Ecolavaggio - Alghero (SS)
In progress
l’intervento riguarda il progetto per la realizzazione di un autolavaggio non meccanizzato dotato di un’area adibita a sosta temporanea di veicoli di 2400 mq. Circa, nei pressi dell’aeroporto di alghero, nel paesaggio agrario della nurra, dove è leggibile il forte impianto ortogonale dei paesaggi della bonifica agraria, nel quale si sviluppano attività agricole intensive e sul quale si articolano nuclei insediativi e componenti infrastrutturali - viarie; tra questi, il grande episodio dell’aeroporto costituisce un elemento fortemente dissonante e fuori scala nell’equilibrato paesaggio agricolo dell’area della bonifica. In questo contesto paesaggistico, l’area dell’intervento ricalca anch’essa rispettosamente le consuete caratteristiche del paesaggio artificiale della bonifica, costituito dai segni ortogonali dei modesti rilevati dei terrapieni stradali, dalle cunette e dai canali di drenaggio affiancati da lunghi filari di eucalipti, con funzione frangivento e dalle proprietà balsamiche. Considerando l’importanza ambientale dei luoghi e i vincoli restrittivi imposti dagli strumenti urbanistici e paesaggistici vigenti, l’intervento si inserisce defilato e con estrema discrezione nel paesaggio agrario, evitando con tutti i suoi elementi l’interruzione visuale e cromatica. L’atteggiamento è quello del minimo intervento. L’area di sosta temporanea è delimitata da semplici recinzioni, che assicurano la massima permeabilità visiva, senza costituire in alcun modo motivo di ostruzione visiva o impedimento del godimento delle visuali degli orizzonti lontani. Questa, conservando le quote e le pendenze originali del suolo, è rivestita da ghiaie e stabilizzati locali che mantengono inalterata la proprietà di permeabilità del terreno e ne assicura, anche dal punto di vista dell’impatto cromatico, un’appartenenza e un allineamento ai colori del paesaggio e delle terre locali, anche da un’eventuale vista aerea tale da rientrare, senza alterarne la lettura, nel paesaggio della bonifica. Anche l’area destinata al lavaggio, di 20x5m, è realizzata con un calcestruzzo lavato, trattato con ossidi che ne correggono il cromatismo, rendendolo assimilabile a quello del suolo locale; dotata delle opportune pendenze, è in grado di convogliare tutte le acque reflue del lavaggio ad una griglia di raccolta e da questa all’impianto di depurazione. L’unico nuovo elemento, architettonico, che si erge al di sopra del suolo è la tettoia, con funzione di ombreggiare e impedire all’acqua piovana di essere convogliata all’impianto di depurazione, è stato appositamente progettato con un carattere visivo spiccatamente provvisorio; questa trova una sua dimensione e dignità architettonica nelle esili e geometriche strutture metalliche di acciaio - corten. Costituita da una serie di telai a sezione costante allineati ai quali è appesa, tramite tiranti, la griglia orizzontale; questa leggera maglia metallica ortogonale si protende nello spazio, mantenendosi permeabile alla vista, disponibile a divenire sostegno per rampicanti ombreggianti e per la lamiera grecata che, in corrispondenza dell’area dell’impluvium sottostante, assicura la copertura dalla pioggia. Il progetto, ed in particolare nella forma della tettoia, si struttura sue due principi-valori quali il mantenimento dell’armonia coi luoghi e il principio di reversibilità. Il primo si riscontra nel reinterpretare per analogia le pergole lignee, con copertura con incannicciata, che emergendo isolate in queste campagne partecipano al paesaggio tipico dell’area della bonifica. La tettoia così conformata rimanda ad un lavoro di tipo artigianale, inconsueto ed in contrasto con la funzione che dovrà ospitare, ormai fortemente industrializzata e meccanizzata. Il principio di reversibilità è rintracciabile nell’uso del materiale da costruzione, l’acciaio corten, e nel suo apparire come oggetto totalmente montabile e quindi facilmente rimovibile; si distinguono chiaramente, infatti, tutti gli elementi che compongono la struttura metallica con evidenti i punti di giunzione ed i loro fissaggi. Inoltre la scelta dell’acciaio ossidato, coperto dalla ruggine, accentua il carattere di deteriorabilità e di familiarità della nuova presenza agli elementi del paesaggio agrario “catalano”.
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