La sostenibilità oggi è garantita dall'utilizzo di fonti rinnovabili a basso impatto ambientale, in grado di soddisfare quei bisogni di cui la nostra società non può più fare a meno senza però pregiudicare il diritto dei nostri figli di poter crescere con le stesse opportunità di sviluppo.
Una delle fonti ritenute rinnovabili oggi più interessanti per le sue enormi potenzialità è l'energia geotermica che, non solo rappresenta un'energia alternativa, ma è, anche un'energia gratuita oltre che disponibile ovunque.
Gli impianti geotermici sfruttano quest'energia sottoforma di calore ed il fatto che nel nostro paese le temperature dei sottosuoli sono nella maggioranza dei casi costanti e contenute tra i 12 e i 14 gradi, una condizione essenziale per ottenere sistemi energeticamente più performanti ed efficienti delle tradizionali pompe di calore ad aria.
Lo sfruttamento dell'energia in queste condizioni è detto geotermia a bassa entalpia, termine coniato per differire questo utilizzo dalla tecnologia impiegante temperature del sottosuolo superiori ai 40 gradi.
Per beneficiare della naturale energia immagazzinata nel terreno è necessario avvalersi di opportune macchine che, accoppiate a degli scambiatori detti "sonde geotermiche", sono in grado di trasferirlo dalla terra ai nostri edifici.
La geotermia è ritenuta un'energia rinnovabile in quanto, rinnovabile è il sistema con il quale viene assorbito e ceduto il calore alla sorgente termica considerando che tale sorgente, ovvero il nostro pianeta, possa avere una capacità termica infinitamente grande.
L'elevata efficienza dei processi funzionali di una pompa di calore ne fa di fatto, uno dei sistemi più energeticamente convenienti e rispettosi dell'ambiente anche in relazione alle emissioni di co2. In particolare, confrontandoci con un sistema di generazione del calore quale quello derivante dall'impiego di una caldaia a condensazione, e considerando l'attuale mix energetico nazionale, la richiesta di energia primaria per il funzionamento invernale di una pompa di calore è certamente minore rispetto a quanto richiesto ad una caldaia a condensazione quando la sua resa energetica (cop) supera il valore di circa 2,7.
Analogamente, per quanto riguarda l'analisi di impatto ambientale, quando il cop è prossimo a 2,7, la pompa di calore elettrica emette meno co2 di una caldaia a condensazione.