Violetta house
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Cento metri quadrati di superficie interna, più cento metri quadrati di terrazzi, disposti su due livelli e connessi in maniera quasi viscerale al mare. La residenza di cui parliamo si trova in un edificio storico che sorge sul lungomare di pozzuoli, tra i più belli della costa tirrenica. Inutile ... Leggi di più
Cento metri quadrati di superficie interna, più cento metri quadrati di terrazzi, disposti su due livelli e connessi in maniera quasi viscerale al mare. La residenza di cui parliamo si trova in un edificio storico che sorge sul lungomare di pozzuoli, tra i più belli della costa tirrenica. Inutile dire che l’interconnessione interno-esterno e primo livello-secondo livello ha dato l’incipit alla progettazione di questa residenza. L’ambizione è stata quella di mescolare e interlacciare gli ambienti senza però snaturarne la funzionalità. Nasce così un ambiente fluido fatto di passaggi e percorsi di luce che collegano le diverse zone della casa, dove le armadiature diventano parte delle mura, sapientemente nascoste all’interno di boiserie bianche, elementi di matrice puramente estetica che ben si prestano allo scopo funzionale. Anche la scala si fonde con l’arredo fino a diventarne parte. La scelta del bianco e l’assenza di arredi visibili ad un primo sguardo , rendono la casa disponibile ad accogliere le sfumature cromatiche che gli scenari esterni offrono. Il minimalismo cromatico che si enfatizza con la scelta del bianco è interrotto elegantemente da inserti in legno rovere riportato in ogni ambiente, quasi ad esasperare ancora una volta il concetto di interconnessione e come un filo di arianna conduce lo sguardo fino alla scala diventando elemento principale che accompagna il marmo bianco dei gradini. Il livello superiore, è caratterizzato da un piccolo ambiente completamente vetrato, che fa da filtro con il terrazzo , questo è decisamente il luogo della casa dove in maniera più decisa si fruisce della vista del mare. E’ dal terrazzo che l’interconnessione ritorna come tema prepotente e raggiunge il suo apice. Il tavolato in teak con cui è pavimentato tutto il piano superiore, si interrompe per dar spazio ad una pavimentazione in vetro, messa a protezione di una grande apertura nel solaio, dalla quale la luce naturale consente di illuminare la zona pranzo e creando a sua volta un affaccio sospeso sul salone. Il bianco delle pareti, l’utilizzo del legno, il controllo della la luce, sono solo alcune delle contrapposizioni che si stemperano e raggiungono una di poetica armonia .
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