolano per creare effetti distintivi in un ambiente, è possibile vedere anche grandi piastrelle rettangolari in posizione ruotata di 45° per aggiungere un tocco personale alla stanza sia in ambito di palette utilizzata che di posa.
Quando si deve far convivere il vecchio con il nuovo non è sempre facile, a livello di pavimentazione, creare un continuum perfetto con ciò che si è voluto mantenere e ciò che si è dovuto ristrutturare. In case d’epoca, dove tramezzi vengono abbattuti per necessità progettuali, si nascondono delle problematiche che vanno discusse con i padroni di casa ogni qualvolta si presentano. Al di sotto della parete eliminata viene sempre alla luce la porzione di pavimento lasciato allo stato grezzo e tentare di coprirlo o abbinarlo sia al pavimento esistente che a quello di nuova costruzione, può risultare cosa ardua.
L’opzione più immediata e anche forse l’unica possibile per evitare di creare ulteriori accavallamenti posticci e sgradevoli alla vista, è quella di fare di necessità virtù, dove la parte di soletta cementizia venuta alla luce trova sistemazione essendo portata al medesimo livello ma lasciata al suo stato pressoché originale, diventando così il punto di contatto tra il conservato e l’attuale in una combo sensazionale che non potrà mai avere eguali.