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Giovanni Fiamingo

Riqualificazione fontenuova - Fonte Nuova (RM)

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Archisio - Giovanni Fiamingo - Progetto Riqualificazione fontenuova
2010 Fonte nuova Arch. Giovanni fiamingo (capogruppo) Coll.: antonio coco, mario covello, alessandro de luca, lucia la giusa, francesco miroddi. Geometrie + recinti + pieghe Precisa richiesta del bando di concorso era di legare in maniera inscindibile le questioni specifiche poste alla dimensione del singolo oggetto di arredo a quelle più generali della delimitazione dei comparti urbani omogenei e delle zone sensibili. Ciò è certamente stato decisivo nella definizione di un'idea guida che ha cercato di riassumere un'aspirazione antica e moderna al tempo stesso: l'unità fra la piccola e la grande scala. Per essere veramente incisiva e condivisa, una operazione di riqualificazione urbana complessa come quella auspicata, dovrebbe necessariamente puntare su elementi dalla forte ed immediata riconoscibilità figurativa e spaziale. Dovrebbe attingere, insomma, alla arcaica forza del mondo degli "archetipi". Lo studio del territorio ha in effetti svelato delle inattese geometrie, affioranti dalla compagine urbana ma anche dal modellato arcaico e consolidato del circostante paesaggio. Le plastiche masse dei covoni che punteggiano il paesaggio agreste della campagna romana si sono così allineate a triangoli, cerchi, curve ed assialità già presenti e caratterizzanti il tessuto urbano della cittadina, facendo affiorare nella nostra memoria le stereometriche volumetrie lecorbuseriane. La strategia di progetto, propone una riqualificazione per "punti" e per "linee", simultaneamente associata ad una capillare azione di rimozione degli elementi di degrado della qualità urbana, denominati "fattori erosivi". In particolare, gli interventi "lineari", ispirati alle tematiche dei woonerf olandesi, abbracciano il sistema strada-marciapiedi, inglobando tutti gli slarghi e gli spazi residuali adiacenti, e definendo diverse tipologie di comparti omogenei. Essi si strutturano secondo un principio di riappropriazione dello spazio urbano, attraverso misurati movimenti di suolo e contrazioni-dilatazioni del rapporto fra lo spazio pubblico e quello privato ed individuano sostanzialmente una azione di riqualificazione della sezione stradale e delle sue attuali criticità.

Progettazione di interni - Milazzo (ME)

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Archisio - Giovanni Fiamingo - Progetto Progettazione di interni
Progetti di interni

Complesso parrocchiale - Oppido Lucano (PZ)

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Archisio - Giovanni Fiamingo - Progetto Complesso parrocchiale
Progettazione di una parrocchia

Ground fold - Milazzo (ME)

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Archisio - Giovanni Fiamingo - Progetto Ground fold
Fattoria in capo milazzo. Questo progetto vive sostanzialmente di legno, terra e soprattutto di ombre.

Orti volanti - Palermo (PA)

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Archisio - Giovanni Fiamingo - Progetto Orti volanti
2010 Orti volanti: un progetto di riconnessione urbana e paesaggistica a palermo Arch. Giovanni fiamingo (capogruppo) Con arch. Marina cimato Coll.: vito la spina, ramona rometta Consultazione ad inviti organizzata da: università degli studi di palermo, ricerca miur prin 2007 "riqualificazione e aggiornamento del patrimonio di edilizia pubblica. Linee guida per gli interventi nei quartieri innovativi iacp nell'italia centromeridionale" - coord. Naz. Prof. Benedetto todaro "palermo: quartieri, periferie e città contemporanea" - resp. Unità ricerca prof. Andrea sciascia Premessa metodologica Il progetto interviene su un contesto molto degradato della periferia palermitana, corrispondente all'area definita dai quartieri bonagia e falsomiele-borgo ulivia: adiacenti sulla carta, ma inesorabilmente separati dai pochi metri del trafficato viale della regione siciliana. La proposta progettuale doveva definire sia un sistema di spazi verde quali elementi di relazione e riqualificazione ambientale fra i due quartieri, sia la loro riconnessione fisica tramite l'attraversamento del viale. L'area d'intervento appare caratterizzata da profonde “lacerazioni” urbane che nel tempo hanno messo in crisi la misura e i valori dello spazio pubblico. Fra queste lacerazioni salta agli occhi il fuori scala abitativo e urbano che contraddistingue uno dei due quartieri, e che insinua il dubbio sulle capacità miracolose di un verde pubblico quando si trovi a confrontare con i dodici e passa piani dei palazzoni intensivi del quartiere bonagia. Inoltre, questi luoghi sono caratterizzati da una strutturale carenza di servizi e anche da un diffuso degrado urbano; oltre che da un uso veramente privato dello spazio pubblico che fagocita e smarrisce le sottili trame e le sapienti geometrie razionaliste del quartiere falsomiele-borgoulivia. Dappertutto si evince una totale assenza di relazioni fra i tessuti urbani e lo straordinario paesaggio che li circonda. Appare quindi particolarmente stridente l'evocazione toponomastica e astratta di una natura oramai definitivamente lontana da questi luoghi: via dell'airone, della pernice, dell'ermellino, del pellicano, etc. Come in un paesaggio metafisico, gli elementi dell'abitare si affastellano estraniati ed estranianti, restituendo una condizione abitativa dominata dal logotipo dello “sradicamento”. Eco-monstrum – analisi dell'esistente I grandi vuoti del quartiere falsomiele-borgo ulivia contengono, infatti, una dimensione metafisica che li allinea inequivocabilmente alla tradizione italiana sullo spazio pubblico. Come nelle piazze dechirichiane, hanno luogo e vi si ritrovano enigmatiche apparizioni: queste piazze e questi slarghi immensi, come i vuoti interni delle corti razionaliste esistenti, sono spesso luogo di affastellamento di inutili recinti. Anche quanto contengono sparuti inserimenti arborei, veri e propri simulacri di natura, sono spesso inaccessibili e solamente ornamentali. In realtà, il paesaggio risulta fortemente contrassegnato dalla presenza di due veri e propri ecomostri: i titanici palazzoni intensivi del quartiere bonagia e la grande arteria stradale del viale della regione siciliana. Per contro, l'importante presenza del fiume oreto e delle sue valenze naturalistiche è pressoché dimenticata e assente. Corridoio o soggiorno ecologico? In definitiva, più che di consolatorie aree verdi e di rassicuranti servizi sportivi, quest'area sembra necessitare di ritrovare un ordine e un ristabilito rapporto con la natura. La questione è definire con quale natura confrontarsi. Il progetto propone un corto circuito tra la dimensione arborea del richiesto corridoio ecologico, quella urbana delle necessarie e impegnative dotazioni di servizi utili a rinsaldarne le parti e ricostruirne le capacità abitative, e quella meramente funzionalista della riconnessione fisica (cioè l'attraversamento del viale della regione siciliana). Fra ironia e utopia, si viene a definire un progetto “interrotto”; un frammento che vuole però confrontarsi con la scala generale del paesaggio circostante: quasi un fossile affiorante dal terreno e dalla natura stessa dei luoghi. Un fossile, che tuttavia avrà un problema “scalare” da risolvere o, almeno, da porre. Per questo motivo, ironicamente, il “corridoio” cederà il posto al “soggiorno” ecologico e la metafora dello “sradicamento” condurrà verso il disegno di veri e propri “orti volanti” lanciati a riconnettere fisicamente e paesaggisticamente le due parti. Questi orti/corridoio ecologico, sollevati alla quota delle intense volumetrie antistanti, sono in definitiva offerti anche alla cittadinanza e risultano capaci di accogliere spazi per il gioco e il relax, recuperando la presenza degli antichi agrumeti e delle colture tipiche. Rispetto alla loro collocazione a terra, nel bel mezzo di tante trafficate arterie veicolari, individuano senz'altro una condizione naturalistica più funzionale all'accoglimento ecologico ricercato. Il loro sollevamento, ospiterà tutte quelle funzioni e quei servizi oggi assenti, definendo un nuovo baricentro, al contempo propulsivo ed attrattivo, funzionale al riscatto urbano del luogo. Orti volanti - strategia progettuale Il progetto, dunque, propone un'idea di “verde” che abbandona lo stereotipo ornamentale per riconquistare una idea arcaica di giardino: gli orti urbani. L'esigenza di coniugare la dimensione ecologica dell'orto con quella della vera e propria autostrada di biossido costituita dal viale regione siciliana ha suggerito di sradicare tali orti e di proiettarli in alto, facendoli volare verso la riconquista di una maggiore salubrità aerea e paesaggistica. Tale idea di “sollevamento” e “sradicamento” ha permesso, con un solo gesto architettonico, di risolvere i principali problemi di quest'area: - la dotazione di un vero ed adeguato corridoio ecologico, opportunamente allontanato dal prepotente inquinamento e frastuono urbano sottostante; - la soluzione della connessione fra i due quartieri; - la collocazione di buona parte dei servizi necessari alla rivitalizzazione di questi luoghi, posti nello “spessore” dello stesso sollevamento. Per tale ragione il progetto si snoda attraverso pochi elementi che, nella loro mutua interazione, organizzano tale spazio e sviluppano una “promenade” di riconquista dei luoghi e del paesaggio. Innanzitutto questi orti urbani “volanti”, partendo dalla misura razionalista presente nel quartiere falsomiele-borgo ulivia e, sollevandosi da terra, tagliano l'ingombrante visuale dei palazzoni del quartiere bonagia. L'immagine di una vera e propria collina artificiale si con-fonderà con il profilo di monte grifone, restituendo la misura sottratta a questo ambito urbano Essi definiscono una serie di tre elementi concatenati. Il primo elemento è un vuoto: una piazza scavata che ripropone la dimensione in “negativo” di un isolato. Incassata nello spessore della terra, e mantenuta vitale da una cospicua dotazione di attività commerciali, risulta definita da piani inclinati di verde e da sistemi di scalinate/gradonate capaci di ospitare varie attività collettive, da svolgere all'aperto. Il secondo elemento è un grande recinto sollevato da terra, che racchiude un primo sistema di giardini pensili attestati alla stessa quota dei tetti degli edifici razionalisti circostanti; e raggiungibili da piani inclinati, scale e ascensori urbani. Dentro questo recinto aereo, pieni e vuoti intrecciano una spazialità che si articola nelle molteplici funzioni pubbliche ospitate (auditorium, uffici circoscrizionali, scuola materna, ambulatorio e laboratori artigianali, caffetteria, etc.). Il terzo elemento è definito dai grandi giardini aerei che scavalcano il viale della regione siciliana, che raggiungono e si confrontano con le proporzioni dei grandi insediamenti intensivi antistanti. Sotto i grandi giardini saranno ospitate molteplici attività (dal centro commerciale alle attrezzature sportive, alla biblioteca, etc.); ma soprattutto si strutturerà una grande piazza/ponte di attraversamento e collegamento fra i due quartieri, interamente pedonale e dotata di tapis roulant, ascensori e scale che ne collegheranno le varie quote fino ai superiori giardini.

Architettura rovesciata - Favara (AG)

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Archisio - Giovanni Fiamingo - Progetto Architettura rovesciata
2003 Titolo Architetture rovesciate Arch. Giovanni fiamingo (capogruppo) Coll. M. Pino, s. Geraci, g. Giancone, r. Mistretta, m. Pino Questo lavoro sul centro storico di favara risente della suggestione ricavata dai suoi dintorni. L’immagine dello scavo sulla viva roccia (delle “tombe a grotticella”, tracce di vari insediamenti preistorici; dei resti delle abitazioni del periodo greco, sulla montagna sacra caltafaraci; dei residui industriali delle numerose miniere di zolfo) si staglia prepotentemente sullo skyline ben noto e archetipico dei templi di agrigento. Analogamente, la cittadina esprime al suo interno tensioni orografiche e topografiche simili, producendo luoghi dalla forte valenza spaziale, come i “sette curtigghi”. Ovunque, le variazioni altimetriche producono interessanti movimenti di suolo, impreziositi qua e là di quel che resta d’antichi basolati. La determinazione dei luoghi d’intervento, o del “punto”, della “linea” e della “superficie”. Il cuore medievale di favara necessita diffusamente d’interventi progettuali. L’immagine del crollo edilizio, che punteggia il borgo antico, ha suggerito di lavorare con “frammenti architettonici” da localizzare sulle linee-forza del corpo urbano, dalla tipica “forma” a pesce. Gli interventi, concentrati in punti critici del tessuto, individuano una promenade le cui “tappe” sono degli oggetti d’architettura “complementari” l’uno all’altro; idealmente ottenuti dallo smontaggio concettuale delle parti di un edificio. Queste parti interagiscono con il contesto, approfittano qua e là di piccoli giardini spontanei, di muri crollati, di articolazioni altimetriche, per ricavarne occasioni d’architettura. Esse intervengono sempre sullo spessore della linea di terra, come occasione per rinsaldare il legame fra oggetto e contesto. I luoghi dove si concentrano gli interventi sono fondamentalmente due, e sono definiti dal sistema puntiforme di piazza giglia e da quello lineare di via umberto. In tal maniera, si vuole definire una superficie strategicamente utile all’intervento sulle complesse problematiche del centro storico. - su via umberto, in parziale coincidenza con la via sacra. Qui una serie di azioni architettoniche (completare, scavare, collocare, estrarre) viene distribuita in una promenade architecturale, ridefinendo i suoli, un bar, una banca e una piazza. - su piazza giglia, sede della storica fontana giarritella e occhio del “pesce”. Questo storico luogo industriale ha perso nel tempo le importanti architetture che ne definivano la spazialità, ma non la suggestione arcaica del suo rapporto con il paesaggio: circondato da un diffuso degrado, pone la necessità di una ridefinizione del suo “centro”. Sostanzialmente, alcuni oggetti architettonici, collocati con funzione monumentale, vengono “rovesciati” per ristabilire il legame fra architettura e suolo. All’interno di quest’articolazione della linea di terra, il luogo viene dotato d’appositi servizi (dei chioschi, un parcheggio ipogeo, un museo, un bar, dei giardini). Passeggiare Su via umberto si propone una passeggiata architettonica, parzialmente sovrapposta a quella sacra, che riconnette alcuni luoghi critici del centro storico. Le “tappe” del percorso sono individuate da un’azione architettonica, di seguito specificata. Completare Il punto d’avvio della promenade: è uno slargo in cui è collocato il calvario, un recinto sacro ottocentesco sormontato da tre croci. Si “completa” il solo disegno di suolo, prolungandolo come un tappeto lapideo per tutta via umberto, a riconnettere i luoghi d’intervento. Scavare Un recinto ricostruisce il volume di un piccolo edificio d’angolo. Tale atto costruttivo risulta sospeso sulla propria “cava”, su un complementare volume ricavato per scavo che ne risucchia sottoterra i piani abitativi. Questo piccolo bar propone entrando un grande vuoto definito dalla luce che attraversa i varchi degli infissi per poi accompagnare verso una discesa nello spessore del suolo. Collocare In questo punto di via umberto, un’altra assenza edilizia, stavolta interna all’isolato, dialoga con brusche e improvvise variazioni di quote che generano diversi sistemi di scale urbane. Il lotto è “scandito” da alti frammenti murari, lacerti della precedente costruzione. Tali setti, con le alberature spontanee che si sono formate con il tempo, vengono mantenuti. Anzi, il nuovo edificio “collocato” assume la configurazione di uno spesso muro che accoglie le funzioni di una banca. Allineandosi ai volumi adiacenti e ai sistemi di vicoli esistenti, si segnala quasi come sospeso su via umberto, grazie ad uno scarto del fronte urbano. Tale volume risulta poggiato sopra un sistema di scale urbane, simili a quelle già esistenti, che riconnettono i salti di quota e sotto cui viene ricavato un bar che si espande nei piccoli giardini recuperati. Il sistema di scale e passerelle collega via umberto con un retrostante vuoto edilizio definito da un alto muro. Dentro questo recinto viene progettato un giardino pensile con sottostante prolungamento della banca. Estrarre Opposto al calvario, questo luogo possiede un’altrettanto forte valenza simbolica. Qui confluiscono e vengono raccolte le acque piovane del centro storico, anticamente molto ricco di sorgenti. Il progetto “estrae” dal luogo i propri materiali: il collettore dell’acqua con i suoi gradoni di raccolta suggerisce il disegno di una piazza gradinata, piccolo anfiteatro urbano; il muro determinato dal dislivello esistente fra le strade viene ispessito e portato all’altezza delle adiacenti costruzioni. Il suo spessore ospiterà il ridisegno dell’attuale fermata dell’autobus e del piccolo chiosco mobile, e una rampa di risalita da cui poter osservare il castello e la cupola del duomo. Rovesciare Il diffuso degrado che connota e circonda piazza giglia, conduce alla necessità di una riappropriazione del “centro” di tale luogo e delle sue valenze paesaggistiche. Sostanzialmente, alcuni oggetti architettonici, collocati con funzione monumentale, vengono “rovesciati” per ristabilire il legame fra architettura e suolo attraverso un’articolazione della linea di terra. Tali oggetti dialogano, così, con la propria "cava" e sono ulteriormente corrosi da azioni di scavo, che coniugano valori modellistici a suggestioni topografiche e telluriche. Essi sono: - la dotazione fissa del mercato settimanale, integrata con un giardino, e il suo scavo complementare: un parcheggio ricavato nello spessore del suolo; - il recinto di verzure, memoria dell’antico “giardino delle palme”, con i piani inclinati che lo prolungano verso lo scavo che conduce al parking; - la piramide-bar; - lo scavo, attraverso piani inclinati di verde e ampie rampe di accesso, dell’attuale piazza come complementare agli oggetti architettonici che la definiscono. - l’edificio museale, in bilico sulla grande cavità, sul cui fronte è rovesciato “in negativo” l’antico impianto planimetrico di favara. Nei vuoti ottenuti, si realizza un museo en plein air percorso da un fluido sistema di rampe. Da qui, si potrà osservare una parte dei preziosi reperti collocati, di cui il circondario è ricco e, in trasparenza, il paesaggio naturale e architettonico di favara.

Lungomare di riace - Riace (RC)

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Archisio - Giovanni Fiamingo - Progetto Lungomare di riace
2005 Nuovo lungomare di riace Arch. Giovanni fiamingo (capogruppo) Coll. Antonio coco, mario covello, alessandro de luca, lucia la giusa, francesco miroddi Il presente progetto non è riducibile ad una semplice operazione di restyling urbano. Le specifiche condizioni contestuali non lo consentono: ad una attenta osservazione questo piccolo centro urbano si fa specchio della realtà calabrese e del suo desiderio di riscatto. Con il suo nucleo storico intatto e arroccato su una collina e con una espansione litoranea considerevole e non esemplare, riassume da un lato i caratteri di spettacolarità del paesaggio regionale, dall’altro i segni di un territorio devastato da una urbanizzazione selvaggia e meramente “speculativa”. Se a tutto ciò aggiungiamo l’aura dei bronzi, il loro essere icona di caratura internazionale, capace di rappresentare egregiamente l’immagine culturale e storica della regione calabria, se ne deduce come una operazione di riqualificazione urbana della cittadina possa divenire fulcro di un processo di riscatto capace di estendersi oltre la stessa riace e il suo immediato circondario. Del resto, riace, nota nel mondo come la città dei bronzi, risulta realmente caratterizzata dal peso della loro “assenza”, dalla metafora della loro “sottrazione” e dall’aura di questi reperti. Nulla di significativo è stato fatto finora per valorizzare tanto la loro reale forza iconica, quanto il luogo di ritrovamento. Tuttavia, la loro eleganza riecheggia ancora la centralità culturale che in passato questi luoghi, e la calabria in genere, hanno avuto. In opposizione alla recente “idea” della clonazione dei nobili guerrieri, questo progetto esplora la possibilità di coniugare la loro immagine in “negativo” all’economia locale, stabilendo un principio di complementarietà fra i bronzi e la cittadina calabra. La loro immagine assente cerca dunque innescare un processo “rovesciato” di sviluppo e riqualificazione, centrato sui valori di una figurazione “differente”, anziché dell’affastellamento dei facili stereotipi che oramai invadono i nostri centri consolidati e le loro espansione litoranee.

Parco solare sud, reggio calabria - Reggio Calabria (RC)

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Archisio - Giovanni Fiamingo - Progetto Parco solare sud reggio calabria
2010 Parco solare sud, reggio calabria Arch. Giovanni fiamingo (capogruppo) Con arch. Carla martire, agr. Roberta andaloro, fis. Laura andaloro Coll.: vito la spina, maria chiappalone Premessa metodologica La soluzione proposta dal bando di concorso è da noi ritenuta inaccettabile/inadatta perché colloca il parco solare fra le due carreggiate veicolari (meglio: due autostrade di biossido): quella di riconnessione fra gli abitati di scilla e bagnara e quella ancor più imponente del nuovo asse autostradale. L'idea progetto propone di ribaltare l'uso delle carreggiate, così come (quanto) proposto dal bando di concorso: quella (la carreggiata) sud-nord - a monte - verrà da noi adibita al transito veicolare, mentre quella nord-sud - a valle - si strutturerà come una promenade paesaggistica, capace di accogliere anche gli spazi per la sperimentazione e per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per la ricerca e la successiva applicazione di nuove tecnologie sostenibili. Questa soluzione permetterà di evitare di tagliare/interrompere/inquinare la vista del paesaggio godibile dalla nuova promenade con il transito delle sottostanti vetture e proietterà con decisione il visitatore sullo spettacolare scenario dello stretto. Concept: dalla green-way alla mito-way Il parco solare non può essere una semplice e consolatoria green-way: deve certamente rapportarsi al paesaggio "naturale", ma soprattutto deve relazionarsi con quello "culturale" che lo caratterizza. La forte presenza del mito (scilla e cariddi, la fata morgana, l'antistante grotta di polifemo, etc), le suggestioni dello stretto di sicilia, lo scenario delle eolie, il profilo dell'etna, sono tutti elementi importanti di un paesaggio che sebbene inscritto "dentro" la natura si è certamente esteso ben oltre la specificità del contesto d'intervento: l'arcaicità del luogo, dei suoi caratteri, ci ha suggerito di caratterizzare il parco anche attraverso l'evocazione dei suoi elementi fondamentali: l'acqua, la luce/fuoco, l'aria, la terra. Caratteristiche tecniche e metodologiche Il parco solare si struttura attraverso due percorsi: Quello che recupera la vecchia sede autostradale e un "parallelo" percorso ciclo-pedonale che riutilizza le aree e le strade di cantiere per proiettarsi verso le pieghe montane adiacenti. I due percorsi si incrociano e si relazionano in più punti. Da essi è possibile anche accedere ai punti nodali e di servizio del parco. Lo spirito che anima questi due percorsi paralleli è infatti la sinergia tra i valori paesaggistici, quelli culturali e quelli "sportivi" legati alle varie attività esercitabili nel parco: il museo della terra, i centri di sperimentazione sulle energie rinnovabili, le attività di volo in parapendio (viadotto favazzina), quelle di volo in mongolfiera (viadotto sfalassà), ciclismo, jogging, etc. La sezione del percorso principale (sulla ex sede autostradale) attraverso una lieve modifica dell'impalcato delle travi dei viadotti (sfruttando cioè l'enorme sezione di questi manufatti) organizza dei veri e propri giardini pensili, lanciati in aria e verso il paesaggio dello stretto. I dispositivi di affaccio e di protezione dal vuoto si prolungano per generare un ombraio continuo di elementi fotovoltaici ,capaci di produrre l'energia sufficiente per alimentare tutte le attrezzature del parco. La stessa sezione della promenade ospita una tecnologia piezoelettrica, capace di generare ulteriore energia con il semplice passaggio dei pedoni. Costo di massima dell'idea di progetto Molte delle opere previste nel progetto si prestano alla creazione di sinergie economico-ambientali che, sopratutto attraverso lo strumento del project financing, permetterà di ridurre notevolmente l'impatto economico dell'insieme. Una stima sommaria dell'intervento prevede un costo di circa euro 20.000.000,00.

Piazza del pescatore furnari - Furnari (ME)

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Archisio - Giovanni Fiamingo - Progetto Piazza del pescatore furnari
Piazza del pescatore furnari

Puca house milazzo - Milazzo (ME)

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Archisio - Giovanni Fiamingo - Progetto Puca house milazzo
Puca house milazzo

Residence greenlife milazzo - Milazzo (ME)

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Archisio - Giovanni Fiamingo - Progetto Residence greenlife milazzo
Residence greenlife milazzo

Resort e centro benessere carlentini - Carlentini (SR)

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Archisio - Giovanni Fiamingo - Progetto Resort e centro benessere carlentini
Resort e centro benessere carlentini
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