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Daniela Amoroso

Corte san pietro hotel - Matera (MT)

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Archisio - Daniela Amoroso - Progetto Corte san pietro hotel
Matera è una città tra le più antiche del mondo il cui territorio custodisce testimonianze di insediamenti umani a partire dal paleolitico. I rioni sassi, patrimonio mondiale dell’umanità, sono il nucleo urbano originario della città, sviluppatosi dalle grotte naturali scavate nella roccia che, nel corso del tempo, sono state modellate in strutture sempre più complesse. Su un intricato reticolo di stradine, vicoli, piazze interne e vicinati, si affacciano case di tutte le dimensioni, antiche mura, torri, magazzini, cantine, cisterne. Un dedalo senza fine di scavato e costruito. Nel cuore degli antichi rioni sassi, una struttura abbandonata e in disuso, risalente al 1600, distribuita intorno ad una corte, è stata restaurata e reinventata per accogliere gli spazi nuovi di un albergo. Fernando e marisa ponte, committenti appassionati e da sempre affascinati dalla magia dei sassi, hanno creato un luogo intimo ed accogliente dove si alberga “come a casa di amici”. Il progetto ha previsto un intervento di restauro attento e rigoroso nel rispetto dell’architettura originaria. Sono state eliminate le superfetazioni, le contaminazioni, gli strati di pavimentazioni più recenti ed è stata messa in luce la trama delle antiche murature in tufo sormontate da volte: la struttura storica è stata messa a nudo e assunta come testimonianza architettonica con cui confrontarsi e dialogare. In questa ricerca dell’essenza, dell’autentico, dello spazio puro, scevro dal superfluo, ci si è ispirati all’antico concetto wabi ridefinito dall’interior designer, axel vervoordt. I luoghi storici, che godono di una seducente identità, si coniugano con armonia e rigore al comfort e ad un design ricercato ed elegante. Le antiche case a piano terra, trasformate in raffinate camere d’albergo, si affacciano su una corte che è tornata al suo antico splendore grazie ad un paziente lavoro di recupero della originaria pavimentazione (le cosiddette “chiancarelle”). La corte, di sera, illuminata dalla luce delle candele diventa un luogo suggestivo e raccolto che genera calore e protezione. Dall’ingresso, posto su via b. Buozzi, si viene accolti come in una casa privata nella graziosa e accogliente reception, arredata finemente, attraverso cui si accede alla corte privata. Le camere distribuite intorno alla corte sono rigorosamente monocromatiche, caratterizzate da tonalità castane che vanno dal beige della pietra al marrone del legno e del ferro cortèn. Il gioco della mescolanza della pietra locale, del legno e del ferro si ripete in ogni camera con differenti proporzioni seguendo un disegno lineare ed essenziale. In questi luoghi, elementi poveri, solitamente associati ad uno stile rustico, assumono leggerezza e modernità. Una luce intensa filtra dalle porte d’ingresso, sapientemente lavorate a mano, che attraverso le chiare tende di lino invade il primo ambiente di ogni camera destinato a salotto e area relax. Gli ambienti successivi, quelli più privati, scavati nella roccia, sono invece illuminati da piccole finestre poste sulle volte, cosiddette “bocche di lupo”. Le finestre, poste in alto, creano fasci di luce direzionati, alternati ad ampie zone di ombra intime e suggestive. La ricerca costante di un legame tra gli ambienti interni e la corte esterna (impreziosita dal recupero delle “chiancarelle” originarie), ha fatto si che la scelta della pavimentazione delle camere ricadesse sulla chianca. La pavimentazione, unica per tutti gli ambienti, bagni compresi, è in mattoni di pietra di trani di colore chiaro cosiddetta, appunto, chianca. Archi di tufo introducono alle stanze da bagno, ambienti intimi ed avvolgenti, caratterizzati da nicchie e cavità che accolgono ampie vasche da bagno e docce in pietra. I bagni, privi di porte, si affacciano direttamente nella zona living. I rivestimenti delle pareti in tufo, su cui poggiano i sanitari, e delle vasche in muratura sono in lastre di pietra calcarea, cosiddetta mazzaro. Estratto nelle cave della vicina puglia, il mazzaro possiede una colorazione simile a quella del tufo. La terra, la chianca, il colore naturale della pietra diventano parete, soffitto e seduta. La pietra, materiale da rivestimento di antica tradizione edilizia dotato di notevole fascino ed eleganza, la ritroviamo in tutti i bagni sotto varie forme e proporzioni. In alcune sale da bagno il “mazzaro” è presente non soltanto come rivestimento ma anche come lavabo squadrato di forma rettangolare o tornito di forma circolare. I sanitari in versione sospesa sono della duravit, mod. Starck 3; i lavabi di appoggio, sostenuti da massicce mensole di antico castagno, sono della gsi mod. Ring e della flaminia mod. Fonte tonda. La rubinetteria è fantini mod. Mare. Nell’antibagno della sala colazione, accanto al lavabo da terra realizzato in pietra con anelli concentrici sovrapposti è presente invece il rubinetto da terra della agape. Quasi tutte le murature in tufo sono state lasciate a “faccia vista” previo trattamento. Si è proceduto dapprima alla spazzolatura del tufo, successivamente sono state scarnite e risarcite le fugature con malta fina, tufina e cemento bianco in minor quantità. Infine le stesse superfici sono state trattate con materiale idrorepellente monocomponente ad alta penetrazione a base di resine silossaniche in solvente, altamente traspirante e miscelato a tufina. Soltanto alcune pareti presenti nei bagni sono state intonacate con biocalce della keracoll. L’arredamento, ad eccezione del tessile, è costituito da antichi mobili risistemati e oggetti recuperati: antiche cassapanche in castagno diventano porte, mensole o tavoli; strutture di vecchie sedie in legno diventano porta salviette; sezioni di vecchi tronchi diventano sedute o comodini. L’intero albergo si sviluppa in orizzontale intorno ad una superficie, la corte, mossa da lievi dislivelli su cui si aprono le cinque camere, la reception e la sala colazione, in un sistema antico e raccolto che caratterizza fortemente tutta la struttura. La superficie sottostante l’albergo è costituita da otto antiche cisterne, ambienti ipogei caratterizzati dalla tipica forma a campana, testimonianza dell’antico sistema di approvvigionamento delle acque, esempio eccellente di sviluppo sostenibile. Attraverso grondaie, pluviali e canalette l’acqua delle precipitazioni meteoriche veniva incanalata nelle cisterne rinvenibili in ogni abitazione. Le cisterne saranno presto visitabili attraverso percorsi stretti ed impervi di rara suggestione. Attraversare l’instabile silenzio di una cava, adattarsi gradualmente al lucore dei suoi spazi, sarà come essere risucchiati in un’altra dimensione, dove cogliere il senso più profondo e ancestrale di questi luoghi e di questa terra. Sarà la spa dell’anima, uno spazio in cui poter nutrire l’anima e provare un forte senso di benessere.
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