Tinteggiatura: tante scelte per rendere più bella la propria abitazione
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La superficie delle pareti rappresenta la “pelle” della casa. Se dunque muscoli e ossa (fuor di metafora: impianti e strutture) sono essenziali, è dalla pelle che scaturisce la prima sensazione di bellezza e salute di un individuo come di un’abitazione. Di qui l’importanza di scegliere nel ... Leggi di più
La superficie delle pareti rappresenta la “pelle” della casa. Se dunque muscoli e ossa (fuor di metafora: impianti e strutture) sono essenziali, è dalla pelle che scaturisce la prima sensazione di bellezza e salute di un individuo come di un’abitazione. Di qui l’importanza di scegliere nel modo corretto la tinteggiatura della nostra abitazione.
I colori
La scelta dei colori è naturalmente espressione di gusti e preferenze molto personali. E’ tuttavia essenziale tenere conto delle tinte dominanti nell’arredamento, rispetto alle quali si può comunque optare per un’accentuazione dei contrasti, scegliendo uno sfondo che faccia risaltare i mobili, o, viceversa, richiamare anche nelle pareti i toni delle tende e degli imbottiti.
Per uno stile classico sono indicati colori neutri, sfumature e velature, il giallo e l’arancio si accompagnano preferibilmente ad un ambiente rustico, mentre la casa moderna accetta colori pieni e soluzioni ad effetto, magari limitate a una sola parete della stanza.
Una particolare attenzione va posta all’orientamento delle stanze e alla loro luminosità naturale. L’uso di toni caldi e colori chiari è indicato per le stanze rivolte a nord, mentre quelle che ricevono la luce diretta possono essere tinteggiate utilizzando toni più freddi e neutri.
Gli effetti ottici
L’occhio umano è facilmente ingannato dai cosiddetti “inganni ottici”, tra i quali l’effetto per il quale le superfici scure sembrano più vicine e quelle chiare più lontane del reale. Questo fenomeno può essere utilizzato per ridurre l’altezza di un soffitto, che a questo scopo verrà colorato di scuro, o per diminuire la lunghezza di un corridoio, la cui parete di fondo sarà più scura delle altre. I colori chiari si adattano invece ad ambienti piccoli che grazie alla tinteggiatura vengono percepiti come più ampi.
Nella scelta dei colori non bisogna infine trascurare l’effetto che essi hanno sull’umore, in base ai principi della cromoterapia. Pertanto il blu favorirà la concentrazione in uno studio, il verde renderà più rilassante la camera da letto, il rosso infonderà energia alla zona giorno. Ogni stanza potrebbe essere così caratterizzata dall’uso di un diverso colore, anche se un criterio decorativo altrettanto valido è quello di dare continuità e ordine agli spazi utilizzando in tutta la casa le stesse tonalità.
Tipi di pittura
Tre sono le famiglie di pitture per interni oggi più usate: le tempere, le idropitture e gli smalti.
Le tempere sono composte da gesso, collanti e pigmenti naturali. Rappresentano il prodotto più tradizionale ed economico, ma non adatto a zone umide e non lavabile. Infatti richiede un fissativo perché con il tempo tende a sfarinarsi.
Le idropitture sono prodotti a base d’acqua, e quindi prive di solventi potenzialmente nocivi, le cui caratteristiche variano al variare della quantità e della qualità dei componenti. Sono infatti presenti pigmenti (ossidi, terre e mordenti), additivi per rendere la pittura più omogenea ed evitare il gocciolamento, cariche inerti che ispessiscono la miscela e l’emulsione che portando il pigmento in superficie determina la lavabilità del prodotto. L’aggiunta di altri componenti, quali micro sfere di vetro, consente di rendere l’idropittura termoisolante, antimuffa, anticondensa e fonoassorbente.
Gli smalti sono costituiti da resine acriliche diluibili in acqua o in appositi solventi. Si caratterizzano per l’elevato potere coprente, la lavabilità e l’aspetto esterno che può essere lucido, ma anche opaco o satinato. Gli smalti “a solvente” hanno maggiore resistenza e durata, ma l’odore intenso del diluente li rende adatti soprattutto per gli esterni. All’interno si utilizzano solitamente le versioni diluibili in acqua che, oltre alle pareti, si applicano a infissi e radiatori.
Tecniche di tinteggiatura
Esaminiamo alcune delle tecniche di tinteggiatura più diffuse.
Il metodo tradizionale prevede semplicemente l’uso di un pennello, o meglio di una pennellessa, di 10 – 15 cm per la stesa manuale con movimenti verticali e orizzontali alternati. Pennelli più piccoli sono indicati per rifinire gli angoli e i bordi.
Ancora più semplice è l’impiego del rullo, costituito da un cilindro ricoperto di spugna e rotante rispetto a una impugnatura fissa. Una volta imbevuto, il rullo rilascia gradatamente il colore sulla parete. Con i cosiddetti rulli decorativi, dotati di scanalature sulla superficie cilindrica, si possono ottenere con semplicità piacevoli effetti ornamentali.
Sono disponibili anche strumenti per la pittura a spruzzo che tuttavia richiedono una più accurata protezione di tutte le superfici che non devono essere tinteggiate.
Effetti particolari si ottengono utilizzando, in luogo del pennello, una spugna che, dopo essere stata immersa nella vernice, viene tamponata sulla parete, creando un effetto sfumato e modulabile (tecnica dello “spugnato a mettere”). Applicando invece una spugna asciutta sul colore appena steso su una base preesistente, ne verrà rimosso una parte, ottenendo l’effetto dello “spugnato a togliere”.
Una tecnica simile prevede l’uso di uno straccio asciutto, modellato a piacimento, con il quale agire sulla vernice fresca (cenciatura). La tecnica ad effetto spatolato crea motivi circolari sulla parete mediante il passaggio di una spatola metallica o di plastica.
Un’antica procedura, denominata “velatura”, consiste nella stesura di un sottile velo di pittura su un fondo più chiaro, in modo da lasciar trasparire il colore sottostante. Infine con il dragging si ottiene una finitura a righe parallele della superficie della parete, trascinando sul colore un pennello a setole dure.
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