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Parco urbano - Pescara (PE)

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Parco urbano Concorso di progettazione, parco urbano di piazza d'armi a l'aquila. "...l’amministrazione comunale della città dell’aquila ha inteso ricorrere a un concorso di progettazione per la riqualificazione urbana dell’area denominata “piazza d’armi”, riconoscendo alla procedura concorsuale modello esemplificativo di procedure virtuose per l’affidamento di incarichi professionali come stabilito dal d.lgs n. 163/2006 e ritenendo l’evento del concorso un’ importante occasione per l’affermazione di valori culturali ed etici legati alla promozione dell’architettura italiana quale garanzia della qualità della ricostruzione di una città così duramente colpita dagli eventi sismici dell’aprile 2009..." Il progetto nasce da considerazioni di ordine generale quali: la volontà di dare a tutta l’area un carattere di unitarietà, seppure con varie articolazioni delle quote del terreno e con la costruzione di variegati paesaggi, provare a sistemare l’intera area con la maggiore quantità possibile di verde, rendere gli edifici complementari ed integrati alle sistemazioni a verde. Il terreno, partendo da via ugo piccinini, si divide in cinque ‘faglie’, cinque lingue di terreno che si innalzano leggermente, variamente interagendo con gli edifici di progetto; i passi delle ‘faglie’ sono suggeriti dalla rigida organizzazione della adiacente caserma. Al di sotto del piano del comparto a vi è il parcheggio interrato; il tetto dello stesso, sistemato a verde, è già parco. Nel comparto b prende forma il parco urbano, organizzato in due parti tra loro complementari, per animare il paesaggio e non renderlo mai banale: una parte, quella divisa in ‘faglie’, più urbana e più disegnata e l’altra, nel cuore dell’isolato, dalle sembianze più naturali e fitta di alberi: il bosco. In questa zona del parco si è pensato di far riaffiorare il fosso di san giuliano, formalizzandosi in una teoria di vasche d’acqua a sfioro. Il teatro, che si interseca con una delle ‘faglie’ del progetto diventandone testata, è pensato come un ampio contenitore, quasi una scatola, che contiene vari ‘oggetti’, dotati di una propria autonomia formale e funzionale. Nel nord dell’area si prevede la demolizione del complesso conventuale, prevista per conformare i nuovi edifici in maniera funzionale al progetto: gli edifici del complesso fanno da testata ad una delle ‘faglie’, che ne costituisce anche la copertura verde. Tutti gli edifici hanno una immagine esterna il più possibile unitaria, determinata dall’uso degli stessi materiali, d’altra parte la combinazione variegata di tali materiali e delle forme degli elementi costitutivi permette di dare ad ogni edificio la propria specificità. Gli edifici, essendo prevalentemente rivestiti con i profilati di vetro, sono pensati come grandi corpi illuminanti degli spazi del parco che a loro si riferiscono. Le due opere d’arte a memoria delle vittime del sisma del 6 aprile 2009, sono state pensate profondamente diverse tra di loro: una è ‘estensiva’, vi sono 309 (il numero delle vittime del sisma) steli cilindriche con altezze variabili, riunite in tre cerchi di ampio raggio e non concentrici e distribuite in maniera casuale; l’altra invece è costituita da un monolite squadrato di pietra, variamente rotto e ricostruito mediante tiranti e piastre di acciaio corten, in questo caso la memoria riporta alla non tanto lontana zona rossa del centro storico della città.
 
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