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Maurizio Moraldi

Progettazione e realizzazione di ville unifamiliari - Firenze (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Progettazione e realizzazione di ville unifamiliari
Progettazione e realizzazione di ville unifamiliari

Una serra solare sotto lo sguardo di d' annunzio. - Firenze (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Una serra solare sotto lo sguardo di d annunzio
"o dentro o fuori" gridavano spesso i nostri avi per non trovarsi nella condizione di dover tenere la porta aperta al troppo caldo o al troppo freddo. Questa realizzazione, quantomeno, permette di tenere le porte aperte per lunghi periodi, non solo al sole e alla sua luce ma anche al vento e alla pioggia. La serra solare, come la vicina loggia bioclimatica risultano manufatti che permettono di interfacciare il costruito al clima per divenire veri artefatti di architettura. Questo senza dimenticare che la serra solare in oggetto è risultata particolarmente riuscita nel miglioramento termoigrometrico del manufatto per l'introduzione di specifici accorgimenti e congegni atti ad una costante ventilazione naturale. Attenti e sensibili committenti accettano di arricchire la nuova architettura estendendo l' intervento all'area di pertinenza saldando così l'arte dei giardini con la bioclimartica. Due vasche delimitate con travi ad h (recupero di cantiere) in acciaio corten ospitano il sasso bianco del piave contrastando cromaticamente il tappeto verde del prato all'inglese. In ultimo una foglia di accciaio, modellata da sapienti mani artigiane, è collocata, a sfoggio, sulla pubblica via a coronamento del muro di confine come rinnovata spalla della serra solare. Una curiosa situazione "poetica" ci attanaglia nel traguardare il nostro intervento che, dalla via dedicata al pea, poeta del nostro tempo, ci indirizza verso la "capponcina" su, in alto, per settignano, dove lo sguardo corre al tempo e ai pensieri dell' uomo che fu monumento all'estetica: gabriele d'annunzio.

Spazio e tempo in via faentina 81 La quinta dimensione : il ricordo del futuro - Firenze (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Spazio e tempo in via faentina 81La quinta dimensione il ricordo del futuro
Leggo su wilkipedia che "un impiego molto rilevante del concetto di cronotopo è quello proposto all'interno della narratologia, in particolare dal russo michail michajlovič bachtin, per il quale la categoria tempo all'interno del romanzo riveste un ruolo di estrema centralità. In tale contesto il cronotopo viene a indicare l'interconnessione dei rapporti temporali e spaziali all'interno di un testo letterario". Ebbene , se nel testo architettonico lo spazio è certamente di altrettanta estrema centralità, nondimeno in via faentina 81, al piano primo rialzato, per me, dopo 35 anni di assenza il tempo ha giocato con lo spazio come il gatto con il topo, ............. Finchè, d'improvviso, la marisa e il caloni, come la più limpida delle interconnessioni, hanno riempito di futuro il progetto di modificazione. E mentre si trasformava l'esistente, i loro sorrisi mi aleggiavano intorno dando al cronotopo tutto il suo vero sapore : tortelli di patate mischiato al fumo del tavolo da poker....... Il tutto colorato di verde veneziano.

Giardino in toscana - Firenze (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Giardino in toscana
Il compito affidatoci era chiaro. Sistemare lo spazio esterno di una recente costruzione residenziale in un “giardino”, dati due fattori che non possono variare : 1) il volume edificato della casa; 2) un muro a retta, di altezza due metri, che divide ineluttabilmente “il fuori”, tra uno spazio esterno inferiore piano, a livello dell’abitazione, e uno superiore in pendenza verso il territorio aperto. Lo snodo del tutto ci è subito apparso il muro separatore. Il superamento o annullamento dello stesso, sia ideale che fisico (dislivello), è stato risolto con la realizzazione di un corpo - uno e trino - di elementi simbolici, osservati nel vasto repertorio della villa medicea suburbana: la scala /ponte; il fontanile; il portale. Tale artefatto introduce l’ospite nel giardino inferiore tutto a livello, posato con prato a “pronto effetto”, fioriture in aiuole, e una pianta d’olivo d’ingresso. Un camminamento in pietra arenaria, al centro del prato, collega la terrazza prospettante sul living che, con la parete verticale verde - naturalizzata dal gelsomino in vaso - definiscono un giardino formale quale classica estensione dello spazio abitativo. La scala ponte - un semiarco dove ogni gradino, per il giusto passo, è diverso nella sua pedata e alzata al pari dei più antichi ponti veneziani - attraversando il fontanile introduce al giardino superiore, disposto in pendenza su più livelli. Il camminamento in blocchi di arenaria, realizzato con pietra tratta dal sottostante terreno, attraversa, anche qui al centro, il prato seminato a sedum modellato con muri a semisecco strutturati in terrazzamenti successivi che seguono l’andamento naturale del terreno. Al centro dei piani la messa a dimora di quattro ulivi e, più in alto, un mandorlo e un melograno con due cipressi, sentinelle del secondo ingresso. Qui, per contrappunto al giardino inferiore, tutto concorre, volutamente, ad esprimere un giardino naturale a carattere segnatamente agrario imperniato sul tipo del campo da coltivo della collina toscana.

La fabbrica dei tacchi / the heels factory - Scandicci (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto La fabbrica dei tacchi the heels factory
Tacchificio.......mai, nella mia vita, avevo sentito prima questa parola. Mentre annuivo, come faccio spesso quando non capisco, speravo, prendendo così tempo, in un cenno esplicativo o in un appiglio verbale chiarificatore da parte del mio interlocutore. Ma niente veniva in aiuto, se non la ripetizione di : "tacchificio" ........ Verrà acquisito un nuovo tacchificio". La magica parola, dal suono onomatopeico del punzone della macchina, trasformata nella mia mente in un mantra, mi trascinava oltre la contingenza temporale e, lasciando ormai in secondo piano l'insicurezza della comprensione, mi aveva già traghettato il pensiero nello spazio dell'opificio dove regna sovrana e indiscussa : l'arte del fabbricare. Poi, nella terra del valdarno, accompagnato come in famiglia, ho camminato tra pc, stampanti 3d, macchine cam per i torni a controllo digitale, e infine ho visto la nascita di un tacco, espulso con forza come un atto d'amore. Una meraviglia dell'arte decorativa e dei sincronismi della materia lavorata : tra la scultura ” per via di levare “ dei torni e la modellazione ”per via di porre” delle stampanti. Quando abbiamo realizzato che, in un nuovo spazio dell'area metropolitana fiorentina, insieme alla gualdani costruzioni e alla seven impianti, dovevamo aiutare a esporre migliaia di quei "prodotti" per essere accuratamente scelti da operatori del settore, non ci sono stati tentennamenti. Grazie alla qualità degli oggetti un solo chiaro concetto ci ha guidati nel progettare: attrarre il visitatore in uno spazio museografico, più che in quello di una fiera.

Serra solare in toscana - San Casciano in Val di Pesa (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Serra solare in toscana
Un locale tecnico, con particolari requisiti prestazionali, che ambisce alla dignità di una "architettura bioclimatica" finalizzata al risparmio energetico dell'edificio. Un involucro termico a guadagno diretto di energia passiva posizionato sopra un basamento "scultoreo" interamente rivestito in lastre di pietra "santa fiora". Si accede all'artefatto da tre gradoni che, come sottratti da un blocco granitico, vogliono enfatizzare l'anabasi di un tempio, innalzato sopra alle vigne, al "dio sole". Un omaggio, domestico, a questa buona stella, che con la sua positiva energia fa luce sulla sempre rinnovabile e migliorabile intelligenza dell'uomo planetario.

Una piccola dimora su un ‘ poggio imperiale ’ - Firenze (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Una piccola dimora su un poggio imperiale
….’sempre più difficile ’… come gridava il trapezista sul filo d’acciaio. Una realizzazione frutto di un classico esempio di norme e autorizzazioni contrapposte, concesse da più soggetti istituzionali, a cui deve “sottomettersi” l’azione progettuale per trasformare un rimessaggio d’auto in una residenza.. Un intervento di equilibrio, potremmo definirlo, non solo statico ma soprattutto amministrativo, a cui è dovuto sottostare un piccolo corpo edilizio per divenire uno spazio abitato su un prestigioso colle fiorentino. Il divieto di demolizione - anche per fedele ricostruzione - sommato alla conclamata necessità di nuove fondazioni, svela inequivocabilmente la faccia demenziale e impotente della disciplina urbanistica. L’arte di “arrangiarsi” sul patrimonio edilizio esistente, accompagnata a valide maestranze ed ad una attenta direzione dei lavori, ha infine risolto tutte le problematiche, confermando la scia positiva che fa della “nuova tradizione” del primeggiare sul costruire nel costruito un ossimoro tutto italiano.

Infinity pool in chiantishire - Greve in Chianti (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Infinity pool in chiantishire
Come nella migliore tradizione lo spazio dell'acqua, in esterno alla casa contadina , è storicamente concentrato nella gora d'acqua del lavatoio. Le piscine, di derivazione ludico -turistico -ricettiva, atterrano nelle campagne toscane, a partire dalla metà del secolo scorso, molto spesso come degli oggetti non meglio identificati: coriandoli azzuri gettati nel mare delle verdi ondulate colline visibili da google maps. Di norma questi ufo stazionano - possiamo dire, - prestando il fianco - alla colonica di turno, che si ritrova, con l'occasione, invasa da tale hollywooddiana trasposizione. Ma la terra del chianti, luogo da sempre eletto del contado fiorentino ci ha, come d'incanto, offerto il dono della soluzione che l'architetto, quando capita, ha il dovere di cogliere al volo, come il frutto maturo dall'albero. Blocchi arditi di alberese uscivano dallo scavo creato per la gora d'acqua con le sembianze di sculture già sbozzate da una michelangiolesca natura . E' bastato raccoglierle e sistemarle al meglio come terrazzamenti da sempre esistiti. E' stato un piacere vivissimo progettare senza disegni; una vera liberazione dell'animo e della mente, modellare la composizione del corpo di fabbrica direttamente dalla benna dell'escavatore. La nostra matita è stata infine la semplice parola, declinata in sintetiche e brevi frasi: fermo lì .....più destra......meno sporgente .....fino alla all'esito finale.

Serra solare ipogea - Vaglia (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Serra solare ipogea
Il compito tecnico - amministrativo da risolvere nella realizzazione di questi involucri è per i progettisti molto complesso. Questi, sempre più spesso, sono chiamati - in presenza di inadeguate o assenti normative comunali - a “riempire” il progetto più di giurisprudenza che di architettura. Al contrario, questi “volumi tecnici” da inserire nel già edificato, hanno bisogno di molto design (inteso nel suo significato letterale) finalizzato al loro “corretto” inserimento negli edifici che li devono accogliere. In questo intervento, la particolare soluzione - ipogea - della serra solare ha posto al centro della progettazione il tema della copertura/apertura. E’ proprio il caso di dire che, uno studiato basso profilo, ha salvaguardato l’opera da impropri protagonismi garantendo, al contempo, tutti gli standard prestazionali richiesti dalla normativa regionale.

Un interno a colori primari Il rigore della fantasia - Firenze (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Un interno a colori primariIl rigore della fantasia
Una casa realizzata come ha voluto nora, la committente più decisa di tutta questa cromatica "storia". Ci ha descritto così bene ciò che voleva che tradirla, certo, non si poteva

Il tempio del pollo Un box inossidabile al tempo e all'uso nel mercato coperto di sant'ambrogio a firenze - Firenze (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Il tempio del polloUn box inossidabile al tempo e alluso nel mercato coperto di santambrogio a firenze
Trent' anni or sono un caro amico di nome alberto, avendo visto dei disegni colorati sul mio tavolo da lavoro, apostrofò quanto rappresentato con un folgorante : "ma questo è il tempio del pollo". Così per me è rimasto tale questo piccolo, ma inossidabile, intervento nel secondo mercato ottocentesco coperto di firenze. In questi anni non sono tornato molte volte dentro al mercato, e non ho mai dato troppa importanza a quella realizzazione sempre considerata un pò come una colpa di gioventù (con le decorazioni in finto oro e i marmi del vecchio bancone decontestualizzati a portale di un retrobottega). Poi, l'altro giorno, con un altro alberto (guarda il caso) mentre mangiavo seduto alla trattoria di fronte,guardando e riguardando il "tempio del pollo, dopo trent'anni da quella presunta giovane vergogna ................d'improvviso venivo dal vento rapito e incominciavo a volare nel cielo infinito ........volare oh, oh......nel blu dipinto di blu felice di stare lassù e volavo, volavo felice più in alto del sole ed ancora più su mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù ........... Una musica dolce suonava soltanto per me ........... E mi diceva che è sempre e solo il tempo che determina o meno un tempio, seppure del pollo.

La casa di lisa / lisa's house La luce come modificazione del costruito / light as a modification of the built - Bagno a Ripoli (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto La casa di lisa lisas houseLa luce come modificazione del costruito light as a modification of the built
ristrutturare un immobile spesso significa intervenire sulle parti dell'edificato modificandone la composizione o la struttura. Questa realizzazione ha messo al centro l'obbiettivo di risolvere le problematiche date dall'involucro esistente, in primis attraverso lo "strumento" della luce. Certo, anche la scenografia ha avuto la sua parte ma, al fondo, l'apporto illuminotecnico e di arredo, pur volendo dare una svolta significativa nel raggiungimento di più elevati comfort abitativi, si è orientata nel mantenere quel senso di frugalità - proprio dello spazio preesistente -derivato comunque da una tipologia rurale.

La loggia del drago Uno copertura tra due case: una cerniera tra lo spazio domestico e quello celebrativo del coabitare - Firenze (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto La loggia del dragoUno copertura tra due case una cerniera tra lo spazio domestico e quello celebrativo del coabitare
La luce entra di taglio seguendo le fasce inclinate di lamiera del brise-soleil. Osservata da altra angolazione, la copertura della loggia, come una doppia faccia, appare "muta", senza aperture zenitali. La gronda, sul lato di raccolta delle acque meteoriche, si prolunga verso l'esterno e si conclude con la catena di sgrondo che furiesce della gargolla di una bocca di drago. La lingua, tinta di rosso, è un omaggio plastico alla forgiatura del fabbro esecutore.

Terrazze fiorentine - terraces florentine La cucina sopra i tetti - the kitchen above the roofs - Firenze (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Terrazze fiorentine - terraces florentineLa cucina sopra i tetti - the kitchen above the roofs
dalla necessità di dover rifare il pacchetto di copertura del tetto di un fabbricato a tre piani fuori terra è maturata l'intenzione di rivisitare la parte piana a lastrico solare come estensione in quota dell'abitare all'aperto. Si è così dato forma a due necessità funzionali prevalenti: la schermatura visiva da e verso i palazzi circostanti e la protezione ai fini della sicurezza sul perimetro di affaccio. Non appagati si è sviluppato il tema, più voluttuario, del cooking outdoors relaizzando una cucina - en plein air - schermata e coperta da una speciale pergola bioclimatica di coronamento a protezione dal soleggiamento e dalla pioggia. Infine, la rinnovata copertura è stata realizzata interamente e, scrupolosamente, secondo la normativa sulla sicurezza contro la caduta dall'alto.

Woodlight Luce senza terra - Vaiano (PO)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto WoodlightLuce senza terra
Il neologismo anglofono woodlight rende al massimo l'idea di fondo: 'legno' per fare 'luce' sulle nuove frontiere dell’ ambiente, della natura del paesaggio. Oggetti pensati perché nei parchi come nelle piazze, nei sentieri come nelle strade, si dia ragione di ciò che l’uomo deve agli alberi e al legno. Una sorta di omaggio ad un materiale che, senza mediazioni di sorta, è, semplicemente, 'naturale' e verso il quale non abbiamo debiti più antichi e profondi. L ’albero sfrondato ha sorretto l’ingegneria del legno fino alla metà del xviii secolo : dalla trasmissione nei mulini a vento, all’albero maestro nella navigazione, fino al pilone per la trasmissione nelle linee telefoniche o elettriche. Possiamo, con certezza, affermare che il suo contributo nel campo delle energie rinnovabili è connaturato alla storia stessa del suo utilizzo nella cultura materiale e, in definitiva, alla crescita complessiva della civiltà umana. Oltre l’albero sfrondato, quale primario elemento di supporto (1), altri due sono stati da sempre i fattori su cui si è basato tutto l’artefatto energetico rinnovabile: il corpo supportato (2) l’energia prodotta (3) il sistema woodlight 3l (legno, led, luce) ha voluto coniugare tutti e tre i fattori ad altrettante virtù ambientali. Al primario elemento (1) costruito in legno si è infatti unito il corpo supportato con tecnologia a led (2) e ultimo, ma non ultimo, la autoproduzione di energia elettrica ad isola con kit fotovoltaico (3).

Il decoro come decorazione - the decor as decoration - Firenze (FI)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Il decoro come decorazione - the decor as decoration
Interni a san paolino: firenze Il contegno e la dignità, come il lustro o il prestigio degli ambienti, maturano sin da subito, o meglio, nascono nel principio - inteso nel doppio significato di cominciamento e di criterio - degli strati finali, ......ultimi, .......visibili dell’opera eseguita. La pelle delle pareti, come i riflessi del parquet o il rilievo di una cornice traghettano queste decorazioni dentro l'aspetto materico, ultimo della forma fisica visibile. Ci è stato altresì insegnato che l'ornamento è delitto (adolf loose ; ornament und verbrechen) e anche che le fatiche, come gli studi accurati degli schemi strutturali o degli impianti, non devono necessariamente rimanere esteticamente sottotraccia, nella realizzazione di un'opera. Ecco che con l'avvento dell'homus airbnbner, ospite predominante nelle attuali città d'arte, la cifra di un'immediata, quanto necessaria, familiarizzazione dello spazio abitabile si misura proprio nella capacità dello stesso di ridurre l'aporia ornamento /delitto. Ebbene, in un piccolo appartamento che si riversa sulla facciata di san paolino (fondazione 335 ) l'architetto e la committente, hanno fatto incontrare il decoro performante e la decorazione ornamentale e, certamente quasi per magia, senza commettere crimini irreparabili.

Collalbrigo : un borgo nell'osteria - Conegliano (TV)

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Archisio - Maurizio Moraldi - Progetto Collalbrigo un borgo nellosteria
A conegliano il restauro si fa volano del recupero urbano Ci sembra proprio il caso di dire che... A conegliano nove mesi di silente e operoso lavoro hanno l'osteria a nuova vita restituita. Fuori dalla rima, qui, sul colle più ridente della marca trevigiana, gli aspetti immateriali come il significato, la storia, la memoria collettiva hanno pesato non meno di quelli materiali, propri dell'opera di restauro e di recupero edilizio. Quel mix complesso e interdisciplinare del trasformare nel conservare è stato, nell'osteria di collalbrigo, amalgamato in salsa gourmet con due ingredienti indispensabili: il rispetto dell'esistente e le risorse materiali e immateriali disponibili. Parafrasando di nuovo l'arte culinaria, la prova paradigmatica da svolgere rimane da sempre, i grandi chef lo sanno bene, come cucinare con le uova a disposizione una buona frittata. Ovvero rintracciare e esaltare, con il progetto di restauro dell'edifico che ospita da sempre una storica osteria veneta, i valori identitari e tipologici di un territorio dove l'architettura è paesaggio agrario. Un intervento con modifiche strutturali mirate, sia sull'edificio originario (nuova sala con doppio volume e finestre di richiamo al piano di copertura) che nel resede dell'ex pallaio (nuova loggia per ombre all'aperto) in modo da far svolgere all'edificio, nella contemporaneità, una funzione commerciale declinata nella ristorazione e dotata di tutti i comfort e i requisiti normativi e tecnico funzionali per l'involucro, la bioclimatica, le strutture, l'acustica, l'illuminotecnica e gli impianti. Poi tutto è andato rapidamente avanti con soprintendenze, geni civili, istanze amministrative, gare e appalti con premiate imprese, ingegneri amici e trovati, divenuti fratelli nel viaggio; disegni digitali e fatti sui muri per velocizzare un' apertura fortemente da tutti voluta in tempi più mitteleuropei (uomini pensanti di karlsruhe, di brunico e di bressanone erano al nostro fianco) che italiani. Ma, detto ciò, la piena consapevolezza del risultato raggiunto ci è stata data da un sarcastico quanto illuminante commento della committenza che di fronte al montaggio della nuova struttura esterna in ferro ha sentenziato: "sembra proprio un reperto bellico". Ci sono balzati subito alla mente i pensieri, che in treno, venendo dalle nostre colline toscane, ci interrogavano su quale potesse essere stata la vita in quell'osteria su un colle al centro di un teatro di guerra che guardava a nord alle gallerie del san boldo, con la via di fuga austro ungarica e, a sud al piave mormorante e al montello. Ecco, in quei ricorrenti e intensi pensieri, forse evocati dalla scolarizzata adolescenza, è maturata (inconsciamente ?) una estetica della ruggine del tempo, patina corten della nostra piccola architettura, qui guidata e svelata dalla memoria di un nobile, sacro, territorio.
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