Stefano Bassan By Architetti@domicilio

E' un intervento residenziale progettato per abitazioni dotate di standards elevati e di eccellenza con l’adozione di tecnologie e soluzioni progettuali di bioedilizia e di risparmio energetico innovative. Ricercata l’integrazione con il contesto paesaggistico rurale circostante e la riqualificazione ecologica ed ambientale delle costruzioni e degli spazi esterni di pertinenza progettati pensando all'universal design ed all’estensione del suo concetto di accessibilità .

Un insieme di abitazioni tipologicamente diverse collocate in un paesaggio agrario veneto incastonato nello storico contesto rurale del graticolato romano. La strada centrale caratterizza l’insieme e assume il ruolo di grande stanza comune all’aperto, luogo di scambio e di incontro tra pubblico e privato, con il cielo come soffitto che consente un microclima ideale in tutte le stagioni. Nei suoi caratteri essenziali econtrada® san giovanni battista propone uno stile di vita sano e sostenibile, basato sullo stabile equilibrio tra uomo, ambiente ed ecosistema al fine di offrire ai suoi abitanti salubrità e qualità di vita.

Il cliente ha chiesto l'ammodernamento di una vecchia villetta anni 70 che coinvolgesse sia le facciate esterne che il distributivo interno senza per questo stravolgere l'impianto strutturale dell'edificio costruito in tufo e cemento armato secondo la moda del tempo. L'obiettivo è quindi stato duplice: da un lato immaginare una sorta di guscio che avvolgendo l'involucro senza interferire con esso ne proponeva una nuova ed inconsueta immagine, moderna e contemporanea, dall'altro ripensare alla distribuzione delle stanze secondo le esigenze manifestate dal cliente mantenendo una coerenza con l'esterno e offrendo spazi meno frammentati, concentrandosi sull'area soggiorno che si è voluta fusa con la cucina e che diventa il vero cuore della nuova casa. Un progetto che ha affrontato un tema sempre più attuale nel panorama italiano della ristrutturazione di vecchi edifici privi di qualità e stile in chiave contemporanea.

Trasformazione di un antico cortile interno alle cortine storiche ad uso privato in una piccola oasi verde a giardino

Nuova struttura operativa a servizio della protezione civile locale e realizzato in collaborazione con l'architetto l. Fattambrini secondo criteri bio ecologici, bio climatici e integrato nel paesaggio pedemontano del centro di miane.

A padova una software house ormai storica che opera sul mercato mondiale da oltre 30 anni rinnova la propria sede storica in centro storico ed amplia accorpando due alloggi per realizzare uno spazio di accoglienza dei clienti, una sala corsi, una cucina confortevole per ospiti e dipendenti, un'area relax, una sala riunioni e nuovi uffici direzionali. Trasparenza e illuminazione funzionale sono stati i criteri guida. Creare un'atmosfera confortevole l'obiettivo finale.

L’orientamento solare, le dimensioni del lotto, le caratteristiche formali ed ambientali dell’edificazione esistente hanno guidato la progettazione edilizia, dalla scelta tipologica a quella formale; la soluzione architettonica ha quindi percorso la via della “contestualizzazione” rapportandosi alle preesistenze, per quanto prive di valore, e tentando di conservare nella soluzione planimetrica il carattere sociale e formale del “rione” che sino ad oggi quest’area ha conservato intatto. L’impianto planimetrico è costituito da due gruppi di 4 corpi edilizi a due piani di uguale dimensione, disposti a formare due fronti edilizi paralleli tra loro distanti 12,50 mt.

Nuova piazza dedicata a monsignor andreatti nella piazza centrale di paese a fianco della chiesa parrocchiale. Progetto realizzato in collaborazione con arch. R. Ervas (tv) e prof. G. Righetto (pd)

Nuovo asilo di quartiere nella periferia del comune di albignasego

Il programma prevede la ristrutturazione di un complesso edilizio storico caratterizzato da due corpi di fabbrica (secc. Xvii- xviii) accorpati a schiera lungo una vecchia strada dell’ “isola bassa” per realizzare otto nuovi alloggi ciascuno dei quali prospetta sia sulla vecchia strada di accesso che sul nuovo giardino pubblico retrostante. Adiacente a questo complesso edilizio c'è un vecchio immobile a due piani nel quale sono stati ricavati alcuni uffici pubblici. Il vasto atrio che lo attraversava, trasformato in portico pubblico, ha consentito di dare continuità visiva e funzionale all’asse storico dell’“isola bassa” e di collegare così la grande area interna racchiusa tra gli edifici da recuperare a giardino pubblico. I fronti edificati sono divenuti “quinta” ideale, sfondo della azione creativa e della fruizione pubblica del giardino

Il progetto per bagnara è definibile come libera e lirica trasfigurazione dei tipici e ricorrenti caratteri edilizi locali, “isolati e ricomposti” però in forma moderna e consona alle esigenze tecnologiche, abitative ed economiche dell’attuale edilizia pubblica. Un ruolo chiave hanno assunto materiali classici dell’architettura contemporanea come i blocchi di cemento, il calcestruzzo a vista, l’acciaio, il vetrocemento. In particolare i blocchi sono stati adottati per la loro capacità di tradurre in chiave moderna la “texture” dei vecchi muri di mattoni e di caratterizzare l’immagine ed il colore delle pareti dei corpi posti a nord rispetto a quelli situati a sud, semplicemente intonacati. L’orientamento solare, la forma del lotto, i limiti fisici costituiti dalla strada locale e dall’area agricola retrostante hanno guidato il disegno complessivo del piccolo nucleo residenziale che si è poggiato su uno schema d’impianto semplice e razionale: una fascia di orti dal lato campagna, un unico accesso carraio all’intero lotto, garages singoli rivolti a nord verso gli orti, accessi pedonali autonomi e inseriti nel verde.

Intervento sobrio che ricuce un piccolo inserto urbano racchiuso tra edifici del centro di torre di mosto

Il programma edificatorio prevede, oltre al recupero del complesso storico di villa dalla pasqua per il ricavo di sei nuovi alloggi, la nuova edificazione di altri dodici alloggi e l’attuazione di uno spazio museale all’interno del vecchio mulino destinato alla memoria della tradizione e della cultura contadina di questa parte di territorio veneziano. Da un punto di vista metodologico generale il progetto intende riferire la tipologia degli insediamenti rurali alla particolare forma e struttura del territorio che li circonda ed isolare gli elementi che danno forma e concretezza materiale a questo rapporto. In questa prospettiva i materiali di architettura presenti nei luoghi da trasformare diventano strumenti per comprendere e spiegare, attraverso il progetto, le relazioni possibili tra insediamenti rurali e paesaggio agrario. Il progetto per pramaggiore trova perciò nella particolare situazione ambientale del territorio di belfiore le ragioni della propria organizzazione tipomorfologica: la conformazione degli spazi aperti e gli edifici di progetto sono quindi concepiti come razionale trasfigurazione dei caratteri naturali ed artificiali del sito, qui inteso come “luogo” che per tramite del progetto imprime nella materia e suggerisce alla terra i segni appartenenti alla propria memoria: in tal senso il progetto va anche inteso come modesto omaggio alla grande semplicità dell’edilizia rurale veneta

E' un fabbricato per 50 alloggi. L’area da edificare è situata ai margini del tessuto urbano di spinea che però ormai costituisce parte integrante del centro. I riferimenti culturali tradizionali (il paesaggio urbano storico, le ville venete, venezia, i loro tratti caratteristici) hanno guidato la progettazione di questo intervento; le scelte fatte si sono consolidate in una proposta di sistemazione morfologica unitaria rivolta alla definitiva risoluzione urbanistica ed architettonica di questa area di margine come ”parte compiuta” del variegato, anonimo e decontestualizzato tessuto urbano periferico di questa parte di spinea. L’edificazione è composta di due corpi di fabbrica identici per forma, tipo e quantità di alloggi (25 + 25 ) tra loro posti a 90° e con i fronti lungo i bordi di due strade esistenti. Questi corpi costituiscono i margini edificati di un isolato che comprende al proprio interno, oltre che due nuclei residenziali popolari di recente edificazione, un’estesa area destinata a verde pubblico e parcheggi. All’incrocio tra le due strade gli edifici presentano un grande portico che pone l’area esterna in collegamento con il giardino pubblico interno e due negozi.