Luogo: istanbul (turkey). Quartiere: yedikule. Il progetto nasce per offrire una proposta di nuovo utilizzo del giardino creato intorno alla moschea di yedikule, vicino alla porta d’oro della cinta muraria del sultanhamet, proprio al di sotto del castello delle sette torri, meraviglioso esempio di fortificazione oramai in stato di abbandono, un tempo invece funzionale ‘prigione’ per detenuti illustri, personaggi scomodi, mogli ripudiate e traditori del sultano di turno. Il piccolo parco, realizzato in anni recenti, ha una pianta trapezoidale, si sviluppa su più livelli piantumati con varie essenze arbustive, arboree e floreali, che poi terminano in una “piazza” pavimentata sulla quale si trovano una “fontana” in marmo ed una costruzione a forma di elle (l), porticata, aperta sui lati che guardano la “piazza”. Questa costruzione, priva di effettive funzioni, appare come un doppio, lungo corridoio che ha il solo scopo di proteggere dalla grande calura oppure dalle piogge invernali, ma rischia di rimanere comunque un luogo del niente. L’input progettuale è stato quindi quello di “dare un senso” a questo luogo, rileggendo tutto l’impianto del giardino e della piazza centrale, operando per “sovrapposizione” di percorsi e di funzioni, senza cancellare l’attuale impianto. Si è così cercato di ottenere una “stratificazione” dove l’esistente continua a vivere con le sue piantumazioni e le sue strutture, mentre il nuovo si inserisce seguendo una maglia totalmente diversa, non ortogonale ma obliqua, che fa vivere il giardino e le sue strutture in modo nuovo, “in diagonale” rispetto alle attuali logiche prospettiche e di percezione visiva. Così la maglia dei nuovi percorsi crea anche nuovi punti di arrivo e di partenza, taglia in diagonale la piazza e la seziona in luoghi nuovi e significanti per ottenere spazi di incontro e di ritrovo. Al centro della maglia del nuovo e dell’esistente viene prospettata una nuova grande struttura in legno con grandi tende al vento, chiaro e non celato omaggio al poeta/architetto leon krier ed al suo “monumento con le tende rosse”(1974) che con i suoi sei metri di altezza ed i suoi rossi tendaggi dovrebbe costituire punto focale di attrazione visiva e geometrica. L’attuale porticato poi dovrebbe divenire un vero e proprio luogo di incontro, chiuso da grandi vetrate, locale/bar con coffee-shop ed aree per brunch, costituito da spazi differenziati, separati, attrezzati ed arredati in modo diversificato in base anche alle varie funzioni: in alcuni avremo divanetti alti e poltroncine con coffee-tables per spazi aperti, in altri invece avremo strutture che riprendono il tema del nuovo elemento centrale del giardino, e con le loro tende creeranno spazi privati dove ampi divani bassi accoglieranno conversazioni più intime. Il giardino intorno ospiterà, in un’area dedicata, un piccolo “giardino all’italiana”, dove cespugli di rose centrali a siepi basse di mirto e alloro disegneranno percorsi di memorie e suggestioni. Una corona di cipressi, quattro, circonderà con colonne verdi la fontana multilobata posta sulla piazza centrale; e l’altra fontana marmorea di forma allungata continuerà a muovere i suoni dell’acqua lungo il suo percorso. Cespugli densi verranno formati da oleandri con fiori colorati, bianchi, rosati, gialli, rossi. E persone e personaggi faranno vivere questo angolo suggestivo di istanbul.
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