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Coarch Studio

Sm22 - Milano (MI)

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Sm22
Sm22 un interno milanese. I proprietari una coppia di giovani amanti dell’arte contemporanea e dell’architettura, ci hanno chiesto di progettare la loro prima casa : un appartamento di circa 120 mq in via san marco. Il primo lavoro fatto insieme a loro è stato un brainstorming in cui ci hanno trasferito le loro richieste in termini spaziali e anche consegnato un meticoloso inventario dei pezzi di arte contemporanea e di design a cui trovare spazio. Il secondo passaggio è stata la ricerca dei riferimenti più adatti per il progetto. Abbiamo cercato di omaggiare la tradizione degli interni milanesi di portaluppi, bottoni e ponti. Gio ponti, nel "manifesto della casa adatta" del 1970 delinea alcuni punti che sono stati spunto per il progetto : Non dobbiamo adattarci noi a una casa generica ma è la casa che deve adattarsi a noi. 1_ la casa adatta è un modo di pensare all’abitazione in modo versatile per farne espressione della nostra individualità culturale. 2_ abbandonare gli schemi di locali segregati collegati da anticamere, corridoi e porte, 3_ non più muri davanti agli occhi, non più spazi maggiori o minori, avere alloggi di superficie complessivamente minore e spazi ambientali più grandi, di più grande respiro e vedute interne più profonde 4_gli spazi minori areati dalle loro finestre sono come nicchie o alcove della stanza maggiore, sono cioè spazi che si aggiungono allo sguardo della stanza maggiore questo è ciò che ponti chiama spazi integrati Il progetto non stravolge l’esistente e prevede la rimodulazione della cucina a favore del grande spazio della zona giorno, dal quale si hanno vedute rese più profonde dalla creazione di una nicchia per lo studio e anche verso l’esterno. La cucina e la zona di passaggio verso la zona notte sono racchiuse da nuove pareti e sono immaginate come volumi tecnici. La zona notte e i bagni sono riattrezzati e ridistribuiti. La parete verticale in legno che delimita la zona giorno fa da sfondo ai quadri di bronstein, mentre l’opera più grandi di nitch è appesa nella parete più lunga della casa e visibile dalla zona giorno. Una delle colonne portanti è stata rivestita con lastre di ottone in modo che rifletta la stanza anziché essere un ostacolo visivo. Le nuove pareti divisorie interne, chiudono plasticamente gli spazi e sono realizzate in pannelli di multistrato di legno, per differenziarsi dall’esistente. Le interruzioni materiche la colonna riflettente, la quinta in legno e l’innesto di cementine, determinano il soggiorno, dividono lo spazio in luoghi di passaggio, di convivialità e di osservazione. Uno delle viste della zona giorno è la nicchia, uno spazio pensato come un piccolo studio, seduti alla scrivania tuttavia si vede la terrazza. Abbiamo disegnato una libreria in legno con montanti triangolari che avvolgesse lo spazio e contenesse i libri e le opere d’arte. Il pavimento è, e deve essere, anche il gioco di materie: nella loro successione, deve istituire “sequenze” di materie e così di colore, come di dimensioni e di forme: il pavimento è un “finito” fantastico e preciso, è una progressione o successione. Nei abbiamo creato pattern geometrici usando le cementine esagonali. Uno dei nostri propositi è quello di cercare la collaborazione di altri creativi. Abbiamo coinvolto due illustratori, insunsit, per realizzare un disegno sulle tre pareti della camera della bambina raffigurante una giungla onirica con animali dai colori vivaci. Il disegno diventa uno sfondo che catapulta in una nuova visione dello spazio, per far sparire le pareti della stanza e avere un orizzonte da osservare. Un giardino deve rappresentare un sogno ad occhi aperti, non un disegno. La terrazza su cui si affacciano quasi tutti gli ambienti della casa è stata pensata come una stanza verde e contemporaneamente come una quinta. Si è scelto di creare un giardino selvaggio di miscanthus e carex, realizzando coni ottici dall’interno delle stanze. Una parete vegetale, mediante l’installazione di vasi in ceramica realizzati da marlik ceramic, una giovane designer iraniana. I tiranti in corda uniscono i vasi e creano un disegno geometrico. Ad architettura rigorosa e semplice contrasta bene un giardino disordinato: un ordine dell’architettura nella natura senza ordine Molti elementi sono stati realizzati su misura seguendo quella che era la linea architettonica. I buoni propositi in questo caso sono stati di avere la possibilità di farne un contenitore che ha ospitato più menti creative in modo da arricchire il progetto in tutti i suoi aspetti. Da questo progetto è nato sm22line una famiglia di tavoli il cui primo esemplare era stato disegnato per la sala da pranzo. La struttura è solido disegnato in tondino metallico e il piano è in legno verniciato. Abbiamo deciso quindi di partecipare la salone del mobile per metterci in gioco e per farci conoscere. Ci è venuto naturale sviluppare una linea e pensare a una famiglia di oggetti declinandolo in varie tipologie e colori per farlo diventare un prodotto di design. Le regole erano semplici, che fosse possibile ibridare insieme più oggetti di design come la lampada e il tavolo e che l’oggetto fosse bello da tutte le angolazioni. Abbiamo esposto da base milano, che apriva al pubblico per la prima volta e aveva chiesto a noi e ad altri 4 designer di allestire casa base, un ostello di design per giovani. Abbiamo pensato un allestimento molto semplice, e fresco con le pareti azzurre e piante da interni voluminose che fluttuavano. L’esposizione ci ha fatti conoscere e ci permesso di essere pubblicati su domus e su altre riviste. Non riusciamo a dire se commercialmente ci ha fatto fare un salto o no, il nostro obiettivo era quello di aprirci altre porte.

Bar fase - Alzano Lombardo (BG)

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Bar fase
Bar fase è uno spazio sperimentale che si attiva durante gli eventi, ospitato all'interno dell'ex pigna paper factory, progettato per mantenere il registro formale della fabbrica della libertà e dei suoi colonnati bianchi, la barra è concepita per ospitare 5 diversi operatori alimentari allo stesso tempo operativi allo stesso tempo. Spazio fase è un complesso di edifici industriali in cui è in atto un progetto di recupero da una splendida fabbrica dismessa della fine del xix secolo (ex cartiera paolo pigna) e proposta come modello sperimentale per la rigenerazione economico-sociale di un territorio. Caratterizzato da una struttura architettonica sviluppata su tre piani, con una superficie totale di 40.000 mq in parte già recuperati, conservati e riqualificati. Situato nel cuore di alzano lombardo, a pochi km da bergamo, è stato creato per ospitare diverse esperienze, come incubatore di idee e startup e come promotore di cultura e consapevolezza ambientale, con uno sguardo attento e ricettivo sul territorio. è alimentato da eventi socio-culturali in continuo cambiamento. Il progetto architettonico mira a restituire parte dello spazio alla comunità, aprendo nuove piazze, che stanno emergendo mentre le superfetazioni non storiche, costruite nel corso degli anni, vengono demolite. Il programma funzionale interno è in continua evoluzione e al momento stiamo sperimentando usi non tradizionali e temporanei, tuttavia non è escluso che parte della ex cartiera ritorni ad essere produttiva in un modo totalmente nuovo rispetto al passato e supportata da nuove funzioni e servizi di supporto agli eventi. Il terzo piano è quello che offre le migliori vetrine di eventi come il factory market, un grande mercato di giovani designer di vestiti e oggetti e anche un incubatore di start-up e giovani imprenditori. Qui abbiamo progettato bar fase, uno spazio accogliente che funziona durante gli eventi, mantenendo il registro formale della fabbrica della libertà. Il bar si trova in un angolo e lavora con i numerosi eventi della fabbrica, è concepito per ospitare 5 diversi operatori alimentari alla volta che operano contemporaneamente. Questo progetto ci ha fatto riflettere sul vecchio tema ben trattato da aldo rossi, sulla forma che sopravvive alla funzione. Un progetto di co.arch studio / giulia urciuoli e andrea pezzoli

Terramadre2018 domori - Torino (TO)

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Terramadre2018 domori
Progetto il padiglione espositivo del cacao per domori e slow food durante il terramadre2018. Lingotto fiera torino Location italy - torino designers giulia urciuoli, andrea pezzoli, co.arch project year 2018 Ci siamo concentrati sulla promozione del marchio creando uno spazio accogliente e di qualità. Oltre all'area di vendita, il padiglione deve ospitare due workshop e masterclass dove possono parlare di prodotti e partner. Sullo sfondo, il laboratorio del cioccolato ospita le macchine beantobars per mostrare come i cioccolatini vengono prodotti direttamente dalle fave di cacao. Al centro è il banco gelato libre, il nuovo progetto del gruppo, un gelato a base vegetale realizzato al momento con un'innovativa macchina da showcooking

Cp14 vol2 - Milano (MI)

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Cp14 vol2
A milano, lo studio co.arch è stato chiamato per progettare nuovamente un appartamento rinnovato nel 2011, con lo scopo di collegarlo al volume situato al piano inferiore. La coppia ha infatti acquistato l'appartamento al di sotto del loro e hanno voluto collegare i due spazi senza compromettere il precedente progetto in cui vivevano bene. La scelta dei progettisti è stata quella di creare un collegamento in modo visivo e grafico, attraverso la realizzazione di una leggera scala con struttura in metallo e legno, per unire facilmente gli spazi e creare una nuova esperienza. Trattandosi di due spazi pubblici della casa, un soggiorno e uno studio, la struttura della scala è stata attrezzata con pratiche mensole e una comoda scrivania. Una soluzione non solo bella dal punto di vista estetica ma anche molto funzionale. Il piano inferiore è stato rinnovato al fine di creare una coerenza di stile con il resto della casa, caratterizzata da colori tenui e materiali bianchi per illuminare perfettamente tutti gli ambienti.

Architettura - Amatrice (RI)

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Architettura
Il terremoto, con la distruzione di parte della città, si porta via tutte le abitudini e le usanze dei suoi cittadini, distruggendo gli spazi di lavoro e le abitazioni, lasciando un vuoto fisico che rende necessaria una riorganizzazione del tempo e delle attività delle persone. Con il nostro progetto vorremmo cercare di creare un luogo che possa essere uno spazio di condivisione dove la cittadinanza può riorganizzare il lavoro e il tempo libero attraverso la condivisione con gli altri cittadini. Vorremmo dare un piccolo segno di rinascita offrendo uno spazio che possa riunire la gente e che possa creare nuove interazioni, per questo abbiamo pensato al baratto, un luogo dove scambiarsi oggetti, servizi e idee. A partire dalla condivisione di un problema forse è possibile risolverlo in parte, i nostri elementi si propongono di creare luoghi divertenti dove potersi incontrare e confrontare. Abbiamo scelto una forma iconica a più per renderlo riconoscibile, facilmente assemblabile e per poter creare aggregazioni semplici ma complesse. Un evento catastrofico come un terremoto, porta con se la distruzione non solo dello spazio fisico ma anche del ruolo e della funzione del singolo soggetto nella comunità, ci si trova a volte senza una casa, senza un ufficio o un lavoro. Pensiamo che uno spazio dove potersi sentire utili possa contribuire a rafforzare il senso di comunità. Il concetto di baratto è inteso nel senso più ampio possibile, offrire le proprie energie, risorse, idee, sapere agli altri. Abbiamo immaginato tre scenari di baratto : il primo è il baratto di oggetti; il secondo è il baratto di ore di lavoro, di attività, di competenze; il terzo è il baratto di idee. Il piccolo padiglione ha una forma a croce greca con 4 bracci uguali di lato circa 2 metri, e una superficie di 18 mq, è interamente costruito in legno con struttura in abete e pannelli di multistrato fenolico, adatti a resistere all’esterno. La struttura portante è formata da 12 pilastri a l di 40x80 mm, il soffitto e il pavimento sono realizzati nello stesso modo con travetti da 40x100 mm con interasse 92 cm nei quali vengono inseriti ad incastro i pannelli di multistrato di pino da 90 x 186 cm. Le facciate sono formate da 12 pannelli di multistrato ancorati alla struttura, le aperture sono ad arco, per dare al padiglione una forma archetipa delle città italiane. I pannelli hanno il medesimo disegno e possono essere montati dritti o rovesci creando in un caso degli ingressi e nell’altro delle finestrature ad arco rovescio. Le ante di chiusura delle apertura risultanti dal taglio dalle bucature ad arco dei pannelli, sono verniciate di blu. Gli impianti necessari per il padiglione possono essere alimentati dall’intercapedine sotto il pavimento, utile anche a nascondere i sostegni di metallo per appoggiarsi adattandosi ai diversi suoli. L’illuminazione è pensata con impianto a vista che corre nascosto nei pilastri a l, mediante un profilo led che ricalca la forma del padiglione. Il montaggio del padiglione è molto semplice : vengono assemblati i travetti del pavimento che viene appoggiato a terra sui suoi piedini di metallo, su questo vengono montati i 12 pilastri a l che per loro stessa geometria resistono alle spinte orizzontali. Similmente al suolo vengono montati i travetti del tetto che una volta collegati contribuiscono a rendere stabile la struttura a traliccio dei pilastri. Vengono montati i tamponamenti orizzontali del suolo e delle copertura tutti uguali di misura 90x186 cm, la fase successiva è il montaggio dei tamponamenti verticali, tutti della stessa misura 190x290 cm già preparati con i pannelli di chiusura ad arco. Ultimo step, vengono collegati gli impianti passando per le canalette già preparate nell’incavo dei pilastri. Lo spazio interno del punto più è pensato per garantire la massima flessibilità sia come singolo elemento sia nelle ipotesi di aggregazione. La tipica forma a croce permette di creare scenari aggregativi vari e divertenti, possono formarsi spazi più grandi e patii semi-privati tra un modulo e l’altro.

San giovanni bianco – concorso di idee per “la nuova casa della cultura” 2016 - Bergamo (BG)

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Archisio - Coarch Studio - Progetto San giovanni bianco concorso di idee per la nuova casa della cultura 2016
Il punto di partenza del progetto è stato la valorizzazione dell’immobile esistente, la palazzina liberty rappresenta dei tratti interessantissimi, come ad esempio i pavimenti in graniglie e cementine originali, o i vetri colorati ancora presenti che hanno guidato nella direzione della cifra stilistica di tutto il progetto. Come strategia di uso degli spazi si è scelto di dedicare la villa storica a museo e di realizzare un nuovo corpo per ospitare le funzioni della biblioteca. Il nuovo volume che ha una larghezza di 11 m per 22 m è più contemporaneo e si inserisce nella porzione di lotto contigua e libera, si configura come un corpo semplice principalmente su un solo livello e con un inter piano simile alla villa, qui sono pensate la sala lettura illuminata dalle vetrate della parete ovest e da un cavedio verde che crea un pozzo di luce, le pareti nord della biblioteca ospitano arredo fisso che insieme ad altre librerie su misure in legno costituiscono l’ossatura della biblioteca.nella parte nord est sono i corpi di servizio come i bagni, i magazzini e le scale.si è voluto sfruttare la copertura della biblioteca con una grande terrazza panoramica che guardi verso il brembo e la val taleggio e inquadri esattamente i paesaggi cari e ricorrenti nell'opera del milesi. Contemporaneamente la presenza di un bar / piccolo ristorante permette di fruire del panorama e di avere un possibile ricavo per la struttura. Nella parte nord est sono i corpi di servizio come i bagni, i magazzini e le scale.si è voluto sfruttare la copertura della biblioteca con una grande terrazza panoramica che guardi verso il brembo e la val taleggio e inquadri esattamente i paesaggi cari e ricorrenti nell'opera del milesi. Contemporaneamente la presenza di un bar / piccolo ristorante permette di fruire del panorama e di avere un possibile ricavo per la struttura. Al piano primo sono state suddivise le sale, per ospitare i grandi filoni del pittore, la dimensione delle opere permette infatti di poterle apprezzare anche se raggruppate per tema. I pavimenti tipici della villa hanno permesso un’ulteriore caratterizzazione delle stanze tematiche offrendo una cornice insieme decorativa e sobrissima.

Concorso internazionale per il il centro civico di milano - garibaldi isola - 2014 - Milano (MI)

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Concorso internazionale per il il centro civico di milano - garibaldi isola - 2014
Il progetto si propone di ottenere l’integrazione delle diverse funzioni richieste attraverso un sistema di piastre (piazze) a corte dove volumi in legno polifunzionali racchiudono le diverse attività. Una casa di ringhiera aperta in cui la struttura a corte di piazze sovrapposte diventa un social network spaziale, un luogo di scambio e incontro, di relazioni e connessioni umane tridimensionali, che cerca di essere un elemento fisico che si integra nell'area come offerta complementare e rispettosa del giardino la biblioteca degli alberi, con una dimensione pubblica non invasiva. La scelta di volumi liberi poggiati su solai leggibili, quindi, nasce dalla volontà di non impattare nel sito con una massa volumetrica compatta ma con un volume leggero e permeabile dal giardino, che entra e ne fa parte, contaminando l'edificio con zone verdi ai vari piani e interagendo con il contesto circostante, relazionandosi in modo continuo senza stabilire un fronte principale, ma creando fronti equivalenti sui 4 lati dell'edificio.la circolazione libera, permette di raggiungere facilmente le varie attività ai piani con ascensori o attraverso le scale che percorrono la corte, permettendo di non perdere mai il rapporto con l'intorno, sempre visibile grazie agli scorci tra i volumi, potendo soffermarsi in spazi aperti protetti dove espandere, nella bella stagione, attività connesse alle varie funzioni. I volumi saranno diversificati con l'uso dei materiali come pannelli di legno chiaro multistrato, vetrate, pannelli di policarbonato alveolare con sovrapposta una rete metallica per consentire l'attacco delle piante rampicanti. Le ringhiere, utilizzate come riferimento storico, in tutto l'edificio saranno possibilmente originali e di recupero. Le attività presenti saranno identificate da grandi pittogrammi applicati all'esterno che individueranno le attività svolte all'interno. La copertura, praticabile, sarà un terrazzo dove poter sostare per leggere, incontrarsi e organizzare eventi all'aperto. La scala, collocata al centro della corte, ripropone le decorazioni tipiche delle ringhiere milanesi di inizio novecento, anche l'organizzazione spaziale dando risalto allo spazio comune si propone di innescare quelle stesse dinamiche sociali. La struttura, non avendo saturato la superficie coperta possibile, consente un ulteriore espansione in base a future esigenze.il fabbricato è concepito come una struttura mista in legno e ca faccia vista che caratterizza i solai in gettata continua, con l’estremità del marcapiano rastremata. L’ultimo solaio in ca avrà una sezione idonea a contenere una vasca verde sul perimetro. L’insieme si leggerà come piani sollevati su pilastri e scatole in legno inserite tra l’uno e l’altro casualmente” tra i solai Sui solai verrà creato un calpestio in pietra locale utilizzata anche per finire i gradini a piano terra. Nel massetto correranno le vie elettriche. La coibentazione seguirà in tutto il concetto di scatola: dal pavimento fino al plafone del solaio superiore per evitare ponti termici e contenere le dispersioni, possibili solo negli appoggi dei pochi setti.le pareti esterne cieche a telaio in legno, avranno coibentazioni in fibra di legno, canapa, secondo una stratigrafia idonea ad avere un alta efficienza energetica. All’ interno di ciascun volume saranno montati controsoffitti in fibra di legno e/o in cartongesso. I pavimenti interni saranno in parquet industriale, mentre le pareti interne saranno in cartongesso a doppia lastra. Dal punto di vista impiantistico lescatole abitabili saranno trattate con pompe di calore, in modo da dare un sistema di climatizzazione autonomo caldo-freddo che possa consentire una gestione efficiente. Gli impianti elettrici e speciali saranno distribuiti ai vari corpi secondo la loro destinazione specifica, compresi i sistemi di rimando verso le facciate per poter organizzare eventi al coperto ma all’esterno. I corpi illuminanti saranno tutti a led.

Concorso yac - centro cultura del vino - negrar - verona 2014 - Verona (VR)

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Concorso yac - centro cultura del vino - negrar - verona 2014
Concorso yac - centro cultura del vino

Progetto di recupero del molino san gregorio - parco lambro - milano - Milano (MI)

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Progetto di recupero del molino san gregorio - parco lambro - milano
Puntoparco@molinosangregorio - work in progress / Progetto definitivo ed esecutivo // daniele brandolino architetto, con arch. Stefano calchi novati // collaboratori : arch antonio gallo, arch andrea pezzoli, arch giulia urciuoli, arch carlo venegoni, - wip - milano - italy -2013 // rendering // co.arch // andrea pezzoli /giulia urciuoli

Progetto per un padiglione di legno temporaneo nel parco lambro - Milano (MI)

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Progetto per un padiglione di legno temporaneo nel parco lambro
Il progetto prevede un modulo base da 3,20 x 3,20 x h 3,20, interamente realizzato in legno a costi contenuti, assemblabile o trasportabile, è possibile creare diverse soluzioni aggregative. E’ pensato per forme abitative temporanee, o spazi culturali o piccoli moduli ristorativi. Ideale nei progetti di recupero può essere utilizzato come spazio di cantiere o info point.

Progetto vincitore di un bando pubblico del comune di milano progetto di recupero per la cascina molino san gregorio via van gogh 10, milano - Milano (MI)

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Progetto vincitore di un bando pubblico del comune di milano progetto di recupero per la cascina molino san gregorio via van gogh 10 milano
Progetto di recupero per la cascina molino san gregorio via van gogh 10, milano

Sffdh - solidity pole tend - san francisco - sf fire department / competition 2013 - San Francisco

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Sffdh - solidity pole tend - san francisco - sf fire department competition 2013
La piattaforma è infrastrutturata con pali che provengono dal mondo dei vigili del fuoco con diverse applicazioni e utilizzi, diventano materiali per creare una piattaforma pubblica in cui le persone possono riconoscere il dipartimento generale dei vigili del fuoco e trascorrere un po 'di tempo. I pali diventano struttura per la base dei vigili del fuoco e formano anche la distribuzione verticale interna mediante scala a chiocciola o asta discendente, la facciata è realizzata con il tappeto elastico, anch'esso familiare al mondo dei vigili del fuoco. L'idea è di ricordare un circo e un luogo di gioco, per rappresentare anche il divertimento del lavoro importante del vigile del fuoco. L'area depressa al centro della piattaforma si trasforma in una "piscina riflettente", che richiama quella di washington dc o ricorda central park a new york, tra i monumenti più iconici d'america, in cui la natura è circondata da elementi artificiali. Può anche essere utilizzato dai pompieri e dai cittadini di san francisco come piscina o per organizzare eventi sull'acqua. Nell'area pubblica (sotto the reflecting.pool) i pali sono fatti come punto di partenza per incoraggiare il mercato del cibo o la celebrazione del pubblico, c'è solo bisogno di coprire alcune aree, ricordando il 1906 come un momento di solidarietà tra i cittadini di san francisco. "edwin emerson ha ricordato che dopo il terremoto" quando le tende dei rifugiati e le simpatiche cucine di strada, improvvisate da porte e persiane e pezzi di copertura, coprivano tutta la città, una tale allegria divenne una cosa accettata. Ovunque, durante quelle lunghe serate al chiaro di luna, si poteva sentire il tintinnio di chitarre e mandolini, tra le tende. Oppure, passando accanto alle grottesche file di cucine di pietra del marciapiede, si diventava vagamente consapevoli dei bassi mormorii di coppie che avevano cercato rifugio in quegli oscuri recessi come nei becchi d'amore. Fu in quel momento che i segni e le iscrizioni droll cominciarono a comparire sui muri e sui lembi della tenda, che presto divennero uno degli aspetti familiari della ricostruzione di san francisco. “ http://sffdh.tumblr.com/

Ecole vernay_interior view _ competition xlam project _ switzerland_2010 - Svizzera

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Ecole vernayinterior view competition xlam project switzerland2010
Ecole vernay_interior view _ competition xlam project _ switzerland_2010

Europan 11 - sambreville - belgio -2011 - Belgio

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Europan 11 - sambreville - belgio -2011
Europan 11 - sambreville - belgio -2011

Abitare solidale - Milano (MI)

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Archisio - Coarch Studio - Progetto Abitare solidale
Abitare solidale
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