Menu

Enrico Realacci

Presidenza del consiglio dei ministri Biblioteca e archivio storico - Roma (RM)

Numero di immagini
14
Visite ricevute
341
Like ricevuti
Corporea leggerezza Gli spazi messi a disposizione per la realizzazione della nuova biblioteca e dell’archivio storico della presidenza del consiglio dei ministri sono situati al primo piano dell’ex monastero di san silvestro in capite a roma. Chiave di volta dell’articolata soluzione progettuale è la grande parete-scaffale su 3 livelli, accessibile tramite ballatoi e collegamenti verticali, che occupa interamente il muro longitudinale interno e parzialmente i due muri trasversali tra le sale. Grazie a questa soluzione si è riusciti a realizzare complessivamente 600 ml di scaffali per circa 15.000 volumi. Ambienti spaziosi privi di vincoli, grande leggerezza e luminosità, scorci prospettici aperti e senza ostacoli visivi: su questi caratteri del luogo abbiamo lavorato per intensificarne e qualificarne il valore, costruendo su di essi un sistema di elementi armonicamente in equilibrio ma mai tendenti al mimetismo linguistico: ghisa e acciaio ritrovano la loro corporeità e dialogano con alluminio, vetro, legno; le voltine intonacate del soffitto si rivelano grazie alla luce riflessa di 396 piccole sorgenti luminose, dando vita a un’illuminazione d’ambiente morbida e avvolgente; anelli opalescenti rendono le colonne ancor più esili, mentre illuminano le postazioni di lettura, anch’esse leggere e modulabili a piacere; una nuova unitarietà spaziale – pur nella diversità funzionale – viene creata attraverso le ampie vetrate inserite sulle pareti che delimitano l’area centrale di raccordo, riconnettendo visivamente i due ambienti – biblioteca e archivio – quasi fossero un unico grande spazio, omogeneo per finiture, arredi, illuminazione
 
Vedi gli altri progetti
 
Vai su
Invia una richiesta di lavoro a Enrico Realacci
+ Allega file
Invia
 
Architetti vicino a te
Professionisti selezionati:
Cambia filtri
INVIA
Modifica filtri
Annulla
Chiedi un preventivo gratuito a Enrico Realacci