M+m Studio

Il progetto prevede la conversione di un’area di risulta in un’oasi dal carattere fortemente naturalistico all’interno di un quartiere densamente popolato. L’area diventa uno spazio da attraversare e da vivere, in cui tutti i residenti trovano uno spazio dedicato: aree ludiche, sportive, ricreative si susseguono armonicamente in un ambiente ri-naturalizzato, che mitiga l’impatto degli edifici circostanti. Il progetto soddisfa la vocazione dell’area, che oggi funge da cerniera nel quartiere, connettendo i flussi pedonali. Il parco, infatti, si articola intorno ad un asse centrale, un boulevard che consente un facile orientamento nell’area ed in cui scorrono i percorsi ciclopedonali. Emulando la morfologia vegetale, da questo percorso centrale (una sorta di “tronco”) nascono “rami” per l’attraversamento più lento del parco e “foglie” per la localizzazione di attività. Questa struttura consente di conciliare i diversi ritmi degli utenti e la varietà di intensità d’uso che caratterizzano lo spazio pubblico. Le aree ricreative vengono concepite come piacevoli oasi circondate dal verde, grazie alla realizzazione di un cordone boschivo lungo il perimetro del parco che attutisce l’impatto degli edifici.

Gli spazi sono stati articolati in funzione della massima efficienza degli ambienti, garantendo la compresenza di uno showroom di grande effetto, di uno spazio operativo agile e flessibile, di una sala riunioni dotata di privacy. Gli arredi sono connotati da una impronta altamente tecnologica e si interfacciano con finiture che esaltano la naturalità dei materiali e la giocosità delle trame, al fine di creare uno spazio rilassante e stimolante.

La riqualificazione dell’area pedonale ha dato voce alle vocazioni di un’area privilegiata della città, affacciata sullo storico bacino portuale: la sosta e la ricreazione. La zona pedonale era caratterizzata da uno stato di degrado: poche sedute, pavimentazione in cattivo stato di manutenzione, assenza di alberi, zone gioco private. Il progetto ha trasformato l’immagine dell’area con un budget low cost. La pavimentazione suddivide lo spazio in due aree: un nastro centrale destinato al passeggio e dei tappeti laterali per la sosta. In questa trama trovano collocazione sedute, nuove alberature e una area ludica accessibile e protetta per i più piccoli.

La riqualificazione di piazza europa è parte di una vision complessiva per la macro-area che include il parco di via francia e la chiesa dello spirito santo, in un’ottica transcalare che ricuce le dinamiche di quartiere. La sostenibilità economica e sociale è garantita da una realizzazione per fasi processuali a breve, medio, lungo termine: si affrontano le sfide urbane in maniera condivisa con la cittadinanza, sfruttando la possibilità di adattare le scelte alle mutevoli esigenze del quartiere. Il salto di quota che caratterizza l’area in cui sorgerà la piazza diventa occasione per disegnare una piazza su due livelli, uno alto a quota “città” (per ricucire i flussi a bassa velocità) e l’altro basso a quota “agorà” (luogo di sperimentazione di dinamiche sociali innovative). L’intervento è suddiviso in fasi progressive: 1 – pedonalizzazione di una parte di via francia che connette gli spazi pubblici, ospita funzioni commerciali temporanee e un centro civico 2 – rampa pedonale tra via grecia e l’agorà (pavimentata e illuminata) 3 – realizzazione di una platea lato via grecia, di una copertura lignea per una parte dell’agorà su via francia e di una discesa vegetale in connessione con il parco

Il progetto prevede la riconversione funzionale del complesso manifatturiero in centro ricerche cnr e servizi pubblici (mercato, asilo nido, ristorazione etc.). L’intervento consente alla città di riappropriarsi di un’area simbolica: al ritmo della produzione del tabacco, tra le mura della manifattura tabacchi si sono susseguite conquiste sociali, si è prodotta conoscenza, si è generata economia. La scelta di insediarvi la sede operativa cnr suggerisce l’opportunità di trasformare l’intero compendio in una “fabbrica del sapere”, che integri le funzioni pubbliche con la ricerca e che sfrutti l’occasione di recupero del grande complesso architettonico per generare una nuova filiera della conoscenza. Il concept si realizza attraverso alcune azioni progettuali strategiche: – la massimizzazione degli spazi aperti accessibili nelle 24 ore, realizzando un sistema di spazi e cortili di mq 13.600; – la realizzazione di una interazione tra l’intero compendio ed il suo contesto urbano, aprendo numerose connessioni trasversali e rendendo quindi “porosa” la pelle dell’edificio; – l’ideazione di un mix funzionale tematico nelle aree pubbliche (un museo esperienziale, un bookshop tematiche, sale eventi), in relazione costante con il cnr, che si apre quindi alla città; – la creazione di un parcheggio interrato di due piani capace di ospitare 140 autovetture ed uno spazio per il carico-scarico delle aree mercatali, oltre ad una navetta che colleghi i principali poli di scambio intermodale esistenti nel tessuto urbano.

Milano marittima è stata fondata con l’obiettivo di inseguire il modello della città giardino, ma la progressiva densificazione della sua trama urbana ha negato tale vocazione. Milano marittima 2.0 punta a realizzare un parco agri-costiero, che abbracci il tessuto edificato e crei un sistema di spazi aperti tra campagna e mare, attraversando una grande varietà di paesaggi. Attraverso il duplice intervento sull’area agricola e sul waterfront, milano marittima reinterpreta quindi la sua identità: da città giardino a città parco. All’interno del parco si prevede la realizzazione di un parco agricolo-naturalistico multifunzionale che mette a sistema, specializza e connette gli elementi differenti presenti nell’area attraverso il recupero della viabilità esistente, definendo un percorso ad anello che tocca le diverse aree/emergenze e diventa un nuovo itinerario narrativo del parco. Il nuovo waterfront risolve il tema dell’accessibilità e della percorribilità lungo la linea di costa e in maniera trasversale verso la pineta, attraverso un intervento che ricuce i flussi e riorganizza le differenti velocità. La strategia di riqualificazione punta sulla natura come elemento strutturale per il nuovo assetto degli spazi. Il legno diventai la materia prima per la realizzazione dei percorsi pedonali e degli arredi lungo la costa, di “landscape objects” che incentivano la fruizione culturale nel parco agrario e di landmark territoriali presenti nell’interno parco agri-costiero che reinterpretano in chiave naturalistica l’iconica torre della colonia montecatini. Le architetture presenti sul lungomare si dividono in stabilimenti balneari composti da elementi modulari, torri panoramiche ed elementi di arredo.

Il progetto urbano parte dalla volontà di dare forma ad un “sistema di piazze”, che possa ricucire i flussi pedonali esistenti, ridurre lo spazio destinato ai veicoli e massimizzare quello votato al passeggio, alla sosta e allo svago. L’esito di questa operazione è la costituzione del “sistema di piazze”. Il progetto di riqualificazione architettonica della piazza intende portare le tracce del paesaggio circostante nel centro della città. Le trame geometriche dei campi coltivati, che caratterizzano l’area alle porte di rosolina, diventano una matrice che definisce lo spazio pubblico riconquistato alle vetture. L’acqua, elemento peculiare del paesaggio locale, diventa fulcro del progetto con la collocazione di una fontana che funge da basamento del monumento ai caduti di guerra, ricollocato al centro della piazza. Il vento è un ulteriore materiale di progetto con l’installazione di giochi sonori scultorei. La nuova geometria della piazza esalta la quinta verde formata dagli esemplari di pinus pinea esistenti, la cui monumentalità esalta la centralità del municipio e costituisce il valore dell’attuale spazio pubblico.

Il progetto recupera l’identità storica e la trama originaria del giardino riportata nel catasto leopoldino. Le giaciture storiche vengono contaminate da gesti e da materiali contemporanei, intrecciandosi in un unicum che si relaziona in maniera armoniosa sia con l’edificio che ospita il giardino, sia con il sistema Di aree a verde della zona settentrionale della città storica. Il giardino è concepito come uno spazio espositivo en plein air,in cui elementi emblematici, gli “specula”, riflettono e fondono le architetture storiche con le sculture contemporanee collocate nell’area.

La riqualificazione della piazza martiri partigiani avviene attraverso tre azioni progettuali: dotare gli spazi pubblici di una immagine forte e riconoscibile, integrare in maniera organica le funzioni garantendo un assetto multifunzionale efficiente, connettere la piazza ala rete di spazi pubblici della città. Il progetto nasce dalla interpretazione del nuovo ruolo della piazza, che diventa il tetto di un edificio interrato. La sua nuova identità, quindi, non viene nascosta ma palesata attraverso una scalinata urbana che collega il livello zero della piazza con l’edificio interrato generando fluide connessioni sia visive che funzionali.

Il progetto consiste nella riorganizzazione funzionale e nell’ampliamento del presidio socio-sanitario di santa fina, edificio trecentesco nel cuore di san gimignano. L’intervento affronta la questione della contestualizzazione di un nuovo involucro architettonico in un’area storica delicata, dominata dalle celebri torri. Il nuovo corpo di fabbrica viene concepito come un volume aggettante che moltiplica le viste dall’interno dell’edificio sia verso il nucleo storico che verso l’aperta campagna e le verdi colline. Grazie alla collocazione dell’edificio al centro del giardino, portiamo il verde nel cuore dell’edificato. Il giardino e il grande patio ricavato al centro del nucleo storico dell’edificio sono dominate da grandi “torri vegetali”, gruppi di cipressi circondati da sedute. Gli alberi, grazie alla loro spiccata verticalità, dialogano con le torri medievali con cui sono in diretto contatto visivo.

S#plat è un sistema sperimentale di attrezzature per la fruizione della costa rocciosa, basato sui concetti di amovibilità ed impatto zero. S#plat intende contribuire alla diminuzione dell’artificializzazione del litorale, aumentando la fruibilità della costa rocciosa e perseguendo obiettivi specifici: Decongestionare destinazioni turistiche mature, perlopiù localizzate lungo coste sabbiose Differenziare l’offerta turistica Introdurre nuove forme di turismo balneare Distribuire con maggiore equità geografica i profitti turistici Ottimizzare il patrimonio paesaggistico S#plat coniuga la tutela del paesaggio con il suo sfruttamento economico grazie ad un prodotto ad impatto zero, amovibile ed economico.

Il concept di progetto architettonico deriva dall’idea di identificare l’edificio con un nido, in cui le aule si collocano come uova, allo stesso tempo “protette” dalla pelle esterna dell’edificio e “protettrici” di ciò che è incluso nel proprio recinto. I piccoli utenti, i “pulcini” all’interno del nido, vengono accolti da spazi delimitati da superfici curvilinee, che addolciscono la percezione dello spazio e lo rendono fluido. L’articolazione degli spazi proposta fa leva su due prerogative: la facilità di orientamento e lo sfruttamento della aeroilluminazione naturale. L’integrazione con il contesto esistente è assicurata dal potenziamento della connessione tra spazio interno ed esterno, nonché dal rispetto della modularità dei prospetti, la cui durezza è addolcita da una pelle colorata e giocosa.

Il progetto si struttura in modo da costruire una nuova identità dello spazio pubblico, modificando la sua immagine e ricucendo il tessuto urbano che circonda le piazze. A causa di un’altimetria complessa e mal risolta, piazza berlinguer e piazza aldo moro sono teatro di una frizione tra due porzioni della città: quella storica, la “città di sopra” e la zona di espansione, la “città di sotto”. Il progetto prevede di strutturare una rete di percorsi pedonali che riconnetta i flussi delle “due città”, attraverso connessioni pedonali trasversali all’extramuraria, una spina dorsale che struttura il nuovo sistema di percorsi. Il nucleo storico viene riletto come un insieme di dita che proseguono attraverso le due piazze, scendendo verso valle. Il disegno dello spazio pubblico, quindi, deriva dalla ricucitura della trama dei percorsi esistenti e generando un nuovo sistema di attraversamenti integrato nel tessuto esistente, che rendano lo spazio pubblico fruibile e tematizzato.

Il concept di progetto nasce dalla volontà di realizzare un edificio in cui gli utenti possano sentirsi a proprio agio, come a casa. L’ideazione dell’edificio per il nuovo centro civico parte, quindi, dall’immagine iconica di una casa: un elemento rassicurante all’interno di un’area in trasformazione che altera i punti di riferimento della cittadinanza. L’edificio afferisce, nella sua immagine calda e nei suoi materiali low-tech (l’involucro è in gran parte rivestito in legno), più alla palette del parco che a quella della città che cresce. A partire dall’icona della casa, il volume si articola flettendosi all’esigenza di ampi spazi funzionali e di prospettive inedite verso le emergenze circostanti, senza trascurare l’efficienza energetica dell’edificio.

Il concept di progetto nasce dal connubio tra il riconoscimento delle tappe evolutive del quadrilatero storico della fiera del levante e la volontà di rispondere alla sua nuova vocazione di “cittadella aperta”. Il progetto intende razionalizzare il sistema dell’edificato, oggi frammentato, e migliorare la rete e i flussi ed accessi pedonali. Si realizza un sistema di spazi chiaro e funzionale, grazie alle seguenti azioni strategiche: aumentare la densità dell’edificato in cui localizzare le attività permanenti nel settore del quadrilatero più vicino al nuovo padiglione fieristico; realizzare uno spazio pubblico verde in prossimità dell’ingresso monumentale, da cui si aprono gli accessi ai padiglioni ed in cui è possibile insediare attività temporanee ed eventi all’aperto.

Il progetto è chiamato “link ribbon” perché intende riconnettere l’area di progetto con il suo contesto attraverso un nastro ciclopedonale che lo collega sia al nucleo urbano che all’area rurale limitrofa. Le azioni proposte sono: la connessone dell’area con il suo territorio, l’attivazione di un dialogo con i distretti circostanti, l’attraversamento dell’area tramite nuovi connessioni, la sua rivitalizzazione con l’inserimento di nuove funzioni, la realizzazione di un parco residenziale. Il progetto è composto quindi da tre sistemi: il sistema del trasporto che si concretizza nel nastro di connessione ciclopedonale, arteria su cui si articolano spazi e attività pubbliche, un sistema vegetale che viene implementato generando un grande parco ed uno residenziale che si realizza grazie alla riqualificazione e riconversione degli edifici esistenti. A: donauwörth [germania]

Il progetto consiste nella realizzazione di due complessi di housing sociale in una località montana. L’attenzione viene rivolta alla relazione con il contesto (viste, pendenze accentuate, edifici adiacenti, etc.), al corretto orientamento degli edifici e alla qualità di vita tanto degli spazi interni quanto di quelli pertinenziali esterni. A: epalinges [svizzera]

In-out tent hotel è un sistema di ospitalià integrato, che unisce l’esperienza della vita all’aria aperta ed il confort di uno spazio intimo secondo i principi di sostenibilità e reversibilità. è progettato per l’area di changbai, ma è replicabile in ogni area rurale cinese. Si basa su principi che si concretizzano a tre scale. Scala large. Per strutturare il masterplan occorre: identificare l’area, recintarla per assicurare privacy e sicurezza, definire un percorso perimetrale, posizionare attività centralizzate vicino all’ingresso principale, posizionare attività decentralizzate vicino alla strada principale, posizionare le unità abitative all’interno del sito, nel mezzo del paesaggio. Scala medium. In-out tent hotel si basa su un modulo minimo, una tenda che consente grande varietà di aggregazioni e che ha una porzione di paesaggio al suo interno. L’interazione tra questo e quello esterno genera la dualità “in-out” che è il cuore del progetto. Scala small. La tenda è interamente ricollocabile e carbon free. Consiste in una piattaforma di legno, una struttura di portal in acciaio, un tessuto con micro cellule fotovoltaiche, irrigidimenti perimetrali in bambù. La tenda ha varie possibili configurazioni, che vanno da uno spazio 100% aperto, ad uno 100% chiuso, a seconda delle esigenze e della stagionalità. A: changbai [cina]

Il progetto verdeacqua ha l’intento di riqualificare le aree lagunari, intimamente legate all’acqua, tramite interventi di rinaturalizzazione. Il primo obiettivo è quello di estendere il luogo di contatto tra l’utente e l’acqua, sfibrando il percorso lagunare tramite l’inserimento di anelli ciclopedonali sospesi sull’acqua che proiettano il pedone verso il centro della laguna. L’esperienza che ne deriva è emozionante ed empatica. L’operazione architettonica è semplice ed efficace, nonché rispettosa dello stato dei luoghi, di cui si lascia intatto il percorso lagunare esistente: si tratta di operazioni di microchirurgia urbana, con l’inserimento di piccoli nuovi percorsi in legno. Il secondo intento di verdeacqua è connettere visivamente i nuovi punti focali degli interventi, indirizzando la giacitura degli edifici e le visuali verso un non-centro simbolico all’interno della laguna. Ognuno di questi elementi tende verso l’acqua, utilizzandola come mezzo di comunicazione etereo, e si confrontano mutuamente. I nuovi edifici si fondano sulle direttrici tracciate dagli maglia urbana della città consolidata. Dal parco verso la città le nuove architetture “raccolgono” il segno verde del parco lagunare e lo offrono come preludio alla nuova edificazione.

Il progetto si basa su un’idea di rinaturalizzazione di un asse pedonale in area urbana di espansione. Per mezzo di elementi naturali collocati senza soluzione di continuità, si ottiene la ricucitura del legame tra città e campagna. I segni arborei della campagna storica all’intorno permeano il nuovo piano di zona. ‘campi’ circolari e ‘orti’ a trame lineari intrecciate danno vita ad un luogo centrale verde e rafforzano l’idea posta a base del progetto urbanistico comunale. Sono proposte forme semplici, materiali tradizionali e tecnologie di costruzione alla portata della manodopera locale. Un ritorno alle cose semplici fatte di forme, materiali e soluzioni che gli abitanti della nuova periferia possono facilmente condividere e sentire propri, in un’ottica di implementazione del senso di appartenenza al quartiere.

Un intervento integrato al contesto locale. Un edificio aperto e trasparente, dove trovano spazio la cittadinanza e la natura. Uno spazio efficiente, nel rispetto dell’ambiente e a beneficio degli utenti.

L’isolato che include la piazza pedonale e la scuola per l’infanzia riveste un ruolo strategico all’interno del nuovo quartiere. Il progetto parte dal riconoscimento dei flussi perimetrali che lo caratterizzano, che vengono convogliati verso il suo centro generando un cuore pulsante dove si colloca l’ingresso della scuola. Qui un tappeto verde per la sosta e il gioco all’ombra entra in prosecuzione con il patio verde dell’edificio, integrando gli spazi interni ed esterni. Per la progettazione della piazza si presta molta attenzione alla percezione dell’isolato dall’alto, poiché è circondato da edifici molto alti che vi si affacciano. Si gioca quindi con elementi di grafica urbana nella pavimentazione, che ricordano la figura di un albero che nasce dall’ingresso della scuola, ed enfatizzano i flussi verso il cuore dell’area grazie al disegno e all’arredo urbano. L’edificio scolastico è progettato in modo da garantire il medesimo comfort a tutte le aule, dotate di spazi verdi pertinenziali. Le attrezzature sportive si dividono in un’area convenzionale per sport di gruppo ed una informale, con piste di skate e pareti di arrampicata all’interno di un ampio spazio multifunzionale. Le attrezzature comuni vengono pensate per un’utenza avanti con gli anni, per cui lo spazio è suddiviso in moduli di piccola dimensione che garantiscono facile accessibilità e sosta frequente.

Il progetto recupera gli elementi tipici della città di barcellona e del suo paesaggio per l’allestimento della rambla espositiva: la trama esagonale caratteristica della pavimentazione cittadina ed i colori del suo paesaggio urbano si fondono diventando il tema portante del progetto. I padiglioni sono progettati con materiali poveri e leggeri: intelaiatura di legno e rivestimento in pvc. I cromatismi del pavimento si ritrovano in tutte le architetture effimere che strutturano lo spazio. A: barcellona [spagna]