Riscaldamento radiante
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Il riscaldamento radiante è costituito da tubazioni incorporate nelle strutture orizzontali o verticali e quindi non visibili. Questo sistema, usato sin dall’antichità con l’utilizzo d’intercapedini (ad esempio nei pavimenti degli edifìci termali dell’antica roma), ha conosciuto nel nostr... Leggi di più
Il riscaldamento radiante è costituito da tubazioni incorporate nelle strutture orizzontali o verticali e quindi non visibili. Questo sistema, usato sin dall’antichità con l’utilizzo d’intercapedini (ad esempio nei pavimenti degli edifìci termali dell’antica roma), ha conosciuto nel nostro paese una relativa diffusione negli anni 70 per poi essere quasi del tutto abbandonato sino a una quindicina di anni fa. Oggi sono tornati in auge grazie ai progressi tecnologici raggiunti nella costruzione di caldaie e all’avvento dei pannelli solari.
Il difetto principale dei vecchi impianti era l’elevata temperatura dell’acqua di circolazione, che causava, oltre a consumi rilevanti, un comfort insoddisfacente per gli utenti, con superfici riscaldanti troppo calde. Mentre le caldaie tradizionali reggono male le basse temperature, poiché la condensa ne corrode i bruciatori, le moderne caldaie “a condensazione” -oltre a consumare meno recuperando parte del calore dei fumi – sopportano temperature di esercizio dell’acqua molto più basse senza danneggiarsi e permettono, quindi, di far circolare il liquido a temperature tra i 25 e i 40°c. Inoltre, grazie alla moderata temperatura dell’acqua di circolazione, il riscaldamento radiante può sfruttare l’acqua scaldata da pannelli solari durante la stagione invernale.
Quando la temperatura delle pareti della stanza è bassa, per esempio 12-13°c, per avere una temperatura accettabile bisogna scaldare l’aria almeno a 26° c, mentre con superfici a 20°c è sufficiente una temperatura dell’aria pari a 18°c per avere una sensazione di benessere.
Il comfort è più elevato anche perché la temperatura è costante su tutta la superfìcie dell’ambiente senza che si percepisca la fonte di calore. Inoltre, basse temperature di esercizio delle caldaie diminuiscono i consumi energetici: è minore il salto termico per portare l’acqua alla temperatura necessaria.
Questo tipo di riscaldamento, inoltre, fa circolare quantità di polvere e pulviscoli più basse di quello tradizionale convettivo.
Con la circolazione nell’impianto di acqua refrigerata a 14-18°c, inoltre, l’impianto garantisce anche un raffrescamento confortevole.
I consumi sono inferiori a quelli dei sistemi a radiatori di circa il 30%. Lo svantaggio però è il costo dell’impianto completo: circa il 30% in più.
In breve il principio di funzionamento
Più comunemente definito “a pannelli”, il riscaldamento radiante è basato sull’utilizzo di superfici riscaldanti estese anziché puntiformi, come sono i classici termosifoni. Il riscaldamento, in generale, avviene in parte per convezione (cioè con il movimento l’aria calda verso quella fredda) e in parte per radiazione diretta; il riscaldamento radiante funziona principalmente per convezione, i termosifoni per irraggiamento.
L’impianto a pavimento
Esistono tre tipologie di riscaldamento radiante: a pavimento, a parete e a soffitto. I più comuni sono i sistemi a pavimento.
In fase di costruzione dell’unità immobiliare la posa è semplice. In caso di ristrutturazione, invece, ha alcuni svantaggi: comporta il rialzamento del pavimento di 12-15 cm. La posa di mobili e tappeti, inoltre, abbassa il rendimento dell’impianto, così come la posa di materiali di finitura relativamente isolanti, come la moquette e il legno.
Sarebbero quindi da preferire le piastrelle, cotto o grès, che hanno una capacità di trasmettere il calore maggiore. Se si sceglie comunque il legno – che non annulla comunque la convenienza del sistema a pavimento – si debbono privilegiare essenze stabili, come iroko, teak, rovere e doussié, ed evitare il faggio e l’olivo.
Sistemi a parete…
Hanno molti vantaggi dal punto di vista del rendimento e del comfort, poiché la radiazione diretta in orizzontale verso le persone è più efficace e l’inerzia termica è minore per il minore spessore dell’intonaco rispetto al massetto. Da notare che il riscaldamento radiante ha superfici minori (sino a due metri d’altezza e generalmente solo sulle pareti perimetrali) e la temperatura dell’acqua di circolazione è quindi più elevata.
Nonostante sia più indicato in caso di ristrutturazione, è meno usato, soprattutto a causa della rigidità nell’utilizzo delle pareti: diventa rischioso piantare chiodi e tasselli (se non seguendo minuziosamente lo schema delle tubazioni) e, soprattutto, perde efficienza con la posa di mobili a parete ( cucine o librerie per esempio).
…e a soffitto
Questo sistema ha un grande vantaggio: il soffitto è sempre libero da oggetti e arredi.
La temperatura dell’acqua è in genere tra i 27 e i 35°c e di circa 10°c più bassa quella dell’aria a livello della testa, non causando quindi disagi.
La posa di questo riscaldamento radiante, invece, è leggermente più laboriosa, anche se esistono sistemi, come per gli altri due casi, per la posa a secco.
Nota bene
I sistemi isolanti vengono sempre isolati verso la parete o il solaio. Possono essere posati a secco oppure essere ricoperti dal massetto o dall’intonaco.
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