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Il progetto riguarda il consolidamento, il recupero, la riqualificazione architettonica e l’efficientamento energetico di un edificio rurale, oggi in stato di rudere, situato nelle campagne a pochi chilometri dal centro urbano di pisa, adibito originariamente a fienile. Il tema è di particolare i... Leggi di più
Il progetto riguarda il consolidamento, il recupero, la riqualificazione architettonica e l’efficientamento energetico di un edificio rurale, oggi in stato di rudere, situato nelle campagne a pochi chilometri dal centro urbano di pisa, adibito originariamente a fienile. Il tema è di particolare interesse in quanto è possibile recuperare e valorizzare degli elementi caratteristici di questa particolare tipologia edilizia, in un contesto ambientale e paesaggistico di particolare bellezza, immersi in un microclima favorevole. Tutti fattori che spingono ancora di più a consolidare il forte rapporto con l’ambiente circostante a livello energetico, architettonico e paesaggistico.
Il progetto deve dunque partire dallo studio della preesistenza, dalla comprensione degli elementi da valorizzare, dal riconoscimento dei contenuti da preservare e da trasmettere. L’edificio, caratterizzato da un classico impianto a capanna, è in muratura portante e presenta una pianta rettangolare: un solaio in legno divide il volume in due livelli molto alti, mentre la copertura, quasi del tutto crollata, è a doppia falda, sorretta da capriate lignee. Il progetto ha l’obiettivo di non stravolgere l’impianto sopradescritto, di mantenere una chiara lettura del volume originario e della sua sagoma e di distinguere nettamente ogni aggiunta o sottrazione. L’involucro è fortemente caratterizzato dalle due grandi arcate a piano terra che si aprono nel prospetto nord verso un vasto piazzale su cui si affaccia un altro edificio più grande, probabilmente il corpo principale della masseria di cui il fienile era parte. Inoltre in corrispondenza del primo piano, i prospetti est, sud e ovest sono caratterizzati da grandi aperture rettangolari filigranate da delle “gelosie” in mattoni. Sempre a nord, in corrispondenza del primo piano, si affacciano sul piazzale due piccoli archi in mezzadria rispetto alle grandi arcate inferiori. Questi elementi verranno per quanto possibile mantenuti mentre, in caso di stringenti esigenze funzionali, si dovranno adottare soluzioni in grado di darne una fondata e motivata reinterpretazione formale, lasciando comunque rileggere le linee principali dello stato originario della preesistenza. Il contesto ambientale offre delle visuali privilegiate a sud, est e ovest, verso i campi coltivati, il parco di san rossore, i filari di cipressi che si snodano lungo le strade, verso cui ovviamente si apriranno le nuove finestrature e le terrazze, che proietteranno gli spazi interni verso la natura e il paesaggio. La visuale verso il piazzale a nord sarà valorizzata mediante l’affaccio di due piccoli balconcini trasparenti dagli archetti superiori. Dal punto di vista energetico e bioclimatico, ci troviamo in pieno clima mediterraneo, in un microclima caratterizzato dall’influenza del mare, dalla presenza delle masse arboree del parco di san rossore, dalla vicina città di pisa e dai corsi d’acqua del fiume serchio e del fiume morto. Il luogo è sufficientemente ventilato e permette di sfruttare le brezze e i venti mitigati dall’azione dei fattori sopra elencati. L’andamento annuale delle temperature e della radiazione solare a queste latitudini fanno apprezzare le murature per la loro inerzia termica ma per sfruttare al meglio le proprietà delle strutture esistenti si dovrà comunque lavorare sull’involucro, isolare ulteriormente con un cappotto e creare adeguate schermature per il periodo estivo, risolvendo allo stesso tempo le istanze di carattere architettonico (come ad esempio mantenere le grandi vetrate a nord fornendo un adeguato isolamento termico e minimizzando le dispersioni nel periodo invernale, valorizzare le gelosie in cotto, preservare per quanto possibile la sagoma, etc…).
Dato che la conversione funzionale del fienile ad abitazione comporterà delle necessarie modifiche al corpo di fabbrica, si è pensato di trovare un segno che possa mediare tra i nuovi interventi da realizzare e la memoria dei caratteri più significativi della preesistenza, tra l’oggetto artificiale e il contesto naturale, tra il clima esterno ed il clima interno. Questo segno è la parete vegetale, che innalzandosi dal terreno ed ergendosi a protezione dinnanzi all’edificio diviene metafora dell’imprescindibile simbiosi dell’uomo con la natura. Le pareti vegetali si stagliano di fronte ai prospetti che dovranno essere modificati (per permettere l’apertura delle necessarie finestrature in corrispondenza dei nuovi ambienti) ma si scostano quanto basta per accogliere delle generose terrazze, che fungono anche da collegamento strutturale. Dal punto di vista bioclimatico, essendo costituite da piante a foglie caduche, tali pareti forniranno il necessario ombreggiamento (insieme alle terrazze) durante il periodo estivo, mentre durante il periodo invernale diventeranno abbastanza “trasparenti” da consentire il guadagno passivo della radiazione solare. Inoltre la struttura delle pareti consentirà allo strato vegetale di “disegnare” i prospetti originari che potranno comparire durante il periodo primaverile-estivo mentre durante l’autunno e l’inverno lasceranno intravedere le linee contemporanee dei nuovi prospetti, in un ciclo infinito in cui passato e presente si avvicendano continuamente. Il segno architettonico, che diventa anche elemento di fondamentale importanza dal punto di vista sia funzionale che energetico, rappresenta una forte risposta alle problematiche contemporanee relative alla ricerca di soluzioni semplici e sostenibili in grado di trasmettere un significato forte e chiaro nell’ambito di una coscienza ecologica. La schermatura vegetale rappresenta quella “carezza” che l’uomo spesso nega alla natura ma che quest’ultima invece continua ad offrirci, riesce a permettere la convivenza del passato con il presente, garantisce un legame poetico con il paesaggio, fornisce soluzioni bioclimatiche in maniera sostenibile.
I primi interventi saranno necessariamente volti alla ricostruzione delle parti crollate e al consolidamento strutturale dell’edificio. Si menzionano i più significativi, quali il risanamento e il potenziamento delle fondazioni, la ricostruzione e il consolidamento delle murature crollate e delle porzioni di solaio da mantenere, la realizzazione di nuove strutture per il sostegno della nuova copertura e dei nuovi solai, alcuni dei quali potranno essere anche appesi. Si ipotizza infatti la realizzazione di una struttura a portali, affiancata alle murature esistenti, con delle capriate in legno lamellare in grado di permettere le maggiori luci possibili e la sospensione, tramite tiranti, di alcune porzioni di solaio, per permettere il miglior sfruttamento della volumetria e l’assenza di pilastri centrali. I prospetti est e nord restano sostanzialmente immutati, ad eccezione del portoncino di ingresso al piano terra del prospetto est e dei due piccoli balconi vetrati che si affacciano dagli archetti al piano primo del prospetto nord. Il prospetto sud è quello su cui si concentrano le principali modifiche: l’apertura di importanti vetrate per il guadagno passivo invernale; la realizzazione di terrazze per la schermatura dalla radiazione estiva; la realizzazione della parete vegetale. Ad ovest gli interventi si riducono alla tamponatura di una delle due gelosie in mattoni e alla realizzazione di una seconda parete vegetale: è infatti questo il prospetto che soffre maggiormente del surriscaldamento estivo, da ovviare mediante l’opportuna schermatura verde. Si prevede inoltre la realizzazione del cappotto su tutti e quattro i prospetti. In copertura, la parete vegetale a sud piega a “l” sulla falda e consente l’installazione dei pannelli solari e fotovoltaici.
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