Apoteca
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Ristorante “apoteca – provviste alimentari”
Nel cuore del quartiere flaminio, prende forma l'ambizioso progetto di “apoteca – provviste alimentari”. La parola stessa “a-po-tè-ca” indicava nell’antica roma il luogo dove venivano custodite le provviste (in particolare il vino); i... Leggi di più
Ristorante “apoteca – provviste alimentari”
Nel cuore del quartiere flaminio, prende forma l'ambizioso progetto di “apoteca – provviste alimentari”. La parola stessa “a-po-tè-ca” indicava nell’antica roma il luogo dove venivano custodite le provviste (in particolare il vino); il nostro progetto prende forma proprio da questa idea e dal locale stesso che ospitava una salsamenteria storica del quartiere. Un percorso di storia e tradizione che abbiamo voluto conservare e preservare anche nel progetto.
I colori scelti (bianco, marrone e verde militare) sono comparsi per pure caso durante i lavori di demolizione del locale. Sotto le pannellature di una precedente ristrutturazione della salsamenteria (forse durante gli anni '80), sono venuti alla luce tubi a vista, muri gradevolmente rovinati e i colori che hanno fatto da filo conduttore del progetto . Il banco mescita è rivestito in gres porcellanato effetto mattone dal taglio rettangolare (la collezione è la urban avenue della fioranese) che sale dal pavimento al banco con un effetto di continuità voluto. La struttura in ferro e vetro è stata studiata con un “vecchio” sistema a ribalta, tipico delle botteghe alimentari. Il piano mescita è in legno massello castagno a cui è stata data una colorazione calda e famigliare.
Sul retro molto semplice e lineare si nota la maiolica 20x20 con disegno retrò (sempre fioranese collezione black&white); su i due porta pane in legno sono stati montati dei vetri molati a formare rettangolare acquistati in inghilterra. I prodotti (salumi, formaggi, mieli e tanto altro) sono esposti, oltre che sul banco, anche in due aree a vista. Una prima area attigua al banco con muretto rivestito in gres porcellanato effetto cemento (la collezione è la blend della fioranese) con top in marmo bianco carrara e la seconda in parte chiusa da travi in cemento armato che fanno parte della struttura stessa della palazzina (edificata probabilmente negli anni '30). Le travi sono state volutamente lasciate con cemento a vista.
Chiude il “cerchio”, la parete della sala dove è stato ripristinato un vecchio muro di fondo. Crepe leggere, colori tenui, per una maggiore pulizia è stato dato solo un leggere fissativo. Ciò che volevamo conservare era la naturale “preesistenza”. Il progetto voleva proporre uno spazio dove il cliente si sarebbe potuto sentire subito a suo agio: un po' casa, un po' salotto. Di recente è stato realizzato un ampliamento, alle spalle del banco. Entrando nella sala, il mobile tutto espositivo in ferro e vetro domina la sala. Un lungo tavolone sociale accoglie in questo “salotto” casalingo dove ci si siede per mangiare e bere. Un ultima particolarità è la lastra in marmo con l'immagine in bassorilievo dell'area norcino. Un altro piccolo recupero dalla vecchia attività che vi soggiornava: una macelleria.
All'interno del locale, ci sono alcuni complementi recuperati, in particolare, i lampadari. Il resto dell'illuminazione è stata selezionata e ordinata da un azienda italiana (nuova seminara) che ricorda le vecchie lampade a campana smaltate. Alcune applique sono state ideate e progettate ad hoc per il locale. Segno dell'attenzione prestata a ogni dettaglio. Il rapporto con una committenza lungimirante e attenta ci ha aiutato a sviluppare un progetto calibrato e accurato.
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