Lorenzo Rossi

Il progetto prefigura un edificio di alta tecnologia, aspetto innovativo, contenente funzionalità avanzate e originali. Il tema "biblioteca 2.0" è importante per trovare il modo di mantenere ed aumentare la diffusione della cultura e la passione per i libri nelle prossime generazioni. Il tema conta molto per noi, perché, in passato (ma anche oggi), siamo tutti consumatori di spazi culturali, costituiti non solo da biblioteche, ma anche da archivi, emeroteques, esposizioni scientifiche, musei. Abbiamo pensato a un uso moderno delle opportunità culturali che le tecnologie effettivamente offrono, senza perdere affatto il feedback fisico con il libro di carta "tradizionale", che è ancora parzialmente goduto, in modo controllato. Lo scopo del progetto è inoltre quello di immaginare un edificio a efficienza energetica positiva, ottenuto dall'uso di energie rinnovabili: pur restando fermi su una forte connessione formale con elementi naturali, che usiamo per definire spazi particolarmente amichevoli. Il tema principale è, quindi, un pulito appello alla natura, inserito in un contesto urbano formale, per prefigurare un melting pot sempre più culturale. L'ultimo desiderio è che la progettazione architettonica permetta e rafforzi lo scambio di informazioni.

Nel quartiere storico della venezia, il bad elf pub vuole unire il calore dei pub inglesi, con lo stile contemporaneo ed industriale. Il fondo presenta delle volte a crociera che danno un'ampia spazialità all'ambiente. Queste importanti altezze creano però una criticità nella divisione dello spazio; per superare questa problematica lo studio dello spazio sopra il bancone è diventato fondamentale. Il nuovo bancone è stato realizzato in legno di castagno, trattato con una doppia verniciatura. La stessa bicromia viene ripresa anche per la pannellatura sopra il bancone, a cui si unisce la struttura in ferro grezzo. Questa struttura, che integra l'illuminazione e l'impianto audio, funziona da divisorio spaziale e visivo tra l'ambiente dedicato al pubblico e lo spazio di lavoro.

La persistenza della nave sulle coste del giglio ha posto all’attenzione mondiale su questa piccola isola del mediterraneo; nel tempo trascorso tra il disastro e la rimozione della concordia, centinaia di lavoratori, sono arrivati sull’isola del giglio ed hanno interagito con gli abitanti ed il territorio. Il concetto dal quale siamo partiti per la progettazione del faro è stato appunto quello della “resistenza” sul luogo del disastro di un segno di ciò che è stato, di una memoria, anche fisica del disastro; la concordia è rimasta 921 giorni adagiata sugli scogli dell’isola ma, anche dopo la sua rimozione, la traccia del suo passaggio resiste. Questo segno si concretizza quindi nel faro, posizionato esattamente dove insisteva il camino della nave arenata sugli scogli ed in particolare nella posizione della “c” del logo costa crociere, che diventa anche forma archetipica per la genesi dell’architettura. Il nome stesso richiama il concetto di persistenza in un determinato luogo, endurance appunto. Ragionando sul concetto di memoriale, abbiamo voluto posizionare il faro direttamente in mare proprio per sottolineare il valore simbolico dell’oggetto. Per accedere all’architettura, si passa da un pontile, portando così il visitatore ad immergersi, già nell’avvicinamento, nei luoghi del disastro. Endurance ribalta la classica forma del faro, andando ad aumentare la propria massa all’aumentare dell’altezza; la base consiste in un cilindro che si svasa verso l’alto fino ad aprirsi per configurare nella sua sommità la forma di una “c”.

La residenza nasce dalle esigenze di una giovane coppia che voleva un collegamento più diretto tra zona cottura e il soggiorno ed una cabina armadio che potesse così liberare la camera da letto da altri mobili. Anche il bagno è stato modificato andando a creare un ampio spazio doccia a ridosso della finestra, garantendo maggior movimento in un ambiente di ridotte dimensioni. La casa è stata inoltre completamente ripensata nelle finiture e nella pavimentazione.

L'appartamento si trova nel centro di livorno in un palazzo ottocentesco più volte rimaneggiato nel corso dei decenni, ma che ha mantenuto la sua impronta stutturale originale. La scelta attuata insieme ad i committenti è stata quella di ripristinare il più possibile lo stato originale dell'immobile riscoprendo i suoi aspetti caratteristici. Per prima cosa è stato eliminato il controsoffitto che nascondeva il sistema costruttivo del solaio, realizzato in travi e travicelli in legno; la successiva sabbiatura ha riportato in vista gli elementi origniali ancora in buone condizioni. Nella zona dedicata ai servizi questa operazione non è stata possibile, in quanto negli anni la struttura lignea era andata perduta e sostituita con un solaio in latero cemento, sicuramente meno affascinante. Un altro aspetto fondamentale della ristrutturazione è stato il pavimento, infatti abbiamo eleminato il pavimento precedente, che era composto da uno strato di materiale plastico risalente agli anni '70 del secolo scorso, per poi sostituirlo con un parquet in legno di rovere. Per il resto dal punto di vista distributivo non sono state apportate modifiche particolari agli ambienti, già ben divisi tra zona notte e zona giorno e con uno spazio adibito ai servizi separato e distinto. L'unico intervento strutturale realizzato ha riguardato la parete che divideva il soggiorno dalla cucina, questa è stata demolita per aumentare la spazialità dei due ambienti ed amplificare la luminosità di tutta la zona. La parete è stata sostituita con un portale in acciaio che è stato successivamente integrato nell'aspetto tradizionale dell'appartamento. Il risultato è stato quello di un unico ambiente in cui la divisione funzionale è realizzata grazie ad un'isola centrale che identifica gli spazi più propriamente adibiti alla cucina. Le fotografie mettono in risalto gli spazi prima e dopo la ristrutturazione, proprio per sottolineare le differenze materiche e di finitura realizzate.

L' abitazione prima dell’intervento presentava una classica divisione degli ambienti che scindeva la cucina dal soggiorno e lasciava come diaframma tra i due un grande ingresso; nella nuova spazialità la zona giorno si riunifica andando ad aprirsi su entrambi i fronti. Anche il bagno è stato ripensato andando a prendere spazio alla seconda camera per realizzare il vano per la doccia e modificandone così l’assetto.

La libreria libris in fabula nasce con l’idea di collocare ogni libro nella sua giusta posizione. I formati delle pubblicazioni infatti sono spesso molto diversi tra di loro e se si aggiungono anche delle riviste la situazione diventa anche maggiormente variegata. Libris in fabula ha i propri piani adattati in base alle varie altezze dei libri e riviste, così da poter trovare la giusta collocazione ad ogni tipo di pubblicazione. I classici ripiani della libreria sono staccati dalla struttura principale sui lati e sono stati sfalsati tra di loro per differenziare le altezze tra un piano e l’altro. Il corpo della libreria è realizzato in osb lasciato al naturale, gli elementi interni sono stati invece verniciati scegliendo tre colori (rosso, grigio e bianco) ed alternandoli tra di loro e facendo perdere così la visione del piano generatore originale.