Archilatoarchitetture

La ricerca intrapresa qualche anno fa dallo studio archilatoarchitetture sulla casa mediterranea continua in questa abitazione dove si concentrano tutti i principi della distribuzione tipologica che si è sviluppata e strutturata nei secoli nelle aree mediterranee. A)il rapporto con l’acqua della casa araba Nella casa araba l’acqua veniva utilizzata come elemento chimico- fisico per raffreddare lo spazio si creavano una serie di canalizzazioni alimentate da pozzi sotterranei ,posizionate strategicamente attorno o sopra i muri delle abitazioni o con cascate e giochi, che ne permettevano la nebulizzazione e quindi ottenevano una sorta di climatizzazione naturale che permetteva loro di modificare la curva dell’umidità relativa che contribuiva al benessere vitale dell’individuo . In questa sperimentazione l’acqua è stata progettata tutto attorno alla casa con una cascata sul lato sinistro ed una serie di nebulizzatori nella vasca posta lungo la facciata principale. La nebulizzazione viene sublimata dai fori circolari e dai tagli posizionati sul tetto che aspirano verso l’alto l’aria che viene da sotto la casa e le particelle d’acqua raffreddano tutto lo spazio antistante le vetrate. B) il rapporto con l’esterno La vita si svolge utilizzando oltre gli spazi interni una serie di spazi esterni che dilatano completamente la percezione del limite spaziale. C) gli spazi dell’abitazione si articolano secondo un rituale sacro, la scala si stacca dal volume e non contamina lo spazio interno,a sua volta la struttura del volume esterno alla scala si stacca seguendo tale processo, diventando il portale d’ingresso allo spazio privato,la luce taglia tutto il frontone principale l’ombra scandisce i fenomeni temporali e dimensionali dello spazio che si articola nelle varie ore della giornata. Arch. Torchiaro bruno giulio

L’idea progettuale si articola e si svolge attraverso la rotazione geometrica e piccoli spostamenti di volumi lungo un percorso che cattura il visitatore e lo immerge in diverse idee di spazio che si aprono al paesaggio circostante. Tutte le sequenze delle immagini sono state studiate per raggiungere quasi una visione pneumatica e cinematografica, le stesse lavorando per opposti articolandosi tra paesaggi eruttivi dell’etna e paesaggi mediterranei della costa jonica tra capo taormina e il golfo di siracusa creano una sorta di labilità compositiva. In pianta la composizione geometrica si decostruisce attraverso rotazioni e piccoli spostamenti di figure geometriche semplici che si allineano con le direttrici suggerite e tracciate nel contesto . I vari livelli sono serviti da una rampa che ne scandisce i tempi e ne detta il rituale sacro del percorso, dove gli spazi si alternano tra interni ed esterni nel scandire le visuali più interessanti del paesaggio acese, fino a raggiungere il terrazzo ,ed avere la visione a tutto tondo. La composizione volumetrica è caratterizzata dalla rampa di ingresso che si adagia alla strada segnandone l’inizio del percorso, che si svolge nel collegare i vari ambiti funzionali. Studio archilatoarchitetture italy Progettisti: Direttore artistico e progettista arch. Torchiaro giulio bruno Architettura degli interni arch. Carbone emilio Studio paesaggistico arch. Catalano alfina francesca Responsabile comunicazione e grafica arch. Carbone emilio Impianti tecnologici ing. Imbrogno michele Strutture ing. Prof. Sorrento fabio

La composizione del sistema planimetrico simula un maremoto che investe con un'onda anomala pezzi di città che li scaraventa in diverse direzioni.

Dopo un ventennio ancora incompleta, ma con un fascino da brividi .villa alpir è stata e lo è ancora una delle dimore che fissa il punto sulla ricerca architettonica in italia, quando si arriva da cosenza lo sguardo viene catturato dalla casa sulla collina, inusuale ma attenta a tutte le emergenze che la contornano dalla morfologia del centro storico alla trilobatura del corpo scale che rilegge la torre campanaria della chiesa di san nicola con cui dialoga.

Girando nelle scartoffie dello studio ho trovato questo schizzo di una città isola in mezzo al mare datata 1988, erano gli anni in cui si pensava di costruire dovunque, era completamente artificiale ,esisteva il dato naturale soltanto come rapporto difficile con l'acqua. Ho sempre progettato e ideato nuove forme di città in alcuni casi anticipando di decenni nuove forme di vita, e nuovi sistemi urbani, purtroppo ormai in italia pensare , è diventato un esercizio blasfemo. Mi piacerebbe costruire una scuola dove conta poco l'esercizio formale ma conta molto il pensiero e la costruzione attraverso l'innovazione di nuovi modelli di città dove ritorna lo scambio tra filosofia,arte,architettura,innovazione tecnologica ,senza avere paura della contaminazione .