Fattoria dello sport - Villadose (RO)
Dalle distese pianure agresti germoglia l’edificio.
Si inserisce nel contesto silenziosamente, senza alcun desiderio d'imporsi. La pelle ruvida ed aggrinzita, come le zolle nel terreno da cui nasce e le mani di chi lo lavora, acquisisce la colorazione affine ed omogenea al suolo villereccio della pianura padana.
La composizione volumetrica tende all'esistente, ne conserva i segni tipici dell'edificato rurale, valorizzando quelli del territorio, come canali e filari alberati.
Si articola in maniera organica e poco invasiva rispettando l’ambiente naturale ed i precedenti insediamenti. L’alternata combinazione di elementi naturali e “contemporanei” costituiscono il punto di forza del progetto connotato da forme semplici, che si integrano in modo audace con la campagna.
L'edificio non è una mera ricerca visionaria, ma al contrario, indagine del domani a partire dalla realtà presente. Qui l’integrazione dell’ambiente deriva dall’attenzione per le peculiarità del sito: ingrediente primario del progetto.
“bisogna tener conto di tutto ciò che esiste(…) perchè non si può escludere niente dalla realtà (…). Tutti gli aspetti della realtà in opera(…) dovrebbero essere integrati nel progetto”. (alvaro siza).
Il progetto rispetta il processo del ricordo, essendo il suo sentire radicato nell’ossequiosità del passato.
Piccoli elementi proporzionati contestualizzano l'intervento, la loro forma essenziale ed orizzontale li radica al suolo su cui sorgono. Il basso profilo evoca l’orizzontalità delle pianure agricole rurali circostanti. Sono dunque le preziose aperture che permettono l’ammirazione della veduta campestre.
Il grande occhio verso l’orizzonte apre lo sguardo all’infinto ma contemporaneamente apre l’anima di questo edificio agli altri, divenendo un punto di riferimento, una lanterna immersa nella campagna.
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