Chi l’avrebbe detto che dall’incontro tra un architetto milanese, una storica dell’arte bolognese e un visual designer catalano sarebbe potuto nascere uno studio, dall’anima un po’ ribelle, di progettazione d’interni e non solo, nel cuore della storica urbino?
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Noi in realtà abbiamo avuto fin da subito la sensazione di conoscerci da sempre, un invisibile filo rosso ha legato le nostre vite e le nostre esperienze prima ancora di farci incontrare. Abbiamo, poi, mescolato le nostre competenze, le nostre terre e i loro saperi, imparando a guardare attraverso lo sguardo dell’altro, ma soprattutto abbiamo circumnavigato il globo alla ricerca di stimoli e visioni inaspettate da integrare nei nostri progetti. Amando il nostro lavoro, abbiamo creato mille luoghi capaci di parlare e ascoltato mille persone diverse pronte a mettersi in gioco.
Insieme abbiamo progettato case, concepito interni di bistrot, ristoranti, atelier, ripensato spazi di dimore storiche trasformandole in luoghi di moderna ospitalità, curato percorsi artistici imprevedibili, rivoluzionato gli ambienti di lavoro.
Insieme abbiamo creato una rete di persone, spazi e storie che ci ha reso quello che siamo.
Il nostro lavoro parte da un incontro per poi diventare idea, progetto e infine ristrutturazione di ambienti, realizzazione di arredi su misura integrati a complementi di design, curando anche i più piccoli dettagli, e concertando tutte quelle diverse professionalità che contribuiscono all’unisono alla realizzazione del tuo spazio.
Roberto bua
Architetto
All’università di milano, città in cui nasco, devo l’amore per gli spazi aperti e i molteplici viaggi in spagna attraverso un corso di urbanistica sulla città di barcellona. Ai corsi di scenografia per l’opera lirica, l’avvicinamento al mondo del teatro. Ho infatti poi lavorato per anni nell’allestimento di scenografie, mostre e musei. Quando non sono seduto accanto al fuoco a ipotizzare le storie che potrebbe vivere una famiglia...
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Chi l’avrebbe detto che dall’incontro tra un architetto milanese, una storica dell’arte bolognese e un visual designer catalano sarebbe potuto nascere uno studio, dall’anima un po’ ribelle, di progettazione d’interni e non solo, nel cuore della storica urbino?
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Noi in realtà abbiamo avuto fin da subito la sensazione di conoscerci da sempre, un invisibile filo rosso ha legato le nostre vite e le nostre esperienze prima ancora di farci incontrare. Abbiamo, poi, mescolato le nostre competenze, le nostre terre e i loro saperi, imparando a guardare attraverso lo sguardo dell’altro, ma soprattutto abbiamo circumnavigato il globo alla ricerca di stimoli e visioni inaspettate da integrare nei nostri progetti. Amando il nostro lavoro, abbiamo creato mille luoghi capaci di parlare e ascoltato mille persone diverse pronte a mettersi in gioco.
Insieme abbiamo progettato case, concepito interni di bistrot, ristoranti, atelier, ripensato spazi di dimore storiche trasformandole in luoghi di moderna ospitalità, curato percorsi artistici imprevedibili, rivoluzionato gli ambienti di lavoro.
Insieme abbiamo creato una rete di persone, spazi e storie che ci ha reso quello che siamo.
Il nostro lavoro parte da un incontro per poi diventare idea, progetto e infine ristrutturazione di ambienti, realizzazione di arredi su misura integrati a complementi di design, curando anche i più piccoli dettagli, e concertando tutte quelle diverse professionalità che contribuiscono all’unisono alla realizzazione del tuo spazio.
Roberto bua
Architetto
All’università di milano, città in cui nasco, devo l’amore per gli spazi aperti e i molteplici viaggi in spagna attraverso un corso di urbanistica sulla città di barcellona. Ai corsi di scenografia per l’opera lirica, l’avvicinamento al mondo del teatro. Ho infatti poi lavorato per anni nell’allestimento di scenografie, mostre e musei. Quando non sono seduto accanto al fuoco a ipotizzare le storie che potrebbe vivere una famiglia negli ambienti da riprogettare, o immaginando i racconti dei clienti ai tavoli di un ristorante del quale stiamo ripensando gli interni, o ancora riflettendo quali domande si possono suggerire a un visitatore nel percorso di una mostra, amo osservare gli artigiani al lavoro, definire i materiali migliori e i colori più appropriati per un arredo, o ancora disegnare le prime idee a mano libera. E quando non sono davanti al computer riempio carrelli al supermercato o divento appassionato spettatore di cinema e teatro, o mi siedo in spiaggia a osservare l’orizzonte del mare. Sono anche un viaggiatore curioso tra musei, ristoranti e strade nel tentativo di conoscere qualcosa di più del mistero dell’uomo. L’aspetto che ritengo più prezioso nel lavoro è il rapporto con gli altri, il progetto come occasione per intraprendere un viaggio di conoscenza che restituisca all’altro un luogo per ritrovarsi.
Silvia cuppini
Storica dell’arte
Ho svolto per trent’anni attività didattica e di ricerca all’università di urbino, e in questi anni ho dovuto affrontare il problema della lettura dell’opera d’arte, sia in funzione didattica, che per le mostre per le quali veniva spesso richiesta la mia collaborazione. Ho capito che trovare il punto di accesso per comprendere la storia narrata da un’opera figurativa e la sequenza da creare per una mostra erano gli aspetti che della disciplina più mi interessavano: quello che mi provocava era la comunicazione dell’opera d’arte per offrire al pubblico...
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