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Cristina Rampazzo

Restauro di un piano nobile palazzo attribuito a g. Jappelli - anno 1999/2001 - Padova (PD)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Restauro di un piano nobile palazzo attribuito a g Jappelli - anno 19992001
Questo intervento di restauro interessa il piano nobile di un palazzo neoclassico, edificato sulla base di un progetto attribuito a giuseppe jappelli (padova, i rilievi del centro storico a cura di gaetano croce. La garangola, 1988). Principio conduttore del progetto è stato la deferenza nei confronti dell’importante materiale storico stratificatosi nell’edificio nel corso degli anni, che rimane in attesa di essere svelato. Nella seconda metà del novecento il piano nobile aveva subito ingenti trasformazioni: dall’ alterazione dell’assetto spaziale, dovuta al frazionamento delle stanze attigue al salone passante, alla copertura di tutte le superfici sotto un’uniforme scialbatura delle pareti, un rivestimento in linoleum dei pavimenti e la controsoffittatura di gesso. L’intervento ha ripristinato l’ariosa disposizione degli ambienti laterali e ha riportato alla luce rilevanti aspetti di pregio: la pavimentazione a terrazzo alla veneziana, le copiose decorazioni parietali, i solai lignei originali. Degli apporti novecenteschi è stato mantenuto e valorizzato l’ampliamento semicircolare del salone, destinato a zona pranzo, proteso verso il cortile interno con una parete ad arco definita da una serie di finestre che catturano la viva luce del giardino versandola con abbondanza nello spazio interno del salone passante.

Casa 2n - anno 2008/2010 - Campolongo Maggiore (VE)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Casa 2n - anno 20082010
Progetto e direzione lavori La storia del luogo diventa il punto di partenza Siamo in un paese della provincia di venezia, campolongo maggiore. Un paese di campagna ancora caratterizzato da vaste aree verdi, da terre coltivate a frumento, granoturco, dove ancora si possono scorgere molti esempi di case rurali ben conservate e abitate, immerse nel verde dei loro giardini e dei loro orti. Da questi elementi si coglie il senso di armonia, purezza e tranquillità e si trae la guida per non uscire dal contesto in cui l’opera architettonica deve inserirsi. Il nuovo volume edilizio coglie le tracce della tradizione, interpretandole in chiave contemporanea per meglio adattarle alle nuove esigenze abitative.

Ristrutturazione di un appartamento anni 70 - anno 2014/2015 - Piove di Sacco (PD)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Ristrutturazione di un appartamento anni 70 - anno 20142015
Ristrutturazione di un appartamento anni 70 - anno 2014/2015

Edificio residenziale per 12 unità abitative - anno 2011 - Campolongo Maggiore (VE)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Edificio residenziale per 12 unit abitative - anno 2011
Progetto con permesso di costruire Il luogo Il luogo è un lembo di paese immerso nella campagna: il piano di lottizzazione interessa un’area compresa tra il centro dell’abitato e il circondario rurale. Il progetto occupa un lotto sul quale il piano regolatore comunale prescrive la costruzione di un condominio, tipologia edilizia non sempre facile da inserire architettonicamente in un contesto extraurbano.

Restauro di un edificio razionalista - anno 2001/2003 - Padova (PD)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Restauro di un edificio razionalista - anno 20012003
“il piccolo edificio razionalista, nella corte interna di un palazzo antico nel centro di padova, viene recuperato attraverso un rigoroso restauro che restituisce pienamente gli spazi interni, il rapporto con il giardino e valorizza la qualità delle finiture dei primi anni del novecento.” Giuria presieduta dal prof. Carlo magnani L’edificio oggetto di recupero sorge all’interno della corte di un antico palazzo del centro storico della città di padova. Si tratta di un volume edilizio di modeste dimensioni che insieme ad altri piccoli volumi, sorti tra l’inizio e la metà del novecento, come spazi di servizio, concorrono a definire una “singolare” corte interna. Il piccolo volume, un tempo destinato a “legnaia”, contiene tutti gli elementi tipologici, compositivi e formali dell’architettura razionalista. Due gli obiettivi d’intervento: il primo quello di recuperare l’identità storica e materica propria dell’edificio, il secondo di integrarlo alle opere necessarie alla nuova funzione senza creare dissonanze. Dato il grave stato di degrado non è stato possibile recuperare il solaio del piano primo né il pavimento del terrazzo. Particolare attenzione è stata rivolta al recupero della scala esterna di graniglia, alle pareti murarie costituite da mattoni pieni, al pavimento di “marmette” e ai parapetti e corrimano sia della scala sia del terrazzo.

Ristrutturazione di un appartamento anni 50 - anno 2014/2015 - Padova (PD)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Ristrutturazione di un appartamento anni 50 - anno 20142015
L’intervento riguarda l’interno di un appartamento del complesso abitativo di torre quirinetta, realizzato nel corso degli anni ’50 dall’architetto giulio brunetta (1906-1978) ubicato in piazza insurrezione, padova. Alcuni interventi edilizi, di lieve entità, avevano modificato la distribuzione originale dello spazio destinato alla zona giorno lasciando pressoché inalterata la zona notte. Le soluzioni d’arredo, susseguitesi nel corso degli anni, avevano completamente alterato la possibilità di lettura delle partiture interne, l’equilibrio dei pieni e dei vuoti della massa muraria, la trasparenza della finestratura a tutta altezza: in generale era andata perduta la possibilità di riconoscere nelle soluzioni compositive l’esito coerente della cultura razionalista. Inoltre, alcuni mascheramenti lignei avevano reso l’ingresso e il soggiorno alquanto ridondanti. In accordo con la committenza, l’obiettivo del progetto è stato di riportare alla luce il carattere originale dell’opera, attraverso la rimozione di tutte le aggiunte non coerenti, ripristinando il carattere di essenzialità in linea con lo spirito dell’autore. Si è stabilito di conservare la composizione architettonica e l’ardito cromatismo dei bagni, frutto di un pregevole rimaneggiato risalente agli anni’80, introducendo delle modifiche che non contraddicono l’insieme.

Ripristino conservativo di edificio residenziale - anno 2003/2005 - Este (PD)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Ripristino conservativo di edificio residenziale - anno 20032005
Progetto e direzione lavori L’edificio è compreso nella perimetrazione del centro storico di este e ricade, secondo quanto previsto dal piano regolatore, nell’area di tutela e il tipo d’intervento ammesso è il ripristino conservativo. A causa del grave stato di conservazione strutturale l’involucro edilizio ha subito un grave crollo e sono sopravvissute ad esso le pareti laterali. Della facciata principale è rimasto il portico con le aperture arcuate sino al primo livello. L’intervento ha rivolto particolare attenzione al recupero delle pareti murarie: la trama costruttiva, costituita da mattoni e pietra, è stata restaurata in modo tale da permettere una chiara lettura delle varie stratificazioni. La funzione portante del manufatto è stata assegnata a un sistema di travi e pilastri lasciati a vista. La facciata principale, la forometria dei prospetti e i solai sono stati ripristinati. Su tutta la superficie a disposizione sono state progettate e realizzate quattro unità abitative, distribuite su vari livelli, ciascuna con affaccio sul cortile interno.

Ristrutturazione di un appartamento anni 70 - anno 2013 - Padova (PD)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Ristrutturazione di un appartamento anni 70 - anno 2013
Ristrutturazione di un appartamento anni 70 - anno 2013

Restauro di un tabià - anno 2010/2011 - Belluno (BL)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Restauro di un tabi - anno 20102011
Nella valle di gares a pochi chilometri da canale d’agordo in provincia di belluno si trova adagiato il borgo di gares a 1380 metri di altitudine, circondato da importanti vette dolomitiche. A fianco alla chiesa locale si trova ubicato il tabià oggetto di restauro e ristrutturazione. L’obiettivo del progetto è stato quello di conservare il carattere dell’edificio con soluzioni progettuali e materiali contemporanei in grado di dialogare con la preesistenza e con il contesto. I materiali “nuovi” impiegati, pur rimanendo distinti, si incontrano con la tradizione senza prevalere sulla preesistenza. Stato di fatto Il piano terra presenta uno zoccolo di pietra con angolari che si estendono sino al primo livello per sostenere la struttura lignea a intelaiatura controventata con tavolato di tamponamento. La copertura è costituita da un tetto a capriate che con tutta probabilità era rivestito di scandole. Il volume, è posizionato su un leggero pendio, parzialmente interrato, ed è suddiviso in tre livelli: la stalla ha l’ingresso rivolto a valle mentre il fienile, su due piani, ha l’accesso a monte. Intervento di ristrutturazione Tutto l’assito di legno esterno, con le forometrie originali, è stato mantenuto così come il basamento di pietra del piano terra. All’interno è stata creata una nuova struttura, composta da pilastri e travi di ferro con nuove pareti, in grado di soddisfare i requisiti richiesti dalla normativa antisismica. L’obiettivo del progetto è stato quello di conservare il carattere dell’edificio con soluzioni progettuali e materiali contemporanei in grado di dialogare con la preesistenza e con il contesto. Le esigenze abitative sono state distribuite su tre piani. Si sono mantenute le proporzioni degli spazi cercando di suddividerli il meno possibile. Solo nella zona notte è stato necessario interrompere lo spazio con pareti divisorie, collocate calibrando la posizione delle stesse, al fine di rendere sempre leggibile l’orditura lignea della copertura del sottotetto e del sistema di “ritti e travi” del fienile. All’interno, si è valorizzato il tema delle vedute, con soluzioni progettuali contemporanee. Nel piano adibito alla zona giorno sono state inserite due grandi vetrate che aprono la vista sul paesaggio esterno. Il loro sistema oscurante è stato realizzato impiegando le tavole delle pareti originali del fienile, così da mantenere il gioco di luce che filtra dalle fughe aperte del tavolato. Gli oscuranti, quando sono chiusi, concorrono a definire la composizione lignea esterna originale mentre, quando sono aperti, inondano lo spazio interno di luce naturale. All’esterno, le imposte delle finestre s’inseriscono senza alcuna giunzione nell’orditura verticale della superficie del tavolato. Le pareti del soggiorno-pranzo sono state rivestite con tavole di larice grezze, per conferire il carattere di rusticità, mentre per distinguere e risaltare il tema del “focolare”, elemento fondamentale della tradizione, la parete che accoglie la stufa è stata rivestita di lastre di corten. L’uso dell’acciaio corten, anche se del tutto estraneo all’architettura rurale di un tempo, trova corrispondenza con il ferro, che, a differenza del legno e della pietra, veniva impiegato soprattutto come elemento accessorio, il colore ruggine dell’acciaio corten rimanda al cromatismo di alcune immagini del paesaggio montano. Inoltre, il corten ha consentito di creare una scala con una lastra pieghevole di spessore minimo, risolvendo così il problema dell’altezza tra le rampe di collegamento verticale, senza ridurre lo spazio da destinare alle funzioni abitative. La scelta del parapetto di rete di rame della scala trae ispirazione da particolari architettonici delle costruzioni e dell’ambiente rurale montano. I materiali “nuovi” impiegati, pur rimanendo distinti, si incontrano con la tradizione senza prevalere sulla preesistenza. Nella zona notte le pareti di legno delle stanze sono in linea con l’esterno, in particolare, quando le porte sono chiuse, essendo le medesime costituite da tavole di larice, ricordano la “mantellata” esterna del tabià. Per ricavare il bagno, comprensivo di tutti gli accessori, è stata sfruttata l’altezza del vano scala: un piano sostenuto, da una struttura di ferro si eleva dal pavimento e si collega al muro d’ambito della stessa per sostenere la vasca da bagno. Il collegamento tra il piano della vasca e il lavello è stato risolto con un’unica lastra di pietra che funge da elemento unificante. La posizione della vasca e del lavello dirigono lo sguardo verso il panorama esterno. Al piano terra, un tempo adibito a stalla, per evitare di suddividere la superficie disponibile e per soddisfare le richieste della committenza che desiderava un’ampia zona relax, il nucleo dei servizi è stato ricavato a monte in parte dentro terra. Nella sala da bagno il lavello di cemento rosso assume una forma insolita, monumentale, pesante come la pietra che contrasta con le proporzioni dell’edificio, ma che trova corrispondenza con gli aspetti del paesaggio alpino. La montagna è anche monumentalità, grandiosità, essenzialità e intensità di colori. La stanza con accesso diretto a valle è stata definita attraverso l’impiego della pietra a spacco per il pavimento e l’uso dell’intonaco a calce, finito a rinzaffo, per le pareti. La scala che collega il piano terra alla zona giorno è stata realizzata in legno di larice, salendo è possibile scorgere il paesaggio esterno dalle vetrate del soggiorno. L’insieme determina un’atmosfera in linea con il luogo e la tradizione.

Restauro di villa la peruviana - anno 2005/2008 - Seveso (MB)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Restauro di villa la peruviana - anno 20052008
“la villa peruviana, a differenza di altre ville signorili, sorte anch’esse nei primi anni del 900, è stata realizzata per accogliere e stupire gli ospiti in modo scenografico e particolare” (da un articolo di francesco ronchi, scrittore). L’edificio sorge su un rilievo in posizione panoramica rispetto alla cittadina di seveso a pochi chilometri da milano. E’ stato realizzato come sede di rappresentanza pubblica e privata della famiglia bizzozero. Luigi bizzozero era nipote di generoso gallimberti, personaggio di grande abilità nel condurre affari con l’america latina, in particolare con il perù, tanto da essere nominato console generale. Da qui l’origine del nome “villa peruviana”. In perù gallimberti ebbe modo di assistere ai grandi disagi che molti italiani furono costretti a incontrare come emigranti. Da queste esperienze intuì che “una matita, una piccola umile matita avrebbe potuto essere una grande arma per l’elevazione morale e per il benessere economico della sua città: seveso”. Ecco, allora fondare la scuola di disegno il 25 ottobre del 1886. Il nipote luigi bizzozero intraprese la carriera commerciale dello zio ed estese i traffici di esportazione e importazione sia in america latina sia in tutta europa. Per i meriti acquisiti ottenne diverse nomine: console del perù, della repubblica dell’equador e del venezuela. E’ stato fondatore, ideatore e primo presidente della fiera campionaria di milano che partì con la prima esposizione nel 1920. La villa peruviana è stata edificata nel 1904 su progetto dell’ing. Natale bizzozero, fratello di luigi, su una vasta area destinata a parco all’inglese. Presenta un impianto a “c” e il volume si articola su due piani fuori terra più un piano seminterrato. Il complesso edilizio è caratterizzato da ampie aperture, da terrazzi coperti e scoperti, da un portico d’ingresso e da una torre angolare. Nel suo insieme è l’esempio di un’architettura eclettica mescolata a caratteri del liberty.l’organismo edilizio è costituito da una muratura di mattoni pieni, lasciati a vista sulle facciate esterne. Gli orizzontamenti hanno struttura lignea così come la copertura.tutti gli elementi strutturali, formali e decorativi delle facciate sono stati realizzati con l’impiego della pietra artificiale ottenuta dall’impasto di cemento e inerti mescolati con frantumi e pigmenti della pietra che si voleva imitare e utilizzare. Da qui il nome di pietra artificiale. Tra la fine dell’ottocento e i primi del novecento si diffonde l’uso della pietra artificiale per decorazioni interne ed esterne degli edifici: il cemento dà la possibilità di ottenere grandi effetti plastici, colato in stampi si può creare o riprodurre qualsiasi forma e materiale. Sulle facciate esterne della peruviana l’impiego della pietra artificiale raggiunge la massima espressione sulle sovrafinestre, sui capitelli delle colonne, sul balconcino della camera matrimoniale, sui mensoloni che sostengono il cornicione di gronda. Motivi naturalistici, geometrici ed elementi zoomorfici caratterizzano tutta la decorazione delle facciate esterne. Sulla facciata est, in particolare sulle pareti del terrazzo coperto, si scorge l’uso della decorazione a graffito con scene mitologiche: la tecnica a graffito è stata utilizzata molto in italia nel xv sec. E ripresa verso la fine del xix sec. E nei primi decenni del xx secolo. Il fregio che scorre sotto la cornice di gronda su tutto il perimetro dell’edificio presenta una decorazione con motivo floreale dalle forme sinuose ed allungate tipicamente liberty, purtroppo in gravissimo stato di conservazione. Liberty sono anche le decorazioni all’interno della loggia della torre: al centro le pareti presentano motivi floreali realizzati con la tecnica a stampo. Dal portico centrale d’ingresso all’edificio si accede per mezzo di una scala costituita da due rampe laterali con gradini di pietra di beola tipica della zona, la balaustra è di cemento decorativo. In linea con ciò che accade all’esterno, un ricco apparato decorativo caratterizza gli spazi interni: affreschi, decorazioni a stampo e a gesso, graffiti con motivi floreali e geometrici. Il tutto pensato e realizzato per stupire, coinvolgere l’ospite e lo spettatore. Di particolare impatto visivo è la stanza del piano terra che affaccia sul portico principale, un tempo destinata a sala da pranzo, separata dalla sala soggiorno da una grande vetrata eseguita con la tecnica émail tubè dai maestri corvaja e bazzi, tra i principali vetrai d’italia. Tutto il mobilio è andato perso, ma dai graffiti delle pareti, dalle cornici, dal pavimento e soprattutto dall’esuberante soffitto cassettonato non è difficile immaginare l’unitarietà della stanza con li suo mobilio e le suppellettili. Le pareti erano rivestite da pannelli di legno con intarsi che riprendevano il motivo decorativo del soffitto. Per molti anni la villa è stata abbandonata e non ha avuto trasformazioni d’uso, ma in alcune stanze i soffitti sono crollati trascinando con sé la pellicola pittorica così poche tracce sono rimaste delle decorazioni ad affresco. I vani del piano terra riecheggiano forme e motivi del passato con scene attinte dal gotico, dal medioevo e dal manierismo ed espresse attraverso l’uso di svariate tecniche artistiche. Tutto l’insieme risponde all’esigenza di creare effetti visivi spettacolari e sorprendenti. Al ricco apparato decorativo del piano terra si contrappone l’eleganza sobria del piano primo, destinato alla zona notte. I soffitti delle camere e del vano scala sono trattati con decorazioni a gesso con delicati motivi floreali. Sul soffitto della camera matrimoniale si scorge un tondo con una scena allegorica: due bambini sostengono dei grappoli d’uva. I pavimenti delle camere sono di legno mentre lo spazio di distribuzione presenta il tipico pavimento dell’epoca costituito da piastrelle ottenute con l’impasto di cemento e frammenti di marmo, le cosiddette ”marmette di cemento”.

Ristrutturazione di un appartamento anni 50 - anno 2008/2009 - Padova (PD)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Ristrutturazione di un appartamento anni 50 - anno 20082009
Ristrutturazione di un appartamento anni 50 - anno 2008/2009

Ristrutturazione e arredo di uno studio professionale - anno 2002 - Padova (PD)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Ristrutturazione e arredo di uno studio professionale - anno 2002
Ristrutturazione e arredo di uno studio professionale - anno 2002

Progetto di unità abitativa di edificio trifamiliare - anno 2017/2018 - Este (PD)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Progetto di unit abitativa di edificio trifamiliare - anno 20172018
Progetto di unità abitativa di edificio trifamiliare - anno 2017/2018

Giardino pensile - anno 2007 - Padova (PD)

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Archisio - Cristina Rampazzo - Progetto Giardino pensile - anno 2007
Lo spazio esterno assolve una duplice funzione: ingresso all’unità abitativa e terrazzo. Obiettivo di progetto é creare una piccola oasi di verde all’ultimo piano di un edificio in centro città e di rendere accogliente il passaggio dal vano scala condominiale, punto di arrivo al terrazzo, allo spazio domestico, interno. Le pareti murarie così come i lati di affaccio a una corte interna sono state completamente rivestite di piante: vite americana, e bambù segnano l’asse d’ingresso all’edificio. Nel punto in cui lo spazio si dilata è stata collocata la zona soggiorno. Una doppia parete di acciaio corten con rete metallica, a ridosso della parete muraria d’ingresso, definisce una quinta di fioriere e, sul retro, cela tra le piante rampicanti, la struttura che sostiene il pergolato ricoperto di glicine. Sotto la pergola troviamo un tavolo di acciaio verniciato bianco disegnato in modo da ospitare fiori o piante aromatiche. Le essenze arboree messe a dimora determinano una variazione cromatica in tutte le stagioni dell’anno.
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