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Cristina Rampazzo

Restauro di villa la peruviana - anno 2005/2008 - Seveso (MB)

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“la villa peruviana, a differenza di altre ville signorili, sorte anch’esse nei primi anni del 900, è stata realizzata per accogliere e stupire gli ospiti in modo scenografico e particolare” (da un articolo di francesco ronchi, scrittore). L’edificio sorge su un rilievo in posizione panoramica rispetto alla cittadina di seveso a pochi chilometri da milano. E’ stato realizzato come sede di rappresentanza pubblica e privata della famiglia bizzozero. Luigi bizzozero era nipote di generoso gallimberti, personaggio di grande abilità nel condurre affari con l’america latina, in particolare con il perù, tanto da essere nominato console generale. Da qui l’origine del nome “villa peruviana”. In perù gallimberti ebbe modo di assistere ai grandi disagi che molti italiani furono costretti a incontrare come emigranti. Da queste esperienze intuì che “una matita, una piccola umile matita avrebbe potuto essere una grande arma per l’elevazione morale e per il benessere economico della sua città: seveso”. Ecco, allora fondare la scuola di disegno il 25 ottobre del 1886. Il nipote luigi bizzozero intraprese la carriera commerciale dello zio ed estese i traffici di esportazione e importazione sia in america latina sia in tutta europa. Per i meriti acquisiti ottenne diverse nomine: console del perù, della repubblica dell’equador e del venezuela. E’ stato fondatore, ideatore e primo presidente della fiera campionaria di milano che partì con la prima esposizione nel 1920. La villa peruviana è stata edificata nel 1904 su progetto dell’ing. Natale bizzozero, fratello di luigi, su una vasta area destinata a parco all’inglese. Presenta un impianto a “c” e il volume si articola su due piani fuori terra più un piano seminterrato. Il complesso edilizio è caratterizzato da ampie aperture, da terrazzi coperti e scoperti, da un portico d’ingresso e da una torre angolare. Nel suo insieme è l’esempio di un’architettura eclettica mescolata a caratteri del liberty.l’organismo edilizio è costituito da una muratura di mattoni pieni, lasciati a vista sulle facciate esterne. Gli orizzontamenti hanno struttura lignea così come la copertura.tutti gli elementi strutturali, formali e decorativi delle facciate sono stati realizzati con l’impiego della pietra artificiale ottenuta dall’impasto di cemento e inerti mescolati con frantumi e pigmenti della pietra che si voleva imitare e utilizzare. Da qui il nome di pietra artificiale. Tra la fine dell’ottocento e i primi del novecento si diffonde l’uso della pietra artificiale per decorazioni interne ed esterne degli edifici: il cemento dà la possibilità di ottenere grandi effetti plastici, colato in stampi si può creare o riprodurre qualsiasi forma e materiale. Sulle facciate esterne della peruviana l’impiego della pietra artificiale raggiunge la massima espressione sulle sovrafinestre, sui capitelli delle colonne, sul balconcino della camera matrimoniale, sui mensoloni che sostengono il cornicione di gronda. Motivi naturalistici, geometrici ed elementi zoomorfici caratterizzano tutta la decorazione delle facciate esterne. Sulla facciata est, in particolare sulle pareti del terrazzo coperto, si scorge l’uso della decorazione a graffito con scene mitologiche: la tecnica a graffito è stata utilizzata molto in italia nel xv sec. E ripresa verso la fine del xix sec. E nei primi decenni del xx secolo. Il fregio che scorre sotto la cornice di gronda su tutto il perimetro dell’edificio presenta una decorazione con motivo floreale dalle forme sinuose ed allungate tipicamente liberty, purtroppo in gravissimo stato di conservazione. Liberty sono anche le decorazioni all’interno della loggia della torre: al centro le pareti presentano motivi floreali realizzati con la tecnica a stampo. Dal portico centrale d’ingresso all’edificio si accede per mezzo di una scala costituita da due rampe laterali con gradini di pietra di beola tipica della zona, la balaustra è di cemento decorativo. In linea con ciò che accade all’esterno, un ricco apparato decorativo caratterizza gli spazi interni: affreschi, decorazioni a stampo e a gesso, graffiti con motivi floreali e geometrici. Il tutto pensato e realizzato per stupire, coinvolgere l’ospite e lo spettatore. Di particolare impatto visivo è la stanza del piano terra che affaccia sul portico principale, un tempo destinata a sala da pranzo, separata dalla sala soggiorno da una grande vetrata eseguita con la tecnica émail tubè dai maestri corvaja e bazzi, tra i principali vetrai d’italia. Tutto il mobilio è andato perso, ma dai graffiti delle pareti, dalle cornici, dal pavimento e soprattutto dall’esuberante soffitto cassettonato non è difficile immaginare l’unitarietà della stanza con li suo mobilio e le suppellettili. Le pareti erano rivestite da pannelli di legno con intarsi che riprendevano il motivo decorativo del soffitto. Per molti anni la villa è stata abbandonata e non ha avuto trasformazioni d’uso, ma in alcune stanze i soffitti sono crollati trascinando con sé la pellicola pittorica così poche tracce sono rimaste delle decorazioni ad affresco. I vani del piano terra riecheggiano forme e motivi del passato con scene attinte dal gotico, dal medioevo e dal manierismo ed espresse attraverso l’uso di svariate tecniche artistiche. Tutto l’insieme risponde all’esigenza di creare effetti visivi spettacolari e sorprendenti. Al ricco apparato decorativo del piano terra si contrappone l’eleganza sobria del piano primo, destinato alla zona notte. I soffitti delle camere e del vano scala sono trattati con decorazioni a gesso con delicati motivi floreali. Sul soffitto della camera matrimoniale si scorge un tondo con una scena allegorica: due bambini sostengono dei grappoli d’uva. I pavimenti delle camere sono di legno mentre lo spazio di distribuzione presenta il tipico pavimento dell’epoca costituito da piastrelle ottenute con l’impasto di cemento e frammenti di marmo, le cosiddette ”marmette di cemento”.
 
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