Il “museo degli scavi a siracusa” è l’iterazione di un sistema modulare che si compone e si assembla a secco e risponde alla necessità, comune a tutte le aree archeologiche, di protezione e copertura dello scavo ed esposizione del materiale rinvenuto. Nel caso oggetto di studio è copertura della strada romana adiacente al parco archeologico della neapolis. Costituito da una galleria fredda, lo spazio del percorrere e una galleria calda, un museo in fieri, per i ritrovamenti nel cantiere circostante è macchina per esporre, fruire e guardare. Una spina centrale alla quota intermedia tra il sito archeologico e le gallerie tiene insieme la struttura che culmina nel laboratorio. Ad essa giungono le passerelle provenienti dal cantiere, luogo di cavalletti a copertura delle singole aree di scavo.
Il progetto si propone di ridurre la distanza tra architettura e archeologia discipline profondamente legate ma ancora distanti. L’impiego di una forma tecnica a risposta delle necessità funzionali ha trovato nel lavoro di jean prouvè,ereditato da renzo piano, un profondo riferimento.
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