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Maurizio Moraldi

Woodlight Luce senza terra - Vaiano (PO)

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Il neologismo anglofono woodlight rende al massimo l'idea di fondo: 'legno' per fare 'luce' sulle nuove frontiere dell’ ambiente, della natura del paesaggio. Oggetti pensati perché nei parchi come nelle piazze, nei sentieri come nelle strade, si dia ragione di ciò che l’uomo deve agli alberi e al legno. Una sorta di omaggio ad un materiale che, senza mediazioni di sorta, è, semplicemente, 'naturale' e verso il quale non abbiamo debiti più antichi e profondi. L ’albero sfrondato ha sorretto l’ingegneria del legno fino alla metà del xviii secolo : dalla trasmissione nei mulini a vento, all’albero maestro nella navigazione, fino al pilone per la trasmissione nelle linee telefoniche o elettriche. Possiamo, con certezza, affermare che il suo contributo nel campo delle energie rinnovabili è connaturato alla storia stessa del suo utilizzo nella cultura materiale e, in definitiva, alla crescita complessiva della civiltà umana. Oltre l’albero sfrondato, quale primario elemento di supporto (1), altri due sono stati da sempre i fattori su cui si è basato tutto l’artefatto energetico rinnovabile: il corpo supportato (2) l’energia prodotta (3) il sistema woodlight 3l (legno, led, luce) ha voluto coniugare tutti e tre i fattori ad altrettante virtù ambientali. Al primario elemento (1) costruito in legno si è infatti unito il corpo supportato con tecnologia a led (2) e ultimo, ma non ultimo, la autoproduzione di energia elettrica ad isola con kit fotovoltaico (3).
 
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