Se quello che faccio oggi subisce le influenze e il fascino del rapporto tra innovazione e tradizione lo devo soprattutto alle esperienze maturate in ambito accademico: prima come allievo e poi come docente di teoria della percezione e psicologia della forma. Le strade che mi hanno condotto sul versante di questa ricerca sono state spesso dissimili e complementari. Da una parte le pietre e i legni e dall’altra le teorie della psicologia dell’arte hanno contribuito a delineare il percorso che oggi mi trovo davanti. Nel dare fiducia alla possibilità di veder confluire questi sentieri li ho attraversati con fiducia entrambi, anche se per molto tempo teoria e pratica hanno viaggiato su binari paralleli e distinti.
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