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Coarch Studio

Architettura - Amatrice (RI)

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Il terremoto, con la distruzione di parte della città, si porta via tutte le abitudini e le usanze dei suoi cittadini, distruggendo gli spazi di lavoro e le abitazioni, lasciando un vuoto fisico che rende necessaria una riorganizzazione del tempo e delle attività delle persone. Con il nostro progetto vorremmo cercare di creare un luogo che possa essere uno spazio di condivisione dove la cittadinanza può riorganizzare il lavoro e il tempo libero attraverso la condivisione con gli altri cittadini. Vorremmo dare un piccolo segno di rinascita offrendo uno spazio che possa riunire la gente e che possa creare nuove interazioni, per questo abbiamo pensato al baratto, un luogo dove scambiarsi oggetti, servizi e idee. A partire dalla condivisione di un problema forse è possibile risolverlo in parte, i nostri elementi si propongono di creare luoghi divertenti dove potersi incontrare e confrontare. Abbiamo scelto una forma iconica a più per renderlo riconoscibile, facilmente assemblabile e per poter creare aggregazioni semplici ma complesse. Un evento catastrofico come un terremoto, porta con se la distruzione non solo dello spazio fisico ma anche del ruolo e della funzione del singolo soggetto nella comunità, ci si trova a volte senza una casa, senza un ufficio o un lavoro. Pensiamo che uno spazio dove potersi sentire utili possa contribuire a rafforzare il senso di comunità. Il concetto di baratto è inteso nel senso più ampio possibile, offrire le proprie energie, risorse, idee, sapere agli altri. Abbiamo immaginato tre scenari di baratto : il primo è il baratto di oggetti; il secondo è il baratto di ore di lavoro, di attività, di competenze; il terzo è il baratto di idee. Il piccolo padiglione ha una forma a croce greca con 4 bracci uguali di lato circa 2 metri, e una superficie di 18 mq, è interamente costruito in legno con struttura in abete e pannelli di multistrato fenolico, adatti a resistere all’esterno. La struttura portante è formata da 12 pilastri a l di 40x80 mm, il soffitto e il pavimento sono realizzati nello stesso modo con travetti da 40x100 mm con interasse 92 cm nei quali vengono inseriti ad incastro i pannelli di multistrato di pino da 90 x 186 cm. Le facciate sono formate da 12 pannelli di multistrato ancorati alla struttura, le aperture sono ad arco, per dare al padiglione una forma archetipa delle città italiane. I pannelli hanno il medesimo disegno e possono essere montati dritti o rovesci creando in un caso degli ingressi e nell’altro delle finestrature ad arco rovescio. Le ante di chiusura delle apertura risultanti dal taglio dalle bucature ad arco dei pannelli, sono verniciate di blu. Gli impianti necessari per il padiglione possono essere alimentati dall’intercapedine sotto il pavimento, utile anche a nascondere i sostegni di metallo per appoggiarsi adattandosi ai diversi suoli. L’illuminazione è pensata con impianto a vista che corre nascosto nei pilastri a l, mediante un profilo led che ricalca la forma del padiglione. Il montaggio del padiglione è molto semplice : vengono assemblati i travetti del pavimento che viene appoggiato a terra sui suoi piedini di metallo, su questo vengono montati i 12 pilastri a l che per loro stessa geometria resistono alle spinte orizzontali. Similmente al suolo vengono montati i travetti del tetto che una volta collegati contribuiscono a rendere stabile la struttura a traliccio dei pilastri. Vengono montati i tamponamenti orizzontali del suolo e delle copertura tutti uguali di misura 90x186 cm, la fase successiva è il montaggio dei tamponamenti verticali, tutti della stessa misura 190x290 cm già preparati con i pannelli di chiusura ad arco. Ultimo step, vengono collegati gli impianti passando per le canalette già preparate nell’incavo dei pilastri. Lo spazio interno del punto più è pensato per garantire la massima flessibilità sia come singolo elemento sia nelle ipotesi di aggregazione. La tipica forma a croce permette di creare scenari aggregativi vari e divertenti, possono formarsi spazi più grandi e patii semi-privati tra un modulo e l’altro.
 
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