L'edicola funeraria della famiglia bruno è stato il primo progetto in cui lo studio ha affrontato la tematica religiosa. Pensata come luogo di preghiera in quanto riprende la tipologia della "cappella campestre" rivista in chiave contemporanea, si sviluppa completamente fuori terra. L'architettura è molto semplice, rigida, senza alcun compromesso se non impreziosita dai vari materiali di finitura che la "guarniscono".
Una sperimentazione in cui i materiali dialogano tra di loro, rispettandosi ma senza prevalere l'uno sull'altro. Il volume della cappella è chiuso sui quattro lati ad esclusione dell' apertura centrale, con il serramento in vetro so sormontato da una fessura che ci fa riflettere sul senso del trapasso dalla vita terrena a quella spirituale. All'interno si crea uno spazio a patìo verde sovrastato dal tetto vetro e acciaio che lascia filtrare la luce e allo stesso tempo induce l'osservatore a volgere lo sguardo verso l'alto, forse per ottenere una conferma o semplicemente per rivolgere una preghiera.
1995
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