Per il cappotto di casa tua puoi scegliere tra diverse soluzioni e materiali. Sapremo consigliarti al meglio per trovare la soluzione più adatta al tipo di immobile, valutando i punti di criticità e i ponti termici. L’intonaco termoisolante aiuta notevolmente a limitare la dispersione termica degli edifici nonché ad arginare i ponti termici. La soluzione più adeguata a rendere la vostra casa ben coibentata rimane comunque il cappotto termico. I cappotti termoisolanti possono essere di vari materiali come il polistirene espanso o il sughero. Ogni materiale ha differenti caratteristiche di conducibilità termica, inoltre la trasmittanza termica varia notevolmente al variare dello spessore del cappotto termico. Purtroppo molti edifici, soprattutto quelli che non sono di recente costruzione, presentano una notevole quantità di ponti termici. I ponti termici sono quelle parti dell’edificio che presentano una particolare dispersione termica dove, il calore prodotto per riscaldare la casa, tende a disperdersi d’inverno, mentre d’estate lo stesso calore tende ad entrare e a riscaldare gli ambienti che stiamo raffrescando con i condizionatori. Perché spendere soldi per riscaldare la propria casa se poi il calore non viene trattenuto e viene disperso all’esterno? Oppure perché raffrescarla con i condizionatori se poi d’estate si presenta il problema inverso? È un po’ come mettere benzina in un’automobile che ha il serbatoio che perde. Se proviamo a riflettere un momento capiamo che non solo stiamo sprecando denaro, ma stiamo anche contribuendo a produrre inquinamento atmosferico e ad aumentare la quantità di co2. La prima considerazione che consigliamo di fare, quando si vuole approcciare a questo tipo di coibentazione, è valutare il costo dell’investimento. Considerando che un intervento di coibentazione produce immediatamente un risparmio in bolletta resta solo da quantificare il tempo necessario per ripagarsi il costo dell’investimento. Mediamente questo lasso di tempo si aggira attorno ai 3 anni, tenendo anche in considerazione le agevolazioni fiscali. Questo significa che per i primi 3 anni non avremo sostenuto nessuna spesa ulteriore per la posa del cappotto termico, mentre per gli anni successi avremo solo risparmi che si accumulano di anno in anno. Sul mercato ci sono a disposizione diverse tipologie di cappotti termici, qui sotto vi mostriamo le caratteristiche dei due principali che istalliamo abitualmente. Il sughero è un tessuto vegetale che viene ricavato dal rivestimento del fusto e radici dell’omonima pianta di cui la sardegna è ricca e produce in grandi quantità. Il sughero non solo ha una bassa conducibilità termica, ma è anche capace di diminuire notevolmente i rumori fungendo da isolante acustico. Non di secondaria importanza sono le sue caratteristiche di impermeabilità e durevolezza. Il cappotto in sughero, essendo anche traspirante, elimina i problemi di condensa e umidità che sono i principali responsabili della formazione di muffa. Il sughero è un ottimo materiale ed essendo naturale, biocompatibile e riciclabile al 100% non ha alcun impatto sull’ambiente. La lista dei vantaggi del sughero si allunga se consideriamo la sua caratteristica di essere atossico e anallergico. Insomma un cappotto in sughero ha mille qualità e per la sardegna è anche a km zero. Il polistirene espanso, detto anche eps, è il materiale più diffuso in italia per la realizzazione di cappotti termici. Il materiale offre una buona coibentazione a fronte di un ottimo rapporto qualità prezzo. Queste caratteristiche ne hanno permesso una diffusione su larga scala data anche la facile reperibilità. I valori di trasmittanza del polistirene espanso variano a seconda dello spessore e della densità dei pannelli che vanno a costituire il cappotto di casa e possono conferire all’abitazione un buon isolamento termico.