Cimitero di parabita
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Il cimitero è stato concepito come un insieme di edifici relazionati fra loro attraverso un disegno unitario, regolato in profondità dalla logica dello spazio prospettico. Questo disegno si riconosce in un archetipo dell’architettura storica quale il capitello corinzio che, dilatato a grande sca... Leggi di più
Il cimitero è stato concepito come un insieme di edifici relazionati fra loro attraverso un disegno unitario, regolato in profondità dalla logica dello spazio prospettico. Questo disegno si riconosce in un archetipo dell’architettura storica quale il capitello corinzio che, dilatato a grande scala, da un lato perde la sua caratteristica di “parte” dell’architettura e dall’altro permette l’ideazione di spazi totalmente inediti non più riconoscibili nella figura originaria. Il cimitero contiene campi di inumazione ed edifici per la tumulazione (loculi). Gli spazi definiti dall’ampio recinto di forma planimetrica quadrata, sito nella zona alta dell’area cimiteriale, e quelli contenuti all’interno dei murali spiraliformi contengono cappelle private. L’edificio centrale è destinato a ossario con loculi privati. Una piccola cappella completa l’insieme architettonico. Progettato nel 1967 esso rappresenta una delle prime architetture dove riaffiora la memoria della storia dopo l’oblio modernista e dove il “luogo”, sia fisico che simbolico, torna a essere determinante degli esiti morfologici. Per questa ragione il cimitero appare come “architettura non finita” e come un insieme di frammenti in eterna attesa di un nuovo inizio.
[testo fornito da studio di architettura anselmi & associati
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