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Maurizio Moraldi

Una serra solare sotto lo sguardo di d' annunzio. - Firenze (FI)

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"o dentro o fuori" gridavano spesso i nostri avi per non trovarsi nella condizione di dover tenere la porta aperta al troppo caldo o al troppo freddo. Questa realizzazione, quantomeno, permette di tenere le porte aperte per lunghi periodi, non solo al sole e alla sua luce ma anche al vento e alla pioggia. La serra solare, come la vicina loggia bioclimatica risultano manufatti che permettono di interfacciare il costruito al clima per divenire veri artefatti di architettura. Questo senza dimenticare che la serra solare in oggetto è risultata particolarmente riuscita nel miglioramento termoigrometrico del manufatto per l'introduzione di specifici accorgimenti e congegni atti ad una costante ventilazione naturale. Attenti e sensibili committenti accettano di arricchire la nuova architettura estendendo l' intervento all'area di pertinenza saldando così l'arte dei giardini con la bioclimartica. Due vasche delimitate con travi ad h (recupero di cantiere) in acciaio corten ospitano il sasso bianco del piave contrastando cromaticamente il tappeto verde del prato all'inglese. In ultimo una foglia di accciaio, modellata da sapienti mani artigiane, è collocata, a sfoggio, sulla pubblica via a coronamento del muro di confine come rinnovata spalla della serra solare. Una curiosa situazione "poetica" ci attanaglia nel traguardare il nostro intervento che, dalla via dedicata al pea, poeta del nostro tempo, ci indirizza verso la "capponcina" su, in alto, per settignano, dove lo sguardo corre al tempo e ai pensieri dell' uomo che fu monumento all'estetica: gabriele d'annunzio.
 
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