Art prison favignana - Roma (RM)
Il progetto si costituisce attraverso la sua vocazione di racconto, di intreccio che gradualmente si rivela, in un’imprevedibilità di situazioni che gli danno vita, facendone un elemento di coagulo delle diverse forze in campo. Fa propria l’essenza teatrale delle piazze, luoghi catalizzatori dell’immaginario collettivo, cassa di risonanza degli elementi del contesto.
Partner
Il progetto persegue la necessità di realizzare uno spazio in grado di accogliere il fruitore accompagnandolo in un percorso vivo e pulsante per rivelarne il valore significante e i rapporti con l’invisibile sottofondo delle sue forme.
La suggestione della natura è richiamata secondo la nostra sensibilità e le nostre tecnologie per trovare nella luce e nell’ombra il fascino di un intreccio di rami al di sopra di noi, una suggestione in grado di conservare la “distanza” e lo “straniamento” di un linguaggio significante.
La relazione fra paesaggio naturale e paesaggio artificiale propria del contesto, il valore degli elementi in campo, la commistione di arte, cultura e natura e il nascente gioco di contrasto fra il luogo e il progetto sono stati ripensati in una nuova piazza, elemento catalizzatore dell’immaginario collettivo, cassa di risonanza delle forze in campo, filo conduttore dell’intervento. Gli edifici si incardinano, generando lo spazio, ripensano le svariate declinazioni e le qualità simboliche della sua essenza tipologica.
Rimando all’ elemento chiave del paesaggio italiano, la piazza è scena, rete di echi visivi mutevoli nei piani prospettici, nell’ incidenza della luce, nei giochi delle pavimentazioni, determinanti per la presa visiva di ogni invaso aperto verso il cielo. Allusione ai molti edifici poggiati sul prato della tradizione architettonica e pittorica italiana, il progetto definisce uno spazio aperto verso la natura, immaginandolo come specchio dell’equilibrio cosmico.
Il forte di santa caterina svettante maestoso sulla collina viene accolto dalla piazza, che lo rende accessibile attraverso elementi architettonici frammentari: la scalinata, l’ascensore, la funicolare. Il paesaggio selvaggio entra nel progetto attraverso la texture della pavimentazione e la conformazione di alcuni elementi di copertura che si fanno trame di luce. Le forme trapezoidali del forte si rispecchiano nelle mistilinee che definiscono gli spazi. Armonia fatta di bilanciamenti, di contrapposizioni, di polarità controllate.
L’intensità della luce e del sole richiamano la necessità dell’ombra e della frescura da ricercare in spazi ipogei, affaccio sui resti dell’originaria cinta muraria, dove le correnti d’aria possano garantire la frescura anche d’estate, cavità create in continuità con la roccia che configura l’altura del colle, rimando alle pareti delle cave dismesse e ai rigogliosi giardini che le hanno rigenerate.
Il progetto ha la finalità di riqualificare l'area del forte di santa caterina, simbolo storico dell'isola di favignana che domina dall'alto, rendendolo uno spazio museale a cielo aperto, raggiungibile tramite un lungo percorso pedonale, vera e propria ascesa iniziatica, espositiva, grazie ad installazioni temporanee all'aperto.
Il progetto della piazza, tra l'ingresso del forte ed il piccolo edificio antistante, diviene elemento cardine dell'insieme. Attraverso una scalinata dalle forme trapezoidali, che rimandano agli spigoli del forte, rende possibile l'accesso alle sale museali, collocate nel forte, ai piani terra e primo, destinando il secondo piano a ristorante di lusso, luogo, secondo le richieste del bando, dove reinterpretare la tradizione locale grazie alla sensibilità di chef stellati, per garantire ai visitatori un'esperienza avvolgente, capace di amplificare e rendere indimenticabile la visita di questa straordinaria piattaforma delle arti. Le terrazze, accessibili anche tramite un ascensore panoramico che parte dal piano della piazza, sono state rese più suggestive attraverso pergolati dalle forme naturalistiche, simili a fronde arboree, in grado di garantire giochi d’ombra diurni e notturni.
Il progetto prevede per il forte delle minime opere murarie, alfine di garantirne la fruizione, senza alterazioni della sua configurazione, tramite un sapiente restauro che possa preservare la struttura, riqualificandola.
Il piccolo edificio antistante viene pensato come "art atelier", quale contesto di lavoro e ricerca per quegli artisti che desiderino contribuire al disegno culturale dell'isola.
La piazza, elemento di raccordo tra il vecchio ed il nuovo, viene resa raggiungibile anche tramite una funicolare prevista come collegamento tra il nuovo polo museale e la parte abitata dell’isola. Gli elementi di copertura delle stazioni di arrivo e di partenza rimandano agli elementi naturalistici, utilizzati a copertura delle terrazze del forte, riproponendo i giochi di luce e di ombra.
La pavimentazione della piazza è squarciata in corrispondenza della cinta muraria che cingeva il forte tramite l’inserimento di un elemento vetrato che si discorda dalla restante pavimentazione per permettere la vista dei resti archeologici dell'area, illuminando, altresì, lo spazio ipogeo sottostante, piazza a servizio del polo museale ma, anche, della zona hospitality: quattro suite (dotate di ogni comfort, con piscina privata, aggettante sul paesaggio, per assecondare gli standard dei visitatori più facoltosi e esigenti, in grado di assicurare ogni agio) e quattro camere per un pernotto semplice (con viste sul mare e sulle opere d'arte, dotate di servizi essenziali e anche di eventuali servizi benessere). Lo spazio che circonda i servizi di pernottamento funge da punto panoramico ( con affaccio diretto sulla collina su cui sorge il forte, in relazione con la luce naturale anche grazie ad una cupola irregolare, tessuta dalla stessa trama naturalistica presente negli altri punti focali del progetto) e da raccordo col paesaggio sottostante tramite la creazione di grotte dalle fogge sinuose, collocate sotto le piscine, una sorta di giardino segreto completamente naturale, tipico dell'isola di favignana (le cosiddette cave di calcarenite, spazi scavati nella roccia all'interno dei quali si crea un microclima che spontaneamente permette la nascita di fiori e piante tipici della macchia mediterranea).
Vedi gli altri progetti
ARCHISIO
Invia una richiesta di lavoro a Teresa Romeo
Architetti vicino a te