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L'allestimento artistico e la segnaletica del centro servizi culturali s. Chiara, di proprietà del comune di trento, sono stati commissionati in seguito ad una gara di servizi. Il progetto comprende gli spazi esterni ed interni di un ex-convento medioevale, in parte sottoposto a tutela da parte del... Leggi di più
L'allestimento artistico e la segnaletica del centro servizi culturali s. Chiara, di proprietà del comune di trento, sono stati commissionati in seguito ad una gara di servizi. Il progetto comprende gli spazi esterni ed interni di un ex-convento medioevale, in parte sottoposto a tutela da parte della sovrintendenza dei beni architettonici. Il centro servizi, grazie al parco urbano adiacente, unisce parti diverse della città e attrae persone di tutte le età e culture che qui si ritrovano nei due teatri e nelle sale conferenze. Parte del complesso purtroppo è disabitata e in un grave stato di abbandono; a parte alcuni disegni di discreto livello artistico, opera di writers, vi sono scritte violente e xenofobe segno di degrado, prima che urbano, civile. La nuova segnaletica intende sostituirne una risalente agli anni '90 fornendo una molteplicità di nuovi elementi funzionali ai visitatori: il rivestimento murale del portico con i ripiani per esporre i volantini, quello dell'ingresso del teatro auditorium, i totem per le locandine degli spettacoli, i totem di indicazione e quelli di direzione. Essendo l'edificio caratterizzato da una caldo color cotto, la nuova segnaletica ha una finitura metallica per risaltare sul contesto. Con l'allestimento artistico ci si è voluti interrogare sulla grande responsabilità sociale rivestita dall'opera di arredo urbano. Sia da parte dei progettisti che della committenza vi era infatti la convinzione che attraverso la cultura promossa dal cscsc si potesse far fronte al degrado, aggiungendo nuovo valore estetico al luogo. Tale consapevolezza ha ispirato l'idea progettuale basata sul ri-design. L'allestimento artistico e la segnaletica ri-utilizzano gli ex cartelloni in dibond degli spettacoli andati in scena negli anni. I pannelli vengono tagliati in strisce di 16 cm e ricomposti in modo apparentemente casuale. Il dibond, ri-assemblato secondo una casualità apparente, dice che nella diversità la società si arricchisce. La storia recente di questo luogo è raccontata dalle centinaia di cartelloni recuperati che raccontano la narrazione attuale, della quale i personaggi principali sono gli abitanti del quartiere e coloro che frequentano il centro. L'allestimento parla alla mente e al cuore, vuole suscitare emozioni. I colori dei pannelli vengono registrati per primi nell'esperienza di questo spazio. Di notte la luce a led lineare valorizza le volte del portico. Con il ri-uso si da una seconda possibilità ai materiali, e contemporaneamente al luogo e alle persone. Il writer etico, quando l'arte già c'è, non sovrascrive. Le superfici multicolori di questo allestimento mal si prestano ad apporre scritte o graffiti, scoraggiano il vandalismo. Il ri-uso contribuisce ad accrescere il decoro urbano perché mette in gioco la fantasia e la creatività, è educativo e perfino terapeutico. Per il futuro già si preparano altre installazioni: riutilizzando i materiali di scarto costantemente prodotti dal centro, nel tempo saranno aggiunti nuovi elementi alle installazioni tesi ad ottenere funzionalità, estetica ed emozione.
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