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Museo dell'acqua - Milano (MI)

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L’acquedotto medievale senese, con oltre 25 km. Di gallerie, si presenta come uno straordinario sistema di architetture scavate nel sottosuolo: un mondo fantastico e poetico, una città sotto la città, affollata da ombre, rumori e corrispondenze invisibili che riemergono in superficie con decine di fonti, fontane, smiragli, pozzi, cisterne. La rete dei canali sotterranei denominati “bottini” rappresenta un capolavoro dell’ingegneria tre-quattrocentesca: un patrimonio storico e architettonico poco conosciuto, composto da manufatti, reperti e documenti legati alla cultura dell’acqua. Le diverse fasi di studio, ideazione e progettazione del museo dell'acqua e della sua identità visiva sono state coordinate da socialdesign con roberto santini. L’allestimento dei contenuti scientifici è stato sviluppato in collaborazione con studio azzurro e mizar, che hanno dato un contributo fondamentale alla definizione della “struttura narrativa” e all’identità multimediale del museo, arricchendo i suoi spazi di proposte suggestive, filmati, modelli ed exhibit interattivi. Si tratta dunque di un museo-laboratorio che svela, a partire dalle particolarissime condizioni idrogeologiche di siena, le soluzioni ingegneristiche adottate per la costruzione e la manutenzione dei bottini, illustra e racconta i secoli d’oro della città celebrandoli da un punto di vista inconsueto. Il museo dell’acqua è al tempo stesso un “museo del paesaggio e della città”, dove il sistema dell’acqua diventa una delle chiavi di comprensione della struttura territoriale, urbana e della loro forma; dove si raccontano la storia e le vicende dei suoi abitanti, del loro lavoro, delle loro tradizioni, abitudini, linguaggi. In questo senso, il percorso museale si sviluppa attraverso una sorta di “viaggio di scoperta” nel tempo (dal mare di tre milioni di anni fa alla siena prima dell’uomo, dalla siena degli etruschi al cinquecento e poi ad oggi) e nello spazio (sottoterra e in superficie), permettendo ai visitatori di compiere un’esperienza istruttiva ed emozionante, in un’atmosfera coinvolgente e stimolante. E questo si fonde con l’idea di introdurre negli spazi del museo una certa contaminazione linguistica, che ha permesso di enfatizzare alcuni aspetti che l’elemento acqua riesce ad evocare. Sono state utilizzate diverse tecniche di comunicazione, una sorta di racconto a più voci, che utilizzando tecnologie avanzate e spettacolari permette ai visitatori di interagire e partecipare attivamente, trasformando gesti e movimenti in sensazioni e suggestioni. La fonte di pescaia è nello stesso tempo contenitore e contenuto principale del museo dell’acqua: la bellezza del sito, l’architettura, l’unicità e l’integrità del suo sistema idraulico, ne fanno la “stanza principale” del museo, il luogo dove tutto appare comprensibile e visibile (la struttura costruttiva; il percorso dell’acqua ed il suo utilizzo nelle diverse fasi, le caratteristiche dei manufatti ad esso collegati; il bottino sottostante, che è stato reso praticabile e fa parte del percorso di visita del museo). ​
 
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