Logli è urbino
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Gli 80 anni di mario logli sono una ragione in più per realizzare una mostra che celebra insieme il suo grande lavoro e la sua città natale, urbino. Nelle sale del castellare di palazzo ducale, prima tappa espositiva, mario logli ha frequentato la scuola del libro. Oggi logli è un maestro e la su... Leggi di più
Gli 80 anni di mario logli sono una ragione in più per realizzare una mostra che celebra insieme il suo grande lavoro e la sua città natale, urbino. Nelle sale del castellare di palazzo ducale, prima tappa espositiva, mario logli ha frequentato la scuola del libro. Oggi logli è un maestro e la sua opera si impone come esempio per le generazioni che faranno del disegno e dell’arte il progetto del proprio lavoro. Qui, collocata sulla dormeuse come una modella dalle morbide forme, l’urbino di logli, trascinata dal filo dell’aquilone, si libra fra le ombre dei cavalletti degli allievi di una immaginaria aula di disegno dal vero. Il teatro sanzio, che compie centosessanta anni, è la seconda sede espositiva. Il teatro, simbolo della città – perché il palcoscenico è la piazza, i palchi le case dei cittadini, la platea la gente con le sue storie – ospita il pittore che ha dedicato la sua immensa produzione a ricordare urbino. Da alcuni palchi compaiono curiosi e minacciosi gli invasori, una serie intitolata da paolo volponi, scrittore urbinate. Nell’occasione sono stati evocati gli antichi proprietari dei palchi attraverso i cognomi che lo stesso volponi ha attribuito ai personaggi dei suoi romanzi. è la poltrona appartenuta a carlo bo quell’unico oggetto sul palcoscenico davanti ai quadri, collocati come fondale teatrale. Bo rappresenta tutta la critica che si è misurata sull’opera di logli: le sue parole, come quelle di volponi, nascono in piena sintonia con i dipinti, perché ciascuno di loro ha contribuito a proiettare l’immagine di urbino nel mondo e ha guardato e realizzato un progetto fondato sull’uomo.
“com’è urbino nella memoria? Logli da anni ce ne dà una risposta soddisfacente, al punto di non temere smentite. Più che ai luoghi si riferisce alle idee, immagini interiori del cuore, e su questa strada finisce per toccare il punto vero della questione: ricreare, passare al filtro dell’intelligenza due o tre categorie essenziali o che per lui sono essenziali.” carlo bo, 1984
Urbino, sale del castellare di palazzo ducale e teatro raffaello sanzio
Organizzata da comune di urbino e mjras; curatela silvia cuppini; allestimento falegnameria pierotti; catalogo arti grafiche della torre
Date
14 settembre 2013
Category
Mostre
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